TEMPO PRIMO
(Sipario
calato. Sala buia. Proiezioni con
scritte)
CORO INIZIALE Vivere è stare svegli
e concedersi
agli altri,
dare di sé sempre il
meglio e non
esser scaltri.
Vivere è amare la
vita coi suoi
funerali e i
suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende
più squallide.
Vivere è attendere il
sole nei giorni
di nera tempesta,
schivare le gonfie
parole vestite
con frange di
festa. Vivere è scegliere le
umili melodie
senza strepiti e
spari, scendere verso
l’autunno e non
stancarsi
d’amare.
(Lentamente il
sipario si alza)
Scena Prima
(In un paese di
minatori)
EMIGRANTE Da anni mi divora il
desiderio di
tornare nella
mia terra.
Sono stanco di questa
vita grigia,
di questo lavoro
nelle tenebre.
Pendo come un
fantoccio
svuotato senza
toccare la
terra. La mia vita è sospesa
all’uncino del
bisogno.
MINATORI Tu giungesti qui
emigrante con
qualche speranza.
I giovani del tuo
paese,
sono
costretti a
lasciarlo: là
non c’è lavoro.
Dal fondo dei pozzi
saliamo alla
luce maschere
nere, con lunghe criniere
di fumo.
EMIGRANTE,
MINATORI Quanti di noi
s’inabissano in
quelle caverne
restandovi
in forma di felci
impietrite
insanguinati
fossili.
EMIGRANTI E gli altri scavano,
scavano fra spume
scarlatte di
fiamme trovando
braccia a brandelli mani
sparse come
foglie secche.
EMIGRANTE Non sarò più con voi.
La mia terra mi
chiama.
Scena Seconda
(Nella stessa
scena irrompe
una donna)
DONNA Resta! Resta! Resta!
Per anni ti ho dato
calore e
conforto. Ti ho aperto il mio
grembo. Nella miniera i miei
occhi ti
facevano luce.
Quando salivi dal
pozzo erano le
mie parole a
consolarti.
Eri una statua nera.
Un nero amore.
E ora fuggi come il
vento!
EMIGRANTE
Come gabbiani in
burrasca
m’invocano le
voci della mia
terra!
DONNA
Maledetto emigrante!
Non ti serve più il
mio corpo!
Nero catarro!
Staccati dalla
mia gola! Nero
verme! Non succhiare il mio
seno!
Implacabile
t’inseguirò!
(La donna esce)
MINATORI Montagne boschi fiumi
entrano nello
specchio dei
tuoi occhi.
Acque alberi nuvole
ti salutano.
Noi ti vorremmo
seguire ma il
bisogno ci lega,
il bisogno è più
forte del sogno.
Addio!
(L’emigrante
inizia il suo
viaggio)
Scena Terza
(In una città.
Grande
dimostrazione
di popolo. Un
emigrante
v’assiste)
DIMOSTRANTI Nie Wieder! No pasaran! Morte al fascismo!
Libertà ai
popoli! Down with
discrimination! La sale guerre!
(La polizia
interviene,
scontri tra
polizia e
dimostranti,
alcuni d’essi vengono
arrestati, tra
essi anche
l’emigrante.
Sulla scena restano feriti
alcuni
dimostranti, gli
altri e
polizia via)
Scena Quattro
(In un posto di
polizia.
Interrogatorio
di alcuni
dimostranti
arrestati)
I GENDARME Il tuo nome? Parla!
Con chi eri in
rapporto? Parla! Parla! Ti
passeremo allo
spiedo!
II GENDARME Il tuo indirizzo!
Parla! Le
abitazioni?
Parla! Sputa fuori! Se no ti
bastoneremo a
morte. Confessa!
III GENDARME Parla! Parla! Se
m’arrabbio sono
capace di tutto!
Ho imparato la
tortura dai
nazisti.
IV GENDARME Qui si comanda a
tutti!
EMIGRANTE Sono di passaggio.
Torno al mio
paese.
GENDARMI Non vuoi confessare?
EMIGRANTE Non ho nulla da
confessare!
GENDARMI Spia! Sputerai tutto!
