ATTO
PRIMO
(La
scena è nel castello del
Conte d’Almaviva
a un
miglio distante da
Siviglia)
Scena Prima
(Parco
del Castello del Conte
d’Almaviva, il quale
vedesi di prospetto: da
un lato gran porta adorna
dello stemma del Conte
inghirlandata di
fiori, dall’altro un
grand’arco che mette ad un
viale, e da cui pendono festoni
e ghirlande. Alcuni
paesani finiscono di
adornare il luogo:
intanto esce un Coro di
Vassalli del Conte
accompagnato da un
drappello di Villanelle
tutti
vestiti da festa,
cantando e saltando)
CORO
Compagni, al suon de’
pifferi, Battendo
il tamburino, Cantiam
il bel mattino Di così
lieto dì. Ritorna
alfin l’amabile Padrona
con la figlia: Questa
gentil famiglia Amor di
nuovo unì. Con
ghirlande e con mazzetti
Presentarsi a lor
potremo, Qualche
cosa buscheremo Ed
allegri si starà. Scena
Deconda
(Don
Alvaro, Plagio e detti)
DON
ALVARO
(Fra sè)
Ecco il
giorno in cui di Figaro
S’ha da compir
l’intento... Sorte
amica all’ardimento
La mia speme non tradir.
PLAGIO
(Fra sè)
Quest’è
il loco: è qui che
Figaro A me
diede appuntamento. Del mio
dramma l’argomento
Meco ei deve stabilir.
DON
ALVARO
(Fra sè)
S’ei
riesce a farmi sposo,
Se lo scaltro
m’arricchisce...
PLAGIO
(Fra sè)
Se un
intreccio grazïoso Il
grand’uom mi
suggerisce...
DON
ALVARO, PLAGIO
(Fra
sè) Di
lasciargli io mi
contento Della dote
la metà. Le
censure io non pavento
Dell’altrui malignità.
(Coro,
Don Alvaro e Plagio)
CORO
Ma già
s’aprono le porte, Ecco
Figaro che sorte. Viva
viva eternamente Del
padrone il confidente. L’uom
più destro e più
giocondo Che si
trova in tutto il mondo, Quei che
regola ogni cosa, Tutto
vede e tutto sa.
Scena
Terza
(Figaro
esce dal castello. Tutti
gli vanno
incontro; egli
osserva la
disposizione del
luogo,
indi va dall’uno
all’altro)
FIGARO
(ai
Paesani)
Bravi
amici, va benone. Del
lavoro son contento.
(a Don
Alvaro)
Tutto è
fatto... ardir briccone.
(a Plagio)
Io
trovato l’argomento.
(a Dan
Alvaro)
Già la
dote abbiamo in tasca.
(a Plagio)
Bell’intrigo vo’ che
nasca. D’un
cervello immaginoso Il gran
parto si vedrà.
DON
ALVARO
(piano,
a Figaro)
In te
spero.
PLAGIO
(A Figaro)
In te
riposo.
CORO
Il tuo
spirto egual non ha.
FIGARO
Oh
fantasia di Figaro, Estro
primier, ti desta. La più
sublime e l’ultima Delle
mie glorie è questa. Tale
alla mia carriera Illustre
fin darò. Al Conte
dar per genero Un uom
che mi somiglia, Con quel
briccon dividere La dote
della figlia, Gabbare
e far tacere Tre
femmine ciarliere, E
mettere in commedia
L’intrigo che farò... Oh! Non
ci vuol che Figaro: Me
stesso io vincerò!
CORO
Il
tornar delle padrone Gran
tripudio apporterà.
FIGARO
(al
Coro)
Viva
amici, passeremo Questo
giorno in gran festa.
(a Don
Alvaro)
Il
danaro spartiremo.
(a Plagio)
La
commedia ho tutta in
testa.
DON
ALVARO
(Fra
sè) La
fiducia del briccone
Mi conforta, e ardir mi
dà.
PLAGIO
(Fra sè)
Se le
fila a me dispone
Grande intreccio che
sarà.
FIGARO
(a Don
Alvaro)
Il Conte
mio Signore Vi
saluta, Eccellenza, e fa
sapere Che
avvertir vi farà quando
potrete Alla
Contessa presentarvi
seco.
(piano)
Vanne,
e non far che meco T’abbia
da veder s’ei viene: al
mio disegno Giova
che avverso a queste
nozze io sia.
DON
ALVARO
(Piano)
Come?...
Perché?...
FIGARO
(a Don
Alvaro. Parte)
Sciocco, il saprai...
Va’ via
(Don
Alvaro
parte)
Scena
Quartta
(Figaro e
Plagio)
FIGARO
Or, caro
il mio scolare, Veniamo
alla commedia... Ho volti
in mente I
personaggi, e la mia
tela ordita;
Facilmente da te sarà
compita.
PLAGIO
Senza
battere palpebra Immobile
io v’ascolto... e son
disposto Di
regolarmi in tutto a
vostro modo.
FIGARO
Inviluppato nodo,
capricciosa condotta
E linguaggio al soggetto
conveniente...
PLAGIO
Fossero
i mezzi...
