IRIS
Personajes
IRIS OSAKA KYOTO EL CIEGO DHIA |
Niña
Japonesa Joven rico y libertino Alcahuete Padre de Iris Geisha |
Soprano Tenor Barítono Bajo Soprano |
La acción se desarolla en Japón en un pasado indeterminado
ATTO PRIMO Addiocielo fatto di onde piene di raggi di luna e di misteri! La Notte abbandona il cielo; il suo lavoro vivificatore è finito; uomini e cose hanno riposato e sognato ; essa cede il governo della vita al Giorno. Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa ; è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco, i primi albori che si diffondono rispecchiandosi in scintille adamantine entro a le rugiade sui fiori, sulle erbe! Nel piccolo giardino di Iris, i fiori, come curiosi bimbi, levano i visi dalle chiomate corolle e guardano ad oriente. La casetta di Iris è ancora chiusa dentro alle sue stuoie colorate e ai suoi battenti di quercia. Il villagio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti; e il ruscello che lo divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi penetra, effonde nelle sue acque il riso o la lagrima de cielo. E l'aria si riempie di fulgori! E l'aria passa tra rami e fronde, tra fiori ed erbe, tra piante e case, e palpita! O Luce, anima del Mondo! Leggiere brume erranti fuggono ai venti ; e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell'azzurro, immobili come un gran mare calmo, già balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d'altri infiniti mondi esultanti alla vita! Or discendono i raggi; pallidi prima, poi rosei, caldi, vivi... è il Giorno! L'aurora trionfa: le cose si disegnano rapide! Ecco la scena: La allegra casetta di Iris ; il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore ; nettamente ora spiccano i pallidi e sottili bambou nel risalto del villaggio; il ruscello canta gaio ed azzurro il ritornello che gli viene dalla canzone serena ed azzurra del cielo ; e laggiù, là, nell'estremo fondo, il Fousiyama, alto come la brama degli umani anelanti alla gran pace del silenzio! Il Fousiyama! Ultimo appare egli, fantastica visione; ma sull'alta sua cervice, immacolata per eternità di neve, reca esso pel primo, alla vallea dove vive Iris, il riflesso del primo raggio del Sole. |
PRIMER ACTO ¡Adiós, cielo hecho de ondas plenas de rayos de luna y de misterios! La Noche abandona el cielo; su trabajo vivificante está terminado; los hombres y las cosas han descansado y soñado; ella cede el gobierno de la vida al Día. Como un gran telón de niebla, inunda todo un color diáfano e impreciso; es la incertidumbre de los primeros rayos, pero poco a poco después, los primeros albores se difunden ¡reflejándose en destellos plateados en el rocío de las flores, en la hierba! En el pequeño jardín de Iris, las flores, como curiosos bebés, levantan la vista desde las rojas coloras y miran hacia oriente. La casita de Iris está todavía cerrada tras sus esteras coloreadas y sus puertas de encina. El pueblo, tras aquella mancha gris de lo alto, pálidos bambús, eleva todavía indecisa en la penumbra sus singulares techos; y el arroyo que lo separa de la pequeña casa de Iris murmura su cadencia sin intención, triste o alegre según que la luz, que desciende y lo penetra, infunda en sus aguas la risa o la lágrima del cielo. ¡Y el aire se llena de fulgores! ¡Y el aire pasa entre ramas y copas, entre flores e hierbas, entre plantas y casas, y palpita! ¡Oh Luz, espíritu del Mundo! Ligeras brumas errantes huyen con los vientos; y con el día allá, lejano, lejano, en la inmensidad profunda del cielo, inmóvil como un gran mar en calma, ya relampaguean esplendores rápidos, ecos de luces, ¡vibraciones misteriosas de otros mundos exultantes a la vida! ¡Ahora descienden los rayos; primero pálidos, después rosados, calientes, vivos... es el Día! ¡La aurora triunfa: todo se distingue rápidamente! Ésta es la escena: La alegre casita de Iris; su jardín con el pequeño seto de espino albar en flor; claramente ahora resaltan los pálidos y sutiles bambúes resaltando del pueblecillo; el arroyo canta alegre y azul el estribillo que le viene de la canción serena y azul del cielo; y allá lejos, allí, en el lejano fondo, el Fujiyama, alto como el anhelo de los humanos de la gran paz del silencio! ¡El Fujiyama! Es lo último en aparecer, visión fantástica; y allí, sobre su alta cerviz, inmaculada por nieves eternas, aparecen los primeros destellos que llegan al valle donde vive Iris, reflejos de los primeros rayos del Sol. |