E` una sporca
razza! Bisogna ammazzarli
tutti, ora che
siamo al potere!
DONNA
(qui come
aguzzina)
Cacciategli in corpo
torrenti di
scariche
elettriche!
VOCE DE ALLEG Per notti intere
durante un mese,
ho sentito
urlare i
torturati.
Le loro grida si sono
incise nella mia
memoria.
(I prigionieri
vengono portati
alla tortura)
Scena Quinta
(La tortura)
CORO DI TORTURA I paras dell’ordine
torturano,
torturano giorno
e notte, notte e
giorno.
(Rivolto al
pubblico)
E voi? Siete sordi?
Complici nel
gregge? Nella turpe vergogna?
Non vi scuote il
lamento dei
nostri fratelli?
Megafoni! Amplificate
quest’urlo!
Prima che la calunnia
lo deformi e
l’indifferenza
lo strozzi!
VOCE DI SARTRE In nessuna epoca la
volontà di esser
liberi è stata più
cosciente e più
forte. In nessuna epoca
l’oppressione
è
stata più
violenta e
meglio armata.
Scena
Sesta
(In un campo di
concentramento)
PRIGIONERI Su le piane e
l’orizzonte su
le ali degli
uccelli e il mulino delle
ombre scrivo il
tuo nome. Su ogni alti di
aurora su le onde su le
barche su la
montagna demente
scrivo il tuo
nome. Su la giungla e il
deserto su i
nidi e le
ginestre.
(Alcuni paras
trascinano un
torturato)
GENDARMI Che si fa? Lo
buttiamo nella
Senna? Meglio in una fogna.
Hai visto? È
orribile!
TORTURATO
(Voce di Fučík)
Sei stata lunga a
venire morte.
Ho sperato poter
vivere la vita
di uomo libero.
Amavo la vita per la
sua bellezza.
La tristezza non sia
mai legata al
mio nome. Se sopravvivete: non
dimenticate! Non
dimenticate!
PRIGIONERI Su ogni carne
consentita su la
fronte dei miei
amici su ogni mano che si
tende scrivo il
tuo nome. Su l’assenza che non
chiede su la
nuda solitudine
su i gradini della
morte scrivo il
tuo nome.
Libertà!
EMIGRANTE,
ALGERINO E in virtù di una
parola
ricomincio la
mia vita sono nato per
conoscerti per
chiamarti:
libertà!
Scena Settima
(Dopo la fuga
dal campo di
concentramento)
EMIGRANTE,
ALGERINO Abbiamo resistito
insieme
fra
orrende spine di
ferro e torture
di mostri. Insieme
siamo fuggiti.
ALGERINO Ora raggiungerò la
mia gente.
La lunga lotta
continua. Ricordalo nel tuo
paese.
EMIGRANTE Riprendo il mio
viaggio. Il caso m’ha spinto
nella lotta
degli uomini
d’oggi. Bisogna
rompere le
catene della
paura. Riprendo il mio
viaggio. Il desiderio di
tornare alla mia
terra
diventa
ora volontà di
libertà.
ALGERINI,
EMIGRANTI Battete sulle piazze
il calpestio
delle rivolte! In alto, catena di
teste superbe! Con la piena d’un
nuovo diluvio laveremo le città dei
mondi.
TEMPO SECONDO
Scena Prima
(Alcune assurdità
della vita
contemporanea.
Un
emigrante
s’aggira sulla
scena tra
proiezioni, voci,
mimi, simboleggianti
alcune assurdità
della vita
contemporanea. Frastornato e
sconvolto ne
viene
quasi
travolto)
(Nastro
magnetico)
VOCI Farsi annunziare! E` vietato l’ingresso! I documenti sono
l’anima dello
stato! L’usciere è sacro! Non disturbare il
sonno del
capufficio! Vidimare-autenticare allegare-corredare bollo-data-firma. Censura-fermo in
censura da censurare-censurato
i censuratori. Proibito-défendu verboten-forbidden.
