ALAHOR EN GRANADA
ALAHOR ZOBEIDA MULEY HASSEM ALAMAR SULIMA ISMAEL |
Príncipe Abecerraje Hermana de Alahor Rey de Granada Jefe de los Zegríes Criada de Zobeida Noble Zegrí |
Barítono Soprano Mezzosoprano Tenor Mezzosoprano Tenor |
La acción se desarrolla en Granada, a finales del siglo XV
ATTO PRIMO (Gran piazza di Granata. Alla destra il palazzo reale detto l'Alhambra. Alla sinistra una delle porte di Granata. Il fondo offre in prospettiva la lunga catena degli Alpussari) Scena Prima (Alahor viene dalla parte dei monti Il suo abito é indizio dello stato suo deplorabile. Si avanza guardando intorno.) Recitativo ALAHOR Granata é questa Alfin ti veggo, o terra terra esecrata: il padre mio qui cadde. Il crudo Aly de' nostri Abenceraghi qui versò a tradimento a fiumi il sangue; Zobeida ed io, suo misero fratello, fuggimmo soli all'orrido macello. Hassem co' Zegri di Granata il soglio calcan superbi, ma Alahorre é vivo. Vendicator di si feroce oltraggio, in Granata ritorno: alle lor mani Zobeida strapperò: sul trono istesso Hassem fia spento per mia man...O padre, qui tu cadesti e qui t'aspetta memoranda, terribile vendetta. Aria Ombra del padre mio, che a me t'aggiri interno, esulta: alfine il giorno vendicator spuntò. Esulta: i tuoi nemici caderti a piè vedrai. Esulta: a gorghi il sangue dei Zegri tu berrai. Di disperati accenti, di flebili lamenti quest'abborrita reggia io risuonar farò. Ancora giunta non e della vendetta l'ora. (Si ritira.) Scena Seconda (Coro di Zegri, che mesti si avanzano, quindi Alamar ed Ismaele) Recitativo ALAMAR Smania crudel, perchè mi desti in core l'ascoso mio furore? Ah sì, già sorge della vendetta il di. Figlia infelice tu gemi e indarno al genitor furente volgi i tuoi sguardi. Hassem vile te sprezza e Zobeida -oh furore- sospira ed ama. Di Zegri ormai la fama spenta riman. Ma no col sangue pria lavar vò l'onta sciagurata e ria. Aria Taci ancor per poco almeno, disparato mio furor: come rapido baleno piomberà sul traditor. Figlia amata il bel sereno non turbar del tuo bel cor: vendicar sapratti appieno, figlia amata, il genitor. Istante bromato deh, vieni, t'affretta, l'idea di vendetta già lieto mi fa. Ah riedi spietato, quest'alma t'aspetta, l'acciar di vendetta sul capo ti sta. Si parta, ma chi s'avanza? Amici, ah lieti voi. ZEGRI Dove l'antico onore, dove la gloria andò? De' Zegri il gran valore depresso, ohimè! restò. Pace coll'armi Ibere, che noi cingeano intorno, ad onta nostra e scorno, Hassem, il re, segnò. Ai vili Abenceraghi ei ci pospon... ALAMAR Tacete. (Sdegnato si avanza) A che d'inutili voci e lamenti oziosi e stolidi spargeste i venti? A che di lagrime bagnate il ciglio, mentre l'onore giace in periglio? Convien risolversi, bisogna oprar. CORO Tutti rimiraci pronti ad oprar. ALAMAR Il patrio onore Hassem oscura. (Va sempre crescendo con forza) Contro de' Zegri Hassem congiura; oggi a Zobeida la man darà. CORO Oggi egli vittima al suol cadrà. ALAMAR Ma il vostro core? CORO Timor non ha. La morte intrepido affronterà. ALAMAR, ISMAELE, CORO Fra poco esanime cadrà quel perfido, l'onta col sangue pagar dovrà. (Alamar sguaina la spada. gli Zegri gli fan circolo, sguainando la loro. e battendola a tempo con strepito su quella di Alamar. Gli Zegri si ritirano, resta Alamar de Ismaele) Recitativo ALAMAR Hassem cadrà, lo merta: di mia figlia egli sprezzò la mano; onta sì grande, offesa tal non fia che impunita rimanga e inulta sia. ISMAELE Ei la sprezzò, non la mertava; in premio di tanto zelo mio pe' tuoi disegni, Alamar, la concedi a' voti miei! ALAMAR E tu... (Fra sè) Oh! baldanza! ISMAELE Eguali noi siam per sangue, per grado eguali, ragion non veggo onde stupirti. ALAMAR Eh, taci: quella man, che impugnar deve uno scettro impalmerà, stolto, la tua? Rivolgi ad altro oggetti i voti tuoi. (Parte) ISMAELE Un rifiuto del re spinge il superbo alla vendetta: il suo rifiuto ispira nel petto mio l'odio, lo sdegno e l'ira (Parte) |
