ATTO PRIMO
(La scena presenta la famosa rocca di Ben Ledi,
che, coverta alla vetta da folta boscaglia, e quindi
allargandosi al basso, forma una spaziosa valle,
nel centro della quale è il Lago Kattrine, originato
dalle acque cadenti, cui sovrasta ardito ponte
di tronchi di alberi. Sorge l’aurora)
Scena Prima
(Pastori e pastorelle, che rendonsi a’ campestri
lavori. Sull’alto cacciatori, che inoltransi nel bosco)
PASTORELLE, PASTORI
Del dì la messaggiera
già il crin di rose infiora.
Dal sen di lei che adora,
già fugge rapido - l’astro maggior.
Ed al suo lucido - brillante aspetto
ripiglia ogni essere - vita e vigor.
CACCIATORI
Figli di Morve! - Su su! alle selve!
Le caledonie - temute belve
a noi preparano - novello allor.
(Perdonsi di vista.)
PASTORELLE
A’ nostri riedasi - lavori usati.
Come verdeggiano - ridenti i prati...
Al par che ombreggiano –
le querce annose.
Come spontanee - sorgon le rose...
Così a’ sudori - del buon cultor,
grate rispondano - le piante, i fior.
(S’incamminano per varie strade.)
CACCIATORI
(di lontano)
Su su! alle selve! - Le irsute belve
a noi preparano –
novello allor.
(escono)
Scena Seconda
(Elena in un battello nel lago;
indi Uberto dalla rocca)
ELENA
Oh mattutini albori!
vi ha preceduti Amor.
Da’ brevi miei sopori
a ridestarmi ognor
tu vieni, o dolce immagine
del caro mio tesor!
Fugge, ma riede il giorno;
si cela il rio talor,
ma rigorgoglia intorno
di più abbondante umor;
tu a me non torni, o amabile
oggetto del mio ardor!
(Si ode il vicino suono di un corno,
che viene ripetuto di lontanto.)
Qual suon! Sull’alta rocca
già le fiere a domar van di Fingallo
i ben degni nepoti. Oh! se fra quelli
si aggirasse Malcolm!
vana speranza!
Rapido qual baleno
ei sarebbe volato a questo seno.
(giunta alla riva, scende dal battello,
che attacca ad un tronco)
UBERTO
(Fra sè)
Eccola! alfin la rendi
all’avido mio sguardo, o ciel pietoso!
No, non mentì la fama,
anzi è minor di sua beltade il grido.
ELENA
Di questo lago al solitario lido
chi ti guida? chi sei?
UBERTO
Da’ miei compagni,
una cerva inseguendo,
mi allontanai. Fra queste
alpestri, incerte balze il piè inoltrai,
e, già la via smarrita,
a domandarti aita io mi volgea
a te, non donna,
ma silvestre dea.
(Fra sè)
Fingasi.
ELENA
Amico asilo
ti sia la mia capanna all’altra sponda
meco, se il vuoi, signor, recar ti dei.
UBERTO
Ah sì, del mio destin l’arbitra sei.
ELENA
Scendi nel piccol legno,
al fianco mio ti assidi.
UBERTO
Oh del tuo cor ben degno
eccesso di bontà!
ELENA
Sei nella Scozia, e ancora
non sai che qui si onora pura ospitalità?
UBERTO
Deh! mi perdona...
(Fra sè)
oh Dio!
confuso appien son io!
ELENA
Ah sgombra omai l’affanno,
lieto respiri il cor.
UBERTO
(Fra sè)
Un innocente inganno
deh tu proteggi, o Amor!
(Guadando insieme il lago)
Scena Terza
(Da varie balze giungono al piano i
cacciatori anelanti in traccia d’Uberto)
CORO DI CACCIATORI
Uberto! ah! dove ti ascondi?
Uberto!
Donde tracciarlo? come trovarlo?
La fosca selva... l’alpestre, il piano
si è già percorso, ma tutto invano!
Fiero periglio dal nostro ciglio
lo invola al certo...
Uberto! Uberto! L’eco risponde!
speme non v’ha!
Veloci scorransi altri sentieri...
Noi là... sul monte...
Noi verso il fonte...
Chi a ravvisarlo primier sarà,
agli altri segno dar ne potrà.
Tu, che ne leggi
nel cor fedel,
al nostro sguardo lo addita, o ciel!
¡Uberto! ¡Uberto!
(si disperdono per diverse strade)
Scena Quarta
(Albergo de Douglas. Veggonsi sospese alle
pareti le sue armi e quelle degli
antenati.)
ALBINA
E in questo dì?
SERANO
Tel dissi atteso giunge Rodrigo.
ALBINA
(Fra sè)
Elena! oh quanto ti fia grave un tal dì!
SERANO
Quei fidi amici,
cui spento ancor nel petto
non è l’avito ardor, raccoglie intorno
il belligero eroe.
Sacro in quell’alma
di patria amor tutto l’investe, e ardito
l’impeto incauto ad arrestar lo spinge
di Giacomo, che queste
contra ogni legge invade
pacifiche contrade.
Ah! regga il cielo
così nobil desio, sì puro zelo!
ALBINA
E di Elena la destra?
SERANO
In dolce pegno
di tenace amistà Douglas destina
a sì prode guerrier.
ALBINA
(Fra sè)
Tutte prevedo le pene di quel cor!
SERANO
Tu vieni intanto
a’ domestici uffici,
che maggiori in tal giorno
fa un ospite sì degno il sai, diviso
fia più lieve il lavoro.
ALBINA
(Fra sè)
Quanto m’affanna, o amica, il tuo martoro!
(Entrano)
Scena Quinta
(Nella cappana nascosta di Elena)
ELENA
Sei già nel tetto mio dorata stanza,
dove il fasto pompeggia,
ove il lustro grandeggia,
questa non è; ma, semplice ed umile,
qui raccoglie secure
dall’invido livore
pace, amistade,
amor filiale, onore.
UBERTO
(Fra sè)
Felice albergo! oh quanta
beltà, virtù racchiudi!
ELENA
Il lasso fianco posar ti piaccia.
UBERTO
(sorpreso, fra sè)
Ah! qual ravviso intorno
ornamento guerrier! no...
non m’inganno...
di cavalier Scozzese,
che gli avi miei seguì, veggo l’arnese!
Ove son io? e in qual periglio!
ELENA
E donde il tuo cupo silenzio? a che dubbioso
volgi intorno lo sguardo?
UBERTO
Amabil diva!
Se a te nol vieta alta cagion deh lascia,
ch’io conosca a chi debba
tratto così gentil?
ELENA
Vanto nel padre
il famoso Douglas.
UBERTO
(in uno slancio che poi reprime)
Ah!
ELENA
Lo conosci?
UBERTO
Per fama... e chi nol sa?
ELENA
Civil discordia lo rapì dalla corte!
UBERTO
Oh quanto ancora n’è Giacomo dolente!
ELENA
E chi tel disse?
UBERTO
Voce sparsa così...
(Fra sè)
Mal cauto ardore!
non mi svelar che mai di me sarebbe
se giungesse Douglas?
ELENA
Ma pensieroso chi ti rende così?
UBERTO
Di tue pupille
il soave balen... di quegli accenti
il dolce suon... ma... chi a noi vien?
ELENA
Le care compagne mie son quelle,
cha all’apparir del giorno
sollecite al mio sen fanno ritorno.
Scena Sesta
(Entrano le compagne d’Elena, che circondandola
le dirigono il seguente
coro. Infine Albina)
CORO
D’Inibaca, - donzella, - che fe’
d’immenso amor - struggere un dì
Tremmor, - terror del Norte
Sei Elena - più bella per te
di pari ardor - avvampa così
ognor - Rodrigo il forte.
UBERTO
(Fra sè)
Rodrigo! che mai sento!
ELENA
(Fra sè)
Funesta rimembranza!
UBERTO
(Fra sè)
Di gelosia tormento!
Io già ti provo in me.
ELENA
(Fra sè)
Affetti miei! speranza
più il ciel a voi non diè!
CORO
Indissolubili - dolci ritorte,
o coppia amabile! –
in te deh annodino beltà e valor.
E da l’eterea, - celeste corte
i genii pronubi, - il lieto innalzino
canto di amor!
UBERTO
Sei già sposa? ed è Rodrigo,
che dal ciel tal sorte attende?
ELENA
Le mie barbare vicende
che ti giova penetrar?
UBERTO
Forse... ah di’... non è l’oggetto
che tu adori? un altro amante
sospirar, languir ti fa?
ELENA
Ah! mi tolse un solo istante
del mio cor la libertà.
UBERTO
(Fra sè)
Quali accenti! e deggio in seno
dolce speme alimentarti?
Ah sì! annunzi un tuo baleno
tanto mia felicità.
ELENA
(Fra sè)
Quai tormenti! e come in seno
posso, o speme, alimentarti?
Da me fugge qual baleno
ogni mia felicità.
UBERTO
(Fra sè)
Ma son sorpreso - se qui più resto!
Oh qual contrasto - crudele è questo!
(Le compagne di Elena versano delle
cervogia
in una tazza a guisa di piccola
conca e la porgono
ad Elena, dalla quale vien presentata
ad Uberto,
che bevementre esse cantano.)
ELENA
L’ospital conca - da me ricevi,
gli oppressi spirti - rinfranca, e bevi.
CORO
Ti siano fausti - i genii lari,
e a te sorridano - pace, amistà.
UBERTO
Il tuo bel core - deh a me conceda,
che a’ miei compagni - ben tosto io rieda.
ELENA
L’amica Albina,- che all’uopo arriva,
all’altra riva - ti condurrà.
UBERTO
Bella! al tuo lato - sempre sarei!
ELENA
(con
contegno imponente)
Hai tu obbliato - che ospite sei?
UBERTO
Lascia che imprima - su quella mano...
ELENA
Costume in Morve - non v’ha si strano.
UBERTO
(Fra sè)
Da lei dividermi - come potrò?
ELENA
(Fra sè)
Qual dolce immagine - in me destò!
UBERTO
(Fra sè)
Cielo! in qual estasi - rapir mi sento
d’inesprimibile - dolce contento!
Di quai delizie - m’inebbria amore!
Che cari palpiti - pruovar mi fa!
ELENA
(Fra sè)
Cielo! in qual estasi - rapir mi sento,
se il mio bell’idolo - talor rammento!
Di qual delizie - m’inebbria amore!
Che cari palpiti - pruovar mi fa!
UBERTO
Addio!
(Fra sè)
Deh placati - fato crudel!
Da lei dividermi - come potrò?
ELENA
Addio! Propizio - ti assista il ciel!
(Elena entra nelle sue stanze. Uberto
esce scotato da Albina e dalle donzelle.)
Scena Settima
(Dalla parte opposta donde sono partiti gl’indicati
attori, si avanza concentrato ed a
passo lento
il giovane Malcolm. Giunto in mezzo
alla scena,
si scuote dal suo letargo, guarda
mestamente
intorno, indi dice)
MALCOLM
Mura felici, ove il mio ben si aggira!
Dopo più lune io vi riveggo ah! voi
più al guardo mio non siete,
come lo foste un dì, ridenti e liete!
Qui nacque, fra voi crebbe
l’innocente mio ardor quanto soave
fra voi scorrea mia vita
al fianco di colei,
che rispondea pietosa a’ voti miei!
