INTOLERANCIA 1960

 

Personajes

 

UN REFUGIADO

SU AMIGA

UNA MUJER

UN ARGELINO

UN TORTURADOR

CUATRO SOLDADOS

Tenor

Soprano

Contralto

Barítono

Bajo

Actores

 

 

La acción se desarrolla en un lugar indeterminado, en la segunda mitad del siglo XX.

 

TEMPO  PRIMO


(Sipario calato. Sala buia. Proiezioni con scritte)

CORO INIZIALE
Vivere è stare svegli e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio e non esser scaltri.
Vivere è amare la vita coi suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno e non stancarsi d’amare.

(Lentamente il sipario si alza)

Scena Prima

(In un paese di minatori)

EMIGRANTE
Da anni mi divora il desiderio di tornare nella mia terra.
Sono stanco di questa vita grigia,
di questo lavoro nelle tenebre.
Pendo come un fantoccio svuotato senza toccare la terra.
La mia vita è sospesa all’uncino del bisogno.

MINATORI
Tu giungesti qui emigrante con qualche speranza.
I giovani del tuo paese,
sono costretti a lasciarlo: là non c’è lavoro.
Dal fondo dei pozzi saliamo alla luce maschere nere,
con lunghe criniere di fumo.

EMIGRANTE, MINATORI
Quanti di noi s’inabissano in quelle caverne restandovi
in forma di felci impietrite insanguinati fossili.

EMIGRANTI
E gli altri scavano,
scavano fra spume scarlatte di fiamme trovando braccia
a brandelli mani sparse come foglie secche.

EMIGRANTE
Non sarò più con voi. La mia terra mi chiama.

Scena Seconda

(Nella stessa scena irrompe una donna)

DONNA
Resta! Resta! Resta!
Per anni ti ho dato calore e conforto.
 Ti ho aperto il mio grembo.
Nella miniera i miei occhi ti facevano luce.
Quando salivi dal pozzo erano le mie parole a consolarti.
Eri una statua nera. Un nero amore.
E ora fuggi come il vento!

EMIGRANTE
Come gabbiani in burrasca
m’invocano le voci della mia terra!

DONNA
Maledetto emigrante!
Non ti serve più il mio corpo!
Nero catarro! Staccati dalla mia gola! Nero verme!
Non succhiare il mio seno! Implacabile t’inseguirò!

(La donna esce)

MINATORI
Montagne boschi fiumi entrano nello specchio dei tuoi occhi.
Acque alberi nuvole ti salutano.
Noi ti vorremmo seguire ma il bisogno ci lega,
il bisogno è più forte del sogno. Addio!

(L’emigrante inizia il suo viaggio)

Scena Terza

(In una città. Grande dimostrazione
di popolo. Un emigrante v’assiste)

DIMOSTRANTI
Nie Wieder!
No pasaran!
Morte al fascismo!
Libertà ai popoli!
Down with discrimination!
La sale guerre!

(La polizia interviene, scontri tra polizia e dimostranti,
alcuni d’essi vengono arrestati, tra essi anche l’emigrante.
Sulla scena restano feriti alcuni dimostranti, gli altri e 
polizia via)

Scena Quattro

(In un posto di polizia. Interrogatorio
di alcuni dimostranti arrestati)

I GENDARME
Il tuo nome? Parla!
Con chi eri in rapporto?
Parla! Parla! Ti passeremo allo spiedo!

II GENDARME
Il tuo indirizzo! Parla! Le abitazioni? Parla!
Sputa fuori! Se no ti bastoneremo a morte. Confessa!

III GENDARME
Parla! Parla! Se m’arrabbio sono capace di tutto! 
Ho imparato la tortura dai nazisti.

IV GENDARME
Qui si comanda a tutti!

EMIGRANTE
Sono di passaggio. Torno al mio paese.

GENDARMI

Non vuoi confessare?

EMIGRANTE
Non ho nulla da confessare!

GENDARMI
Spia! Sputerai tutto!
E` una sporca razza!
Bisogna ammazzarli tutti, ora che siamo al potere!

DONNA
(qui come aguzzina)
Cacciategli in corpo torrenti di scariche elettriche!

VOCE DE ALLEG
Per notti intere durante un mese,
ho sentito urlare i torturati.
Le loro grida si sono incise nella mia memoria.

(I prigionieri vengono portati alla tortura)

Scena Quinta

(La tortura)

CORO DI TORTURA
I paras dell’ordine torturano,
torturano giorno e notte, notte e giorno.