ACTO PRIMERO (Una gran plaza de Granada. A la derecha la Alhambra, el palacio real. A la izquierda, una puerta de Granada. Al fondo una perspectiva de las Alpujarras.) Escena Primera (Alahor llega desde los montes. Su vestido es indicio de su deplorable estado. Avanza mirando a su alrededor) Recitativo ALAHOR Granada, al fin te veo, oh tierra, aquí cayó mi padre. El cruel Alí vertió aquí, a traición, ríos de sangre de abencerrajes; sólo Zobeida y yo, su hermano, huimos de la horrible masacre. Hassem y los zegríes pisan altivos el suelo de Granada, pero... ¡Alahor vive! Vuelvo a Granada para vengarlos, rescatar a Zobeida y matar a Hassem... ¡Oh padre! aquí caíste y aquí se producirá mi terrible venganza! Aria Sombra de mi padre que vagas en torno a mí, alégrate: ¡al fin amaneció el día de la venganza! Alégrate: a tus pies verás caer a tus enemigos. Alégrate: a sorbos beberás la sangre de los zegríes. Acentos desesperados y terribles lamentos haré que resuenen en este reino aborrecido. Aún no ha llegado la hora de la venganza. (Se retira.) Escena Segunda (Alamar solo, luego se acerca un grupo de zegríes) Recitativo ALAMAR ¡Cruel destino! ¿Por qué acosas mi corazón con oculto furor? ¡Sí, llegó el día de la venganza! Hija infeliz, en vano gimiendo, diriges los ojos a tu padre. El vil Hassem te ha despreciado y por Zobeida ¡oh furor! suspira. ¡Sólo queda la honra de los zegríes! Mas no quiero lavar con sangre, antes de tiempo, la cruel afrenta. Aria Permanezca aún oculto mi furor que rápido como un rayo caerá sobre el traidor. Amada hija, no turbes la paz de tu bello corazón; tu padre sabrá vengarte. ¡Ven, instante deseado, apresúrate! La idea de la venganza me llena de gozo. ¡Ven, desgraciado, que esta alma te espera; y ya pende sobre tu cabeza el acero vengador! Vayamos... ¿pero quién se acerca? ¡Amigos! ZEGRÍES ¿Dónde está el antiguo honor? ¿Adónde se fue la gloria? ¡El gran valor de los zegríes cayó en el olvido! El rey Hassem, para escarnio y vergüenza nuestra, firmó la paz con los ejércitos cristianos que nos acosaban. A los viles abencerrajes él nos somete... ALAMAR ¡Callaos! (avanza con desdén) ¿Por qué clamar al viento inútiles gritos y necios lamentos? ¿Por qué derramar lágrimas mientras que el honor peligra? Es necesario decidirse a actuar. CORO ¡Estamos listos para intervenir! ALAMAR Hassem mancilla el honor patrio. (con más fuerza) Él conspira contra los Zegríes; y hoy desposará a Zobeida. CORO Hoy como víctima al suelo caerá. ALAMAR ¿Pero y vuestro valor? CORO No sentimos temor. Afrontaremos sin miedo la muerte. ALAMAR, ISMAEL, CORO Pronto caerá exánime el pérfido, y pagará la deshonra con su sangre. (Alamar desenvaina la espada y todos lo rodean desenvainando las suyas y entrechocándolas al unísono con la de Alamar. Todos se retiran, quedan Alamar e Ismael) Recitativo ALAMAR Hassem merece morir; despreció la mano de mi hija. Una ofensa semejante no puede quedar impune. ISMAEL Él la despreció, no la merecía. En cambio yo te soy fiel... ¡Alamar, concédesela a mis deseos! ALAMAR ¿A ti?... (para sí) ¡Qué arrogancia! ISMAEL Iguales somos por sangre, iguales por rango; no veo razón para que te asombres. ALAMAR Ah, calla: ¿Esa mano, digna de un cetro, va a unirse, necio, con la tuya? Dirige hacia otra tus deseos. (Sale) ISMAEL Un desprecio del rey impulsa a ese soberbio a la venganza; su rechazo hace nacer en mi pecho el odio, el desdén y la ira. (Sale) |