Nemico nembo or vi rattrista, e agghiaccia
il mio povero cor! mano crudele
a voi toglie, a me invola... oh rio martoro!
la vostra abitatrice, il mio tesoro.
Elena! oh tu, ch’io chiamo!
Deh vola a me un istante!
Tornami a dire «io t’amo!»
Serbami la tua fé!
E allor, di te sicuro, anima mia! lo giuro,
ti toglierò al più forte,
o morirò per te.
Grata a me fia la morte,
s’Elena mia non è.
Oh quante lacrime - finor versai
lungi languendo - da’ tuoi bei rai!
Ogn’altro oggetto - è a me funesto;
tutto è imperfetto, - tutto detesto.
Di luce il cielo - non più non brilla,
più non favilla - astro per me.
Cara! tu sola - mi dai la calma,
tu rendi all’alma - grata mercé!
Scena Ottava
SERANO
Signor, giungi opportuno al vallo intorno
già di guerrieri eletta schiera è giunta,
e di poco precede
il famoso Rodrigo. Oh come esulta
Douglas di gioia! un avvenir felice
alla Scozia, alla figlia, a lui predice.
MALCOLM
(Fra sè)
Qual fiero stato è il mio!
Straziata ho l’alma, e simular degg’io!
SERANO
Tu non rispondi? il ciglio grave hai di pianto?
MALCOLM
Amico, lasciami al mio destin!
SERANO
(Fra sè)
Ah! lo
compiango!
Penetro la cagion del suo dolore!
(Parte.
S'inoltrano Douglas y Elena)
MALCOLM
Eccola! e con Douglas!
forza o mio core!
(resta inosservato)
DOUGLAS
Figlia, è così sereno è il cielo, arride
di ogni alma a’ voti,
e già di lieti evviva
in queste un tempo erme contrade or senti
mille voci echeggiar.
La Scozia oppressa
le ombre irate degli avi al solo eroe,
cui l’onor di eser sposa
è a te serbato,
volgon fremente il ciglio, e ‘l patrio onore
affidano al suo brando.
A te sol resta oronar tanta impresa,
e la tua mano el bel sentier di gloria,
l’alto campione affretti alla vittoria.
MALCOLM
(inosservato, fra sè)
E resisto? e non moro!
ELENA
Oh padre! e quando
ferve bollor di guerra, allor che all’armi
corre ogni età, mentre lo scudo imbraccia
la debil fanciullezza,
la tremula canizie, e tutto al guardo
stragi presenta e bellici furori,
parli di nozze, e vai destando amori?
MALCOLM
(Fra sè)
Ah! mi è fedel!
DOUGLAS
Sul labbro tuo stranieri
son questi accenti, e fia l’estrema volta,
ch’io da te l’oda. Ad obbedirmi apprenda
chi audace mi disprezza
onte a soffrir non è quest’alma avvezza.
Taci, lo voglio, e basti;
meglio il dover consiglia
mostrami in te la figlia
degna del genitor.
Di un passaggero orgoglio
perdono in te l’eccesso
ti dica questo amplesso,
che mi sei cara ancor.
(Si
sentono da lungi squillar le trombe.)
Ma già le trombe squillano!
Giunge Rodrigo! oh sorte!
Io ti precedo sieguimi,
ed offri al prode, al forte
in puro omaggio il cor.
Di quelle trombe al suono
ah! ridestar mi sento
nel cor, di forze spento,
l’usato mio valor.
(parte)
ELENA
E nel fatal conflitto
di amore e di dover, fra tante pene,
Elena, che farai?
(Malcolm esce dal nascondiglio)
MALCOLM
Mio caro bene!
ELENA
Malcolm! stelle! tu qui?
MALCOLM
Mi chiama in campo quella ragione istessa,
che arma i prodi di Scozia.
ELENA
E in quale istante giungesti!
MALCOLM
E che? dell’amor tuo poss’io, Elena, dubitar?
ELENA
Crudele! e puoi oltraggiarmi così?
MALCOLM
Se fida è dunque
a me quell’alma, io sfiderò le stelle
sì, de’ nostri tiranni resisterò al poter.
ELENA
Saprò morire esempio di costanza.
MALCOLM
A me la mano di giuramento in pegno.
ELENA
Eccola.
ELENA, MALCOLM
O sposi, o al tenebroso regno.
Viver io non potrò,
mio ben, senza di te;
fra l’ombre scenderò
pria che mancar di fé.
(partono)
Scena Nona
(Vasta pianura, circondata da alti monti;
si vede da lungi altra parte del
lago. Rodrigo
si avanza in mezzo ai
guerrieri del clan, che
lietamente l’accolgono; indi Douglas)
CORO
Qual rapido torrente,
che vince ogni confin,
se torbido e fremente
piomba dal giogo alpin,
così, se arditi in campo
ne adduce il tuo valor,
non troverà più scampo
l’ingiusto, l’oppressor.
Vieni, combatti e vinci,
corri a’ novelli allori
premio di dolci ardori
già ti prepara amor.
RODRIGO
Eccomi a voi, miei prodi,
onor del patrio suolo;
se meco siete, io volo
già l’oste a debellar.
Allor che i petti invade
sacro di patria amore,
sa ognor di mille spade
un braccio trionfar.
CORO
Sì, patrio onor c’invade guidaci a trionfar!
RODRIGO
Ma dov’è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
fa quest’anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar.
CORO
A’ tuoi voti Amor sorride,
ah! ti affretta a giubilar!
(entra Douglas)
DOUGLAS
Alfin mi è dato, amico,
stringerti al sen ah! di sì grato istante
bramosa l’alma mia, più dell’usato
le ali al tempo agitò.
RODRIGO
Di egual desio fu anelante il mio cor.
DOUGLAS
Venga, e ne offenda
or Giacomo, se il può.
Rodrigo è in campo?
Seco è vittoria.
Eventi i più felici
brillano già da così lieti auspici.
RODRIGO
Se il saggio tuo consiglio il mio braccio avvalora,
non dubitar, salva è la patria allora.
DOUGLAS
Il presagio felice avveri il ciel!
RODRIGO
Ma teco a che non è la figlia?
DOUGLAS
Io la precedo di pochi passi.
RODRIGO
Ignora forse il mio impazïente ardor?
DOUGLAS
Eccola!
RODRIGO
Amici!
voi l’amata mia diva
accogliete con plausi e lieti evviva.
(Elena entra con il suo seguito di dame)
Scena Ultima
CORO
Vieni, o stella - che lucida e bella
vai brillando - sul nostro orizzonte!
Tu serena - deh mostra la fronte
a chi altero - è di tanta beltà.
(Elena cerca di fuggire, ma
viene fermata
da sue dame)
E come brina, - che mattutina,
la terra adusta - bagnando va.
così l’aspetto - de’ tuoi bei lumi
di gioia il petto - gl’inonda già.
RODRIGO
Quanto a quest’alma amante
fia dolce un tale istante
non può il mio labbro esprimerti,
né trova accenti amor.
Ma che? tu taci, e pavida
il ciglio abbassi ancor?
DOUGLAS
Loquace è il suo silenzio;
il sai loclinia vergine
gli affetti suoi più teneri
consacra al suo pudor.
ELENA
(Fra sè)
Come celar le smanie
che straziano il mio cor?
Non posso... oh Dio! resistere
a così rio dolor!
DOUGLAS
(Ad Elena, sottovoce)
Del tuo dover dimentica
ti rende altro amator?
Figlia sleal! paventami,
trema del mio furor.
RODRIGO
(Fra sè)
A che i repressi gemiti?
A che quel suo pallor?
Ondeggio incerto, e palpito
fra speme e fra timor!
ELENA, RODRIGO, DOUGLAS
(Fra sè)
Di opposti
affetti un vortice
già l’alma mia circonda...
Caligine profonda
già opprime i sensi miei
del più fatale orror!
Per sempre io ti perdei,
o calma del mio cor!
(trombe lontane. Malcolm alla testa
de’ suoi seguaci
si presenta a Rodrigo)
MALCOLM
La mia spada, e la più fida
schiera eletta a te presento
al cimento, a fier periglio,
alla morte ancor me guida
mostrerò che un degno figlio
può vantar la patria in me.
ELENA
(Fra sè)
Ah! lo veggo, e di consiglio
più capace il cor non è!
DOUGLAS
(Fra sè)
Figlia iniqua, il tuo scompiglio
veggo or ben chi desta in te!
RODRIGO
Questo amplesso a te fia pegno
di amichevoli ritorte
la mia gioia or colma è al segno
fra l’amico e la consorte!
Oh quai vincoli soavi
di amistade e pura fé!
MALCOLM
La consorte! e chi?
RODRIGO
Nol sai?
DOUGLAS
Qual sopresa!
RODRIGO
A’ dolci rai ardo ognor d’Elena bella...
MALCOLM
(in uno
slancio inconsiderato)
Ah! non fia!
DOUGLAS
Che?
MALCOLM
No!
RODRIGO
Qual favella?
ELENA
(Cercando di evitare il conflitto)
Ah! non fia che a te contrasti
sorte avversa il bel contento...
volea dir...
MALCOLM
Ma...
ELENA
Tal momento
fa quell’anima gioir...
(rapidamente
e di nascosto a Malcolm
per frenarlo)
Taci... oh Dio! per te pavento!
Ah! pietà del mio martir!
RODRIGO
(Fra sè)
Crudele sospetto,
che m’agiti il petto,
ah taci! comprendo...
Già d’ira m’accendo!
Le furie di averno
in seno mi stanno!
Sì barbaro affano
no, pari non ha!
ELENA, MALCOLM
(Fra sè)
Ah celati, o affetto,
nel misero petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
E intanto quest’alma
oppressa, smarrita,
non trova più aita,
più pace non ha!
DOUGLAS
(Fra sè)
Ah l’ira, il dispetto,
mi straziano il petto!
Ei tutto comprende!
Minaccia! si accende!
Sì... sono implacabile...
Vendetta mi affretta...
Un padre più misero
la terra no ha!
(Concertante)
ALBINA, CORO
(Fra sè)
Crudele sospetto
gli serpe nel petto!
Quai triste vicende!
Si adira! si accende!
Il ciel par che ingombri
un nembo assai fiero...
Sì cupo mistero
qual termine avrà?
(Giunge Serano frettoloso.
I bardi lo seguono)
SERANO
Sul colle a Morve opposto
ostil drappello avanza...
CORO
Nemici!
DOUGLAS
Oh qual baldanza!
CORO
Nemici!
RODRIGO
Andiam... disperdansi...
Distruggansi gli audaci...
CORO, DOUGLAS
Oh, come sanguinosa torce
vedono davanti ai miei occhi!
MALCOLM, RODRIGO, DOUGLAS
(Fra sè)
Privato affanno ah taci!
Trionfa o patrio amor!
RODRIGO
(a’ bardi)
A voi, sacri cantori!
Le voci ormai sciogliete
in sen bellici ardori
destate, su, muovete;
ed al tremendo segno,
che a battagliar ne invita,
mi giuri ogn’alma ardita
di vincere o morir.
MALCOLM, DOUGLAS, CORO
Giura quest’alma ardita
di vincere o morir.
(Un capitano reca e solleva in alto un
grande scudo, che fu del famoso Tremmor
secondo la tradizione degli antici Brettoni.