ANNUNCI SUI GIORNALI Attenzione! Comunicato speciale! Madre di tredici
figli era invece
uomo! Parto trigemino di
una
ottantaquattrenne! Zia dà alla luce due
nipoti per mezzo
della
fecondazione
artificiale! Elefanti in rivolta
assediano
Luang-Prabang! La base XY 200 in
stato di
preallarme
per
lo scoppio di un
palloncino! Un misterioso aereo
sorvola le zone
sudoccidentali! Incertezza e
perplessità fra
i diplomatici di
carriera! Un aereo di ignota
provenienza ha
sorvolato la
zona di Cocasson! Per il benessere, il
progresso, la
pace e la
libertà! Truppe di volontari
organizzate da
Dummyland per il week-end
nell’isola! Un ordigno atomico
esplode per
errore nella
base navale di Dummyland! Esplode la terza
atomica nel
deserto di
Cocasson! Polvere atomica
avanza verso il
nostro paese! Impreveduto aumento
della
radioattività! Nuvole atomiche
s’addensano
sulle nostre
regioni
meridionali! Per il benessere, il
progresso, la
pace e la
libertà! C’è solo una politica
da seguire:
quella giusta! Energica e cauta
protesta del
governo del
Dummyland! Cocasson ribadisce:
c’è una sola
politica da
seguire: quella
giusta! Ultimatum a Cocasson
o da Cocasson? Ultimatum a Dummyland
o da Dummyland?
(Grande
esplosione)
Scena Seconda
(Incontro tra un
emigrante e la
sua compagna.
Sulla scena una folla silenziosa
e spaventata
dagli annunci e
dall’esplosione)
COMPAGNA Mai! Mai! Mai!
Cessate le
perfide fatture!
Stormi di pazzi
cormorani girano
lo spazio ci proteggono
promettendoci
morte. Il fumo di Hiroshima
si propaga
con mille nervature
deliranti.
Vibrano come fili di
lampada le vene
della nostra
vita. Invece si potrebbe
essere sereni,
scoprire prodigi
della natura,
dell’amore.
Ho sentito l’ebbrezza
di esistere
anche quando il
cielo era un groppo di piombo
e
guerra e
disastri
squarciavano i
cuori.
EMIGRANTE Una voce decisa di
speranza nella
mia solitudine.
COMPAGNA Canti di allegri
rigògoli
cullavano la mia
giovinezza.
Oh, poter risvegliare
quella gioia nel
tuo lungo
cammino!
EMIGRANTE Torture! Schianti!
Strepiti di
corvi! Ma anche per un
sorriso di una
donna
il mondo
può splendere
ancora!
Scena Terza
(Proiezioni di
episodi di
violenza e
fanatismo)
DONNA
(qui simbolo del
fanatismo) Non sei più solo?
EMIGRANTE Ho una compagna.
DONNA È la tua nuova
speranza?
COMPAGNA Spettro! Sparisci dal
nostro cammino!
DONNA Al rogo! Ritorni
Torquemada!
EMIGRANTE Sparisci!
(Dissolvenza di
una donna e del
gruppo di
fanatiche,
che
si
trasformano in spettri e ombre.
Riprendono le
proiezioni di fanatismo
razziale:
ingresso di
miniera,
ingresso di
università, «Arbeit macht
frei» e ingresso
di campi di
concentramento. Proiezioni di
simboli e
incubi
di intolleranza.
Su un uro di sinagoga la
scritta
«Juden
heraus».)
Mai più!
(E si scagliano
contro i simboli
proiettati,
facendoli
scomparire.)
EMIGRANTI,
COMPAGNE Battete sulle piazze
il calpestio
delle rivolte! In alto, catena di
teste superbe! Con la piena di un
nuovo diluvio laveremo le città dei
mondi!
Scena Quattro
(Vicino ad un
paese lungo un
grande fiume in
piena)
EMIGRANTE Là dietro il fiume
sul declivio dei
sogni c’è la mia
terra.
COMPAGNA Il grande fiume si
contorce sotto
raffiche di
piogge e turbini.
EMIGRANTE Da un delirio di
nuvole e di
acque lampeggia
la certezza.
CONTADINI Il fiume continua a
crescere!
COMPAGNA Non ha tregua il
diluvio!