Scena Terza (Zobeida con Sulima esce dall'Alhambra I moti suoi spirano la gioia) Recitativo ZOBEIDA Dolce pensier del più soave affetto, perchè mi desti in petto ancora morte in cor? Era duolo e speme agitata quest'alma incerta geme. Cavatina Ah! Ti sento, mio povero cor, palpitare più ratto nel sen. Batti pure di gioia e d'amor, or che torna l'amato tuo ben. Cesserà quell'affanno, quel duol, che i tuoi miseri giorni nutri; come appare più lucido il sol quando il nembo dal cielo spari. (Fuori di sè dalla contentezza) CORO Sta lieta, sta lieta, un puro amor t'invita a giubilar. ZOBEIDA Per te solo, o benamato, dolce speme io sento in petto, da te sol la calma aspetto, per te sol respirerò! Se tu m'ami, o mio diletto, con te sol giubilerò. CORO Già di gioia quell'aspetto il bel raggio scintillò, il bel raggio scintillò. (S'odono le tromba per l'arrivo di Hassem) Marcia e Coro ZOBEIDA Senti, s'avanza, Sulima, il mio bene. Come scuotonsi, o cor, le tue catene! (Partono.) Scena Quarta (Lo strepito delle trombe fa radunare sulla piazza il popolo. Coro di Abenceraghi, che precede Hassem. Mentre il coro canta, si avanzano. In marcia le truppe di Granata; poscia vedesi Hassem con l'olivo al crine, accompagnato da Alamar, Ismaele, grandi) CORO Pace, pace, degl'inni di pace s'oda l'aura d'intorno echeggiar. Spenta è alfine di Marte la face, riede il giorno sereno a brillar; nè dubbiose le madri e le spose più vedremo di tema gelar. Recitativo e Aria HASSEM Popolo, amici, sanguinosi allori non cingono il mio crin; ostili schiere io non pugnai; ampi tesori e prede, o a mille a mille schiavi a voi non reco: pace fu guida a' passi miei; l'ottenni, e con l'onor l'ottenni. Popolo, amici, è questa la mia gloria, è questa del re vostro la vittoria. Ah! Si, da tanti affanni respira ormai, Granata, i placidi suoi vanni pace su te spiegò. Più non vedrai bandiere da lungi sventolar, nè le nemiche schiere il suolo tuo calcar. Non più dell'armi Ibere dovremo paventar. (Fra sè) Ma quell'amabile pace dell'alma, del cor la calma dove ne andò? Ahi! Che il più barbaro fra i numi Amore da questo cure me la involò. (A Zobeida) Ma se mi arridono quei vaghi rai a nuovo giubilo ritorna il cor. CORO Di Marte alfine spento è il furore. Né più dovremo paventare. (Le truppe in marcia si ritirano al suono di banda; il coro le segue. Rimangono Alamar, Ismaele, Hassem, Zobeida e Sulima) Scena Quinta HASSEM Zobeida, del mio cor parte più cara, poco è alla tua virtude offrire un trono; ma a te quai altro dono dare maggior poss'io? ZOBEIDA Signor, che dici? Io tua schiava qui sono, e non potrei... HASSEM Regni sul cor d'un Rege, e schiava sei? Il mio consiglio approverà la scelta, sì, questo il giorno sia in cui ti adori ognun, consorte mia. (Zobeida e Sulima rientrano nel palazzo. Hassem, Alamar e Ismaele sen vanno per l'altra via) Scena Sesta Recitativo ALAHOR Scorsa ho Granata, ma invan; Zobeida io non rinvenni, e fora il domandarne troppo imprudente inchiesta. Solo ed inerme, l'arte pria che il ferro usar convienmi a re potente innanzi. Scena Settima Sulima dall'Alhambra e detto. SULIMA (non vede Alahor) La prima volta è questa che di gioia un balen sul volto apparve, ognor languente, di Zobeida. ALAHOR (Fra sè) Oh cielo! (A Sulima) Tu nomasti Zobeida: vive dunque (Con premura) di Mohamed un figlio. SULIMA Sì, in Zobeida. ALAHOR Elle è in Granata, e non vi teme l'odio che il Rege un dì contro il suo padre accese? SULIMA D'Hassem tu parli? Ma straniero sei dunque in Granata tu, che ancor non sai ch'ella con Hassem sta onorata ed amata a un tempo istesso? ALAHOR (con ira) Il ver tu narri? (Fra sè) Oh, padre mio, che orrore! Col fratello d'Aly, col traditore? SULIMA Di tutti ella è delizia, e ogn'infelice adora il nome suo. ALAHOR (Fra sè) Si tenti (A Sulima) Dal mio esterno ben t'avvedi, che misero son io, che qui stranier; son questi titoli grandi, onde la speme accolga di parlar con Zobeida. Tu mi conduci or dunque; e fin ch'io viva d'un tal favore a te sarò ognor grato. SULIMA Ebben, segui i miei passi. (S'incammina verso il palazzo) ALAHOR (Fra sè) Oh, me beato! |