(Rivolto al pubblico)

E voi? Siete sordi?
Complici nel gregge?
Nella turpe vergogna?
Non vi scuote il lamento dei nostri fratelli?
Megafoni! Amplificate quest’urlo!
Prima che la calunnia lo deformi
e l’indifferenza lo strozzi!

VOCE DI SARTRE
In nessuna epoca la volontà di esser liberi
è stata più  cosciente e più forte.
In nessuna epoca l’oppressione
è stata più violenta e meglio armata.

Scena Sesta

(In un campo di concentramento)

PRIGIONERI
Su le piane e l’orizzonte su le ali degli uccelli
e il mulino delle ombre scrivo il tuo nome.
Su ogni alti di aurora
su le onde su le barche su la montagna demente
scrivo il tuo nome.
Su la giungla e il deserto su i nidi e le ginestre.

(Alcuni paras trascinano un torturato)

GENDARMI
Che si fa? Lo buttiamo nella Senna?
Meglio in una fogna. Hai visto? È orribile!

TORTURATO
(Voce di Fučík)
Sei stata lunga a venire morte.
Ho sperato poter vivere la vita di uomo libero.
Amavo la vita per la sua bellezza.
La tristezza non sia mai legata al mio nome.
Se sopravvivete: non dimenticate! Non dimenticate!

PRIGIONERI
Su ogni carne consentita su la fronte dei miei amici
su ogni mano che si tende scrivo il tuo nome.
Su l’assenza che non chiede su la nuda solitudine
su i gradini della morte scrivo il tuo nome.
Libertà!

EMIGRANTE, ALGERINO
E in virtù di una parola ricomincio la mia vita
sono nato per conoscerti per chiamarti: libertà!

Scena Settima

(Dopo la fuga dal campo di concentramento)

EMIGRANTE, ALGERINO
Abbiamo resistito insieme
fra orrende spine di ferro e torture
di mostri. Insieme siamo fuggiti.

ALGERINO
Ora raggiungerò la mia gente.
La lunga lotta continua.
Ricordalo nel tuo paese.

EMIGRANTE
Riprendo il mio viaggio.
Il caso m’ha spinto nella lotta degli uomini
d’oggi. Bisogna rompere le catene della paura.
Riprendo il mio viaggio.
Il desiderio di tornare alla mia terra
diventa ora volontà di libertà.

ALGERINI, EMIGRANTI
Battete sulle piazze il calpestio delle rivolte!
In alto, catena di teste superbe!
Con la piena d’un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi.



TEMPO  SECONDO


Scena Prima

(Alcune assurdità della vita contemporanea. Un
emigrante s’aggira sulla scena tra proiezioni, voci,
mimi, simboleggianti alcune assurdità della vita
contemporanea. Frastornato e sconvolto ne viene
quasi travolto)

(Nastro magnetico)

VOCI
Farsi annunziare!
E` vietato l’ingresso!
I documenti sono l’anima dello stato!
L’usciere è sacro!
Non disturbare il sonno del capufficio!
Vidimare-autenticare
allegare-corredare
bollo-data-firma.
Censura-fermo in censura
da censurare-censurato i censuratori.
Proibito-défendu
verboten-forbidden.

ANNUNCI SUI GIORNALI

Attenzione!
Comunicato speciale!
Madre di tredici figli era invece uomo!
Parto trigemino di una ottantaquattrenne!
Zia dà alla luce due nipoti
per mezzo della fecondazione artificiale!
Elefanti in rivolta assediano Luang-Prabang!
La base XY 200 in stato di preallarme
per lo scoppio di un palloncino!
Un misterioso aereo sorvola le zone sudoccidentali!
Incertezza e perplessità fra i diplomatici di carriera!
Un aereo di ignota provenienza
ha sorvolato la zona di Cocasson!
Per il benessere, il progresso, la pace e la libertà!
Truppe di volontari organizzate da Dummyland
per il week-end nell’isola!
Un ordigno atomico esplode per errore nella base navale
di Dummyland!
Esplode la terza atomica nel deserto di Cocasson!
Polvere atomica avanza verso il nostro paese!
Impreveduto aumento della radioattività!
Nuvole atomiche s’addensano sulle nostre regioni meridionali!
Per il benessere, il progresso, la pace e la libertà!
C’è solo una politica da seguire: quella giusta!
Energica e cauta protesta del governo del Dummyland!
Cocasson ribadisce: c’è una sola politica da seguire:
quella giusta!
Ultimatum a Cocasson o da Cocasson?
Ultimatum a Dummyland o da Dummyland?