CONTADINI La piena inghiotte
strade travolge,
ponti, schiaccia
baracche e case.
EMIGRANTE,
COMPAGNA Tutto fugge! Erba,
cielo, pane!
Famiglie alla
deriva!
CONTADINI Ogni anno ai primi di
novembre lo
stesso
sacrificio.
VOCE l governo ha
provveduto! La
colpa è del
metano.
CONTADII E noi qui abbandonati
in balia della
piena!
COMPAGNA Alcuni lasciano il
paese.
EMIGRANTE Nella loro fuga
rivedo il mio
passato!
EMIGRANTE,
COMPAGNA Qui bisogna restare e
qui mutare!
CONTADINI L’argine si corrode!
La golena si
sgretola! Saremo
travolti!
(Il fiume rompe
gli argini e
travolge tutto.)
CORO FINALE Voi che sarete emersi
dai gorghi dove fummo travolti pensate anche ai tempi bui cui voi siete
scampati. Andammo noi, più
spesso cambiando
paese che scarpe, attraverso guerre di
classe,
disperati quando solo
ingiustizia
c’era. Voi, quando sarà
venuta l’ora che all’uomo un aiuto
sia l’uomo pensate a noi con
indulgenza.
(Via le
proiezioni e
buio in sala.)

|
PRIMERA PARTE
(Telón bajado.
Sala a
oscuras.
Proyecciones con
escritos)
CORO INICIAL
Vivir es
mantenerse
despierto y
entregarse a los
demás;
siempre dar lo
mejor de sí
mismo y no ser
malicioso.
Vivir es amar la
vida con sus
funerales y sus
bailes,
encontrar
cuentos de hadas
y mitos en los
hechos más
miserables.
Vivir es esperar
al sol en los
días de negra
tormenta,
esquivar las
palabras
hinchadas
vestidas con
flecos festivos.
Vivir es elegir
melodías
humildes sin
ruidos y
disparos,
dirigirse hacia
el ocaso sin cansarse
de amar.
(El telón se
alza lentamente)
Primera Escena
(En un país de
mineros)
INMIGRANTE
Durante años, el
deseo de
regresar a mi
tierra me ha
devorado.
Estoy cansado de
esta vida gris,
de este trabajo
en la oscuridad.
Cuelgo como un
títere vacío sin
tocar el suelo.
Mi vida está
suspendida en el
gancho de la
necesidad.
MINEROS
Viniste aquí
como inmigrante
con algo de
esperanza.
Los jóvenes de
tu país se ven
obligados a
abandonarlo:
allí no hay
trabajo.
Desde el fondo
de los pozos
emergemos
como
máscaras de
color negro,
con una larga
melena de humo.
INMIGRANTE,
MINEROS
¡Cuántos de
nosotros nos
sumergimos en
esas cuevas
y quedamos como helechos
fosilizados y
sangrientos.
INMIGRANTES
Y los otros
cavan, cavan
entre espuma de
llamas
escarlatas,
encontrando
brazos
andrajosos,
manos extendidas
como hojas secas.
INMIGRANTE No puedo quedarme más
aquí. Mi
tierra me llama.
Segunda Escena
(En la misma
escena irrumpe
una mujer)
MUJER
¡Quédate! ¡Quédate!
¡Quédate!
Durante años te
di calor y
consuelo. Te
abrí mi regazo.
En la mina mis
ojos te
sirvieron de luz.
Cuando salías
del pozo,
eran
mis palabras las
que te
consolaban.
Eras una estatua
negra. Un amor
negro.
¡Y ahora
huyes como el
viento!
INMIGRANTE Como gaviotas en la
tormenta,
me
llaman las voces
de mi tierra.
MUJER
¡Maldito
inmigrante! ¡Ya
no necesitas
mi cuerpo!
¡Catarro negro!
¡Sal de mi
garganta! ¡Gusano
negro!
¡No te prendas
de mi pecho!
¡Te
perseguiré
implacablemente!
(La mujer se
marcha)
MINEROS
Montañas,
bosques, ríos
entran por el
espejo de tus
ojos.
Agua, árboles,
nubes te saludan.