LA NOTTE I PRIMI ALBORI I FIORI L'AURORA IL SOLE (coro invisibile) Son Io ! Son Io la Vita! Son la Beltà infinita, la Luce ed il Calor. Amate, o Cose! dico : Sono il Dio novo e antico, son l'Amor! Amate! Per me gli augeli han canti, I fior profumi e incanti, profumi i fior, l'albe il color di rose, e palpiti le cose. Per me han profumi e incanti i fior. IL SOLE APPARE Dei Mondi Io la Cagione; dei Cieli Io la Ragione! Uguale Io scendo ai Re, sì come a te, mousmè! ecc. Pietà è l'essenza mia, eterna Poesia, Amor! IL GIORNO SPUNTA Calore, Luce, Amor! Amor! IRIS (sul limitare della casa) Ho fatto un triste sogno pauroso, un sogno tutto pieno di draghi, mostri, volanti chimere e di striscianti cólubri. (Scende lentamente nel piccolo giardino.) S'era malata la mia amica bambola, ond'io, tutta piangente, l'aveaposta in giardino a riposare entro un cespo di rose. Intorno a lei tacea tutto il giardino; non più canti di gigli, canzoni di gardenie e porporine nè voli di libellule; avevo detto ai fior: "Tacete, o fiori! Malata è la mia bambola! "Quand'ecco in ciel vol di bianche cicogne fuggire spaventate! Guardo! Pieno è il giardin di mostri orribili che la mia bimba insidiano! Accorro a sua difesa! Prego! Lagrimo! "Lasciatemi l'amica!" Ma una fenice spiega in ruote e in giri fantastici la coda che come serpe avvinghia la piccina, allarga l'ali... e fugge! (alzando le braccia verso il cielo) Ma, Sol, tu vieni ed il sogno è bugìa... Guarita è la piccina, la piccina! (Corre entro la casa, vi prende una bambola, poi rapidamente tornando sul giardino, alza verso il sole la sua bambola, e con grazia le agita le manine) Vieni e saluta il Sole! IL CIECO (dall'interno) Con chi parli? IRIS O padre mio, col Sole! (Depone la bambola su un vaso di fiori ed entra nella casa.) (Già da tempo Osaka e Kyoto si sono veduti spiare il luogo, nascosti dietro il gruppo di bambù. Cautamente si sono avanzati lungo la siepe, finchè Osaka ha scorto Iris in cui essa entra nella casa. Osaka la indica a Kyoto.) OSAKA È lei! è lei! KYOTO È la figlia del cieco. OSAKA La voglio! KYOTO Tu l'avrai! OSAKA Non farle male! KYOTO Non sciupo la mia merce! OSAKA Che se! Bada! KYOTO Son noto al Yoshiwara! Non temere! OSAKA Sta ben! KYOTO Soltanto : ho d'uopo di tua voce alla trama ch'io medito sottile, pieghevol come salce è la tua voce. OSAKA È ver; ho voce acuta; imita il suono, il bisbigliar d'augelli, il chiacchierare d'irrequiete fanciulle. La mia voce vibra nell'aria, desta gli echi ai monti e vola alta nel ciel come cicogna o falco. KYOTO Essa m'occorre! OSAKA E la fanciulla? KYOTO Supponi ch'essa già sia cosa tua. Andiamo a prepararci un viso! OSAKA Andiamo! KYOTO Prudenza vuol così! Ignoti e cáuti! OSAKA Cáuti? Ignoti? KYOTO Sì! OSAKA Già mi diverto e godo già! OSAKA, KYOTO La vita è così bella. (Passano il ponte e scompaiono.) (Suo limitare della casa appare il Cieco, che la figlia Iris guida amorosamente) IL CIECO Voglio posare ove è più caldo il sole! IRIS Qui, padre. IL CIECO Sì... Oh, il buon raggio! M'avviva! Or dammi il mio rosario. Vuò pregare! IRIS (porgendo al padre il rosario) Ecco il rosario! IL CIECO E tu hai pregato? IRIS Sì! Inaffierò i miei fiori, intanto. (Iris coglie un crisantemo e se lo pone fra i capelli.) IL CIECO Io prego. (Il cieco prega silenziosamente, immobile, movendo sola le dita per fare scorrere le grana del rosario.) Dal villaggio si avanza un gruppo di lavandaje; portano a braccio, o sul capo, delle ceste di giunchi) LE MOUSMÈ Al rio! Al rio! È il plenilunio!Al rio! L'acqua è limpida e tiepida! Sciuga il bucato al sole e la lavanda è in fiore; è il plenilunio! Fra loti ed iridi, felci e ninfee e nenufari gelsominee scorre la rapida onda fuggente; carezza il piè delle mousmè, viene il suo bacio dalla sorgente! Bacio di rio, bacio di Dio! (Torcebdo i lini) Contorci e attorta! Acqua corrente da lungi porta cento profumi; l'odor del muschio colto dall'onde fra zolle e dumi di cento sponde! IRIS (occupandosi dei fiori) In pure stille, gaie scintille scende la vita! L'acqua s'effonde per vie profonde. Bevi la vita, alga cerulea! Tu, margherita, leva il candore della tua chioma! O cilestrino fiore di mey, neve odorante, tu, gelsomino; e tu, olezzante fiore di amoma! La varia chioma leva, o coriando, Fiore di monte! IL CIECO Tu mi hai tolto la vista ma io vedo la Tua Grandezza; la tua Grandezza io la sento; essa parla all'anima mia! La bellezza della Vita creata da Te mi penetra col Sole nella mia vecchia persona! Tu sei Grande e Buono! La Vita è pur tuttavia sempre un cammino faticoso, ma è aggradevole se io penso che conduce a Nirvana! LE MOUSMÈ ...Fra zolle e dumi di cento sponde. IL CIECO Io cammino anelando all mèta! IRIS In pure stille, vive scintille l'acqua penetra fra pietra e pietra e all'appassita radice ascosa dona la forza, dona la vita! |
LA NOCHE LOS PRIMEROS RAYOS LAS FLORES LA AURORA EL SOL (coro invisible) ¡Soy yo! ¡Soy la vida! Soy la belleza infinita, La luz y el calor. ¡Amadme, oh criaturas! Os digo: ¡Soy el Dios nuevo y antiguo, soy el amor! ¡Amadme! Por mi causa los pájaros cantan, las flores perfuman y embriagan, exhalan aromas embriagadores, el alba tiene color de rosa, y las criaturas su pálpito. Por mí las flores perfuman y embriagan. AMANECER ¡Soy el origen del Mundo; del cielo y de la razón! Ilumino tanto al rey, como a ti, hermanita! etc. La piedad es mi esencia, la eterna poesía, el amor! EL DÍA DESPUNTA ¡Calor, luz amor, amor! IRIS (en el umbral de la casa) He tenido un horrible sueño, un sueño lleno de dragones y monstruos, quimeras voladoras y serpientes rampantes. (Baja lentamente hacia el pequeño jardín) Mi muñeca se había puesto enferma, y yo, llena de lágrimas, la había