Rodrigo con la sua lancia vi batte sopra
tre volte.
Rispondono egualmente tutti i
guerrieri,
battendo le aste su’ loro scudi)
I BARDI
Già un raggio forier –
d’immenso splendor,
addita il sentier - di gloria, di onor.
Oh figli di eroi! –
Rodrigo è con voi.
Correte, struggete - quel pugno di schiavi...
Già l’ombre degli avi
vi pugnano allato...
Voi, fieri all’esempio -di tanto valor,
su, su! fate scempio –
del vostro oppressor!
ALBINA
E vinto il nemico,
domato l’audace,
la gioia, la pace
in voi tornerà.
LE DONZELLE
E allora felici
col core sereno
le spose, gli amici
stringendovi al seno,
l’ulivo all’alloro
succeder saprà.
BARDI
Oh figli di eroi!
Rodrigo è con voi...
Correte, struggete
il vostro oppressor.
RODRIGO
All’armi, o campioni!
La gloria ne attende...
(Qui una brillante meteora sfolgoreggia
nel cielo; fenomeno in quella regione non
insolito. Sorpresa in tutti.)
TUTTI
Di luce si accende insolita il ciel!
RODRIGO, DOUGLAS
D’illustre vittoria annunzio fedel!
BARDI
Correte... struggete
il vostro oppressor.
MALCOLM, RODRIGO E DOUGLAS
Su... amici! guerrieri!
CORO DI GUERRIERI
Marciamo! struggiamo
il nostro oppressor!
ALBINA, ELENA E DONZELLE
Su i nostri guerrieri
compagne! imploriamo
del cielo il favor.
(Le donzelle con Albina si ritirano
seguendo Elena,
mentre Rodrigo
marciando alla testa di poderosa
schiera,
Malcolm guidando i suoi seguaci,
ed altri
duci facendo lo stesso
pel piano e per le colline,
sgombrano interamente la scena,
e si cala il sipario)
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Folta boscaglia; grotta da un lato)
UBERTO
Oh fiamma soave,
che l’alma mi accendi!
pietosa ti rendi
a un fido amator.
Per te forsennato
affronto il periglio
non curo il mio stato,
non ho più consiglio;
vederti un momento,
bearmi in quel ciglio
è il dolce contento,
che anela il mio cor!
Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie,
che al guardo altrui celar mi sanno,
e in questa inospita foresta
mi guida un cieco amor.
Da che ti vidi perdei la pace,
e porti in salvo
io bramo
dagli eventi di guerra, or che di sangue...
di patrio sangue... ahi lasso!
rosseggerà la Scozia. Ah! fu mendace
forse colui, che, da me compro, il tuo
solingo asilo a me svelò? qual fato
crudele a me ti asconde?
Solo a’ gemiti miei l’eco risponde.
(si aggira per la scena)
ELENA
(a
Serano)
Va’, non temer è meco Albina.
Ah vola dal padre in traccia.
Egli tornar promise
pria della pugna, e il termine già scorre,
che al ritorno prefisse. Oh quanti in seno
nuovi palpiti desta
tanta tardanza,
al mio timor funesta!
SERANO
Calma l’affanno ad appagarti or vado;
abbi cura di te.
(parte)
ELENA
Da quanti affanni è straziato il mio cor!
UBERTO
(ravvisandole)
Nume possente!
Tu arridi a’ voti miei!
ELENA
Un uom! Si fugga...
UBERTO
Ah ferma!
ELENA
E tu chi sei?
UBERTO
Non mi ravvisi?
ELENA
E chi?
UBERTO
Cure ospitali mi prodigò la tua bell’alma.
ELENA
Ah! è vero!
Or ti conosco. Ebben? da me che chiedi?
Chi spinge i passi tuoi? qual nutri ardire?
UBERTO
Dirti ch’iol t’amo,
e di tua man morire.
ELENA
Intempestivo ardor!
UBERTO
De’ tuoi bei lumi
chi resite al poter?
E chi vederti
può senza amarti? ah! se il tuo cor risponde
all’aspetto gentile;
se qualche lusinghier, soave accento,
che ti sfuggì dal labbro allor che teco
io fui, non m’ingannò, non puoi, non dei
esser crudele a chi t’adora.
ELENA
Oh quanto mi fai pietà!
UBERTO
Pietà tu senti?
ah dunque
spera mercede
il mio cocente ardore?
ELENA
Ah! nol poss’io!
non è più meco il core!
UBERTO
Come?
ELENA
Giova a te dirlo, onde fia spenta
la tua fiamma nascente. Amor mi strugge
pel mio Malcolm.
Inviolabil fede, o morte io gli giurai del padre
ad onta, che all’odiato Rodrigo
la mia destra promise.
Ah! tu ben vedi,
che spergiura io sarei,
mostro d’infedeltade
detestevole, orrendo,
se i tuoi voti accoglissi.
UBERTO
Oh me dolente!
Oh sventurato amore!
ELENA
Mi fai pietà...
ma non ho meco il core!
Alla ragion deh rieda
l’alma agitata, oppressa,
ed all’amor succeda
la tenera amistà.
UBERTO
Arcani sì funesti
perché tacermi, ingrata!
Allor che mi rendesti
preda di tua beltà?
ELENA
Che amavi io non sapea...
UBERTO
Non tel diss’io?
ELENA
Credea, che gentilezza...
UBERTO
Amore... Sì... in me possente amore
fiamma destò vorace...
E la sua cruda face
struggermi appien saprà!
ELENA
(Fra sè)
Nume! se a’ miei sospiri
pace donar non sai,
almen de’ suoi martiri
calma la crudeltà!
UBERTO
(Fra sè)
Io del suo cor tiranno?
Farla infelice io stesso?
Ah no... di amore a danno
virtù trionferà.
(Ad Elena)
Vincesti... addio!.. rispetto
gli affetti tuoi...
ELENA, UBERTO
(Fra sè)
Dio, se ai miei sospiri
non sai dare la pace...
Al meno calma la crudeltà
dei suoi martirii
ELENA
Ten vai?
UBERTO
A che mirar quei rai
severi ognor per me?
ELENA
Se de’ tuoi giusti lai
la rea cagion son io,
squarciami un cor che mai
darti saprà mercé!
UBERTO
No, cara anzi desio
pegno di mia costanza
lasciarti in rimembranza,
che sacro io sono a te.
ELENA
E qual?
UBERTO
Da rio periglio
salvai di Scozia il Re.
Il suo gemmato anello
egli mi diè tel dono.
(le
mette al dito il suo anello)
Se mai destin rubello
te, il genitor, l’amante
sa minacciar, dinante
ti rendi al Re la gemma
appena mostrerai,
grazia per tutti avrai;
e ad appagarti intento
sempre il suo cor sarà.
(entra Rodrigo e rimane
nascosto
dietro una colonna)
ELENA
(dibitando)
E il mio rigor contento
renderti... oh Dio! non sa?
UBERTO
Ah! basta al mio tormento
destar la tua pietà.
Scena Seconda
RODRIGO
(Fra sè)
Misere mie pupille!
Che più a mirar mi resta?
Oh gelosia funesta!
Oh ria fatalità!
(scovrendosi
e dirigendosi ad Uberto)
Parla... chi sei?
ELENA
(Fra sè)
Rodrigo!
RODRIGO
Chi sei?
UBERTO
(Fra sè)
Egli!
o furor!
ELENA
(Fra sè)
Destino crudel!
RODRIGO
Non sembri Alpino!
Sei tu del clan?
UBERTO
Ne aborro l’infausto nome.
RODRIGO
Amico forse del re?
UBERTO
Lo sono...
RODRIGO
Che ascolto?
ELENA
Incauto!
UBERTO
E tale,
che te non teme, e quanti
perversi ha il Re nemici.
RODRIGO
Perversi?
ELENA
Oh ciel! che dici!
Frenati!.. ah qual martire!
UBERTO
Tu mi vedrai morire...
Non so che sia viltà.
ELENA
(Fra sè)
Mi sento... oh Dio! morire!
Mancando il cor mi va!
RODRIGO
(Para sí)
Qual temerario ardire!
Frenarmi e chi potrà?
(Ad Uberto)
Né ancor ti arrendi, audace?
UBERTO
Ov’è il tuo stuol seguace,
che i suoi doveri obblia?
Alla presenza mia
impallidir saprà.
RODRIGO
Da’ vostri aguati uscite, figli di guerra!
(Al suo grido vedesi tutta la scena
ingombra in un
istante di guerrieri del clan,
che erano nascosti ne’
folti cespugli del
bosco)
GUERRIERI
A’ tuoi cenni siam pronti.
RODRIGO
Ostenta orgoglio, or più, se il puoi...
ELENA
Che miro! oh Dio!
RODRIGO
Paventa di quegli acciari al lampo...
Per te non vi è più scampo...
Ferite un traditor.
(a’ guerrieri, che nello slanciarsi
si fermano alle grida di Elena)
ELENA
Fermate!
UBERTO
E tu guerriero?
ELENA
Cedete a’ pianti miei...
UBERTO
No... di vil gregge sei
malvagio conduttor!
RODRIGO
Cessate! io basto... io solo
domar vo’ tant’orgoglio...
UBERTO
Un ferro... un’arme io voglio...
(Rodrigo gli dà la spada di un guerriero)
ELENA
Scenda in voi pace...
UBERTO, RODRIGO
All’armi!
No... più non so frenarmi!
Mi guida il mio furor!
ELENA
No!
(mettendosi
in mezzo ai due)
Io son la misera,
che morte attendo...
Su... su... scagliatevi...
non mi difendo...
Se i giorni miei
troncar vi piace,
di orror la face
si spegnerà.
UBERTO, RODRIGO
Vendetta! accendimi
di rabbia il seno!
Nel petto ah versami
il tuo veleno!
Vieni al cimento...
Io non ti temo...
L’istante estremo
ti giungerà.
ELENA, UBERTO, RODRIGO
Come resistere a tanta emozione!
Sento che la mia anima sta vacillando
CORO
Ah! tanto ardire
ne’ nostri petti
oh come l’ire
destando va!
(Rodrigo ed Uberto partono per un
lato. Elena li segue co’ guerrieri)
Scena Terza
(Grotta)
ALBINA
Quante sciagure
in un sol giorno aduna
l’avverso ciel per tormentare un core!
Elena sventurata!
Per quanti cari oggetti palpitar ti vegg’io?
né splende in cielo
raggio di luce a dissipar quel velo,
che covre il tuo destin...
(entra Malcolm)
MALCOLM
Elena... ah dimmi dov’è?
ALBINA
Di questo speco all’ingresso non era?
MALCOLM
Ah! no...
ALBINA
Del padre serve al cenno così?
qui preservarla credea dall’ira ostil.
MALCOLM
Ah! ferve intanto
terribil pugna... han le reali schiere
penetrato nel clan Rodrigo istesso
con ignoto campione
è a singolar certame. Un cor pietoso
mi fe’ sperar che qui trovata avrei
Elena mia. Salvarla, o in sua difesa
perir volea.
ALBINA
Mosse le piante al fianco
del fedele Serano, e poi...
(a Serano che giunge)
Ma... vieni.
Dimmi, e teco non riede
la figlia di Douglas?