FIGARO
(interrompendolo)
D’addormir la gente. Attento:
un gran Signor di buona
pasta Vuol dar
marito all’unica sua
figlia; Lo guida
e lo consiglia Un servo
astuto che si ha fitto
in capo Di farla
sposa ad un briccon suo
pari Per
dividersi in pace i suoi
danari. Quindi
raggiri e trame, Astuzie,
quindi frodi... in fin che
resta Colto
alla rete il padre, Sposa la
figlia sua, lieti a
vicenda I due
furfanti; e qui cala la
tenda.
PLAGIO
Ma non
s’oppone alcuno?... alcun
non nasce
Accidente improvviso, Che
metta gl’intriganti in
qualche imbroglio?
FIGARO
Chi sa? Per or
dirti di più non voglio. Va’,
studia e a me ritorna A
mostrarmi il tuo
scritto... ove tu segua Il mio
consiglio la tua fama è
certa.
PLAGIO
Addio,
sommo intelletto.
(parte)
FIGARO
(si
ritira)
Il
Conte! All’erta.
Scena
Quinta
(Esce il
Conte dal castello: egli
ha in mano delle
lettere,
che legge attentamente.
Figaro di tanto
in
tanto si fa vedere in
disparte, ed ascolta)
CONTE
Ho
risoluto alfin... Don
Alvaro l’avrà... Quanto ho
raccolto Intorno
a suoi parenti, a suoi
costumi È tutto in
suo favore... Chi
scrive è un galantuomo.
FIGARO
(Fra sé)
È mio
l’onore.
CONTE
Egli
felice appieno Inez mi
renderà. Discreditarlo Tenta
Figaro invan... Ma se la
figlia Amabile
nol trova, ed io
l’astringo A duro
nodo... Eh! Che mi salta
in mente? Tutto
accomoda il tempo.
FIGARO
(Fra è)
Ottimamente!
CONTE
Che mai
giova al nostro core
Maritarsi per amor? Tosto o
tardi estingue Imene
Dell’amore il primo
ardor. Come un
dì Rosina amai! Come
anch’essa un dì m’amò!
Finalmente la sposai... L’amo
ancora? Non lo so. O dolci
trasporti – di teneri
affetti, Se
fuggon sì rapidi – i
vostri diletti, Felice
quell’anima – che mai vi
provò.
FIGARO
(Fra sè)
A tempo
filosofo – per me
diventò.
CONTE
Sì
credo, sì spero – che
saggio è il pensiero, Che
lieta e felice – la
figlia farò.
FIGARO
(si
avanza)
Eccellenza, fra poco Giungerà
la Contessa – È dunque
scritto Che
irrevocabilmente A Don
Alvaro unita Inez
volete?
CONTE
Certo,
se piace a me.
FIGARO
Non lo
farete.
CONTE
Chi me
lo vieta?
FIGARO
La
prudenza. È vero Che Don
Alvaro è giovane,
leggiadro, Di
nobili maniere, ed
abbastanza Di
ricchezze fornito; Ma per
quanto ho sentito Tutti i
suoi pregi oscura un
certo vizio Ch’io
non vi posso più tener
nascoso.
CONTE
Un
vizio? E quale?
FIGARO
È troppo
generoso: È
prodigo all’eccesso: a
tutti dona, Fa a
tutti carità; piene ha
le scale Di vedove,
di ciechi, di
orfanelli... Prendete
qua fratelli...
Vestitevi sorelle... E
spendi e spandi, Al fin
la casa sua non è un
Perù!
CONTE
Ah
buffone! Io lo stimo
anche di più! Stasera
lo presento alla
Contessa, In
questa sera istessa
Sottoscrivo il
contratto. A visitarlo Vo fin
d’adesso, e per finir
l’affare, Vado la
mia parola ad impegnare.
(parte)
(esce)
Scena
Sesta
(Susanna
sola)
SUSANNA
Colle
dame più brillanti, No, non
cambio la mia sorte, Fanmi a
gara ognor la corte Più di
mille spasimanti, Volgo a
questo un’occhiatina, Dono a
quello un sospiretto, Chi si
crede il prediletto Oh
s’inganna in verità! Di mille
cabale Io son
maestra. Più
astuta e destra Di me
non v’ha. Io per
il naso Meno il
padrone, E a quel
volpone Di mio
marito, Ch’è
scimunito Oh sì
cospetto! Questo
musetto Gli
proverò. Da me
venite Donne
mie care, Ad
imparare Come si
fa. Ma se
pur non m’inganno, Le
padroncine mie veder mi
sembra Che a
questo volto i passi han
diretto. Vadasi
loro incontro. E se
avranno il coraggio Di
seguitare in tutto i
miei consigli, Tosto
farò vedere a quel
volpone Del mio
Signor marito Che alle
femmine opporsi è mal
partito!
Scena
Settima
(Escono
accompagnate e
festeggiate
dal coro la
Contessa, Inez e
Susanna.
CORO
Ben
venute le nostre padrone De’
vassalli tornate
all’amor. E
ricevano in queste
corone Il più
tenero omaggio del cor.
INEZ
Grazie,
grazie, buona gente.
SUSANNA
Basta,
basta, amici miei.
CONTESSA
(Fra sè)
Fausto
arrivo veramente!