puesto en el jardín a descansar en el macizo de rosas. Entorno a ella todo el jardín se permanecía en silencio; no cantaban las rosas púrpuras, ni las gardenias ni los lirios, ni las libélulas volaban; yo les dije a las flores: "¡Flores, callaros!" ¡Mi muñeca está enferma! "Cuando, en el cielo una bandada de blancas cigüeñas huían espantadas! ¡Las miré! ¡El jardín estaba lleno de horribles monstruos que perseguían a mi muñeca! ¡Corro a defenderla! ¡Ruego! ¡Lloro! ¡"Dejad a mi amiga"! Pero un astuto fénix desplegó su fantástica cola que, como una serpiente, se enroscó sobre la pequeña, desplegó sus alas y... ¡huyó con ella! (alzando los brazos al cielo) Pero tú, sol, llegas y el sueño se desvanece... ¡Curada está la pequeña! (Corre dentro de la casa, coge una muñeca y rápidamente vuelve al jardín, alza la muñeca hacia el sol y con gracia le mueve la mano a modo de saludo) ¡Ven y saluda al sol! EL CIEGO (desde el interior) ¿Con quién hablas? IRIS ¡Oh padre mío, con el sol! (Deja la muñeca en un tiesto de flores y entra en la casa) (Desde hacía unos instantes, Osaka y Kioto espiaban, detrás de un macizo de bambúes, el jardín. Con precaución avanzan a lo largo del seto hasta que Osaka ve entrar a Iris en la casa. Osaka la señala a Kyoto) OSAKA ¡Es ella! ¡Es ella! KYOTO Es la hija del ciego OSAKA ¡La deseo! KYOTO ¡La tendrás! OSAKA ¡No le hagas daño! KYOTO ¡Sé cuidar de mi mercancía! OSAKA ¡De acuerdo! ¡Ten cuidado! KYOTO ¡Tengo buena reputación en Yoshiwara! ¡No te preocupes! OSAKA ¡Está bien! KYOTO Únicamente necesito de tu voz para el plan sutil que he pensado, pues tu voz es tan flexible como una rama de sauce. OSAKA Es cierto, tengo una voz aguda; su sonido es semejante al gorgoteo de los pájaros, a los chillidos de los niños traviesos. Mi voz vibra en el aire, despierta ecos en las montañas y vuela tan alto en el cielo como la cigüeña o el halcón. KYOTO ¡Me hará falta! OSAKA ¿Y la muchacha? KYOTO Da por sentado que es ya tuya. ¡Vamos a preparale el escenario! OSAKA ¡Vamos! KYOTO ¡Necesitamos ser prudentes! ¡Pasemos desapercibidos! OSAKA ¿Cautos? ¿Prudentes? KYOTO ¡Sí! OSAKA ¡Ya empiezo a gozar y a divertirme! OSAKA, KYOTO La vida es tan bella. (Salen de la escena) (Iris sale de la casa guiando a su padre ciego, se dirigen hacia el jardín) EL CIEGO ¡Quiero descansar donde el sol caliente! IRIS Aquí, padre EL CIEGO Sí... ¡Oh, qué sol tan bueno! ¡Me da fuerzas! Dame el rosario. ¡Voy a rezar! IRIS (dándole el rosario) ¡Toma! EL CIEGO Y tú ¿has rezado? IRIS ¡Sí! Mientras tanto me ocuparé de mis flores. (Iris coge un crisantemo y se lo pone en la cabeza) EL CIEGO Rezo. (El ciego reza en silencio, moviendo sólo su mano para pasar las cuentas de su rosario. Por el camino viene un grupo de muchachas, son lavanderas; llevando al brazo o sobre la cabeza las cestas de ropa) MUCHACHAS ¡Al río! ¡al río! ¡La luna está llena! ¡al río! ¡El agua está tibia y limpia! La colada se seca al sol y la lavanda está florecida, ¡es plenilunio! ¡A través de los helechos y lotos, lirios y ninfeas, nenúfares y jazmines avanza rápida el agua que huye; acaricia el pié de las muchachas, y la corriente nos trae su beso! ¡Beso del río, beso de Dios! (Escurriendo las sábanas) ¡Tuerce y retuerce! El cristalino líquido nos trae desde lejos cien perfumes; y el olor del musgo, disuelto por el agua, impregna los prados y arenas de cientos de riberas! IRIS (cuidando de las flores) ¡Bajo la forma de gotas puras, de alegres destellos, renace la vida! El agua fluye por caminos profundos. ¡Bebe la vida, alga irisada! ¡Tú, margarita, renueva el candor de tu cabellera! Oh las celestes flores de la laguna, fragante blancura eres, tú, jazmín, y tú, olorosa flor de amonio! ¡Renueva tu variada cabellera, oh cilantro, flor del monte! EL CIEGO Tú me has quitado la vista pero veo tu grandeza; tu grandeza yo la percibo; ¡Ella le habla a mi alma! ¡La belleza de la vida creada por Ti penetra junto con el sol en mi viejo cuerpo! ¡Tú eres grande y bueno! ¡La vida sin embargo, es siempre un camino fatigoso, pero es agradable de recorrer si se piensa que conduce al nirvana! MUCHACHAS ...los prados y arenas de cien riberas! EL CIEGO ¡Camino anhelando la meta! IRIS ¡Bajo la forma de gotas puras, de alegres destellos, el agua penetra entre las piedras y a la oculta raíz marchita le da la fuerza, le da la vida! |