SERANO
Del padre in traccia
un suo cenno mi trasse
il vidi... oh Dio!
Smarrito in volto... «Ah vanne...
vanne», disse «alla figlia, e la difendi.
Dille che al Re m’invio se la mia morte
può placar l’ira sua, se in questa guisa
pace alla patria mia donar mi è dato,
dille che il mio morir troppo è a me grato!»
MALCOLM
Come!
ALBINA
E ad Elena tu?
SERANO
Tutto narrai, e già fuor di se stessa
corre alla reggia.
ALBINA
Oh sciagurata! oh pena!
MALCOLM
Ah tu il sentier mi addita,
che segnò l’infelice...
SERANO
Al par del lampo
dal guardo mio sparì.
MALCOLM
Stelle spietate!
e a tante pene i giorni miei serbate?
(cade
in ginocchia.
Breve intermezzo musicale)
Ah si pera ormai la morte
fia sollievo a’ mali miei,
se s’invola a me colei
che mi resse in vita ognor.
Mio tesoro! io ti perdei!
Dolce speme del mio cor!
GUERRIERI
(di
dentro)
Douglas! Douglas! ti salva!
ALBINA E SERANO
Quai voci!
MALCOLM
E chi si avanza?
GUERRIERI
Douglas dov’è?
MALCOLM
Che avvenne?
GUERRIERI
Ah! più non v’è speranza...
Cadde Rodrigo estinto...
ALBINA, SERANO
Avverso ciel!
GUERRIERI
Ha vinto di Scozia il Re...
MALCOLM
Che sento!
GUERRIERI
Ne insegue, e dà spavento
già l’oste vincitrice...
MALCOLM
Che tento!
oh me infelice!
Elena! amici! oh Dio!
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor!
Ah! chi provò del mio
più barbaro dolor?
ALBINA, SERANO, GUERRIERI
Fato crudele e rio!
Fia pago il tuo furor.
(Malcolm parte co’ guerrieri)
ALBINA
E dove avrem noi scampo?
SERANO
Il mio destino io qui tranquillo attendo.
ALBINA
Oh qual sorse per noi giorno tremendo!
Scena Quarta
(Stanza nella reggia di Stirling. Douglas da guerriero
ma
senza elmo e spada, guardie, infine Bertram)
GIACOMO
E tanto osasti?
DOUGLAS
Io mi presento, o Sire,
volontario al tuo piè.
Grazia non chieggo
pe’ giorni miei. Di sanguinosa guerra
arde la face, e la mia morte
basta a spegnerla appieno. Ah! su la figlia,
e su quanti, pietosi al mio destino,
mi difesero in campo,
scenda la tua clemenza!
GIACOMO
E quale oggetto
sotto ignote divise
te condusse al torneo che celebrava
la mia vittoria? audace! a che ostentarmi
tanto valor, tutti atterrando i prodi,
che venner teco al paragon dell’armi,
e in aperta tenzon?
DOUGLAS
Sperai destarti delle antiche mie gesta
rimembranza così Giacomo solo,
del precettor che l’educò alla gloria,
riconoscer potea gli usati modi
nel battagliar.
GIACOMO
Ma a cancellar non basta
i miei falli un tal passo.
(alle
guardie, che circondano Douglas)
Olà! Serbate al mio sdegno costui.
DOUGLAS
Lo merto attendo
in pace i cenni tuoi.
Figlia infelice!
Sol mi è grave il morir, perché lasciarti
deggio misera e sola!
GIACOMO
E ancor non parti?
(Douglas
è condotto via.)
Quanto all’alma tu costi,
simulato rigor! son ne’ miei lacci
i più forti nemici... ah! se Malcolm...
se quel rival...
BERTRAM
(Entra)
Signor, parlarti brama
donna, molle di pianto, e quella gemma,
che ornò tua destra, a me mostrando...
GIACOMO
(Fra sè)
E’ dessa!
(A Bertram)
Venga, ed a lei si taccia
ch’io sono il Re.
Ti attendo alle mie stanze
Quanto voglio, saprai.
BERTRAM
Vado.
(parte)
DOUGLAS
Quale distanza
v’ha dal mio core al tuo, donna! vedrai
Scena Quinta
(Bertram introduce Elena)
BERTRAM
Attendi il Re fra poco ti ascolterà.
(entra nelle regie stanze)
ELENA
Reggia, ove nacqui, oh quanto
fremo in vederti!
alle sventure mie
tu fosti culla!
assai di te più caro
mi era l’albergo umil, dove
or nel padre, or nell’oggetto amato
pascea lo sguardo, e lor posava allato.
Ma qui sola! ov’è il Re?
chi al regio aspetto
mi guiderà? Se il generoso amico
non m’ingannò, del genitor la vita,
di Malcolm, di Rodrigo
spero salvar... che sento!
Qual doce suon! che amabile concento!
GIACOMO
(canta
dalle sue stanze)
Aurora! ah sorgerai
avversa ognor per me?
D’Elena i vaghi rai
mostrarmi... oh Dio! perché?
E poi rapirmi, o barbara!
quel don ch’ebb’io da te?
ELENA
Stelle! sembra! egli stesso! ah qual sorpresa!
Né mi pose in obblio?
Di me si duole! e che sperar poss’io?
Scena Sesta
(Comparisce Giacomo,
Elena
va frettolosa ad incontrarlo)
ELENA
Eccolo! amica sorte
ti presenta a’ miei voti,
o generoso cor!
GIACOMO
Da me che chiedi?
ELENA
Il tuo don non rammenti? ah sì, tu stesso
mi guida al Re.
GIACOMO
Tu lo vedrai.
ELENA
Perdona alla impazienza mia
di un breve istante non indugiar
sacro dover di figlia al trono m’avvicina.
GIACOMO
Ebben, tu il vuoi?
E chi sa opporsi a’ desideri tuoi?
(si appressa ad una gran porta in fondo,
che
aprendosi lascia vedere quanto di
magnificenza
possa comprendere
la sala del trono)
Scena Última
(Bertram, Grandi e dame, che circondano il
trono, indi gli attori che
verranno enunciati)
CORO
Imponga il Re noi siamo
servi del suo voler;
il Grande in lui vantiamo,
il padre ed il guerrier.
ELENA
Ah! che vedo! qual fasto!
Ma fra tanti ov’è il Re?
proni e devoti
miro tutti, ma invano
cerco chi sia fra questi il lor sovrano.
GIACOMO
Eppure è qui.
ELENA
Ma qual?... Stelle! ogni sguardo
è a te rivolto? il capo tuo coverto,
la piuma che dagli altri ti distingue...
Saresti mai?.. gran Dio!
Deh avvera i dubbi miei...
GIACOMO
(indicando
se stesso)
Il Re chiedesti? e al fianco suo tu sei.
(si impiega il manto reale)
ELENA
Tu stesso? ah! qual sorpresa! a’ piedi tuoi...
GIACOMO
Sorgi, l’amico io son di mie promesse
il fido esecutor; parla, che brami?
ELENA
Ah! non lo ignori... il genitor...
GIACOMO
Ebbene...
Il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...
(Ad un
suo cenno vien fuora Douglas)
Vieni Douglas... l’abbraccia... io ti perdono.
DOUGLAS
Ah figlia!
ELENA
Ah padre mio!
ELENA E DOUGLAS
Signor... deh, lascia...
GIACOMO
Obblio
tutto per te tu, Lord Bothwel, riprendi gli stati tuoi.
DOUGLAS
Tutto il mio sangue in segno di grato cor...
GIACOMO
Appien contenta, il veggo,
Elena ancor non è favella.
ELENA
Ah Sire! I giorni di Rodrigo...
GIACOMO
Egli? infelice! Ah! non è più!
ELENA
Che ascolto! oh sventurato!
DOUGLAS
Oh amico sciagurato!
GIACOMO
Alla clemenza
diedi abbastanza, e di giustizia or deggio
dar rigoroso esempio.
Venga Malcolm.
ELENA
Ascolta...
GIACOMO
Alcun non osi
chieder grazia per lui.
ELENA
(Fra sè)
Come salvarlo?
MALCOLM
(viene
tra le guardie. Fra sè)
Elena! oh rio destin!
GIACOMO
Giovane audace!
A me ti appressa un mancator degg’io
punire in te...
MALCOLM
Ah Prence! il fallo mio...
(si inginocchia davanti al Re)
GIACOMO
Pietà non merta,
e dell’error ben degna
avrai tu pena.
Ah sorgi, e questo sia
pegno del mio favor.
Porgi la destra...
(unisce
le destre di Elena e Malcolm)
Siate felici, il Ciel vi arrida.
ELENA, MALCOLM, DOUGLAS
Oh Stelle!
BERTRAM, CORO
Oh Re clemente!
GIACOMO
Altro a bramar ti resta?
ELENA
Io... Sire... qual piacer! qual gioia è questa!
(abbraccia a Malcolm e dopo si avvicina
al Re)
Tanti
affetti in un momento
mi si fanno al core intorno,
che l’immenso mio contento
io non posso a te spiegar.
Deh! il silenzio sia loquace...
Tutto dica un tronco accento...
Ah signor! la bella pace
tu sapesti a me donar.
(si inginocchia di fronte al Re)
TUTTI
Ah sì... torni in te la pace,
puoi contenta respirar.
(Elena si alza ed abbraccia a Malcolm)
ELENA
Fra il padre e fra l’amante
oh qual beato istante!
Ah! chi sperar potea tanta felicità!
TUTTI
Cessi di stella rea
la fiera avversità.

|
ACTO PRIMERO
(El monte de Ben Ledi, cubierto por una
espesa vegetación,
y que se abre formando
un espacioso valle, en el centro del cual
se
encuentra el Lago Katrine, originado por las
aguas de deshielo. Se destaca un rústico
puente
de madera. Amanece)
Escena Primera
(Pastores que marchan hacia sus tareas. En lo
alto, cazadores que se internan en
el bosque)
CORO DE
PASTORES
Ya la mensajera del día
viste de rosas su cabellera.
De su seno dorado
surge veloz el astro mayor
y ante su aspecto resplandeciente
todas las criaturas recobran vida y vigor.
CAZADORES
¡Hijos de Morven! ¡Partimos hacia los
bosques!
Las temidas fieras de Caledonia
nos depararán nuevos laureles
(Se pierden de vista)
PASTORES
Entreguémonos a nuestras tareas cotidianas.
Tal como reverdecen los sonrientes prados
y al mismo tiempo dan sombra
las centenarias encinas a las rosas
que surgen espontáneamente a su alrededor,
así, ante el trabajo del buen pastor,
responden con gratitud las plantas y flores.
(se dispersan por varios lados)
CAZADORES
(a lo lejos)
¡Vayamos, vayamos hacia los bosques!
¡Que las fieras salvajes nos procuren
nuevos y gloriosos laureles!
(todos salen)
Escena Segunda
(Elena en una barca que se aproxima a
la orilla del lago; luego, Uberto en una
roca)
ELENA
¡Oh, resplandores de la mañana!
¡El amor llegó antes que vosotros!
Siempre vienes a despertarme
de mis breves suspiros,
¡oh, dulce imagen de mi querido amor!...
Ven pronto,
¡oh, dulce imagen de mi querido amor!
El día huye... pero regresa.
El arroyo tal vez se oculta,
pero vuelve a murmurar con nueva frescura.