Escena Tercera (Zobeida, alegre, sale con Sulima de la Alhambra) Recitativo ZOBEIDA Dulce pensamiento, ¿por qué despiertas de nuevo en mi pecho la muerte de mi corazón? Entre el duelo y la esperanza gime agitada esta alma insegura. Cavatina ¡Ah, pobre corazón mío, te noto palpitar más rápido en el pecho! Late de alegría y de amor pues, ahora regresa tu amor. Aquellos afanes, aquel dolor que alimentó tus míseros días cesará, igual que el sol ilumina radiante cuando las nubes se despejan. (Fuera de sí por la alegría.) CORO Sé feliz, sé feliz, un amor puro te invita a la alegría. ZOBEIDA ¡Sólo por ti, amor mío, siento una dulce esperanza! ¡sólo de ti espero la paz; respiraré sólo por ti! ¡Si me amas, oh mi bien, sólo a tu lado encontraré regocijo! CORO ¡De alegría se iluminó su rostro, al igual que un hermoso rayo! ¡Un hermoso rayo lo iluminó! (Se oyen trompetas anunciando la llegada de Hassem) Marcha y Coro ZOBEIDA Oye cómo llega, Sulima, mi amor. ¡Ya caen las cadenas del corazón! (Salen) Escena Cuarta (El son de las trompetas hace que el pueblo se reúna en la plaza. Entran lo abencerrajes precedidos por Hassem que se adelanta con una rama de olivo en la cabeza, acompañado de sus tropas, Alamar, Ismael y los Grandes) CORO ¡Paz, paz, que resuene al aire el eco de los himnos de paz! Se extinguió la llama de Marte, ríe el día brillante y sereno; ya nunca a las madres y esposas veremos temblar. Recitativo y Aria HASSEM Pueblo, amigos, mis cabeza no ciñe sangrientos laureles; no derroté a ejércitos enemigos, ni tesoros, ni botines, ni miles de esclavos os traigo: la paz guió mis pasos y la obtuve con honor. Pueblo, amigos, esta es mi gloria, ésta es la victoria de vuestro rey ¡Ah! Sí, de tantos anhelos estás libre ya, Granada, las dulces alas de la paz se ciernen sobre ti. Ya no verás banderas tremolar en la lejanía, ni a las falanges enemigas hollar tu suelo. ¡Ya nunca a los ejércitos cristianos deberemos temer! (Para sí) Pero aquella amable paz del alma, la calma del corazón, ¿dónde está? ¡Ay! ¡El más cruel dios, Amor, de mi corazón la robó! (A Zobeida) Mas si me sonriesen tus bellos ojos el júbilo volvería a mi corazón. CORO Por fin se apagó el furor de Marte. Nunca más deberemos temerle. (Las tropas y el coro se retiran al son de una marcha. Se quedan Alamar, Ismael, Hassem, Zobeida y Sulima) Escena Quinta HASSEM Zobeida, lo más querido a mi corazón, poco es un trono para tu virtud; ¿pero qué otro don puedo yo ofrecerte? ZOBEIDA Señor, ¿qué dices? Yo soy tu esclava, y no podría... HASSEM ¿Reinas sobre el corazón de un rey, y dices que eres esclava? Mis consejeros te aprobarán, sí, que éste sea el día que todos te reconozcan como mi esposa. (Zobeida y Sulima vuelven al palacio. Hassem, Alamar e Ismael se van por el otro lado) Escena Sexta Recitativo ALAHOR Toda Granada recorrí en vano, no encontré a Zobeida y preguntar por ella sería imprudente. Solo e indefenso estoy, necesitaré la espada ante el rey poderoso... Escena Séptima (Sulima desde la Alhambra) SULIMA (que no ve a Alahor) Es la primera vez que un rayo de alegría ilumina el rostro, siempre triste, de Zobeida. ALAHOR (Para sí) ¡Oh. cielos! (A Sulima) Has nombrado a Zobeida; ¡así pues vive! (Con precaución) descendiente de Mohamed... SULIMA Sí, Zobeida. ALAHOR ¿Está ella en Granada y no teme el odio que antaño el rey mantuvo contra su padre? SULIMA ¿Hablas de Hassem? Debes ser extranjero en Granada, pues no sabes que Hassem la ha honrado con su amor. ALAHOR (con ira) ¿Dices la verdad? (Para sí) ¡Oh, padre mío, qué horror! ¿Con el hermano de Alí, el traidor? SULIMA Ella es el consuelo de todos y hasta los más míseros adoran su nombre ALAHOR (Para sí) Lo intentaré... (A Sulima) Por mi vestidos puedes ver que soy pobre y extranjero. Éstas son mis credenciales para albergar la esperanza de solicitar una audiencia con Zobeida. Guíame hasta ella y, mientras viva, siempre te estaré agradecido. SULIMA Entonces sigue mis pasos. (Se dirige al palacio ) ALAHOR (Para sí) ¡Oh, afortunado! |