IL CIECO Tu mi hai tolto la vista, ma mi hai dato quella degli occhi d'Iris; mi hai dato un Genio buono e gentile; Non son solo! Io dico la Tua Grandezza! LE MOUSMÈ (torcendo ancora i lini) Contorci... IRIS Ristora! LE MOUSMÈ ...e attorta! IRIS Irrora! LE MOUSMÈ Ha raggi il sole; ha timi il prato, il lino candido biancheggia ed ole. IRIS Thea odorosa, fiore divino, gardenia, rosa, vita bevete! Bevete, fiore, mente, verbene, e olezzi é balsami pel mio giardino, fiore, espandete! O fior! LE MOUSMÈ Ha raggi il sol! (Suoni lontani di striduli sàmisen, di gongs e di tamburelli ; Iris e le mousmè guardano con sorpresa verso la strada che conduce al ponte.) IRIS Giù per la via ne viene un gaio suono! LE MOUSMÈ (ascoltando ansiose) Son sàmisen, tamburi e risonanti cymbali e gongs! IL CIECO (ad Iris) Lontano? IRIS S'avvicina! IL CIECO Iris, chi son? Le vedi? Guarda! IRIS (Si avvicina alla siepe, guardando verso il fondo.) Guardo! LE MOUSMÈ Son commedianti! Sono guèchas! Vengono! IRIS Oh, padre... IL CIECO Di'! IRIS È il Teatro dei Pupi! IL CIECO Stammi presso, fanciulla! IRIS Sto alla siepe! IL CIECO Sono vagabondi! IRIS Obbedirò! (Torna presso il padre e lo rassicura.) LE MOUSMÈ Ritardiamo il ritorno? (Osaka e Kyoto, entrambi camuffati da istrioni girovaghi, sbucano dal fondo con un codazzo di suonatori, guèchas e samouraïs, al suono di sàmisen, gongs, tamburelli : le mousmè corrono incontro curiose, e battono festosamente le mani nel vedere che si tratta d'una rappresentazione di Pupi ; Osaka e Kyoto scendono dal ponte, seguiti dalla loro compagnia ; le mousmè curiose, fanno cerchio ; mentre ad un cenno di Kyoto alcuni degli istrioni piantano il Teatro dei Pupi.) Rimaniamo! Col bucato più tardi torneremo! Ecco le guèchas! Tutte a veli... È numerosa assai la compagnia! Veh ! quattro guèchas! Sono due gli attori! Son quattro i suonatori! Eccoli! Vengono! Eccoli! Vengono! IRIS (Attratta dalla curiosità, si pone ad osservare dietro la siepe.) Dietro alle biancospine mi metto! KYOTO (rivolto alle mousmè pur tenendo d'occhio Iris che si è avvicinata alla siepe del suo giardino, guardando ansiosamente) Io son Danjuro Il padre dei Fantocci Che nelle mie commedie Faccio sposi alle gentili bambole! (rivolto ai suonatori) Olà, musica! Mousmè, tenete pupe da marito? LE MOUSMÈ Sì che ne abbiamo; E sono buone e belle! IRIS Come la mia, no... Non ve n'ha ; sto certa! LE MOUSMÈ È un Teatro di lusso! IL CIECO (chiamando) Iris! IRIS (al padre) Sto qua ! KYOTO Ora daremo rappresentazione! Udrete i Pupi miei dir tante cose... Tutte maravigliose e dotte assai! parlar udrete Jor, (accentando e sorvegliando sempre Iris) Figlio del Sole e Dhia, (In questo frattempo il Teatro sarà stato montato ; ai suo lati due paraventi.) La bella figlia sventurata, ma più non voglio dir... Udrete, e basta! Ehi, musica! (Ai suonatori, mentra fa cenno alle mousmè di far silenzio, e di far largo. In pari tempo distribuisce i Pupi ad alcuni del suo seguito, e parla sottovoce ad Osaka. Durante gli ultimi preparativi le mousmè seguono gioncchioni, facendo cerchio intorno al Teatrino) Preparerò la scena ! LE MOUSMÈ Poniamci tutte intorno. KYOTO Osaka attento! OSAKA Non dei temer! KYOTO La parte? OSAKA Io la ricordo, E non ne fallo un ette! (I suonatori si mettono accosciati a terra davanti al Teatrino.) KYOTO E la piccina? (Mentre continua a parlare con Osaka, colloca dietro i paraventi la guècha cantatrice, el e tre guèchas danzatrici.) OSAKA Guarda... con occhi larghi come foglie di loto e di nelumbo ! Sta alla siepe! KYOTO Vedrai, ne la trarremo! Ora l'adesco! È la curiosità infallibil àmo! (Osaka e Kyoto si collocano dietro il paravento a destra del Teatrino da dove possono spiare i movimenti d'Iris, pure eseguendo le loro rispettive parti.) LE MOUSMÈ Facciam silenzio! Già danno principio! (Rimangono silenziose e attente. Si alza il sipario del Teatrino, e Kyoto fa cenno d'introdurre in scena Dhia.) |
EL CIEGO Tú me has quitado la vista, pero me has dado la de los ojos de Iris; me has dado un elfo bueno y gentil; ¡no estoy solo! ¡Yo anuncio Tu Grandeza! MUCHACHAS (retorciendo aún las sábanas) Retuerce... IRIS ¡Restaura! MUCHACHAS ... y estruja! IRIS ¡Irradia! MUCHACHAS El sol muestra sus rayos; tiene tomillo el prado, el cándido lino se blanquea y perfuma. IRIS ¡Té oloroso, flor divina, gardenia, rosa, bebed la vida! ¡Bebed, flores, menta, verbena, y fragancias y bálsamos por mi jardín, flores, esparcid! ¡Oh flores! MUCHACHAS ¡El sol muestra sus rayos! (Sonido lejano de estridentes samisens, de gongs y tamborcillos; Iris y muchachas miran con sorpresa hacia el camino que conduce al puente.) IRIS ¡Abajo por el camino viene un alegre sonido! MUCHACHAS (escuchando ansiosas) ¡Son samisen, tambores y resonantes címbalos y gongs! EL CIEGO (a Iris) ¿Lejano? IRIS ¡Se acerca! EL CIEGO Iris, ¿quiénes son? ¿Los ves? ¡Míra! IRIS (Se acerca al seto, mirando hacia el fondo.) ¡Estoy mirando! MUCHACHAS ¡Son comediantes! ¡Son geishas! ¡Vienen hacia acá! IRIS Oh, padre... EL CIEGO ¡Dime! IRIS ¡Es el teatro de marionetas! EL CIEGO ¡Permanece junto a mi, muchacha! IRIS ¡Estoy en el seto! EL CIEGO ¡Son vagabundos! IRIS ¡Obedeceré! (Regresa junto a su padre y lo tranquiliza.) MUCHACHAS ¿Retrasamos la vuelta? (Osaka y Kyoto, los dos disfrazados de actores callejeros, aparecen desde el fondo con un cortejo de músicos, geishas y samurais, al sonido de gongs, tamboriles: las muchachas corren a su encuentro curiosas, y aplauden festivamente al ver que se trata de una representación de Marionetas; Osaka y Kyoto bajan el puente, seguidos de su compañía; las muchachas curiosas, los rodean; mientras tanto ante un gesto de Kyoto algunos de los actores montan el teatro de marionetas.) ¡Quedémosnos! ¡Con la ropa volveremos más tarde! ¡Aquí están las geishas! Todas con velas... ¡Es verdaderamente