Pero tú no regresas,
¡oh, dulce motivo de mi ardor!
(Se oye sonar un corno, cuyo
sonido es repetido desde lejos)
¿Ese toque?
Sobre las altas rocas
los dignos descendientes de Fingallo
van a domar a las bestias salvajes.
¡Oh, si entre ellos estuviera Malcolm!
Vana esperanza...
¡Él hubiera corrido a mi lado rápido como un rayo!
(desembarca en la orilla y amarra
la embarcación a un tronco)
UBERTO
(Para sí)
¡Allí está! ¡Oh, cielos misericordiosos
al fin la entregas a mi ávida mirada!
¡Ah, no es mentira lo que dicen
y aún es inferior a su belleza!
ELENA
¿Quién te ha guiado hacia
la solitaria orilla de este lago? ¿Quién
eres?
UBERTO
Siguiendo un cervatillo
me alejé de mis compañeros
y entre las escarpadas rocas
con pasos inciertos
perdí el camino llegando hasta
aquí...
Necesito tu ayuda...
¡Pareces, más que una mujer,
una diosa del bosque!
(Para sí)
¡Debo fingir!
ELENA
Que mi cabaña sea
tu amistoso refugio.
Si lo deseas, puedes venir conmigo a la otra orilla.
UBERTO
¡Ah, sí, eres tú quien
decide mi destino!
ELENA
Sube al bote
y siéntate a mi lado.
UBERTO
¡Es un exceso de piedad
digno de tu noble
corazón!
ELENA
¿Estás en Escocia y aún no sabes
que aquí se venera la
hospitalidad?
UBERTO
Por favor, perdóname...
(Para sí)
¡Oh, Dios, estoy confundido!
ELENA
¡Ah, olvida ya tus angustias
y que tu corazón respire
feliz!
UBERTO
(Para sí)
¡Oh, Amor, protege
mi inocente engaño!
(sube al bote)
Escena Tercera
(Por las montañas próximas al lago,
llega un grupo de súbditos de Uberto)
CORO
¡Uberto! ¿Dónde te escondes?
¡Uberto! ¡Uberto!
¿Dónde buscarlo? ¿Cómo encontrarlo?
El bosque oscuro, la montaña... el llano...
todo ya ha sido recorrido
¡pero en vano!
Seguramente un grave peligro
lo apartó de nuestras vistas.
¡Uberto! ¡Uberto! ¡Es el eco el que responde!
Ya no queda esperanza.
¡Rápido, buscad por otros senderos!
¡Nosotros iremos al monte!
¡Nosotros a la fuente!
¡Quien sea el primero en divisarlo
que dé aviso a los
otros!
¡Oh, cielo, tú que lees
en nuestros angustiados corazones,
muéstralo a nuestras
miradas!
¡Uberto!
¡Uberto!
(se dispersan por diferentes caminos)
Escena Cuarta
(Albergue de Douglas. Se ven colgando
de las paredes
las
armas de sus antepasados)
ALBINA
¿Y qué va a suceder hoy?
SERANO
Ya te lo dije, llega el esperado Rodrigo.
ALBINA
(Para sí)
¡Elena! ¡Oh, qué día difícil será para ti!
SERANO
Esos fieles amigos,
en cuyos pechos aún no se ha apagado
el ancestral ardor patrio,
acompañan al belicoso
héroe.
Sagrado para esas almas
es el patrio amor que
todo lo enfrenta.
Incautos y con ímpetu audaaz,
han decidido enfrentarse a Jacobo,
quien contra toda las leyes
ha invadido nuestras
pacíficas tierras.
¡Ay! ¡Que el cielo guíe
tan nobles y voluntariosos deseos!
ALBINA
¿Y la mano de Elena?
SERANO
Como prenda del pacto de inquebrantable amistad,
Douglas la destina
a tan valiente guerrero.
ALBINA
(Para sí)
¡Preveo la inmensa pena de su corazón!
SERANO
Vayamos, mientras tanto,
a limpiar y ordenar
el aposento,
que
tan ilustre huéped
bien lo merece.
ALBINA
(Para sí)
¡Cuánto me angustia, oh amiga, tu martirio!
(salen)
Escena Quinta
(En la apartada cabaña de Elena)
ELENA
Ya estás bajo mi techo.
Desde luego que no es
una mansión
ostentosa y a la vista de todos;
es
pequeña
y humilde,
protege del envidioso rencor
y en ella anidan
la paz, la amistad,
el amor filial y el honor.
UBERTO
(Para sí)
¡Feliz morada!
¡Oh virtud, cuanta belleza encierras!
ELENA
Que te sea agradable reposar de la fatiga.
UBERTO
(sorprendido, para sí)
¡Ah, qué veo!...
¡Pertrechos de guerra!
¡Si no me equivoco estas armaduras
son de los caballeros escoceses
contra los que mis
antepasados combatieron!
¿Dónde estoy? ¿En qué peligro?
ELENA
¿De dónde viene tu profundo silencio?
¿Hacia dónde vuelves tu mirada inquieta?
UBERTO
¡Amable diosa!
Si no te lo impide una poderosa razón
permite que yo sepa
¿a quién debo tratar con tanta gentileza?
ELENA
Me vanaglorio de ser la hija del célebre Douglas.
UBERTO
(con un sobresalto que luego reprime)
¡Ah!
ELENA
¿Lo conoces?
UBERTO
Por su fama... ¿quién no lo conoce?
ELENA
¡Una guerra civil lo alejó de la corte!
UBERTO
¡Y qué afligido aún está el Rey!
ELENA
¿Quién te lo ha dicho?
UBERTO
Simplemente... rumores que han corrido.
(Para sí)
Pasión imprudente,
no me descubras...
¿Qué sería de mí si apareciese Douglas?
ELENA
Pero... ¿por qué estás tan pensativo?
UBERTO
El suave resplandor de tus pupilas,
los dulces sonidos de tus palabras...
Pero... ¡Alguien
llega!
ELENA
Son mis queridas compañeras,
que al amanecer vienen
para cuidarme.
Escena Sexta
(Entran las compañeras de Elena y
entonan el siguiente
coro. Luego Albina)
DAMAS
Elena, eres más bella que la doncella Inibaca
que hizo consumir de amor
a Tremmor, el terror
del norte.
Elena, tú eres más bella aún y por ti,
con igual ardor,
se consume el poderoso Rodrigo.
UBERTO
(Para sí)
¡Rodrigo! ¡Qué escucho!
ELENA
(Para sí)
¡Qué recuerdo funesto!
UBERTO
(Para sí)
¡El tormento de los celos
ya experimento en mí!
ELENA
(Para sí)
¡Oh, a mis deseos el cielo
no le concede ni la
más remota esperanza!
CORO
¡Lazos dulces e indisolubles
unen a esta pareja
feliz!
¡Se une a tu belleza, el valor!
¡Y que en la etérea y celeste bóveda
los espíritus
eleven
el alegre canto del
amor!
UBERTO
¿Estás prometida?
¿Y es Rodrigo quien
espera tal suerte del cielo?
ELENA
¿De qué te serviría conocer
mis terribles tormentos?
UBERTO
Tal vez... ¿No lo amas?
¿Otro amor te hace
suspirar y languidecer?
ELENA
¡Ah, en un solo instante
me arrebató la libertad del corazón!
UBERTO
(Para sí)
¡Qué palabras!... ya siento en mi pecho...
alimentar dulces
esperanzas...
¡Ah, sí, que su mirada me
anuncie mi felicidad!
ELENA
(Para sí)
¡Qué tormentos!
¿Podrá mi corazón albergar alguna
esperanza?
¡Toda la felicidad huye
de mí
como en un relámpago!
UBERTO
(Para sí)
Pero... ¡si permanezco aquí seré descubierto!
¡Qué cruel conflicto!
(Las compañeras de Elena vierten cerveza
en un cuenco y se lo entregan a Elena; ésta
a su vez se lo ofrece a Uberto, que bebe
mientras ellas cantan.)
ELENA
Recibe de mí la copa de la hospitalidad.
Bebe y reanima tu espíritu oprimido.
CORO
Que te sean propicios nuestros dioses familiares
y que te sonrían la paz
y la amistad.
UBERTO
Que tu generoso corazón me conceda
regresar pronto con mis compañeros.
ELENA
Mi amiga Albina, que está llegando,
te conducirá hacia la
otra orilla.
UBERTO
¡Bella! ¡Quisiera estar siempre a tu lado!
ELENA
(con imponente actitud)
¿Has olvidado que eres mi huésped?
UBERTO
Déjame besar tu mano.
ELENA
En Morven no existe una costumbre tan extraña.
UBERTO
(Para sí)
¿Cómo podré separarme de ella?
ELENA
(Para sí)
¡Qué dulces imágenes despierta en mí!
UBERTO
(Para sí)
¡Cielos, qué éxtasis! Me siento transportado
por una inagotable y
dulce emoción.
¿Qué delicias me embriaga el Amor?
¿Qué dulces sentimientos me hace experimentar?
ELENA
(Para sí)
¡Cielos, qué éxtasis! Me siento embriagada...
al evocar a mi bello amado.
¿Con qué delicias me embriaga el Amor?
¿Qué dulces latidos me hace sentir?
UBERTO
¡Adiós!
(Para sí)
¡Destino cruel, ten piedad!
¿Cómo podré separarme de ella?
ELENA
Que el cielo te sea propicio. ¡Adiós!
(Elena entra en su alcoba. Uberto sale
acompañado por Albina y las doncellas)
Escena Séptima
(Misma lugar. Por el lado opuesto al que han
salido Uberto y Albina, llega
pensativo y a paso
lento el joven
Malcolm. Entra en escena, se
sacude de su letargo, mira tristemente
alrededor,
luego dice )
MALCOLM
¡Felices muros que circundan a mi amada!
Vuelvo a verlos después de tanto tiempo.
¡Ya no están frente a mis ojos
risueños y alegres como
fueran un día!
Aquí nació, y entre nosotros creció,
mi inocente pasión.
¡Qué dulce transcurría
la vida a su lado
cuando ella respondía a mis
súplicas con fervor!
¡Ahora, una nube enemiga
aflige y atemoriza mi pobre
corazón!
¡Una mano cruel te arrebata y me roba!
¡Oh, cruel martirio!
¡Vuestra amada y mi tesoro!
¡Elena, yo te llamo!...
¡Vuelve a mí un instante!
¡Vuelve a decirme que me amas!
¡Guárdame tu fidelidad!
Y entonces, alma mía, seguro de ti,
te juro te venceré al más fuerte
o moriré, o moriré
por ti.
La muerte me será grata
si Elena no es mía.
¡Oh, cuántas lágrimas he derramado
languideciendo lejos de
tus bellos ojos!
Todo lo que no seas tú
es imperfecto y lo detesto.
¡El cielo ya no
brillará más!
¡Ningún astro
resplandecerá para mí!
¡Querida, sólo tú das sosiego
a mi
atribulada alma!
Escena Octava
SERANO
Señor llegas oportuno.
¡Ha llegado al valle la escuadra guerrera!
Los precede el príncipe Rodrigo.
¡Oh, Douglas está exultante de felicidad!
¡Y augura un futuro feliz,
para Escocia y para su
hija!