SUSANNA
(Fra sè)
Mi fan
rabbia
INEZ
(Fra sè)
Piangerei.
TRIO
Esser
tratte nel castello Come
pecore al macello, E
sentirsi i complimenti
All’orecchio
sussurrar... È il
maggiore dei tormenti Che si
possa sopportar. Cara
madre!...
CONTESSA
Ti
consola.
INEZ
Ah
Susanna!...
SUSANNA
Fate
core.
INEZ
Ogni
speme a me s’invola.
SUSANNA
Eh! Che
tutto aggiusta amore.
Cherubino è già
informato, E al
riparo accorrerà.
INEZ
Ma lo
sposo è già arrivato.
SUSANNA
S’è
arrivato se n’andrà.
INEZ
Tu la
cosa fai sicura: Dimmi un
po’ come si fa.
SUSANNA
Siam tre
donne, abbiam paura! Oh
vergogna in verità. Carezze
e lagrime, Poi
svenimenti Per
vincer gli uomini Mezzi
eccellenti; Ardir
per ultimo Ed un
bel no.
TRIO
Poi
qualche astuzia Pensar
dobbiamo, Alfin
siam femmine, Cervello
abbiamo: Chi l’ha
da vincere Al fin
vedró.
Scena
Ottava
(Figaro e
dette, indi il Conte)
FIGARO
Umilmente m’inchino
Alle Vostre
Eccellenze...
(gli
volgono le spalle)
A te
Susanna, Cara la
mia metà, dica un
amplesso
(per
abbracciarla
Quant’è
la gioja che in vederti
io sento...
SUSANNA
Birbante! Via di qua.
FIGARO
Bel
complimento! O dolci
parolette
Dell’amabil mia sposa,
un’altra volta Veniste
a lusingare le orecchie
mie.
SUSANNA
Senti:
scommetterei Che
questo matrimonio Fu da te
suggerito.
FIGARO
Anzi,
anche adesso Osai col
Conte istesso
Risentito mostrarmi...
CONTESSA
È dunque
fermo in suo
proposto il Conte?
FIGARO
Egli è
uno scoglio.
INEZ
Deh! Tu
ci assisti...
FIGARO
Far di
tutto io voglio.
(esce il
Conte e si ferma ad
ascoltare)
INEZ
Pria che
sposarmi a un uomo Che non
ho mai veduto, e che non
amo, Morir
vogl’io.
CONTESSA
Non
lascerò ch’ei compia la
tua sventura.
SUSANNA
È un
pazzo da catena.
(esce il
Conte)
CONTE
Audaci!
SUSANNA
Il
Conte!
INEZ
Oh ciel!
FIGARO
(Fra sè)
La bella
scena!
CONTE
Sappiate, e ciò vi
basti, Ch’io
solo qui comando, e che i
miei cenni Ubbiditi
saranno ad ogni costo. Figaro
va, sia tosto
Avvertito il Notaro.
INEZ
Ah
padre!
CONTESSA
Ah
sposo!
FIGARO
(istigato da Susanna)
Eccellenza io non so...
Rovinar non vogl’io sì
buona figlia...
CONTE
Tracotante!
FIGARO
(a
Susanna, piano)
Va bene?
SUSANNA
(A Figaro, piano)
A
meraviglia! Scena
Nona
(Un servo
e detti, indi Cherubino)
SERVO
Eccellenza!
CONTE
Che ci
è?
SERVO
Si è
presentato Al
cancello del parco un
forestiere Che
dimanda l’ingresso.
CONTE
Entri.
(il
servo parte)
Fra poco Vi
mostreró che non si
abusa invano Della
mia sofferenza.
FIGARO
Il
forestier.
INEZ E
CONTESSA
(Fra sè)
È
Cherubin!
SUSANNA
(Fra sè)
Prudenza!
(Entra
Cherubino vestito alla
foggia di Figaro;
è svelto ma rispettoso;
s’inchina al
Conte)
CHERUBINO
Un
gentile Colonnello, Che
pensier di me si piglia, Mi
spedisce da Siviglia Al più
amabile Signor.
(porge
una lettera)
INEZ
(Fra sè)
Com’è
bello!
FIGARO
(Fra sè)
È assai
svelto.
CONTE
(aprendo
la lettera)
Cherubin! INEZ,
CONTESSA, SUSANNA
Fra sè) Mi
batte il cor.
CHERUBINO
Deh!
(mentre
il Conte legge)
Secondate un solo
istante, Faccia
fresca del furfante; Tu
seconda il mio disegno, Tu
l’ingegno affina, Amor.
CONTE
(riponendo la lettera)
Ch’io ti
prenda al mio servizio Ei mi
prega in questo foglio.
CHERUBINO
Sarà
questo un benefizio.
CONTESSA, INEZ
(Fra sè)
Ah!
Magari!
FIGARO
(Fra se)
Oibò...
nol voglio.
CONTE
Il tuo
nome?
CHERUBINO
Il nome? Figaro!
FIGARO
(dispettoso)
Il mio
nome?...
CHERUBINO
(sorpreso)
Il
vostro! Che?... Uomo
raro, incomparabile, Il
destin pur v’offre a me.