Scena Ottava (Gran sala dell'Alhambra. In fondo grande apertura con tenda tirata, dalla quale si deve vedere la sala del trono) Recitativo e duetto ALAMAR E di natura istinto l'amor paterno o Sire. Ma no s'anch'es se i figli loro a ircane belve istesse. HASSEM lo d'ira avvampo. Ancora insisti e ancor mi desti in seno intempestivo ardore. ALAMAR Rammenta o pur Signore i fidi Zegri tuoi, la fè, l'onore, gli a te serbati allori, la costanza, l'amore, il sudor mio versato per Aly tuo diletto e della figlia mia sprezzi l'affetto. HASSEM Nè tace in cor lo sdegno perchè sorbito in te. ALAMAR Di te non degno. HASSEM Perfido taci alfine e vanne, e l'ira mia paventa. Rammenta ch'io son il tuo Signor. Vanne o cadrai qui vittima del mio sprezzato amor. ALAMAR Perfido io no, non mai; rispetto i cenui tuoi, chiamami pur qual vuoi, ma nobile è il mio cor, e so serbare intrepido fede, costanza e onor. HASSEM Come ancor rispondi ai benefici miei? ALAMAR Amo la figlia, è lei l'arbitro de il mio cor. HASSEM Il mio scettro a questo segno si disprezza a ch'io nel sen dal dispetto e dallo sdegno tutto sento un rio veleno. ALAMAR Su quel volto io veggo il segno del furore che gli arde in seno, ma non temo quel suo sdegno, vendicar saprommi appien. HASSEM Ah! frenarmi più non posso, più s'accende il furor mio. Va, rammenta chi son io, l'ira mia non cimentar. ALAMAR Deh, perdona un bel desio sol mi spinge a delirar. HASSEM Ah, quale smania, barbaro fato, indarno tentar sì rendermi ingrato al puro, al tenero mio dolce amor. ALAMAR Ah, s'vittima cadrò l'ingrato, indarno mostrasi cosi spietato; saprò disveller quell'empio cor Scena Ottava (bis) (Zobeida esce dai suoi appartamenti) Recitativo ZOBEIDA Felice appien sarei: Hassem m'adora, al tron m'innalza, paghi sono gli affetti miei, ma oh Dio! Un fratello fuggitivo, ramingo, odiato e forse dalla miseria oppresso, se non spento, formano nel mio core un contrasto di gioia e di dolore. Scena Nona Recitativo SULIMA Non nuova nel tuo cor la tua pietade uno stranier oggi addimanda, chiede sol favellarti. ZOBEIDA Uno stranier!... che brama egli da me? SULIMA Ciò non mi disse; disse sol ch'è infelice... ZOBEIDA E questo basta assai. Qui l'introduci; ogni meschino ha dritto al mio soccorso. (Sulima si ritira) SULIMA (torna) Ei viene. (Si ritira) Recitativo ZOBEIDA Infelice t'appressa: questa gemma possa il peso alleviar de' mali tuoi. ALAHOR Il mal più mite è la miseria mia. (Resta in qualche distanza) Io non accetto doni. ZOBEIDA Ma niun ti scorge, tu arrossir non devi. Accetta, prendi... ALAHOR La viltà finora non oscurò la gloria mia: risplende intatta e pura; ma la tua, o Zobeida, (lei si avvicina) risplende ancor? ZOBEIDA Che cerchi? Quale inchiesta? ALAHOR A te lo chieggo in nome di colui che spento fu per sostenerla, in nome di colui che obbliasti, di Mohamed in nome, e ciò ti basti. ZOBEIDA (si turba) Oh Dio, che dici mai! ALAHOR Fissa, o Zobeida, su di me lo sguardo, deh, mi ravvisi forse? ZOBEIDA Cielo! Quei tratti... quella voce... parmi... (Lo va esaminando) ALAHOR Dì, mi conosci? ZOBEIDA Ah, parla, in nome dell'estinto Mohamed, del padre mio, saresti forse?... ALAHOR Il tuo fratel son io. |
Escena Octava (Gran sala en la Alhambra Unos cortinajes abiertos dejan ver el salón del trono) Recitativo y Dúo ALAMAR Señor, el. amor paterno es un instinto de la naturaleza. Incluso los animales protegen a sus hijos. HASSEM La ira me consume. Aún insistes y alientas en mi pecho un gran furor. ALAMAR Recuerda, oh señor, a tus fieles zegríes. La fe, el honor, a ti reservados. La constancia, el amor y mi sudor vertido por Alí, tu preferido... no desprecies el amor de mi hija. HASSEM El desprecio en mi pecho tú lo has provocado. ALAMAR No es digno de ti. HASSEM ¡Pérfido cállate de una vez y vete! Cuídate de mi cólera y recuerda que soy tu señor. Vete o aquí caerás víctima