(Grande esplosione)

Scena Seconda

(Incontro tra un emigrante e la sua compagna.
Sulla scena una folla silenziosa e spaventata
dagli annunci e dall’esplosione)

COMPAGNA
Mai! Mai! Mai! Cessate le perfide fatture!
Stormi di pazzi cormorani girano lo spazio
ci proteggono promettendoci morte.
Il fumo di Hiroshima si propaga
con mille nervature deliranti.
Vibrano come fili di lampada
le vene della nostra vita.
Invece si potrebbe essere sereni,
scoprire prodigi della natura, dell’amore.
Ho sentito l’ebbrezza di esistere
anche quando il cielo
era un groppo di piombo
e guerra e disastri squarciavano i cuori.

EMIGRANTE
Una voce decisa di speranza nella mia solitudine.

COMPAGNA
Canti di allegri rigògoli cullavano la mia giovinezza.
Oh, poter risvegliare quella gioia nel tuo lungo cammino!

EMIGRANTE
Torture! Schianti! Strepiti di corvi!
Ma anche per un sorriso di una donna
il mondo può splendere ancora!

Scena Terza

(Proiezioni di episodi di violenza e fanatismo)

DONNA
(qui simbolo del fanatismo)
Non sei più solo?

EMIGRANTE
Ho una compagna.

DONNA
È la tua nuova speranza?

COMPAGNA
Spettro! Sparisci dal nostro cammino!

DONNA
Al rogo! Ritorni Torquemada!

EMIGRANTE
Sparisci!

(Dissolvenza di una donna e del gruppo di fanatiche,
che si trasformano in spettri e ombre. Riprendono le
proiezioni di fanatismo razziale: ingresso di miniera,
ingresso di università, «Arbeit macht frei» e ingresso
di campi di concentramento. Proiezioni di simboli e
incubi di intolleranza. Su un uro di sinagoga la scritta
«Juden heraus».)

Mai più!

(E si scagliano contro i simboli
proiettati, facendoli scomparire.)

EMIGRANTI, COMPAGNE
Battete sulle piazze il calpestio delle rivolte!
In alto, catena di teste superbe!
Con la piena di un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi!

Scena Quattro

(Vicino ad un paese lungo un grande fiume in piena)

EMIGRANTE
Là dietro il fiume sul declivio dei sogni c’è la mia terra.

COMPAGNA
Il grande fiume si contorce sotto raffiche di piogge e turbini.

EMIGRANTE
Da un delirio di nuvole e di acque lampeggia la certezza.

CONTADINI
Il fiume continua a crescere!

COMPAGNA
Non ha tregua il diluvio!

CONTADINI
La piena inghiotte strade travolge,
ponti, schiaccia baracche e case.

EMIGRANTE, COMPAGNA
Tutto fugge! Erba, cielo, pane! Famiglie alla deriva!

CONTADINI
Ogni anno ai primi di novembre lo stesso sacrificio.

VOCE
l governo ha provveduto! La colpa è del metano.

CONTADII
E noi qui abbandonati in balia della piena!

COMPAGNA
Alcuni lasciano il paese.

EMIGRANTE
Nella loro fuga rivedo il mio passato!

EMIGRANTE, COMPAGNA
Qui bisogna restare e qui mutare!

CONTADINI
L’argine si corrode!
La golena si sgretola! Saremo travolti!

(Il fiume rompe gli argini e travolge tutto.)

CORO FINALE
Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.
Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era.
Voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo
pensate a noi con indulgenza.

(Via le proiezioni e buio in sala.)

 

PRIMERA  PARTE


(Telón bajado. Sala a oscuras. Proyecciones con escritos)

CORO INICIAL
Vivir es mantenerse despierto y entregarse a los demás;
siempre dar lo mejor de sí mismo y no ser malicioso.
Vivir es amar la vida con sus funerales y sus bailes,
encontrar cuentos de hadas y mitos en los hechos más miserables.
Vivir es esperar al sol en los días de negra tormenta,
esquivar las palabras hinchadas vestidas con flecos festivos.
Vivir es elegir melodías humildes sin ruidos y disparos,
dirigirse hacia el ocaso sin  cansarse de amar.