(lo
abbraccia)
Decorato
del nome famoso Del più
destro e fedel servitore Io ne
vado superbo e fastoso, Ne
riporto fortuna ed
onore:
(al
Conte)
Me
felice se a Vostra
Eccellenza Non
dispiace e a lei caro mi
fa.
CONTE
Sì,
rimani.
CONTESSA, INEZ, SUSANNA
(Fra sè)
Oh
contento!
FIGARO
(Fra sè)
Oh
rabbia!
CHERUBINO
Oh
favore! Oh sublime
bontà!
Comandate, gentili
Signori... Ti
riposa fratello
maggiore, Sempre
in volta svegliato ed
attento Giorno e
notte il cadetto starà.
(Para sí)
Grazie,
Amore: ottenuto
l’intento; Il
restante l’astuzia farà.
CONTESSA, INEZ
SUSANNA,
CONTE
(Fra sè)
Quant’è
garbato, com’è amoroso.
FIGARO
(Fra sè)
Com’è
sguajato, com’è nojoso.
CONTESSA, INEZ
SUSANNA,
CONTE
(Fra sè)
Io son
contenta/o per verità!
FIGARO
(Fra sè)
Ah!
Quest’è un furbo per
verità!
CHERUBINO
(Fra sè)
Io
respiro
CONTE
(Fra sè)
Di lui
son contento.
FIGARO
(Fra sè)
Quest’è
un furbo, sospetto mi
dà.
CONTE
(a
Cherubino)
Vien
meco;
(a
Figaro)
e tu che
avesti la baldanza Di
erigerti censor del tuo
padrone,
Ringrazia il mio buon
cuor se in questo punto Non ti
scaccio da me.
(alle
donne)
Docili e
pronte spero che vi
vedrò.
(parte;
Cherubino va dietro a
lui. La
Contessa, Inez e Susanna
li seguono
taciturne)
Scena
Decima
(Figaro
solo)
FIGARO
(con una
gran risata)
Povero
Conte! Ei non vede
piu in là del proprio
naso... Crede
far la sua voglia E non fa
che la mia.
Scena
Undicesima
(Atrio
nel Castello.
Cherubino solo, indi
Inez)
CHERUBINO
Eccoci
in casa alfine, ed a
portata Di
veder, di spiar e saper
tutto, Il diavol non
è brutto Com’è
dipinto... Figaro,
quel furbo, Quel volpon
senza pari, Neppur
ei mi conobbe.
(Inez
entra furtivamente, e
vedendolo solo gli si
appressa)
INEZ
Cherubino!
CHERUBINO
(volgendosi)
Mia
cara?
INEZ
Zitto
per carità.
CHERUBINO
(osservando d’intorno)
Non ci è
nessuno, Dolce amica,
un amplesso...
INEZ
Ebben,
che speri? Qual
riparo hai pensato?
CHERUBINO
Oh! Mia
diletta! Fin
adesso; nessuno.
Scena
Dodicesima
(Entra
Figaro in punta di piedi
e si pone in
disparte nella posizione
di uno che ascolta, e
detti)
INEZ
Il tempo
affretta. Un nemico più
scaltro Ci resta
da temer: Figaro al
certo Del
padre mio prender vorrà
le parti.
CHERUBINO
Oh! Di
quell’imbroglione
conosco l’arti,
Coll’armi sue medesime Ei
resterà battuto: il
pover uomo Comincia
a diventar un po’
balordo: Vorrà
nuocere invan.
FIGARO
(partendo rapidamente)
Non
parli a un sordo.
INEZ
(accorgendosi di Figaro
che parte)
Oh ciel!
CHERUBINO
Che
avvenne?
INEZ
Siam
perduti: Figaro Era là...
ci ascoltò... per certo è
corso Il padre
ad avvertir.
CHERUBINO
Purché
il mio nome sfuggito non
ti sia, Ci
possiam rimediar...
Zitto...
vien gente. Tu mi
seconda, e non temer di
niente.
Scena
Tredicesima
(Cherubino prende l’aria
di un uom irritato,
Inez di
chi ascolta mortificata.
Intanto escono
pian piano
il Conte e Figaro)
CHERUBINO
(forte)
No,
Signora: chiaro e tondo Vel
ripeto ad altra fronte. Non
potrei per tutto il
mondo
Ingannar, tradire il
Conte. Egli è
padre, e v’ama molto, E sa
bene quel che fa.
INEZ
(piangendo)
Sì; ma
intanto mi marita Ad un
uom che amar non posso.
Se tu nieghi
d’ajutarmi... Ah!...
Ubbidir mi converrà.
CHERUBINO
Questo è
l’unico partito.
INEZ
Ma
credete, ascoltate...
CHERUBINO
Io per
me non me ne impiccio.
CONTE
(a
Figaro)
Impostore! L’hai
sentito? Va’: dar
retta io più non voglio Alle tue
bestialità.
FIGARO
Eccellenza... Oh! Ci è un
pasticcio!
(Fra sè)
Oh che imbroglio, me
l’ha fatta come va.
CHERUBINO, INEZ
(Fra sè)
Se
schiviam sì fatto
scoglio Siamo bravi
in verità.
CONTE
(avanzandosi a
Cherubino)
Bravo
Figaro!