MALCOLM
(Para sí)
¡Qué terrible!
¡Mi alma está desgarrada!... Debo fingir
SERANO
¿No respondes? ¿En tus hay lágrimas?
MALCOLM
¡Amigo, déjame, déjame con mi destino!
SERANO
(Para sí)
¡Ah, lo compadezco,
comprendo la razón de su
dolor!
(Serano sale. Llegan Douglas y Elena)
MALCOLM
Aquí llaga... ¡Y con Douglas!
¡Corazón mío, ten valor!
(permanece oculto)
DOUGLAS
¡Hija mía! Así es, el cielo está sereno
y sonríe a mis esperanzas
y a las súplicas de mi alma.
¿Nos oyes retumbar mil voces
en estas comarcas, otrora solitarias?
La Escocia oprimida y los iracundos fantasmas
de nuestros antepasados,
dirigen sus miradas temblorosas
hacia el héroe
que el destino te ha reservado
para ser su esposa.
Sólo tú puedes coronar esta empresa.
Que tu mano lo conduzca por el sendero de la gloria
y apresure al glorioso caballero a alcanzar la victoria.
MALCOLM
(oculto y para sí)
¿Y puedo resistir? ¿Y no muero?
ELENA
¡Oh padre! Ahora que arde
el fuego de la guerra
y todos corren a la lucha;
y que incluso la bisoña
juventud
y la temblorosa vejez empuñan las armas;
que por doquier hay
estragos y furor
¿tú hablas de bodas y piensas en el amor?
MALCOLM
(Para sí)
¡Ah, ella me es fiel!
DOUGLAS
¡Estas palabras son extrañas en tus labios!
¡Qué sea la última vez que las oiga de ti!
Que aprenda a obedecerme
quien se me resiste, audaz.
¡Mi alma no está acostumbrada
a sufrir agravios!
¡Calla, lo quiero, lo quiero y basta!
Que el deber te aconseje...
Muéstrame que eres
la digna hija de tu padre.
Perdono en ti el exceso de un orgullo pasajero...
Que este abrazo te diga
que aún me eres querida.
(se oyen a lo lejos sonar las trompetas)
¡Ya resuenan las trompetas!
¡Viene Rodrigo! ¡Oh, qué suerte!
Yo te precedo.
¡Sígueme, sígueme y ofrece al valiente, al fuerte
tu corazón como homenaje!
Al sonido de esas trompetas
¡ah! siento despertar
en mi debilitado corazón
el antiguo valor.
(sale)
ELENA
En medio de este fatal conflicto,
entre el amor y el deber,
¿qué harás, Elena?
(Malcolm sale de su escondite)
MALCOLM
¡Querida mía!
ELENA
¡Malcolm! ¡Dioses! ¿Tú, aquí?
MALCOLM
Me llama al campo de batalla la misma razón
que arma a los valientes
escoceses.
ELENA
¡Ah, en qué momento has llegado!
MALCOLM
¿Por qué? ¿Puedo dudar de tu amor, Elena?
ELENA
¡Cruel! ¿Cómo puedes ultrajarme así?
MALCOLM
Entonces, si tu alma me es fiel,
yo desafiaré a las estrellas.
¡Si, combatiré al poder de los tiranos!
ELENA
Sabré morir siendo ejemplo de constancia.
MALCOLM
Dame la mano como prueba de tu juramento.
ELENA
¡Aquí está!
AMBOS
Seremos esposos o iremos
al reino de las tinieblas...
Sin ti, mi bien, no podré vivir...
Descenderé al reino de las sombras
antes que faltar a mi
fidelidad.
(salen)
Escena Novena
(Vasta llanura circundada por altos
montes.
Se ve de lejos
el lago. Rodrigo
avanza entre los guerreros del clan que
lo acogen alegremente)
CORO DE GUERREROS
Como un torrente impetuoso
que vence todo obstáculo;
como un torrente
turbulento
cayendo entre las rocas;
así,
tu valor,
nos conduce al
campo de batalla.
El inicuo opresor
no tendrá escape...
¡Ve, combate y vence!
Luego, a nuevos laureles
el Amor te prepara,
un premio de dulce
pasión.
RODRIGO
¡Mis valientes,
aquí estoy con vosotros!
¡Mis valientes, honor a la patria!
¡Si estáis conmigo, corro a derrotar al enemigo!
Puesto que el sagrado amor a la patria
invade vuestros pechos,
vuestros
brazos sabrán triunfar
sobre mil espadas.
GUERREROS
¡Sí, el amor a la patria nos invade!
RODRIGO
Pero ¿dónde está aquella
que enciende la dulce
llama de mi pecho?
Una sola mirada de sus ojos
llena mi alma de júbilo.
Si Amor sonríe a mis deseos,
mi corazón no pide más.
Como un nuevo Hércules
sabré triunfar en el campo de batalla.
GUERREROS
Amor sonríe a tus deseos
y te prepara un dulce premio.
(entra Douglas)
DOUGLAS
¡Amigo, al fin me es concedido abrazarte!
¡Ah ,mi alma estaba
más impaciente que nunca
esperando este grato
encuentro!
RODRIGO
Mi corazón anhelaba lo mismo.
DOUGLAS
¡Que venga si se atreve!
¡Que ataque el rey
Jacobo
si es que puede!
¡Rodrigo está con nosotros!
La victoria y los más felices acontecimientos
siempre estarán de su parte...
RODRIGO
Si tus sabios consejos fortalecen mi brazo,
no lo dudes, ¡la patria ya está a salvo!
DOUGLAS
¡Que el cielo confirme el feliz presagio!
RODRIGO
Pero ¿cómo es que tu hija no está contigo?
DOUGLAS
Yo la precedo por pocos pasos.
RODRIGO
¿Tal vez ignora mi impaciente ardor?
DOUGLAS
¡Aquí está!
RODRIGO
¡Amigos!
Recibid a mi amada
con aplausos y alegría
(entra Elena con su séquito de damas)
Escena Final
CORO
¡Ven, oh estrella, que brillante y bella
resplandeces en nuestro
horizonte!
Muestra tu frente a quien orgulloso está
de tanta belleza.
(Elena trata de huir, pero es
retenida por sus damas)
Como la escarcha que en la mañana
baña la tierra silenciosa,
así, a la vista de tus bellos ojos,
nuestros pechos se
inundan de alegría.
RODRIGO
¡Qué dulce es este instante
para mi alma amante!
Mis labios y mi amor
no encuentran palabras para expresarlo.
Pero ¿qué?
¿callas, y temerosa bajas los ojos?
DOUGLAS
Su silencio es elocuente.
Tú sabes una virgen
consagra a su pudor
los sentimientos más tiernos.
ELENA
(Para sí)
¿Cómo disimular la
angustia
que atormenta mi corazón?
¡Oh, Dios! ¡No puedo resistir
un dolor mayor!
DOUGLAS
(A Elena, en voz baja)
Si olvidas tu deber
a causa de otro amor,
hija desleal, teme,
sí, teme mi furor.
RODRIGO
(Para sí)
¿Qué son esos suspiros contenidos?
¿Qué significa esa palidez?
Vacilo dubitativo y me debato
¡entre la esperanza y
el temor!
ELENA,
RODRIGO, DOUGLAS
(Para sí)
Vacilo, dudo y tiemblo
entre la esperanza y el temor.
Un torbellino de sentimientos
contradictorios
invaden
mi alma!
¡Una profunda ofuscación
oprime mis sentidos con el más fatal horror!
¡Oh, la paz de mi corazón
he perdido por
siempre!
(se oyen trompetas
lejanas.
Malcolm llega
con sus hombres y se presenta ante Rodrigo)
MALCOLM
Te ofrezco mi espada
y la más fiel mesnada.
Condúceme al combate, al más fiero peligro,
e incluso
condúceme a la muerte...
Probaré que la patria
se puede enorgullecer de
un digno hijo.
ELENA
(Para sí)
¡Ah, lo leo en su corazón,
ya no es capaz de
contenerse!
DOUGLAS
(Para sí)
¡Hija inicua, tu confusión observo
y veo bien lo que hay
en tu interior!
RODRIGO
Que este abrazo sea prueba
de nuestros lazos de
amistad.
¡Mi alegría ahora es completa
ante el amigo y la
esposa!
¡Oh, que gratos vínculos
de amistad y fidelidad!
MALCOLM
¿La esposa? ¿Y quién?
RODRIGO
¿No sabes?
DOUGLAS
¡Qué sorpresa!
RODRIGO
Ardo por los dulces ojos de Elena.
MALCOLM
(con un arranque desconsiderado)
¡No es posible!
RODRIGO
¿Cómo?
MALCOLM
¡No!
RODRIGO
¿Qué dices?
ELENA
(tratando de evitar el conflicto)
¡Ah! Si mi felicidad
le
parece a tus ojos
un destino adverso...
querría decir...
MALCOLM
Pero...
ELENA
Un momento como éste
colma de felicidad mi alma...
(a Malcolm, aparte, para
que no se descubra)
¡Cállate!... ¡Oh, Dios! ¡Temo por ti!
¡Ah, ten piedad de mi martirio!
Rodrigo
(Para sí)
Una cruel sospecha
me agita el pecho.
¡Ah, calla! Comprendo...
¡me abrasa la ira!
Las furias del infierno
están en mi pecho.
¡Qué tristes sucesos!
¡Peores no hay!
MALCOLM, ELENA
(Para sí)
¡Ah, amor, ocúltate
en mi pobre pecho!
¡Él comprende todo!
¡Amenaza! ¡Se encoleriza!
Mientras tanto,
mi alma oprimida y extraviada,
no encuentra consuelo,
¡ya no tiene paz!
DOUGLAS
(Para sí)
¡Ah, la ira... el despecho
me desgarran el pecho!
¡Él entiende todo!
¡Me amenaza... se
encoleriza!
Sí... seré implacable,
la venganza me
posee...
¡Un padre más infeliz que yo
no existe sobre la
tierra!
(Concertante)
ALBINA, CORO
(Para sí)
¡Una cruel sospecha
serpentea en su pecho!
¡Qué delicada situación!
¡El se encoleriza! ¡Se enfurece!
Parece que el cielo se oscurece
por una horrenda nube.
¿Qué fin tendrá
este misterio tan
oscuro?
(Llega Serano corriendo, los bardos lo siguen)
SERANO
¡Sobre las colinas opuestas a Morven,
avanza una bandera enemiga!
CORO
¿Enemigos?
DOUGLAS
¡Qué audacia!
CORO
¡Enemigos!
RODRIGO
¡Vamos, adelante!
¡Destruid a esos
audaces!
GUERREROS, DOUGLAS
¡Oh, ya mis ojos
se nublan por la sangre!
MALCOLM, RODRIGO,
DOUGLAS
(Para sí)
¡Que calle mi propio tormento!
¡Que triunfe, el amor a la patria!
RODRIGO
(a los bardos)
¡Ah, vosotros sagrados bardos!
¡Elegid vuestros cantos!
¡Despertad en nuestros pechos
el belicoso ardor!
Que cada corazón jure,
sobre la bandera
que nos llama a
combatir,
¡vencer o morir!
MALCOLM, DOUGLAS,
CORO
¡Mi alma audaz jura
que ha de vencer o
morir!
(Un capitán levanta en alto un gran
escudo, que perteneció al famoso
guerrero bretón Tremmor.