numerosa la compañía! ¡Mira! ¡cuatro geishas! ¡Son dos los actores! ¡Son cuatro los músicos! ¡Aquí están! ¡Vienen! ¡Aquí están! ¡Vienen! IRIS (Atraída por la curiosidad, se pone a observar junto al seto.) ¡Junto al espino albar me pongo! KYOTO (girado hacia las muchachas, pero con los ojos fijos en Iris, que se ha acercado al seto de su jardín, mirando ansiosamente) ¡Yo soy Danjuro el padre de las marionetas que en mis comedias hago esposas a las gentiles muñecas! (girado hacia los músicos) ¡Hola, música! Muchachas, ¿tenéis muñecas que casar? MUCHACHAS Sí que tenemos; ¡y son buenas y bellas! IRIS ¡Como la mía, no... no las hay; estoy segura! MUCHACHAS ¡Es un teatro de lujo! EL CIEGO (llamando) ¡Iris! IRIS (a su padre) ¡Estoy aquí! KYOTO ¡Ahora daremos una representación! Escucharéis a mis muñecos decir tantas cosas... ¡todas maravillosas y muy sabias! Escuchareis hablar a Jor, (mirando y vigilando siempre a Iris) Hijo del Sol, y a Dhia, (En este momento el teatro ya estará montado; a sus costados dos mamparas.) la bella hija desaventurada, pero no quiero contar más... ¡Escucharéis, y basta! ¡Ey, música! (A los músicos, mientras hace gestos a las muchachas de guardar silencio, y de abrir paso. Distribuye los muñecos entre algunos de su séquito, y habla por lo bajo con Osaka. Durante los últimos preparativos las muchachas se arrodillan haciendo círculo en torno del teatrillo.) ¡Prepararé la escena! MUCHACHAS Pongámonos todas alrededor. KYOTO ¡Osaka, atento! OSAKA ¡No te preocupes! KYOTO ¿Tu parte? OSAKA La recuerdo. ¡No fallo ni una letra! (Los músicos se ponen acurrucados en tierra ante el teatrillo.) KYOTO ¿Y la pequeña? (Mientras continúa hablando con Osaka, coloca entre las mamparas a la geisha cantante, y a las tres geishas danzarinas.) OSAKA Nos mira... ¡con ojos largos como flor de loto blanco y de la India! ¡Está en el seto! KYOTO ¡Ya verás, la atraeremos! ¡Ahora, a seducirla! ¡La curiosidad es infalible amo! (Osaka y Kyoto se colocan tras las mamparas a la derecha del teatrillo desde donde pueden espiar los movimientos de Iris, y al mismo tiempo recitar sus papeles) NUCHACHAS ¡Hagamos silencio! ¡Ya van a empezar! (Permanecen silenciosas y atentas. Se alza el telón del teatrillo, y Kyoto hace gestos para introducir en escena a Dhia.) |
LA RAPPRESENTAZIONE DHIA (una guècha) Misera! Ognor qui sola! Unque mai mi consola! Morte rapì mia madre! Ridotta è mia famiglia a un collerico padre che non ama la figlia! Ho vesti brutte e lacere, scarne braccia e sottili, gote pallide e grame; son malata ed ho fame. E sono le mie lacrime Mie gemme e miei monili! Chi ascolta i miei dolori? Non ho amiche nè fiore! OSAKA (sottovoce alla guècha) Brava! KYOTO Attrice valente! LE MOUSMÈ (Fanno i loro commenti.) Come forza le lacrime, la povera fanciulla! Davvero fa pietà! OSAKA (indicando le mousmè) Vè come stanno attente! LE MOUSMÈ (chiamando Iris) Iris, vientene qua; di là tu vedi nulla! (Kyoto, imitando la voce rauca di un vecchio catarroso, fa le più strane grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l'idea dell'avvicinarsi del vecchio, iracondo ed inumano genitore.) IRIS (al le mousmè) Vedo! Qui resto; grazie! DHIA Ah, mio padre! Lo sento! LE MOUSMÈ Ecco il padre! (Apparisce sul teatrino il pupo Padre ; le mousmè fanno segni di spavento e di meraviglia.) DHIA Tremo dallo spavento! LE MOUSMÈ Che ceffo! Me lo sogno stanotte! IL PADRE (KYOTO) (con voce terribile) Ah, sciagurata putta! Sono stanco di mantenermi questa sciocca vana, inutil, neghittosa, scioperata! DHIA Ah, padre mio! IL PADRE Preparati! Io ti vendo al gran mercato di Simonosaky! DHIA No, padre, no, non vendermi! IL PADRE Preparati! OSAKA La piccina si muove! Forza al dialogo! (Iris commuove, e con gesti concitati segue la svolgersi del dramma.) DHIA (Cade ai piede del pupo Padre) Per la luce del sole e delle stelle, tienmi ancora con te! Che vuoi ch'io faccia? OSAKA (indicando Iris) Ha gli occhi rossi, rossi! IL CIECO (chiamando la figlia) Iris ! IRIS Sto qua! IL PADRE Al gran mercato di Simonosaky tu troverai padrone! Io sono stanco d'averti qui con me! Tu mangi troppo e non mi rendi nulla. Ond'io ti vendo! LE MOUSMÈ (Impressionate da tante crudeltà, sono furenti contro il pupo Padre) Vecchio lercio! Furfante! Musa da vecchia arpia! DHIA (con grido straziante e disperato) Uccidimi, piuttosto IL PADRE Basta! Ho detto! (Se ne va.) LE MOUSMÈ È sordo alle sue tante lacrime disperate! (urlando, e minacciando coi pugni il padre tiranno, mentre questi se ne va) Pigliamolo a sassate! Orco! Vampiro! Via! OSAKA Si scalda il nostro pubblico! KYOTO È in furore! DHIA Morire! Sì... Finire! OSAKA Quasi, quasi t'uccidono davvero il pupo Padre! IRIS Oh, la istoria pietosa! Mi par che dentro al core mano mi prema e tocchi! M'offende un gran dolore che mi rende affannosa! DHIA Deh, prendimi con te, Genio del Bene! Portami teco dove non si soffre! IRIS Come è triste il suo canto! Ho volontà di pianto nell'anima... E negli occhi! KYOTO (ad Osaka) Or tocca a te! Dolcissimo! OSAKA Dolcissimo! JOR, figlio del Sole (OSAKA) Apri la tua