CHERUBINO, INEZ
(fingendo spavento)
Ah!
CHERUBINO
Eccellenza! Di che
mai?
CONTE
(battendogli sulle
spalle)
So
tutto... Bene... La tua
fé, la tua prudenza Premierò
come conviene.
(a Inez)
Tu da un
servo impara, o stolta I miei
cenni a rispettar.
(a
Figaro)
Tu,
bugiardo, un’altra volta Non
venirlo a calunniar.
CHERUBINO
Calunniarmi!
FIGARO
Ma
Signore!...
Ascoltate una parola.
CONTE
Taci
impostore...
FIGARO
Ma
Signore!... Una cosa sola.
CONTE
Taci
indegno...
CHERUBINO
(a
Figaro)
Eh! Via
fratello...
Ubbidisci, fa’ cervello.
(al
Conte)
Eccellenza... io son
l’offeso E vi
prego a perdonar.
CONTE
(Fra sè)
Oh che
perla, che gioiello Cherubin
m’ha procurato! Io ne
sono edificato, Non
lo lascio più scappar.
INEZ
(Fra sè)
L’artifizio è stato
bello, Se la
beve, se la crede: Quando
il gioco sia finito,
che risate abbiam da
far!
CHERUBINO
(Fra sè)
Non
saprei fra questo e
quello Chi è
più sciocco e scimunito: Quando
il gioco sia finito,
Che risate abbiam da
far!
FIGARO
(Fra sè)
Io suo
scherno! Suo zimbello!
Son di stucco, son di
sasso... Vo’
soffrire, vo’ star
basso, per potermi
vendicar.
CONTE
(a
Figaro)
Se delle
cabale – riprendi il
vizio Ti
scaccio subito – dal mio
servizio.
FIGARO
Signor...
CHERUBINO
(interrompendolo)
Vedetelo
– com’è avvilito, Ha preso
un granchio – ha mal
capito.
FIGARO
Signor,
vi replico...
CHERUBINO
(di
nuovo)
È
persuaso; Non far
più chiacchiere – ti
perdonò.
FIGARO
(Fra sè)
Maledettissimo! – non
c’è più caso,
Colle sue chiacchiere –
mi soverchiò.
CONTE
Fin
d’oggi sappiano –
consorte e figlia, Susanna,
Figaro – e la famiglia, Che tu
sei l’unico – servo
amoroso, Di cui
mi fido – su cui riposo, Va’,
spera e servi – con
fedeltà.
CHERUBINO
Grazie,
Eccellenza...
FIGARO
(Fra sè)
Che
faccia tosta!
CHERUBINO
Ma il
vecchio Figaro...
CONTE
Cianci a
sua posta. Dovrà
ubbidire – o se n’andrà.
(Fra sè)
Io so
le astuzie – di quello
scaltro: Ma trama
inutile – è stata ordita E questa
volta – gli andò fallita
E se pur séguita – si
pentirà.
CHERUBINO, INEZ
(Fra sè)
Impara
o stolido – da questo
caso Cosa
guadagnano – i
ficcanaso. Va’ pure
in collera – fa’ muso
brutto, Ti
conosciamo – siam pronti
a tutto. Sorbir la
pillola – ti converrà.
FIGARO
(Fra sè)
Ti
venga il fistolo! – Mi ride
al muso! Io sono
estatico – io son
confuso: Prudenza
o Figaro – or datti
pace, Lascia
che rida – quanto gli
piace, Vedrem per
ultimo – chi riderà.
(il
Conte Inez e Cherubino
partono)
Scena
Quattordicesima
(Figaro
solo, indi Plagio)
FIGARO
Figaro!...
Ti risveglia... Da qual
parte È piovuto fra
noi siffatto muso?... Davvero
io son confuso... Egli è
senz’altro
Emissario d’alcun...
Ma di chi mai?... Chi gli
tien mano? Inez no
certo; è ancora Troppo
giovane e schietta, la
Contessa Troppo
timida e incerta... Ma
Susanna La mia
degna consorte... È
volpe vecchia... Ella
è la susta che le muove
entrambe... Figaro!
Bada ben; sta fermo in
gambe.
PLAGIO
Eccomi
un’altra volta; allo
sviluppo Manca
l’ultima scena, e come
voi Mi avete
consigliato, Il
Notaro è arrivato.
FIGARO
È troppo
presto: Ci son
altri incidenti; in
questo istante Io son
giunto a scoprir nuovo
intrigante.
PLAGIO
Oh!
Fortuna!
FIGARO
È costui
d’accordo colla figlia e
colla madre Per
ingannare il padre.
PLAGIO
Ed
ozïoso L’altro
birbo starà?
FIGARO
(Fra sè)
Sii
maledetto!
(A Plagio)
L’altro
birbo si rode dal
dispetto. Non sa
chi diavolo sia Questo
fiero avversario.
PLAGIO
Essere
potrebbe... Se colla
figlia agisce di
concordia... Un
qualche amante...
FIGARO
(come
colpito dall’idea)
Ah!
PLAGIO
(spaventato)
Misericordia!...
FIGARO
(con
entusiasmo senza
badare a
Plagio)
Ah! Qual
lampo!