Rodrigo,
con su
lanza, lo golpea tres veces.
Responden de igual forma todos los guerreros, golpeado sus
lanzas sobre sus propios
escudos.)
BARDOS
Un rayo luminoso,
de un inmenso resplandor,
nos señala el sendero de la
gloria y el honor.
¡Oh, vosotros, hijos de héroes,
Rodrigo está con vosotros!
¡Corred a destruir a ese puñado de esclavos!
Los espíritus de nuestros antepasados
combatirán a vuestro lado.
¡Vosotros, sed fuertes y dad ejemplo de valor!
¡Vamos! ¡Vamos!
¡Destruid al opresor!
ALBINA
Una vez vencido el enemigo
y oprimido el audaz,
volverá a nosotros
la alegría y la paz.
DONCELLAS
Entonces, felices
y
con el corazón sereno,
abrazarán las esposas
a los amigos.
El olivo
sabrá suceder al laurel
BARDOS
¡Oh, hijos de héroes!
¡Rodrigo está con vosotros!
¡Corred a destruir
a vuestro opresor!
RODRIGO
¡A las armas compañeros!
¡La gloria nos espera!
(En este instante un brillante meteoro
brilla en el cielo, fenómeno no habitual
en esa región. Sorpresa
general)
TODOS
¡En el cielo se enciende una luz insólita!
RODRIGO,
DOUGLAS
¡Anuncio certero de una ilustre victoria
BARDOS
¡Corred, destruid
a vuestro opresor!
MALCOLM, RODRIGO,
DOUGLAS
¡Vamos!... ¡Amigos!
¡Guerreros!
CORO DE GUERREROS
¡Marchemos! ¡Marchemos!
¡Aniquilemos a nuestro opresor!
MUJERES
¡Compañeras, imploremos
para nuestros guerreros
el favor del cielo!
(Las doncellas con Albina se retiran siguiendo
a Elena, mientras que
Rodrigo marcha a la cabeza
del poderoso ejército, seguido de Malcolm y otros
capitanes evacuando completamente la
escena
mientras cae el
telón)
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Matorrales y arbustos. Una gruta a un lado)
UBERTO
¡Oh, suave llama
que enciendes mi pecho!
¡Sé piadosa
con un fiel amante!
¡Loco por ti,
afronto el peligro!
¡No me importa mi posición!
¡He perdido la razón!
Verte un instante,
deleitarme en tu mirada,
¡es el dulce placer
que anhela mi
corazón!
Sí, por ti, mi tesoro, con plebeyos vestidos,
que me ocultan a las miradas ajenas,
a este inhóspito bosque
me conduce un ciego
amor.
Desde que te vi, perdí la paz,
y sólo deseo ponerte a salvo
de los eventos de la guerra,
ahora que de sangre... ¡ay, de
sangre patria!
Escocia será bañada.
¡Ah! ¿ha
mentido, quizás,
quien me reveló el
lugar de tu solitario
refugio?
¿Qué destino cruel te esconde de mí?
A mis lamentos, sólo el eco responde.
(vaga por la escena y se esconde)
ELENA
(a Serano)
¡Ve, no temas,
pues Albina está conmigo!
¡Corre a buscar a mi padre!
Prometió volver antes de la batalla
y ya tendría que haber llegado.
¡Oh, cuanta angustia
despierta en mi pecho
esta funesta espera!
SERANO
¡Calma tu ansiedad! ¡Haré lo que me pides!
Ten cuidado.
(se marcha)
ELENA
¡Oh, cuantas angustias anidan en mi corazón!
UBERTO
(reconociéndola, sale de su escondite)
¡Dios todopoderoso!
¡Al fin has escuchado mis súplicas!
ELENA
¡Un hombre! ¡Huyamos!
UBERTO
¡Detente!
ELENA
¿Quién eres?
UBERTO
¿No me reconoces?
ELENA
¿Quién?
UBERTO
Tu bella alma me prodigó hospitalidad.
ELENA
¡Ah, es cierto, ahora te reconozco!
¿Qué quieres de mí? ¿Quién dirige tus pasos?
¿Qué te atreves a pedir?
UBERTO
¡Decirte que te amo
y que sólo deseo morir estrechando tu mano!
ELENA
¡Intempestivo ardor!
UBERTO
¿Quién puede resistir el poder
de tus hermosos ojos?
¿Y quién puede verte, sin amarte? ¡Ah!
Sí, tu corazón concuerda
con tu dulce aspecto.
Sólo te pido una dulce palabra
que escape de tus labios.
Cuando te conocí, no me equivoqué,
no debes ser cruel con
quien te adora.
ELENA
¡Oh, cómo te compadezco!
UBERTO
¿Sientes piedad? ¡Ah!
¿Entonces
puede esperar
una recompensa mi
apasionado amor?
ELENA
¡Ah, no, no puede ser!
¡Mi corazón ya no está conmigo!
UBERTO
¿Cómo?
ELENA
Es necesario que sepas,
para que se apague tu
naciente pasión,
que el amor me consume por Malcolm.
He jurado guardarle una fidelidad inviolable o,
de lo contrario, morir.
Pero a pesar de todo,
mi padre
me ha prometido al odiado Rodrigo...
¡Ah! Tú bien puedes ver,
que yo sería una perjura,
un monstruo horrendo de infidelidad,
si aceptara tus
propuestas.
UBERTO
¡Oh, qué desdichado!
¡Oh, qué amor desventurado!
ELENA
¡Me inspiras piedad...
pero no
llevo conmigo mi
corazón!
¡Ah! Que el alma agitada y oprimida
se someta a la razón,
y al amor suceda
la tierna amistad.
UBERTO
¿Por qué me ocultaste
secretos tan funestos,
ahora que me hiciste
prisionero de tu
belleza?
ELENA
No sabía que me amabas.
UBERTO
¿No te lo dije?
ELENA
Creí que sólo era una gentileza...
UBERTO
Amor, Amor, sí, el poderoso Amor
encendió en mi alma
una llama voraz...
¡Y su fuego cruel
me consumirá plenamente!
ELENA
(Para sí)
Dios, si no permites
dar paz a mis suspiros,
al menos calma
la crueldad de su
martirio!
UBERTO
(Para sí)
¿Seré el tirano de su corazón?...
¿Hacerla infeliz yo mismo?...
¡Ah, no, antes que el amor
triunfará la virtud!
(A Elena)
¡Has vencido, adiós!
Respeto tus sentimientos...
ELENA, UBERTO
(Para sí)
Dios, si no permites
dar paz a mis suspiros,
al menos calma
la crueldad de su
martirio!
ELENA
¿Te vas?
UBERTO
¿Y para qué mirar esos ojos
siempre tan severos para mí?
ELENA
Si yo soy la cruel causa
de tus justos lamentos,
hiere este corazón
que jamás te complacerá.
UBERTO
No querida, antes prefiero
dejarte como recuerdo
una prenda de mi constancia
que siempre será sagrada
para ti.
ELENA
¿Y cual
es?
UBERTO
Salvé al rey de Escocia
de un gran peligro,
y él me regaló su anillo enjoyado.
Te lo entrego...
(le pone el anillo en un dedo)
Si alguna vez el destino adverso
viene a amenazarte...
o a tu padre... o a tu
amante...
preséntate ante el Rey.
Apenas le muestres la piedra
obtendrás gracia para todos;
y su corazón siempre estará
dispuesto a ayudarte.
(entra Rodrigo y permanece
oculto tras una columna)
ELENA
(dudando)
¡Y mi rigor, oh Dios,
no sabe hacerte feliz!
UBERTO
¡Ah, es suficiente para mi tormento
despertar tu piedad!
Escena Segunda
RODRIGO
(Para sí)
Pobres ojos míos,
¿qué más os queda por
ver?
¡Oh, cielos funestos!
¡Oh, cruel fatalidad!
(Rodrigo sale de su escondite)
¡Habla! ¿Quién eres?
ELENA
(Para sí)
¡Rodrigo!
RODRIGO
¿Quién eres?
UBERTO
(Para sí)
¡Él! ¡Oh, qué furor!
ELENA
(Para sí)
¡Destino cruel!
RODRIGO
No pareces de estas montañas.
¿Eres del clan de los Douglas?
UBERTO
¡Aborrezco ese nombre infame!
RODRIGO
¿Acaso eres amigo del rey?
UBERTO
¡Lo soy!
RODRIGO
¿Qué escucho?
ELENA
¡Incauto!
UBERTO
Tanto, que no te temo ni a ti
ni a ninguno de los perversos
enemigos del rey.
RODRIGO
¿Perversos?
ELENA
¡Oh, cielos! ¿Qué dices?
¡Detente!... ¡Qué martirio!
UBERTO
Me verás morir...
No sé que es la cobardía.
ELENA
(Para sí)
Me siento... ¡oh, Dios!... morir!
¡Me falla el corazón!
RODRIGO
(Para sí)
¡Qué audacia!
¿Cómo podré contenerme?
(A Uberto)
¿Ni aún así desistes, audaz?
UBERTO
¿Dónde está tu banda de secuaces
que olvida su deber?
¡Empalidecerán frente
a mi presencia!
RODRIGO
¡Guerreros, salid de vuestros puestos!
(ante sus gritos salen al instante e
inundan la
escena grupos de guerreros que estaban
ocultos
en la
foresta)
GUERREROS
¡Estamos listos para cumplir tus órdenes!
RODRIGO
¡Y ahora, si puedes, demuestra tu coraje!
ELENA
¡Dios mío! ¿Qué estoy
viendo?
RODRIGO
Tiembla ante el brillo de nuestras espadas...
Para ti ya no hay escape...
¡Castigad al traidor!
(los guerreros que están por atacar,
se detienen ante los gritos de Elena)
ELENA
¡Deteneos!
UBERTO
¿Defiendes a este guerrero?
ELENA
¡Cede ante mis lágrimas!
UBERTO
¡No! ¡Él es el malvado conductor
de esta vil tropa!
RODRIGO
¡Basta, yo solo me basto
para domar su orgullo!
UBERTO
¡Una espada!... ¡Un
arma!
(toma la espada de un guerrero)
ELENA
¡Haya paz!
UBERTO, RODRIGO
¡A las armas!
¡No, ya no puedo detenerme!
¡Me guía la furia!
ELENA
¡No!
(interponiéndose entre ellos)
¡Yo soy la desdichada
que espera la muerte!
¡Vamos, atacadme!
No me defiendo.
Si mi vida
truncáis,
por fin esta llama de horror
se extinguirá.
UBERTO, RODRIGO
¡Venganza, enciende
de rabia mi pecho!
¡Vierte tu veneno
en mi corazón!
¡Ven a combatir,
no te temo!
¡La hora extrema
se acerca para ti!
ELENA, UBERTO, RODRIGO
¿Cómo resistir a tanta tensión?
Siento que mi alma vacila...
GUERREROS
¡Ante tanta audacia,
en nuestros pechos
se despierta,
la indignación y la
ira!
(Rodrigo y Uberto salen por un lado.
Elena y los guerreros los siguen)
Escena Tercera
(Una cueva)
ALBINA
¡Cuántas desgracias reúne el cielo
en un solo día
para atormentar un
corazón!
¡Desventurada Elena!
¿Por cuántos amados te veo palpitar?