de mi despreciado amor. ALAMAR ¿Pérfido yo? ¡Jamás! Respeto tus palabras, puedes llamarme cualquier cosa, pero mi corazón es noble, intrépido, fiel, constante y honorable. HASSEM ¿Así pagas mis favores? ALAMAR Amo a mi hija; ella es el árbitro de mi corazón. HASSEM Mi cetro rechaza a aquel por el que siento desdén, desprecio y un turbio veneno. ALAMAR En ese rostro veo el signo del furor que arde en su pecho, mas no temo su desprecio; vengar sabré las ofensas. HASSEM ¡Ah! No puedo contenerme, el furor me inflama. Vete, recuerda quien soy, no aumentes mi cólera ALAMAR ¡Ay! Perdona, un justo deseo me ha hecho desvariar. HASSEM ¡Qué locura, qué bárbaro destino!, intentas en vano enfriar a mi puro, tierno y dulce amor. ALAMAR El ingrato como víctima caerá; aunque se muestre tan despiadado, sabré descubrir su impío corazón. Escena Octava (bis) (Zobeida sale de sus estancias) Recitativo ZOBEIDA Debería ser feliz: Hassem me ama y me da un trono, mi amor es correspondido pero... ¡Oh, Dios!, un hermano fugitivo, odiado y mísero... o quizás muerto, hace que en mi corazón luchen la alegría y el dolor. Escena Novena Recitativo SULIMA Tu corazón esta lleno de piedad y un extranjero hoy la solicita, pide tan sólo hablarte. ZOBEIDA ¡Un extranjero!... ¿Qué solicita de mí? SULIMA No me lo ha dicho; dijo sólo que es infeliz... ZOBEIDA Y eso me basta. Hazlo pasar pues todos los míseros tienen derecho a mi socorro. (Sulima sale) SULIMA (Volviendo) Aquí llega. (Se retira.) Recitativo ZOBEIDA Ven, infeliz; que esta joya te ayude a cargar con el peso de tus males. ALAHOR La miseria es el mal más llevadero. (a una cierta distancia) Yo no acepto regalos. ZOBEIDA Nadie te ve. No te avergüences... Acéptala, toma... ALAHOR La vileza nunca pudo empañar mi gloria: resplandece intacta y pura; Pero...¿Y la tuya, Zobeida, (Se le acerca) aún resplandece? ZOBEIDA ¿Qué buscas? ¿Qué significan estas preguntas? ALAHOR Te lo pregunto en nombre de aquel que murió por conservarla, en nombre de aquel que olvidaste, en nombre de Mohamed, y que esto te baste. ZOBEIDA (Se turba) ¡Dios mío! ¿Qué dices? ALAHOR ¡Mírame, Zobeida! Ay, ¿puedes reconocerme? ZOBEIDA ¡Cielos! Esos rasgos..., esa voz...., quizás... (Lo va examinando) ALAHOR Di, ¿me reconoces? ZOBEIDA Hablas en nombre del difunto Mohamed, de mi padre, ¿acaso eres?... ALAHOR ¡Soy tu hermano! |
Duetto De' miei splendori antichi (mostra un pugnale) l'ultimo avanzo è questo; tu lo vedrai funesto, tremendo balenar, ché alla vendetta io torno qui a spirar. ZOBEIDA Vendetta!... Oh Dio, che tenti! Vendetta! (Fra sè) Ohimè, che ascolto! Dagli occhi suoi, dal volto scintillagli il furor. Il sen mi scuote ed agita incognito terror. (A Alahor) Ah, fratel mio!... ALAHOR Fratello! Nomarmi tal sei degna? ZOBEIDA Che far degg'io, m'insegna. (Fra sè) Oh Dio, mi fa tremar! ALAHOR Lungi di qui da' Zegri meco fuggir dovrai; degna tu allor sarai del padre tuo, di me. ZOBEIDA Fuggir?... ALAHOR Fuggir! Che pensi? ZOBEIDA (Fra sè) Fuggir dal mio tesoro! Ah, che in pensarlo io moro! E troppa crudeltà. "Fuggi", grida il mio dovere, e al fuggir miei passi affretta : a restar mi forza e alletta più potente il Dio d'amor. Combattuto è questo cor. ALAHOR Ah, momento di piacere! Oh! Terribile vendetta, i tuoi passi affretta, affretta. Vieni accesa di furor: ti sospira questo cor!. Mi segui! ZOBEIDA Ed io potrei Hassem tradir, il Re! ALAHOR E un Zegro, è un tuo nemico; un traditor egli è ZOBEIDA T'inganni; de' suoi popoli egli è l'amor, la gloria. Ha in petto un cor magnanimo, è figlio dell'onor. ALAHOR (con sdegno) Ma tu, ma tu il difendi... ZOBEIDA Io dissi il ver. ALAHOR Zobeida, ti leggo in fondo al core, (Fissandola fisso) ti scopre il taro rossore. Tu l'ami... ZOBEIDA Ah! si, l'adoro: è l'idol del mio cor. ALAHOR Oh, mio furor!... Ma invano tu speri il caro bene. ZOBEIDA Ei vien. (Si ode lo strepito