finestra! Jor son io che vengo al tuo chiamar, povera Dhia! Apri la tua finestra al raggio mio! Apri il tuo cor a mia calda malìa! Jor ha ascoltata, o Dhia, la tua preghiera! Apri l'anima tua, fanciulla, al Sole! Apri l'anima tua alle mie parole! Apri il tuo cuore a me, fanciulla, e spera! Tu vuoi morir? Morire io ti farò ma ti farò morir dal Sol baciata, poscia al paese eterno ti trarrò... Ove, o fanciulla, tu sarai amata! KYOTO (vedendo l'impressione che la voce di Jor ha fatto sull'animo d'Iris) È questa poesia gran ciurmatrice! Due motti, due bisticci ch'uno dice e una fanciulla inconscia come questa... Vi si sdilinque e vi perde la testa (Poco a poco una finestra del Teatrino si illumina, poi si apre e si scorge il Pupo d'Jor, figlio del Sole : Dhia s'inginocchia innanzi a lui. Iris, quasi affascinata da tale spettacolo, abbandona la siepe del suo giardino e si accosta al Teatro.) IRIS De' sogni il triste verde disvanisce e si perde! Quali i vani bagliori d'erranti, misteriose lucciole luminose se ne vanno i dolori! KYOTO (alle danzatrici) Or, guèchas, quando termina il duetto, danzate e fate... senza dar sospetto! DHIA Io muoio! Prendimi! Tua m'abbandono! Portami al mondo eterno della Luce! Salgo a Nirvana! È JOR che mi conduce! Jor, son tua! A te tutta mi dono! IRIS (a Dhia) No, tu non muori, Dhia! Tu ascendi alle alte nuvole di rose e di viole! Con Jor tu ascendi, o bambola, al paese del Sole e della Poesia! JOR Or muori, dunque! (Dhia cade stecchita, mentre Jor invoca sulla morta pupa le danze celesti) Danzatrice alate, intorno a lei che a me ne vien, danzate! (a Dhia) Ti coprirò di zaffiri e topazi! Vieni agli amori degli eterni spazi! (Con gran stupore del pubblico, Jor avvinghia Dhia, e così abbracciati si vedono i due pupi innalzarsi lentamente per salire al... Nirvana, mentre cala il sipario del Teatrino; in pari tempo le tre guèchas mascherate si collocano innanzi, pronte alla danza.) |
LA REPRESENTACIÓN DHIA (una geisha) ¡Miserable! ¡Siempre aquí sola! ¡Nadie nunca me consuela! ¡La muerte raptó a mi madre! ¡Reducida está mi familia a un colérico padre que no ama a la hija! Llevo vestidos sucios y rotos, brazos descarnados y delgados, mofletes pálidos y pobres; estoy enferma y tengo hambre. ¡y son mis lágrimas mis gemas y mis collares! ¿Quién escucha mis dolores? ¡No tengo amigas ni flores! OSAKA (a la geisha) ¡Muy bien! KYOTO ¡Actriz valiente! MUCHACHAS (entre ellas) ¡Cómo fuerza las lágrimas, la pobre muchacha! ¡De verdad que da compasión! OSAKA (indicando a las muchachas) ¡Mira cómo están atentas! MUCHACHAS (llamando a Iris) Iris, vente hasta aquí; ¡desde ahí tú no ves nada! (Kyoto, imitando la voz bronca de un viejo catarroso, da los más extraños gritos del mundo, golpeando fuerte sobre los maderos del teatro para dar la idea de la llegada del viejo e inhumano progenitor) IRIS (a las muchachas) ¡Veo bien! ¡Aquí me quedo; gracias! DHIA ¡Ah, padre mio! ¡Lo siento! MUCHACHAS ¡Aquí está el padre! (Aparece en el teatrillo el muñeco del padre; las muchachas hacen gestos de miedo y maravilla.) DHIA ¡Tiemblo del espanto! MUCHACHAS ¡Qué cara! ¡Tendré pesadillas esta noche! EL PADRE (KYOTO) (con voz terrible) ¡Ah, desgraciada niña! ¡Estoy harto de mantener a esta boba ociosa, inútil, perezosa, holgazana! DHIA ¡Ah, padre mío! EL PADRE ¡Prepárate! ¡Voy a venderte en el gran mercado de Simonosaky! DHIA ¡No padre, no, no me vendas! EL PADRE ¡Prepárate! OSAKA ¡La pequeña se mueve! ¡Más fuerza al diálogo! (Iris se conmueve, y con gestos excitados sigue el discurrir del drama.) DHIA (a los pies del muñeco del padre) Por la luz del sol y de las estrellas, mantenme aún contigo! ¿Qué quieres que haga? OSAKA (indicando a Iris) ¡Tiene los ojos rojos, rojos! EL CIEGO (llamando a su hija) ¡Iris! IRIS ¡Aquí estoy! Il PADRE ¡En el gran mercado de Simonosaky encontrarás un amo! ¡Estoy harto de tenerte conmigo! Comes demasiado y no me rindes nada. ¡Allí te voy a vender! MUCHACHAS (Impresionadas de tanta crueldad, están furiosas contra el padre) ¡Viejo sucio! ¡Bribón! ¡Cara de vieja arpía! DHIA (con un grito desesperado) ¡Mátame antes de eso! EL PADRE ¡Basta! ¡Ya está decidido! (Se va) MUCHACHAS ¡Está sordo a tantas lágrimas desesperadas! (gritando y amenazando con los puños al padre mientras que éste se aleja lentamente) ¡Tirémosle piedras! ¡Orco! ¡Vampiro! ¡Fuera! OSAKA ¡Se calienta nuestro público! KYOTO ¡Están furiosas! DHIA ¡Moriré! ¡Sí... Moriré! OSAKA ¡Casi, casi asesinan de verdad al muñeco del padre! IRIS ¡Oh, historia piadosa! ¡Me parece que en el corazón una mano me apretara y oprimiera! ¡Me causa tan gran dolor que estoy angustiada! DHIA ¡Ay, tómame contigo, Genio del Bien! ¡Llévame contigo donde no se sufra! IRIS ¡Qué triste es su canto! ¡Tengo ganas de llorar en el alma... y en los ojos! KYOTO (a Osaka) ¡Ahora te toca a ti! ¡Dulcísimo!) OSAKA ¡Dulcísimo! JOR, hijo del Sol (OSAKA) ¡Abre tu ventana! ¡Jor soy yo que vengo a tu llamada, pobrecilla Dhia! ¡Abre tu ventana a mis rayos! ¡Abre tu corazón a mi cálida seducción! ¡Jor ha escuchado, oh Dhia, tu plegaria! ¡Abre tu