Un amante
travestito... Sì...
certo... ed io stordito, Io nol
pensavo ancor? Non mel
dicea L’aria, gli
occhi, il contegno, ed
ogni accento... Sei
scoperto...
PLAGIO
(scrivendo sul
ginocchio)
Si colga
il bel momento.
FIGARO
(passeggiando sempre e
parlando con gran
calore)
In mio
poter tu sei, Il
complotto è sventato... O donne
audaci! Voi
congiurar!...
Tremate...
io solo impero... Quel che
voglio sarà... voi
tornerete A
strisciar come prima, o
vili insetti.
PLAGIO
(Fra sè)
Che
stile! Che concetti!
Parla Apolline in lui.
FIGARO
Vadasi...
e al padre Aprir si
faccian gli occhi...
E
l’impostore Quando
sel pensa men, si cacci
via.
(parte
frettolosamente)
PLAGIO
Che
foco!
(alzandosi)
Eppure
questa scena è mia.
(parte)
Scena
Quindicesima
(Contessa
sola)
CONTESSA
Chi
creduto l’avria Che il
mio Signor marito, a suo
capriccio, D’Inez
vorria disporre,
Senza prima contar né
lei né meco... Ma l’ha
sbagliata in ver! Farò
vedergli Che non
mi offese invano, Che mia
figlia non darà la mano Ad altri
che all’oggetto Per cui
prova nel seno un dolce
affetto. Prender
che val marito Solo per
convenienza? Se regna
indifferenza Non v’è
né amor né fé. Ma se
due cori amanti Stringon
di lor catene, L’amor,
la fé d’Imene Forte
maggior non v’è.
Lusinghiera e dolce
speme Non
tradirmi in tale
istante, Tu
proteggi un fido amante, Fammi al
fine respirar. Se fian
paghi i nostri voti Ah per
me quale contento! Già
speranza al cor mi sento Che mi
viene a consolar.
Scena
Sedicesima
(Giardino
nel Castello del Conte
con
grotte di verdura.
Inez sola furtivamente
osservando qua e
là, indi Susanna)
INEZ
Né
Susanna... Né il mio
bene... Si dovean pur
qui trovar!... Nuovi
impicci e nuove scene
Incomincio a paventar.
(esce
Susanna)
Ah!...
Susanna!
SUSANNA
Mia
Signora!
INEZ
Tu sei
sola! Cosa è
stato?
SUSANNA
Niente,
niente, è presto ancora. Col
padrone egli è occupato.
INEZ
Gli
parlasti?
SUSANNA
Un sol
momento.
INEZ
Che far
pensa?
SUSANNA
È
irresoluto.
INEZ
Tuo
marito?
SUSANNA
Come un
bracco Fiuta,
spia di qua di la, Non sta
ben, Signora mia, Che
ambedue ci trovi qua.
Duo
Zitte,
zitte, piano, piano...
Ritiriamoci per ora... Di
scoprir terreno ancora
Tuo/mio marito
tenterà/cercherà... Gli
farem toccare con mano Che a
noi altre non si fa.
(si
ritirano)
Scena
Diciassttesima
(Il Conte
e Figaro da parte
opposta a
quella per
cui partirono Inez e
Susanna)
CONTE
Se
m’inganni un’altra
volta, Se a far
segui l’imbroglione, Cento
colpi di bastone Io ti
faccio regalar.
FIGARO
Se
v’inganno un’altra
volta, Se
deluso voi restate,
Vogl’ancor che mi
facciate A
quest’albero appiccar.
CONTE
Dunque
vuoi ch’io sia tradito? Dunque è
quello che m’inganna?
FIGARO
Un
amante travestito
Introdotto da Susanna.
CONTE
Vo’
appagarti...
Ebben
proviamo.
FIGARO
Manco
male.
CONTE
Che
facciamo?
FIGARO
Ritiriamoci qua dentro, Stiamo
attenti ad osservar.
(accennando una grotta
di verdura) (si
nascondono nella grotta)
Scena
Diciottesima
(Cherubino e Susanna e i
due nascosti)
CHERUBINO
(osservando)
Siamo
soli?
SUSANNA
È
sgombro il loco.
CHERUBINO
Ah
Susanna com’io rido!
SUSANNA
Veramente è bello il
gioco.
CHERUBINO
Venga
Figaro: lo sfido.
(il
Conte e Figaro di tanto
in tanto
si fanno
vedere ad ascoltare)
DUO
Non
comprende quella bestia Che vuol
darci invan molestia, Che
l’amor ci assisterà, Che
vittoria a noi darà! Oh!
Vedrà, vedrà il baggiano Che il
fanal ci porterà.
CHERUBINO
Quante
cose ti ho da dire!
SUSANNA
(guarda
intorno)
Ma
qualcun potria venire...
Aspettate... sì...
guardate...
Nascondiamoci colà.
(vanno
per entrare nella
grotta, esce
impetuosamente Figaro
indi il Conte)
FIGARO
Alto là!
CHERUBINO
(dando
indietro, fra sè))
Ti venga
il canchero!
CONTE
Scellerati!
SUSANNA
Il Conte
ancora!
CHERUBINO
(Fra sè)
Or siam
fritti!