delle trombe, che annunziano il ritorno del Re al palazzo) ALAHOR A morte ei viene. (si incammina con il pugnale in mano) Esangue qui cadrà. ZOBEIDA (agitatissima) M'ascolta... oh Dio! T'arresta... ALAHOR (risoluto) Meco fuggir tu giura ZOBEIDA (Fra sè) Qual nuova pena e questa! (A Alahor) Ebben, io fuggirò. ALAHOR (Fra sè) Della vendetta il fulmine sospendi, o mio furore, fra poco più terribile cadrà pel traditore; di sangue il braccio vindice Granata inonderà ZOBEIDA (Fra sè) Da mille e mille palpiti oppresso ho in seno il core, sul capo a me sollevansi i crini per l'orrore; stato del mio più barbaro, più misero non v'ha! (Alahor si ritira in fondo dietro la colonne) Scena Decima (coro di abenceraghi che precedono Hassem) UOMINI No che più vaga nel ciel l'Aurora dall'onde fuora mai non spuntò. DONNE Più vivo mai il sol co' rai sopra Granata non sfolgorò. TUTTI Già sulle tenere ale d'amore viene l'Imene gioia del core, vien due bell'anime a consolar. (Hassem si avanza verso Zobeida che appena si regge. Alahor si mischia, fra la folla, ma in guisa diesser veduto dalla sorella) Concertato HASSEM De' mortali il più beato mira innanzi a te Zobeida: oh, che giorno fortunato! Qual eccesso di piacer! Il consiglio a pieni voti sposa mia ti dichiarò. ALAMAR E ALAHOR (Fra sè) L'ira mia frenar non so. HASSEM Ognun cada a' piedi suoi; ella regna sopra voi, è regina del mio cor. (Tutti si pongono in ginocchio innanzi a Zobeida che rivolge il capo. Hassem le tende le braccia: Alamar è furioso, ed Alahor sta solo in piedi nell'atto di un uomo attonito e sdegnato) HASSEM Non rispondi? ZOBEIDA (Fra sè) Oh Dio! HASSEM Che attendi? A' miei voti, deh! Al fin ti arrendi. Meco il trono... (Zobeida rimira il fratello, che con un cenno le detta la risposta) ZOBEIDA Invan lo speri. Sposa tua giammai sarò. (Tutti sorpresi si alzano) HASSEM (Fra sè) Qual mano gelida mi stringe il sen! Di sdegno un fremito mi scende al cor. Io, resto immobile per lo stupor. ZOBEIDA (Fra sè) Ondeggia l'anima incerta in sen; in me combattono dovere, e amor. Chi può resistere a tal dolor? ALAMAR E ALAHOR (Fra sè) Di gioia un fremito mi scorre in sen: oh come giubila nel petto il cor! Oh, come allegrasi ai suo dolor! GLI ALTRI (Fra sè) Il colpo barbaro già opprime il cor; ei resta immobile per lo stupor. HASSEM Queste è la fede, o barbara che mi giuravi un di? All'amor mio constante rispondi tu così? ZOBEIDA Deh! Taci... Ah! Tu non sai... Deh! Non mi dir così... Forse tu piangerai, tardi, pentito un dì. HASSEM Dunque.. deh! Parla... ZOBEIDA Oh Dio! Pietà del dolor mio. HASSEM Parla... ZOBEIDA Parlar non devo. HASSEM Oh, rea fatalità! ALAMAR, ALAHOR (Fra sè) Oh mia felicità GLI ALTRI (Fra sè) Cielo, che mai sarò! HASSEM, ZOBEIDA (Fra sè) Come ratto in un momento fugge, vola il mio contento! Mille smanie in seno io provo, più me stesso io non trovo. Ah, la mia perversa sorte d'ogni morte è più crudel! HASSEM, ZOBEIDA, TUTTI (Fra sè) Come ratto in un momento fugge, vola il suo contento! Mille smanie in seno ei prova, più me stesso in se non trova. E la sua spietata sorte d'ogni morte è più crudel! |
Dúo De mi antiguo esplendor (le muestra un puñal) esto es lo último que me queda... Lo verás brillar funesto, tremendo, pues he vuelvo para vengarme o morir. ZOBEIDA ¡Venganza!... ¡Oh Dios! ¿qué quieres? ¡Venganza! (Para sí) ¡Ay de mí! ¿Qué escucho? ¡En sus ojos, en su rostro brilla el furor! Mi corazón se agita de terror. (a Alahor) ¡Ah, hermano mío!... ALAHOR ¡Hermano! ¡No me llames así! ZOBEIDA Dime qué quieres. (Para sí) ¡Oh Dios, me hace temblar! ALAHOR Lejos de aquí, de los zegríes, deberás huir conmigo; de esa manera serás digna de tu padre y de mí. ZOBEIDA ¿Huir?... ALAHOR ¡Huir! ¿Qué piensas? ZOBEIDA (Para sí) ¡Huir de mi tesoro! ¡Ay, sólo pensarlo muero! ¡Sería demasiado cruel! "Huye", grita mi deber, y encamina mis pasos a la fuga... El