Nos gustaría
seguirte, pero
la necesidad nos
une,
la necesidad es
más fuerte que
el sueño. ¡Adiós!
(El inmigrante
inicia su viaje)
Tercera Escena
(En una ciudad.
Gran
manifestación
del
pueblo. El
Inmigrante está
presente)
MANIFESTANTES
¡Nunca más!
¡No pasarán!
¡Muerte al
fascismo! ¡Libertad
para el pueblo!
¡Abajo con la
discriminación!
¡Abajo la sucia guerra!
(La policía
interviene.
Enfrentamientos
entre la policía
y los
manifestantes.
Algunos de ellos
son arrestados,
entre ellos,
el inmigrante.
Algunos
manifestantes
heridos.
La
policía se
aleja)
Cuarta Escena
(En un puesto de
policía.
Interrogatorio
de
algunos
manifestantes
arrestados)
AGENTE I
¿Nombre? ¡Habla!
¿Con quién
estabas en
contacto? ¡Habla!
¡Habla!
¡Te pasaremos
por el asador!
AGENTE II
¿Dirección? ¡Habla!
¿Tu residencia?
¡Habla! ¡Escupe!
¡Te vamos a
golpear
hasta la muerte!
¡Confiesa!
AGENTE III
¡Habla! ¡Habla!
¡Si me enojo soy
capaz de lo que
sea!
He estudiado la
tortura de los
nazis.
AGENTE IV
¡Todos deberéis
obedecer!
INMIGRANTE
Estoy de paso...
Regreso a mi
país.
AGENTES
¿No quieres
confesar?
INMIGRANTE
No tengo nada
que confesar.
AGENTES
¡Espía! ¡Escúpelo
todo!
¡Todos
sois una raza
inmunda!
¡Ahora
que estamos en
el poder, os
vamos a eliminar!
MUJER
(aquí como
torturadora) ¡Descargad
sobre su cuerpo
corriente
eléctrica!
VOZ DE ALLEG
Por noches
enteras, durante
un mes,
escuché los
lamentos de los
torturados.
Sus gritos
permanecerán por
siempre en mi
memoria.
(Llevan a los prisioneros
para
ser torturados)
Quinta Escena
(La tortura)
CORO DE TORTURA
¡Los agentes del
orden torturan,
torturan
día y noche,
noche y día!
(Dirigiéndose al
público)
¿Y ustedes? ¿Están
sordos? ¿Una
masa cómplice?
¿Instalados en
la vil
indiferencia?
¿Acaso el
lamento de
nuestros
hermanos no los
estremece?
¡Megáfonos!
¡Amplificad los gritos!
Antes de que
la calumnia los
deforme y la
indiferencia los
acalle.
VOZ DE SARTRE
Hoy, más que
nunca, la
voluntad de ser
libre
es más
consciente y
fuerte.
Hoy, más que
nunca, la
opresión
es más
violenta y
mejor armada.
Sexta Escena
(En un campo de
concentración)
PRISIONEROS
En las llanuras
y en el horizonte,
en las alas de
los pájaros y el
molino de
sombras,
escribo tu
nombre.
En cada amanecer
en las olas en
los barcos,
en la montaña,
escribo tu
nombre.
En la jungla y
el desierto; en
los nidos y la
aulaga.
(Algunos agentes
traen
arrastrando a un
torturado)
AGENTES
¿Qué hacemos
ahora? ¿Lo
arrojamos al
Sena?
Mejor a una
alcantarilla.
¿Lo has visto?
¡Es horrible!
TORTURADO
(voz de Fučík)
He estado muerto
desde hace mucho
tiempo.
Esperaba poder
vivir la vida de
un hombre libre.
Amaba la vida
por su belleza.
Que la tristeza
nunca esté
ligada a mi
nombre.
Si sobrevives:
¡No lo olvides!
¡No lo olvides!
PRISIONEROS
En la carne
abierta de cada
uno de mis
amigos,
en cada mano que
se estira,
escribo tu
nombre.
En la ausencia
que procura la soledad
desnuda,
en los escalones
de la muerte,
escribo tu
nombre.
¡Libertad!