(per
fuggire)
CONTE
No!
Fermatevi!
FIGARO
(afferrando Cherubino)
Non mi
scappi.
CHERUBINO
Eh! Va’
in malora.
CONTE
(gridando)
Servi!
Gente! Olà correte!
FIGARO
(egualmente)
Presto,
presto qui correte, Paesani
quanti siete!
Scena
Ultima
(La
Contessa e Inez da una
parte con
Servi, Paesani
dall’altra
precipitosamente)
INEZ E
CONTESSA
Ciel!
Che vedo!... Ei fu
sorpreso!
CORO E
PLAGIO
Eccellenza, siamo qua!
CONTE
Arrestate quell’indegno: È un
amante travestito.
INEZ
(Fra sè)
Deh!
Scoperto fu il disegno.
CHERUBINO
(da sé
pensando, fra sè)
Qui ci
vuol qualche partito.
CONTE
Con qual
cor, con qual coraggio Qui
venisti a farmi
oltraggio?
CHERUBINO
(imbrogliato)
Io...
Signor...
CONTE
Chi sei?
Favella.
CHERUBINO
(lieto,
fra sè)
Oh!
Fortuna!
Ignora
il più.
CONTE
Sì, chi
sei?
CHERUBINO
(Fra sè)
La scusa
è bella!
FIGARO
Sì, chi
sei? Briccon di’ su...
CHERUBINO
Ah
Signor... Non
v’adirate... Caro
Figaro... Perdono...
FIGARO
Che
perdono? Bastonate!
CHERUBINO
Sì, son
reo... Colpevol io sono. Ma
Susanna è troppo
amabile, per
vederla e non l’amar.
FIGARO
(stordito)
Come!
Che!...
CONTE
Susanna!
SUSANNA
(che
avendolo compreso si sarà
sempre tenuta confusa.
Fra sè)
Oh!
Bravo! Questa poi non
l’aspettavo!
CONTE E
FIGARO
Tu,
Susanna!
SUSANNA
(fingendo disperazione)
Oh ciel!
Che affanno... Io non
oso il ciglio alzar.
(Figaro
è in mezzo alla scena
sbalordito. Il Conte
da una parte l’osserva.
Cherubino e Susanna
tengono gli occhi bassi
vergognando. Inez e
la Contessa
dall’altra
parte guardano
incerte or questi
or
quelli)
INEZ,
SUSANNA, CONTESSA
CHERUBINO, CONTE,
PLAGIO, CORO
(Fra sè)
Come
dal fulmine Egli è
percosso , Mi vien da
ridere... Parlar non
posso... Da sé
medesimo se la comprò.
FIGARO
(Fra sè)
Quest’uomo è il diavolo
sicuramente... Io
sono stupido... Non
ho più niente... Che dir,
che credere Io più
non so.
CHERUBINO
(facendo
vista di scuotersi,
e
correndo a
Susanna)
Ah!
Vieni e prostrati – ai
piedi suoi, Colle
tue lagrime – placarlo
puoi, Se non è
un barbaro – perdonerà.
SUSANNA
(ai
piedi di Figaro)
Mio
dolce Figaro! Deh! Ti
placa.
CHERUBINO
Fratel
maggiore, perdona...
SUSANNA, CHERUBINO
Deh! Ti
dimentica – del nostro
errore, Giuriam
che seguito – più non
avrà.
FIGARO
(furioso, alzandogli)
Sta su
demonio – sta su
civetta, Sarà
terribile – la mia
vendetta, Nemmeno
il diavolo – vi salverà.
CONTE
(a
Figaro)
Frena la
collera – scusar la dei, Fa’ da
filosofo – siccome sei.
CONTESSA, INEZ
È donna,
è giovane – merta pietà.
FIGARO
No, no,
lasciatemi – son
disperato.
CHERUBINO,
Susanna Deh! Senti...
CONTE,
CONTESSA, INEZ Placati.
FIGARO
Son
forsennato.
SUSANNA
Mio
dolce Figaro
m’ascolta...
FIGARO
Va’ via
di qua...
CONTE
Perdona
o stolido – conosci il
sesso, Non farti
scorgere – geloso
adesso... È la più
insipida – bestialità.
CORO
(ridendo)
Geloso
Figaro, ah! ah! ah! ah!
FIGARO
Maledettissimi! – Ma si
può dare? Vo fuor
dei gangheri – Vo’ dir...
vo’ fare...
CORO
Che
cosa?
FIGARO
Cedere –
e perdonare...
TUTTI
Bravo!
Oh! Cor nobile! Così si
fa.
CONTE, CONTESSA, INEZ
PLAGIO, CORO, SUSANNA
Seppellita sia la
cosa... Questa
scena si nasconda,
Che nessuno se ne
accorga...
Argomento non si porga
All’altrui loquacità.
TUTTI
Una
ciarla, un detto solo È un fil
d’acqua in vasto piano. Basso,
basso ei rade il suolo, Lento,
lento va lontano, Fin che
cresce a poco a poco, Si
dilata, si fa loco, Vien
ruscello, poi torrente, Quindi
fiume che furente Spuma,
bolle, allaga, innonda Le
campagne e le città.