No resplandece en el cielo
un rayo de luz que disipe el velo
que oscurece tu
destino...
(entra Malcolm)
MALCOLM
¡Ah! Dime... ¿Dónde está Elena?
ALBINA
¿No estaba en la entrada de esta caverna?
MALCOLM
¡Ah! No...
ALBINA
¿Así cumple la orden de su padre?
Creí que aquí la protegería de la ira enemiga.
MALCOLM
¡Ah! Se está librando una
terrible lucha...
Las tropas reales han penetrado
en el territorio del clan.
Rodrigo mismo se bate en singular combate
con un héroe
desconocido.
El corazón me dice
que aquí encontraré a mi Elena,
quiero salvarla o morir en su defensa.
ALBINA
Está oculta en el bosque
junto al fiel Serano.
(a Serano que entra )
¿Pero?... ¡Dime!...
¿La hija de Douglas
no viene contigo?
SERANO
Ella me ordenó ir en busca de su padre.
Lo encontré... ¡oh, Dios!...
y con el rostro confuso me dijo:
"¡Ve con mi hija y defiéndela!...
Dile que al rey me entrego
si mi muerte puede
aplacar su ira...
Dile que si de este modo
me es concedido devolver la paz a mi patria
¡la muerte me será grata en exceso!”
MALCOLM
¿Cómo?
ALBINA
¿Y qué le has dicho a
Elena?
SERANO
Le conté todo y, fuera de sí,
corre hacia el palacio.
ALBINA
¡Oh, desdichada! ¡Qué desgracia!
MALCOLM
¡Muéstrame el camino
que tomó la desdichada!
SERANO
¡Desapareció de mi vista
como un relámpago!
MALCOLM
¡Cielo despiadado!
¿Para tantas penas has
conservado mis días?
(Cae de rodillas. Breve intermedio musical)
¡Ah que muera, sí, que muera!
Que la muerte sea el alivio de mis males
si quien me devolvió la vida
me abandona para siempre.
¡Mi tesoro! ¡Te he perdido!
¡Dulce esperanza de mi corazón!
GUERREROS
(Fuera de escena)
¡Douglas! ¡Douglas! ¡Sálvate!
ALBINA,
SERANO
¿Qué son esas voces?
MALCOLM
¿Quién viene?
GUERREROS
¿Dónde está Douglas?
MALCOLM
¿Qué ocurre?
GUERREROS
No quedan esperanzas...
Rodrigo ha muerto.
ALBINA,
SERANO
¡Cielo adverso!
GUERREROS
¡Ha vencido el rey de Escocia!
MALCOLM
¿Qué escucho?
GUERREROS
Sus huestes nos persiguen
causando gran mortandad.
MALCOLM
¿Qué escucho?
¡Ay, qué infeliz soy!
¡Elena! ¡Amigos! ¡Oh, Dios!
Destino adverso y cruel
¡que se aplaque tu furor!
¡Ah! ¿Quién sufrió un dolor
más terrible que el mío?
ALBINA, SERANO, GUERREROS
Destino adverso y cruel
¡que se aplaque tu furor!
(Malcolm se marcha junto con los guerreros)
ALBINA
¿Y dónde podremos escapar?
SERANO
Tranquilo, esperaré aquí
mi destino.
ALBINA
¡Oh, qué día tan nefasto para nosotros!
Escena Sexta
(Castillo de Stirling del Rey
Jacobo. Douglas
desarmado y custodiado por soldados)
REY JACOBO (UBERTO)
¿Y a tanto te has atrevido?
DOUGLAS
Señor,
me presento voluntario a tus pies.
No vengo a pedir nada para mí.
Si mi muerte puede ayudar a extinguir
la antorcha de esta sanguinaria guerra...
Pero que tu clemencia descienda
sobre mi hija y sobre todos aquellos que,
piadosos con mi destino,
me defendieron en el
campo de batalla.
REY JACOBO (UBERTO)
¿Y con qué finalidad,
disfrazado bajo ignotas divisas,
acudiste al torneo que celebraba mi victoria?
¡Audaz!
¿Por
qué derrochaste tanto valor,
alentando a todos esos que venían contigo
a confrontar armas en abierta contienda?
DOUGLAS
Esperaba recordarte mis antiguas proezas.
Sólo Jacobo podría reconocer
en el preceptor que lo educó para la gloria,
los modos de combate
que
habitualmente usaba.
JACOBO
Pero ese pasado
no basta para cancelar
tus errores.
(a los soldados que rodean a Douglas)
¡Vosotros, alejadlo de mi furia!
DOUGLAS
Lo merezco.
Esperaré tranquilo tus designios.
¡Hija infeliz!
¡Sólo me pesa morir,
porque he de dejarte sola
y en la
miseria!
JACOBO
¿Y todavía no te marchas?
(Douglas es conducido fuera)
¡Cuánto le cuesta a mi alma
simular severidad!
¡Son mis efectos mis más fuertes
enemigos!...
¡Ah! Si Malcolm... si ese
rival...
BERTRAM
(Entrando)
Señor, una mujer te pide audiencia.
Viene bañada en llanto y muestra
una gema que adorna su
mano...
JACOBO
(Para sí)
¡Es ella!
(A Bertram)
¡Hazla pasar!...
Pero no le digas que
soy el rey.
Luego te espero en mis habitaciones...
Ya sabrás lo que quiero.
BERTRAM
Voy.
(sale)
DOUGLAS
Mujer,
¿qué distancia hay de mi corazón al tuyo?
Escena Quinta
(Bertram hace entrar a Elena)
BERTAM
Espera aquí, en breve el Rey te escuchará.
(entra en los aposentos reales)
ELENA
Palacio donde nací...
¡Oh, como tiemblo al verte!
¡Tú fuiste la cuna de mis desventuras!
Pero más grato que tú
era el humilde refugio
donde posaba mi mirada
en mi padre o en mi
amado.
Pero... ¡aquí sola!
¿Dónde está el rey?
¿Quién me guiará a su presencia?
Si el generoso amigo no me engañó,
espero salvar la vida de
mi padre...
de Malcolm... de
Rodrigo...
¿Qué escucho?
¡Qué suave armonía! ¡Qué bello sonido!
JACOBO
(canta desde fuera de escena)
¡Aurora!
¿Siempre surgirás adversa para mí?
¿Por qué consentiste, ¡oh Dios!,
que contemplara
los bellos ojos de
Elena?
¿Para arrebatármelos después?
ELENA
¡Cielos! ¡Parece el mismo!
¡Qué sorpresa! ¿No me ha olvidado?
¡Sufre por mí! ¿Qué puedo esperar?
Escena Sexta
(El rey Jacobo (Uberto) entra, Elena
va presurosa a su encuentro)
ELENA
¡Aquí está!
¡Oh, corazón generoso!
La fortuna me sonríe.
JACOBO
¿Qué quieres de mí?
ELENA
¿No recuerdas tu regalo? ¡Ah, sí!
¡Guíame ante el
rey tú mismo!
JACOBO
Lo verás.
ELENA
Perdona mi impaciencia,
pero
no hay tiempo
que perder.
El sagrado deber de hija me acerca al trono.
JACOBO
Si lo quieres,
así será.
¿Quién puede oponerse a tus deseos?
(se acerca a la gran puerta del
fondo, que
al abrirla permite ver una gran magnificencia
que indica que se
trata de la sala del trono)
Escena Final
(Bertram, nobles y damas que rodean el
trono,
luego los personajes que son
anunciados)
CORTESANOS
¡Que el rey ordene,
somos siervos de su voluntad!
Honramos en él
al noble, al padre y al guerrero.
ELENA
¿Qué veo? ¡Qué
esplendor!
Pero, entre tantos, seguidores y devotos,
¿dónde está el rey?
Miro a todos
pero en vano busco quien,
de entre todos, es el soberano.
JACOBO
Y sin embargo, está aquí.
ELENA
¿Pero cuál?... ¡Cielos! ¡Todos te miran a ti!
Tu cabeza está cubierta...
¡La pluma te distingue de
los demás!...
¿Acaso eres?.. ¡Gran
Dios!
¡Ah, disipa mis dudas!...
JACOBO
(señalándose a si
mismo)
Has llamado al rey, y está a tu lado.
(se coloca el manto real)
ELENA
¿Tú? ¡Ah, qué sorpresa!...
¡A tus pies!
JACOBO
¡Levántate!... Soy el amigo... el fiel ejecutor
de mis promesas ¡Habla!
¿Qué quieres?
ELENA
¡Ah! Tú no lo ignoras... mi padre...
JACOBO
Efectivamente, tu padre es culpable...
pero lo entrego a su hija...
(entra Douglas custodiado)
Ven, Douglas, abrázala... te perdono...
DOUGLAS
¡Ah, hija!
ELENA
¡Ay padre mío!
ELENA,
DOUGLAS
Señor.... ¡ah! deja...
JACOBO
Olvido todo por ti.
Tú, Lord Bothwel, recupera tu posición.
DOUGLAS
Toda mi sangre en señal de agradecido corazón...
JACOBO
Pero veo que
Elena aún no es
plenamente feliz. Habla.
ELENA
¡Ah, señor! La vida de Rodrigo...
JACOBO
¿Él? ¡Infeliz! ¡Él
murió en combate!
ELENA
¡Qué escucho! ¡Oh, desventurado!
DOUGLAS
¡Ay, amigo desdichado!
JACOBO
Ya he ejercido con largueza mi
clemencia,
pero
ahora debo dar
un riguroso ejemplo de
justicia.
¡Que venga Malcolm!
ELENA
¡Oh, señor, escucha!
JACOBO
¡Que nadie se atreva
a pedir gracia por él!
ELENA
(Para sí)
¿Cómo podré salvarlo?
MALCOLM
(entra escoltado por guardias. Para sí)
¡Elena! ¡Oh, cruel destino!
JACOBO
¡Joven audaz!
Acércate.
En ti debo castigar a un traidor...
MALCOLM
¡Ah! Príncipe, mi falta...
(se arrodilla ante el rey)
JACOBO
No mereces piedad
y tendrás un castigo
digno de tu maldad.
Levántate y que esto sea
la prenda de mi favor.
Dadme las manos
(une la mano de Elena a la de Malcolm)
Sed felices y que el cielo os sonría.
ELENA,
MALCOLM
¡Oh, cielos!
BERTRAM, CORTESANOS
¡Oh, rey clemente!
JACOBO
¿Deseas algo más?
ELENA
¿Yo?... Señor... ¡Qué placer! ¡Qué alegría!
(abraza a Malcolm y luego se acerca
al rey)
Son
tantas las emociones
oprimen en este momento mi corazón,
que no puedo expresar
mi inmensa felicidad.
Que el silencio sea elocuente...
Que una palabra lo diga todo...
¡Ah, señor!
¡Habéis sabido
darme la dulce paz!
(se arrodilla frente al rey)
TODOS
¡Sí, que la paz vuelva a ti!
¡Ahora, ya puedes respirar feliz!
(Elena se levanta y abraza a Malcolm)
ELENA
¡Oh, qué momento afortunado
entre el padre y el
amado!
¿Quién podía esperar tanta felicidad?
TODOS
¡Qué cese la adversidad
de una estrella
maligna!
Digitalizado y traducido por:
José Luís Roviaro 2016
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