INMIGRANTE,
ARGELINO
Y en virtud de
una palabra,
comienzo mi vida
de nuevo.
Nací para
conocerte y
llamarte:
¡libertad!
Séptima Escena
(Posterior a la
fuga del campo
de
concentración)
INMIGRANTE,
ARGELINO
Hemos soportado
juntos
horrendas
espinas de
hierro y
torturas
monstruosas.
Hemos huido
juntos.
ARGELINO
Ahora iré donde
está mi gente.
La larga lucha
continúa.
Recuérdalo en tu
país.
INMIGRANTE
Reanudo mi
viaje.
La casualidad me
llevó a la lucha
de los hombres
de hoy.
Necesitamos
romper las
cadenas del
miedo.
Reinicio
mi viaje.
El deseo de
regresar a mi
tierra,
se
convierte en un
deseo de
libertad.
ARGELINOS,
INMIGRANTES
¡Que en las
plazas resuenen
las pisadas de
las
manifestaciones!
¡Levantaros,
cadenas de
orgullosas
cabezas!
Con la
inundación de un
nuevo diluvio
purificaremos
las ciudades del
mundo.
SEGUNDA
PARTE
Primera Escena
(Algunos absurdos
de la vida
contemporánea. El
inmigrante
deambula por el
escenario entre
proyecciones,
voces, mimos,
que simbolizan
algunos absurdos
de la vida
contemporánea.
Aturdido y
molesto, se ve
abrumado por
todo).
(Grabación)
VOCES
¡Anúnciese!
¡La entrada está
prohibida!
¡Los documentos
son el alma del
estado!
¡El ujier es
sagrado!
¡No perturbe el
sueño del
gerente de la
oficina!
Ratificar-autenticar,
adjuntar-modificar,
sello-firma de
datos.
Censura
estacionaria en
censura,
censurar-censurar
a los censores.
Prohibido-défendu
verboten.-forbiden.
ANUNCIOS EN LOS
PERIÓDICOS
¡Advertencia!
¡Comunicado
especial!
¡Madre de trece
hijos era un
hombre!
¡Una mujer de
ochenta y cuatro
años da a luz a
trillizos!
¡Tía da a luz a
dos nietos
mediante
inseminación
artificial!
¡Elefantes
rebeldes asedian
a Luang-Prabang!
¡Base XY 200
en estado de
prealarma
por la
explosión de un
globo!
¡Un misterioso
avión vuela
sobre las áreas
del sudoeste!
¡Incertidumbre y
perplejidad
entre los
diplomáticos!
¡Un avión
desconocido voló
sobre el área de
Cocasson!
¡Por el
bienestar, el
progreso, la paz
y la libertad!
¡Tropas
voluntarias
organizadas por
Dummyland
para el fin de
semana en la
isla!
¡Bomba
atómica explota
por error
en la
base naval de Dummyland!
¡Tercera
explosión
atómica en el
desierto de Cocasson!
¡El polvo
atómico avanza
hacia nuestro
país!
¡Aumento
inesperado de la radioactividad!
¡Nubes
atómicas se
acumulan sobre nuestras
regiones del
sur!
¡Por el
bienestar, el
progreso, la paz
y la libertad!
Sólo hay una
política a
seguir: ¡la
correcta!
¡Protesta
enérgica y
cautelosa del
gobierno de Dummyland!
Cocasson
reitera: sólo
hay una política
a seguir: ¡la
correcta!
¿Ultimátum en
Cocasson o de
Cocasson?
¿Ultimátum en
Dummyland o de
Dummyland?
(Gran explosión)
Segunda Escena
(El Inmigrante y
su compañera se
encuentran
entre una multitud
silenciosa y
asustada
por el
anuncio de las
explosiones)
COMPAÑERA
¡Jamás! ¡Jamás!
¡Jamás!
¡Cesen las
pérfidas
conspiraciones!
Tormentas de
cormoranes
frenéticos
barren el
espacio,
protegiéndonos y
augurando la
muerte.
El humo de
Hiroshima se
propaga en miles
de nervios
delirantes,
sacudiendo las venas
de nuestra vida
como los hilos
de una lámpara.