(El telón se alza lentamente)


Primera Escena

(En un país de mineros)

INMIGRANTE
Durante años, el deseo de regresar a mi tierra me ha devorado.
Estoy cansado de esta vida gris,
de este trabajo en la oscuridad.
Cuelgo como un títere vacío sin tocar el suelo.
Mi vida está suspendida en el gancho de la necesidad.

MINEROS
Viniste aquí como inmigrante con algo de esperanza.
Los jóvenes de tu país se ven obligados a abandonarlo:
allí no hay trabajo.
Desde el fondo de los pozos emergemos
como máscaras de color negro, con una larga melena de humo.

INMIGRANTE, MINEROS
¡Cuántos de nosotros nos sumergimos en esas cuevas
y quedamos como helechos fosilizados y sangrientos.

INMIGRANTES
Y los otros cavan, cavan entre espuma de llamas escarlatas,
encontrando brazos andrajosos,
manos extendidas como hojas secas.

INMIGRANTE
No puedo quedarme más aquí. Mi tierra me llama.

Segunda Escena
 
(En la misma escena irrumpe una mujer)

MUJER
¡Quédate! ¡Quédate! ¡Quédate!
Durante años te di calor y consuelo. Te abrí mi regazo.
En la mina mis ojos te sirvieron de luz.
Cuando salías del pozo,
eran mis palabras las que te consolaban.
Eras una estatua negra. Un amor negro.
¡Y ahora huyes como el viento!

INMIGRANTE
Como gaviotas en la tormenta,
me llaman las voces de mi tierra.

MUJER
¡Maldito inmigrante! ¡Ya no necesitas mi cuerpo!
¡Catarro negro! ¡Sal de mi garganta! ¡Gusano negro!
¡No te prendas de mi pecho!
¡Te perseguiré implacablemente!

(La mujer se marcha)

MINEROS
Montañas, bosques, ríos entran por el espejo de tus ojos.
Agua, árboles, nubes te saludan.
Nos gustaría seguirte, pero la necesidad nos une,
la necesidad es más fuerte que el sueño. ¡Adiós!

(El inmigrante inicia su viaje)

Tercera Escena

(En una ciudad. Gran manifestación del
pueblo. El Inmigrante está presente)

MANIFESTANTES
¡Nunca más!
¡No pasarán!
¡Muerte al fascismo!
¡Libertad para el pueblo!
¡Abajo con la discriminación!
¡Abajo la sucia guerra!

(La policía interviene. Enfrentamientos entre la policía
y los manifestantes. Algunos de ellos son arrestados,
entre ellos, el inmigrante. Algunos manifestantes heridos.
La policía se aleja)

Cuarta Escena

(En un puesto de policía. Interrogatorio
de algunos manifestantes arrestados)

AGENTE I
¿Nombre? ¡Habla!
¿Con quién estabas en contacto? ¡Habla! ¡Habla!
¡Te pasaremos por el asador!

AGENTE II
¿Dirección? ¡Habla! ¿Tu residencia? ¡Habla! ¡Escupe!
¡Te vamos a golpear hasta la muerte! ¡Confiesa!

AGENTE III
¡Habla! ¡Habla! ¡Si me enojo soy capaz de lo que sea!
He estudiado la tortura de los nazis.

AGENTE IV
¡Todos deberéis obedecer!

INMIGRANTE
Estoy de paso... Regreso a mi país.

AGENTES
¿No quieres confesar?

INMIGRANTE
No tengo nada que confesar.

AGENTES
¡Espía! ¡Escúpelo todo!
¡Todos sois una raza inmunda!
¡Ahora que estamos en el poder, os vamos a eliminar!

MUJER
(aquí como torturadora)
¡Descargad sobre su cuerpo corriente eléctrica!

VOZ DE ALLEG
Por noches enteras, durante un mes,
escuché los lamentos de los torturados.
Sus gritos permanecerán por siempre en mi memoria.

(Llevan a los prisioneros para ser torturados)

Quinta Escena

(La tortura)

CORO DE TORTURA
¡Los agentes del orden torturan,
torturan día y noche, noche y día!

(Dirigiéndose al público)

¿Y ustedes? ¿Están sordos? ¿Una masa cómplice?
¿Instalados en la vil indiferencia?
¿Acaso el lamento de nuestros hermanos
no los estremece?
¡Megáfonos! ¡Amplificad los gritos!
Antes de que la calumnia los deforme
y la indiferencia los acalle.