alma, muchacha, al Sol! ¡Abre tu alma a mis palabras! ¡Abre tu corazón a mi, muchacha, y espera! ¿Tú quieres morir? Morir yo te haré pero morir por el Sol besada, después al país eterno te llevaré... donde, oh, muchacha, ¡serás amada! KYOTO (viendo la impresión que la voz de Jor ha hecho en el ánimo de Iris) ¡Es esta poesía gran embaucadora! Dos palabras, dos rimitas que uno dice y una muchacha infeliz como esta... se derrite y pierde la cabeza. (Poco a poco una ventana del teatrillo se ilumina, después se abre y aparece el muñeco de Hijo del Sol: Dhia se arrodilla ante él. Iris, fascinada por el espectáculo, abandona el seto de su jardín y se acerca al teatro) IRIS ¡La tristeza de los sueños se desvanece y se pierde! ¡Como los vanos resplandores de errantes, misteriosas lucecillas luminosas, se van los dolores! KYOTO (a las danzarinas) Ahora, geishas, cuando termine el dueto, danzad y actuad... ¡sin dar sospechas! DHIA ¡Me muero! ¡Tómame! ¡A ti me abandono! ¡Llévame al mundo eterno de la luz! ¡Voy al Nirvana! ¡Y JOR me conduce! ¡JOR, soy tuya! ¡A ti entera me entrego! IRIS (a Dhia) ¡No, tú no mueres, Dhia! ¡Tú asciendes a las altas nubes de rosas y violetas! ¡Con Jor tú asciendes, oh muñeca, al país del Sol y de la Poesía! JOR ¡Ahora muere, pues! (Dhia cae rígida, mientras Jor invoca sobre la muerta la danza celestial) ¡Danzarinas aladas, en torno a ella, vosotras que llegáis, danzad! (a Dhia) ¡Te cubriré de zafiros y topacios! ¡Ven al amor de los eternos espacios! (Con gran estupor del público, Jor ciñe a Dhia, y así abrazados se ven las dos alzarse lentamente para llegar al... Nirvana, mientras cae el telón del teatrillo; al mismo tiempo las tres geishas enmascaradas se colocan en primer plano, preparadas para la danza) |
LA BELLEZZA LA MORTE IL VAMPIRE (Durante le danze, Kyoto gira intorno, e così riesce scaltramente a distrarre l'attenzione, mentre le tre guèchas danzatrici circondano Iris, la quale rimane ad un tratto isolata dal gruppo delle mousmè al posto più avanti.) (Con vorticosi giri e con voli dei loro veli le tre danzatrici riescono a nascondere Iris, la quale ingenuamente ammira.) (I samouraïs rapidi s'impossessano della fanciula: una mano sulla bocca le strozza un grido!) IRIS Ah! (Le tre guèchas continuano la danza, avvicinandosi di nuovo al gruppo delle mousmè : coi larghi giri dei loro veli impediscono alle spettatrici di vedere i samouraïs che trasportano Iris completamente inanimata verso la città. Le guèchas formano un gruppo bizzarro.) KYOTO (che ha tutto sorvegliato, visto il colpo riuscito, si congeda dall'udienza. Intanto, ripiegato il Teatrino, i paraventi, rinchiusi i pupi, la comitiva degli istrioni è pronta ad andarsene.) Grazie, mousmè! A rivederci! Musica! LE MOUSMÈ (Si alzano in piedi per andarsene.) Andiamo! è tardi! È tardi! Andiamo! (S'avviano verso il villagio.) KYOTO (ad Osaka, facendogli cenno d'avviarsi colla comitiva verso la città) Or lascio questo scritto e del denaro al Cieco, E il colpo è fatto ! OSAKA Il colpo è fatto! (Partono tutti ripassando il ponte. Kyoto corre entro il giardino d'Iris; rapidamente depone sulla soglia della casetta un foglio scritto, tenuto disteso da rios d'oro e mommès, proprio presso al Cieco e con tanta abilità da non risvegliarne il sensibilissimo udito, poi raggiunge correndo la comitiva che si allontana.) Il CIECO Questo dramma è menzogna tutto! tutto! Malvagio in testo e talento malvagio! (credendo Iris sempre presente) Iris, tu che ne dici? Non rispondi? Comprendo; sei commossa! (Sorride bonariamente, credendo sempre di parlare ad Iris.) No; non credervi! Tu sei sì buona che ogni pianto Breccia fa nel tuo cuore! (stendendo il tremulo braccio) Andiamo; dammi il braccio! Perchè non credo Ai gemiti di Dhia? (Sorride ancora.) Ebben... vi credo! (Stende ancora il braccio.) Vieni! Dammi il braccio! Una carezza al vecchio Cieco! Iris! Ancora non rispondi! Iris! Iris! Iris! Mia figlia! (Si alza barcollante, cerca intorno a se, incespica, cade.) Vita! Non ci sei più! (alcuni merciaiuoli ambulanti che passano per andare alla città, udendo le grida strazianti del Cieco, entrano nel giardino, e lo rialzano compassionevoli.) IL CIECO Iris! Mia Iris! Iris! I MERCIAIUOLI Cieco, A che gridi disperatamente? IL CIECO Iris! Mia figlia! In casa! Là! Cercatela! (Alcuni merciaiuoli entrano nella casa, ed appariscono poi alla finestra spalancata.) I MERCIAIUOLI (alla finestra) È vuota la tua casa! Iris non c'è! IL CIECO Chiamatela a gran gridi! Per pietà! MERCIAIUOLI Iris! (Ascoltano.) Iris! (Ascoltano ancora.) Neppur l'eco risponde! IL CIECO La mia Vita! Pupilla de' miei occhi! (Tornano dalla casa; uno dei merciaiuoli, nell'uscire, vede e raccoglie il fogio e il denaro lasciato da Kyoto sulla soglia.) La figlia mia! Così buona! MERCIAIUOLO Tu la piangi? Non piangerla! IL CIECO Che dici? Ohimè, che dici? IL MERCIAIUOLO Qui sulla soglia T'ha lasciato un foglio (mostrando foglio e denaro ai compagni) E del denaro! IL CIECO Iris? MERCIAIUOLI È al Yoshiwara! (Il Cieco tocca e ritocca, uscendo in gridi soffocati, il foglio e il denaro.) (L'ira, il