poderoso dios del amor me alienta a quedarme... ¡Tengo el corazón dividido! ALAHOR ¡Ah, momento de placer! ¡Oh, terrible venganza, apresura tus pasos, rápido! ¡Ven inflamada de furor por ti suspira este corazón! ¡Sígueme! ZOBEIDA ¡Debería traicionar a Hassem, al rey! ALAHOR Es un zegrí, es tu enemigo; es un traidor. ZOBEIDA Te engañas; es el amor, la gloria de su pueblo. Tiene un corazón magnánimo, es hijo del honor. ALAHOR (con desdén) ¿Pero tú, lo defiendes?... ZOBEIDA Te digo la verdad. ALAHOR Zobeida, leo en el fondo de tu corazón, (mirándola fijamente) tu rubor te descubre. Tú lo amas... ZOBEIDA ¡Ah, sí! Lo adoro; es el ídolo de mi corazón. ALAHOR ¡Ah, qué furor!... Pero en vano esperarás a tu amado bien. ZOBEIDA Él viene. (Se oye el estrépito de las trompetas que anuncian al rey) ALAHOR ¡A morir viene.! (camina con el puñal en la mano) ¡Aquí caerá exánime! ZOBEIDA (agitadísima) Escúchame... ¡Oh, Dios! Detente... ALAHOR (resuelto) ¡Jura que huirás conmigo! ZOBEIDA (Para sí) ¡Qué nuevo dolor es este! (A Alahor) Está bien, huiré. ALAHOR (Para sí) Suspende el rayo de la venganza, oh furor mío, que en breve, más terrible caerá sobre el traidor; ¡El brazo vengador de sangre Granada inundará! ZOBEIDA (Para sí) Miles y miles de palpitaciones tienen oprimido a mi corazón en la cabeza se erizan mis cabellos por el horror. ¡No hay estado más cruel y más mísero que el mío! (Alahor se retira hacia el fondo detrás de una columnas) Escena Décima (Coro de Abencerrajes que preceden a Hassem) HOMBRES No hubo nunca un amanecer más hermoso en el cielo. MUJERES Nunca los rayos del sol brillaron tan refulgentes sobre Granada. TODOS Sobre las tiernas alas del amor, viene Himeneo, gozo del corazón, viene a unir a dos bellas almas. (Hassem se acerca a Zobeida, que apenas se sostiene. Alahor junto con la multitud pero de forma que pueda ser visto por su hermana) Concertado HASSEM Al más feliz de los mortales tienes a tus pies, Zobeida. ¡Ah, qué día afortunado! ¡Qué maravilloso placer! Todos mis consejeros te ha declarado mi esposa. ALAMAR, ALAHOR (Para sí) ¡No puedo frenar mi cólera! HASSEM ¡Inclinaos a sus pies; ella reina sobre vosotros, es la reina de mi corazón! (Todos se arrodillan ante Zobeida, que baja la cabeza. Hassem le da el brazo; Alamar está furioso y Alahor, el único que permanece de pie atónito e indignado) HASSEM ¿No me respondes? ZOBEIDA (Para sí) ¡Oh, Dios! HASSEM ¿A qué esperas? ¡Decídete al fin y conmigo comparte el trono... (Zobeida mira a su hermano quien, por señas, le dicta la respuesta) ZOBEIDA Tu esperanza es vana. Jamás seré tu esposa. (Todos se levantan sorprendidos) HASSEM (Para sí) ¡Una fría mano me oprime el pecho! ¡Un temblor me invade el corazón, el estupor me paraliza! ZOBEIDA (Para sí) Mi alma vacila en el pecho; en mí combaten amor y deber. ¿Quién puede resistir tal dolor? ALAMAR, ALAHOR (Para sí) La alegría invade mi pecho; ¡Mi corazón salta de júbilo! ¡Cómo me alegra su dolor! LOS OTROS (Para sí) El golpe le oprime el corazón; el estupor lo ha paralizado. HASSEM ¡Cruel! ¿Ésta es la fidelidad que me juraste un día? ¿Así correspondes a la constancia de mi amor? ZOBEIDA ¡Ay! Calla... ¡Ay! Tú no sabes... ¡Ay! No me hables así... Quizás más tarde llorarás... ...un día te arrepentirás. HASSEM ¡Ay! ¡Habla!... ZOBEIDA ¡Oh, Dios! ¡Apiádate de mi dolor! HASSEM Habla... ZOBEIDA No debo hablar. HASSEM ¡Oh, cruel fatalidad! ALAMAR, ALAHOR (Para sí) ¡Oh, qué felicidad! LOS OTROS (Para sí) ¡Cielos, qué sucederá! HASSEM, ZOBEIDA (Para sí) ¡En un instante, huye, vuela mi felicidad! Siento en mi pecho mil afanes, no me encuentro ni a mí mismo. ¡Mi suerte es desgraciada, la muerte sería menos cruel! HASSEM, ZOBEIDA, TODOS (Para sí) ¡En un instante, huye, vuela su felicidad! Sienten en el pecho mil afanes, ni a ellos mismos se encuentran. ¡Su suerte es desgraciada, la muerte sería menos cruel! |