En cambio,
podríamos estar
serenos,
descubrir las
maravillas de la
naturaleza y el
amor.
He sentido la
emoción de
existir
incluso
cuando el cielo
era un trozo de
plomo
y los desastres
de la guerra
perforaron los
corazones.
INMIGRANTE
Una firme voz de
esperanza en mi
soledad.
COMPAÑERA
El canto de
alegres
petirrojos me
arrullaban en mi
infancia.
¡Oh, yo podría
despertar la
misma alegría en
tu largo viaje!
INMIGRANTE
¡Torturas!
¡Golpes!
¡Graznidos de
cuervos!
¡Pero gracias a
una sonrisa de
mujer,
el mundo
aún puede
brillar de
nuevo!
Tercera Escena
(Proyecciones de
episodios de
violencia y
fanatismo)
MUJER
(como símbolo
del fanatismo)
¿Ya no estás
solo?
INMIGRANTE
Tengo una
compañera.
MUJER
¿Es tu nueva
esperanza?
COMPAÑERA
¡Espectro!
¡Desaparece de
nuestro camino!
MUJER
¡A la hoguera!
¡Vuelve
Torquemada!
INMIGRANTE
¡Desaparece!
(Desvanecimiento
de la mujer y
del grupo de
fanáticos,
que se
convierten en
fantasmas y
sombras. Se
reanudan
las proyecciones
de fanatismo
racial: entrada
a la mina,
entrada a la
universidad,
«Arbeit macht
frei» y entrada
a los campos de
concentración.
Proyecciones de
símbolos
y pesadillas de
intolerancia. En
una sinagoga
aparece la
inscripción
"Juden heraus")
¡Nunca más!
(Se lanzan
contra los
símbolos
proyectados,
haciéndolos
desaparecer)
INMIGRANTES,
COMPAÑEROS
¡Que en las
plazas resuenen
las pisadas de
los
manifestantes!
¡Levantaros,
cadenas de
orgullosas
cabezas!
¡Con la
inundación de un
nuevo diluvio
purificaremos
las ciudades del
mundo!
Cuarta Escena
(Cerca de un
pueblo junto a un gran
río desbordado)
INMIGRANTE
Allí, detrás del
río, en la
ladera de los
sueños, está mi
tierra.
COMPAÑERA
El gran río gira
bajo ráfagas de
lluvia y
remolinos.
INMIGRANTE
En un delirio de
nubes y agua,
destella la
certeza.
CAMPESINOS
¡El río sigue
creciendo!
COMPAÑERA
¡El diluvio no
da tregua!
CAMPESINOS
La inundación
envuelve
caminos,
arrasa
puentes, aplasta
chozas y casas.
INMIGRANTE,
COMPAÑERA
¡Todo se escapa!
¡Hierba, cielo,
pan! ¡Familias a
la deriva!
CAMPESINOS
Todos los años a
principios de
noviembre, el
mismo
sacrificio.
VOZ
¡El gobierno lo
ha determinado!
La culpa es del
metano.
CAMPESINOS
¡Y nosotros
aquí,
abandonados en
plena
inundación!
COMPAÑERA
Algunos están
abandonando el
país.
INMIGRANTE
¡En su fuga
puedo recordar
mi pasado!
INMIGRANTE,
COMPAÑERA
¡Aquí nos
quedaremos, aquí
cambiaremos!
CAMPESINOS
¡La represa se
está agrietando!
¡La llanura está
destruida! ¡Nos
arrasará a
todos!
(El río rompe la
represa y arrasa
con todo)
CORO FINAL
Ustedes, que
emergerán de los
remolinos
en donde fuimos
aniquilados,
piensen
en las
veces
que escaparon.
Andábamos,
cambiando de
países como de
calzado,
a través de
guerras de
clase,
desesperados,
donde sólo había
injusticia.
Pero ustedes,
cuando llegue el tiempo
donde el hombre
ayude al hombre,
piensen en
nosotros con
indulgencia.
(Las
proyecciones
desaparecen.
Oscuridad)
Digitalizado y
traducido por:
Alejandro Vidal
Charris 2020
|