dolore, rendono il Cieco come pazzo, ed allontanando con violenza alcuni fra i merciaiuoli che gli stanno vicini vorrebbe correre da solo verso la città ; ma incespica e cade. I merciaiuoli si affrettano a rialzare il Cieco, il quale prorompe in dirotto pianto.) IL CIECO (Piangendo, si rivolge ai merciaiuoli, che sono invasi da un gran senso di pietà.) La casa! Il mio giardino! Quel che tengo a chi di voi Mi guida al Yoshiwara! Or voglio là... Là schiaffeggiarla! Voglio sputarle in volto, voglio... E maledirla! Iris! Mia vita! (Le lagrime gli troncano le parole; quasi vergognoso di quell'affetto che gli trabocca dall'anima, esclama minaccioso:) E poscia... e poscia... e poscia... (Pietosamente i merciaiuoli lo sorregono e lo accompagnano barcollante, inebetito, quasi fantasma, verso la città.) |
LA BELLEZA LA MUERTE EL VAMPIRO (Durante la danza, Kyoto da la vuelta al teatro, y así reaparece taimado sin llamar la atención, mientras las tres geishas danzarinas bailan alrededor de Iris, la cual permanece un buen trecho aislada del grupo de las muchachas) (Con vertiginosos giros y vuelos de sus velos las tres danzarinas consiguen ocultar a Iris, la cual ingenuamente está admirada.) (Los samurais rápidamente se apoderan de la muchacha:¡una mano sobre su boca le ahoga un grito!) IRIS ¡Ah! (Las tres geishas continúan la danza, acercándose de nuevo al grupo de muchachas: con largos giros de sus velos impiden a las espectadoras ver a los samurais que transportan a Iris completamente inanimada camino de la ciudad. Las tres geishas forman un grupo hermoso.) KYOTO (al ver el golpe realizado, se despide de la audiencia. Mientras tanto, se recoge el teatrillo, los paneles, se guardan los muñecos, y la comitiva de actores está dispuesta para marchar.) ¡Gracias, muchachas! ¡Hasta otra! ¡Música! LAS MUCHACHAS (Se ponen en pie para marcharse.) ¡Vámonos! ¡Es tarde! ¡Es tarde! ¡Vámonos! (Se dirigen hacia el pueblecillo.) KYOTO (a Osaka, haciéndole gestos de apresurarse con la comitiva hacia la ciudad) Ahora dejo este escrito y el dinero al Ciego, ¡el golpe está dado! OSAKA ¡El golpe está dado! (Parten todos volviendo a cruzar el puente. Kyoto corre dentro del jardín de Iris; rápidamente deja sobre un banco de la casita una hoja escrita, sostenida abierta por montones de monedas de oro, muy cerca del Ciego y con tanta habilidad que no se hace escuchar, después retrocede corriendo y se une a la comitiva que se aleja.) EL CIEGO ¡Este drama es mentira todo! ¡todo! ¡Malvado el texto y de talento malvado! (creyendo que Iris está presente) Iris, ¿tú qué dices? ¿No respondes? Comprendo; ¡estás conmovida! (Sonríe bonachonamente, creyendo siempre que habla a Iris.) ¡No; no lo creas! ¡Tú eres tan buena que en seguida el llanto se abre en tu corazón! (extendiendo el trémulo brazo) ¡Vamos; dame el brazo! ¿Porque no creo en los lamentos de Dhia? (Vuelve a sonreír.) ¡Está bien... los creo! (Vuelve a extender el brazo.) ¡Ven! ¡Dame el brazo! ¡Una caricia al viejo ciego! ¡Iris! ¿Todavía no respondes? ¡Iris! ¡Iris! ¡Iris! ¡Hija mía! (Se alza vacilante, busca a su alrededor, tropieza, cae.) ¡Vida! ¡No estás aquí! (Algunos mercaderes ambulantes que pasan para llegar a la ciudad, escuchando los gritos desgarradores del Ciego, entran en el jardín, y lo levantan compasivos.) EL CIEGO ¡Iris! ¡Mi Iris! ¡Iris! MERCADERES Ciego, ¿a quién llamas desesperadamente? EL CIEGO ¡Iris! ¡Mi hija! ¡En la casa! ¡Ahí! ¡Buscadla! (Algunos mercaderes entran en la casa, y aparecen después en la ventana abierta.) MERCADERES (desde la ventana) ¡Está vacía tu casa! ¡Iris no está! EL CIEGO ¡Llamadla con grandes gritos! ¡Por piedad! MERCADERES ¡Iris! (Escuchan.) ¡Iris! (Escuchan otra vez.) ¡Ni tan siquiera responde el eco! EL CIEGO ¡Mi Vida! ¡Pupila de mis ojos! (Regresan de la casa; uno de los mercaderes, al salir, ve y recoge la hoja y el dinero dejados por Kyoto sobre el banco.) ¡Mi hija! ¡Tan buena! MERCADER ¿Tú la lloras? ¡No la llores! EL CIEGO ¿Qué dices? ¡Ay de mi! ¿qué dices? MERCADER ¡Aquí sobre el banco te ha dejado una carta (mostrando la hoja y el dinero a sus compañeros) y dinero! EL CIEGO ¿Iris? MERCADERES ¡Está en el Yoshiwara! (El Ciego toca y vuelve a tocar, con gritos sofocados, la hoja y el dinero.) (La ira, el dolor, vuelven al Ciego como loco, y empujando con violencia a algunos de los mercaderes que están cerca, intenta él solo dirigirse hacia la ciudad; pero tropieza y los mercaderes se apresuran a levantarle, desesperado, irrumpe en un llanto incontenible.) EL CIEGO (Llorando, se gira hacia los mercaderes, invadidos de un gran sentimiento de piedad.) ¡La casa! ¡Mi jardín! ¡Todo lo que tengo para aquél de vosotros que me guíe a Yoshiwara! ¡Allí quiero yo... ...allí abofetearla! Quiero escupirle en la cara, quiero... ¡maldecirla! ¡Iris! ¡Vida mía! (Las lágrimas le rompen la palabra; casi avergonzado del enorme afecto que le rebosa del alma, exclama amenazante:) Y después... y después... y después... (Piadosamente los mercaderes lo sostienen y lo acompañan tambaleante, atontado, casi un fantasma, hacia la ciudad.) |