VOZ DE SARTRE
Hoy, más que nunca, la voluntad de ser libre
es más consciente y fuerte.
Hoy, más que nunca, la opresión
es más violenta y mejor armada.

Sexta Escena

(En un campo de concentración)

PRISIONEROS
En las llanuras y en el horizonte,
en las alas de los pájaros y el molino de sombras,
escribo tu nombre.
En cada amanecer en las olas en los barcos, en la montaña,
escribo tu nombre.
En la jungla y el desierto; en los nidos y la aulaga.

(Algunos agentes traen arrastrando a un torturado)

AGENTES
¿Qué hacemos ahora? ¿Lo arrojamos al Sena?
Mejor a una alcantarilla. ¿Lo has visto? ¡Es horrible!

TORTURADO
(voz de Fučík)
He estado muerto desde hace mucho tiempo.
Esperaba poder vivir la vida de un hombre libre.
Amaba la vida por su belleza.
Que la tristeza nunca esté ligada a mi nombre.
Si sobrevives: ¡No lo olvides! ¡No lo olvides!

PRISIONEROS
En la carne abierta de cada uno de mis amigos,
en cada mano que se estira, escribo tu nombre.
En la ausencia que procura la soledad desnuda,
en los escalones de la muerte, escribo tu nombre.
¡Libertad!

INMIGRANTE, ARGELINO
Y en virtud de una palabra, comienzo mi vida de nuevo.
Nací para conocerte y llamarte: ¡libertad!

Séptima Escena

(Posterior a la fuga del campo de concentración)

INMIGRANTE, ARGELINO
Hemos soportado juntos
horrendas espinas de hierro y torturas monstruosas. 
Hemos huido juntos.

ARGELINO
Ahora iré donde está mi gente.
La larga lucha continúa.
Recuérdalo en tu país.

INMIGRANTE
Reanudo mi viaje.
La casualidad me llevó a la lucha de los hombres de hoy.
Necesitamos romper las cadenas del miedo.
Reinicio mi viaje.
El deseo de regresar a mi tierra,
se convierte en un deseo de libertad.

ARGELINOS, INMIGRANTES
¡Que en las plazas resuenen las pisadas de las manifestaciones!
¡Levantaros, cadenas de orgullosas cabezas!
Con la inundación de un nuevo diluvio
purificaremos las ciudades del mundo.



SEGUNDA  PARTE


Primera Escena


(Algunos absurdos de la vida contemporánea. El
inmigrante deambula por el escenario entre
proyecciones, voces, mimos, que simbolizan
algunos absurdos de la vida contemporánea.
Aturdido y molesto, se ve abrumado por todo).
 
(Grabación)


VOCES
¡Anúnciese!
¡La entrada está prohibida!
¡Los documentos son el alma del estado!
¡El ujier es sagrado!
¡No perturbe el sueño del gerente de la oficina!
Ratificar-autenticar,
adjuntar-modificar,
sello-firma de datos.
Censura estacionaria en censura,
censurar-censurar a los censores.
Prohibido-défendu
verboten.-forbiden.

ANUNCIOS EN LOS PERIÓDICOS
¡Advertencia!
¡Comunicado especial!
¡Madre de trece hijos era un hombre!
¡Una mujer de ochenta y cuatro años da a luz a trillizos!
¡Tía da a luz a dos nietos mediante inseminación artificial!
¡Elefantes rebeldes asedian a Luang-Prabang!
¡Base XY 200 en estado de prealarma
por la explosión de un globo!
¡Un misterioso avión vuela sobre las áreas del sudoeste!
¡Incertidumbre y perplejidad entre los diplomáticos!
¡Un avión desconocido voló sobre el área de Cocasson!
¡Por el bienestar, el progreso, la paz y la libertad!
¡Tropas voluntarias organizadas por Dummyland
para el fin de semana en la isla!
¡Bomba atómica explota por error
en la base naval de Dummyland!
¡Tercera explosión atómica en el desierto de Cocasson!
¡El polvo atómico avanza hacia nuestro país!
¡Aumento inesperado de la radioactividad!
¡Nubes atómicas se acumulan
sobre nuestras regiones del sur!
¡Por el bienestar, el progreso, la paz y la libertad!
Sólo hay una política a seguir: ¡la correcta!
¡Protesta enérgica y cautelosa
del gobierno de Dummyland!
Cocasson reitera: sólo hay una política a seguir:
¡la correcta!
¿Ultimátum en Cocasson o de Cocasson?
¿Ultimátum en Dummyland o de Dummyland?

(Gran explosión)

Segunda Escena

(El Inmigrante y su compañera se encuentran
entre una multitud silenciosa y asustada por el
anuncio de las explosiones)

COMPAÑERA
¡Jamás! ¡Jamás! ¡Jamás!
¡Cesen las pérfidas conspiraciones!
Tormentas de cormoranes frenéticos barren el espacio,
protegiéndonos y augurando la muerte.
El humo de Hiroshima se propaga
en miles de nervios delirantes,
sacudiendo las venas de nuestra vida
como los hilos de una lámpara.
En cambio, podríamos estar serenos,
descubrir las maravillas de la naturaleza y el amor.
He sentido la emoción de existir
incluso cuando el cielo era un trozo de plomo
y los desastres de la guerra perforaron los corazones.

INMIGRANTE
Una firme voz de esperanza en mi soledad.

COMPAÑERA
El canto de alegres petirrojos me arrullaban en mi infancia.
¡Oh, yo podría despertar la misma alegría en tu largo viaje!

INMIGRANTE
¡Torturas! ¡Golpes! ¡Graznidos de cuervos!
¡Pero gracias a una sonrisa de mujer,
el mundo aún puede brillar de nuevo!

Tercera Escena
 
(Proyecciones de episodios de violencia y fanatismo)

MUJER
(como símbolo del fanatismo)
¿Ya no estás solo?

INMIGRANTE
Tengo una compañera.

MUJER
¿Es tu nueva esperanza?

COMPAÑERA
¡Espectro! ¡Desaparece de nuestro camino!

MUJER
¡A la hoguera! ¡Vuelve Torquemada!

INMIGRANTE
¡Desaparece!

(Desvanecimiento de la mujer y del grupo de fanáticos,
que se convierten en fantasmas y sombras. Se reanudan
las proyecciones de fanatismo racial: entrada a la mina,
entrada a la universidad, «Arbeit macht frei» y entrada
a los campos de concentración. Proyecciones de símbolos
y pesadillas de intolerancia. En una sinagoga aparece la
inscripción "Juden heraus")

¡Nunca más!
 
(Se lanzan contra los símbolos

proyectados, haciéndolos desaparecer)

INMIGRANTES, COMPAÑEROS
¡Que en las plazas resuenen las pisadas de los manifestantes!
¡Levantaros, cadenas de orgullosas cabezas!
¡Con la inundación de un nuevo diluvio
purificaremos las ciudades del mundo!

Cuarta Escena

(Cerca de un pueblo junto a un gran río desbordado)

INMIGRANTE
Allí, detrás del río, en la ladera de los sueños, está mi tierra.

COMPAÑERA
El gran río gira bajo ráfagas de lluvia y remolinos.

INMIGRANTE
En un delirio de nubes y agua, destella la certeza.

CAMPESINOS
¡El río sigue creciendo!

COMPAÑERA
¡El diluvio no da tregua!

CAMPESINOS
La inundación envuelve caminos,
arrasa puentes, aplasta chozas y casas.

INMIGRANTE, COMPAÑERA
¡Todo se escapa! ¡Hierba, cielo, pan! ¡Familias a la deriva!

CAMPESINOS
Todos los años a principios de noviembre, el mismo sacrificio.

VOZ
¡El gobierno lo ha determinado! La culpa es del metano.

CAMPESINOS
¡Y nosotros aquí, abandonados en plena inundación!

COMPAÑERA
Algunos están abandonando el país.

INMIGRANTE
¡En su fuga puedo recordar mi pasado!

INMIGRANTE, COMPAÑERA
¡Aquí nos quedaremos, aquí cambiaremos!

CAMPESINOS
¡La represa se está agrietando!
¡La llanura está destruida! ¡Nos arrasará a todos!

(El río rompe la represa y arrasa con todo)

CORO FINAL
Ustedes, que emergerán de los remolinos
en donde fuimos aniquilados,
piensen
en las veces
que escaparon.
Andábamos, cambiando de países como de calzado,
a través de guerras de clase, desesperados,
donde sólo había injusticia.
Pero ustedes, cuando llegue el tiempo
donde el hombre ayude al hombre,
piensen en nosotros con indulgencia.

(Las proyecciones desaparecen. Oscuridad)



Digitalizado y traducido por:
Alejandro Vidal Charris 2020