Questa scena si
nasconda... Non
facciam pubblicità.
ATTO SECONDO
Scena
Prima
(Parco
come nell’Atto primo. Paesani
e Villanelle uscendo dal
castello e discorrendo
fra loro)
VILLANELLE
L’avventura è singolare,
grazïosa in verità.
PAESANI
Non se
n’ha più da parlare, O il
padron ci scaccerà.
VILLANELLE
Ma fra
noi...
PAESANI
Fra voi
nemmeno.
VILLANELLE
Perché
no?
PAESANI
Perché
così.
VILLANELLE
Il
castello già n’è pieno.
PAESANI
Non è
ver.
VILLANELLE
È vero
sì!
(litigando fra il sì e
il no ad alta voce)
Scena
Seconda
(Plagio e
detti)
PLAGIO
(in
disparte)
Qui si
grida... qui si
strepita... Plagio,
agguzza orecchio e
mente. Puoi trovar
qualche argomento... Bene o
male... è indifferente; Purché
arrivi inaspettato,
Buon effetto produrrà.
(si
appressa a poco a poco)
VILLANELLE
(per far
dispetto ai paesani)
Dell’amante travestito Ci ha
chi vede un gran
mistero.
PAESANI
La
volete terminare?
Linguacciute zitte là!
VILLANELLE
Si
sospetta che l’affare Altra
piega prenderà.
PLAGIO
(facendosi in mezzo)
Mie
ragazze... Dite dite,
Raccontate, proseguite: Cosa è
stato?
PAESANI
(facendo
cenno alle donne)
Niente!
TUTTI
Niente!
PLAGIO
M’informate solamente.
TUTTI
Che
informare?
PLAGIO
Come
andò? Chi mai v’ha fatto La
commedia indovinar?
TUTTI
Che
commedia? Siete matto!
PLAGIO
A me
matto!
TUTTI
Da
legar.
PLAGIO
(correndo ora agli uni
ora agli altri)
Per
pietà cortesi siate...
D’istruirmi non
negate... Una Musa vi
scongiura... Non vi
fate più pregar, Non
sapete che il mio nodo Rovinate
in questo modo?
TUTTI
Ma
Signore, v’ingannate...
Non si sa di che
parlate... Non si
tratta in nessun modo
Né di gruppo né di
nodo... Siete
matto a dirittura. Vi
potete far curar.
(Fra sè)
Ah! Da
questa seccatura
Usciremo con scappar.
(i
paesani partono alla
rinfusa; Plagio li
segue, tuttavia
supplicando)
Scena
Terza
(Susanna
dal castello)
SUSANNA
Ognun mi
guarda e ride, E
mormora di me... Poveri
sciocchi! Le risa
ed i motteggi io curo
poco: La
vedrem bella al terminar
del gioco. Per
altro quel ripiego Mi
piaceria di più se non
cadesse Sulle
mie spalle. Io sono
persuasa Che il
mio Signor marito Se l’ha
legata al dito. Egli mi
tiene
Sospettoso di vista, e
il tempo aspetta Di
potermi trovar sola in
disparte. Eccolo...
faccia franca.
Scena
Quartta
(Figaro e
detta)
FIGARO
(Fra se)
È sola:
all’arte.
(si
avvicina e squadrandola
d’alto in basso le
gira d’intorno,
indi dà
in uno
scroscio di risa)
Ah! ah!
ah!
SUSANNA
Di che
ridi?
FIGARO
Di che
rido? ah! ah! ah! Rido in
pensare Alla
scena successa poco fa: Brava!
Proprio tu sei la mia
metà.
SUSANNA
(fingendo)
Ah!
Figaro... Sai bene Ch’io ti
conosco a fondo... In van
tu fingi D’esser
con me placato, Ti si
vede la collera nel
volto.
FIGARO
La
collera? ah! ah! ah!
T’inganni molto, Io ti
conosco meglio E ti
vedo negl’occhi un’altra
cosa.
SUSANNA
Spiègati.
FIGARO
Senti...
SUSANNA
(Fra sè)
Oh!
Questa è grazïosa!
FIGARO
(prendendola per mano e
considerandola
attentamente)
In
quegli occhi, o
bricconcella, Vedo un
spirito folletto, Che mi
dice schietto e netto: Bada ben
che te la fa.
SUSANNA
Di
quest’occhi la favella Gioco è
sol di fantasia. Il
folletto è gelosia Che
martello ancor ti dà.
FIGARO
Via,
leviamoci la maschera, Tu
m’intendi.
SUSANNA
Io no,
davvero.
FIGARO
(risolutamente)
uell’amico non è Figaro.
SUSANNA
(sorpresa)
No! E
chi è mai?
(Fra è)
Ch’ei
sappia il vero?
FIGARO
Su,
confessa francamente.
SUSANNA
Che ho
da dir?
FIGARO
Colui
chi è?
SUSANNA
Tu
deliri veramente.
(per
partire)
Addio.
FIGARO
(fermandola)
Fermati.
SUSANNA
Lasciami!
FIGARO
No!
SUSANNA
Ma
lasciami!
FIGARO
No, sta
qui con me.
SUSANNA
Brutta
cosa è l’esser moglie D’un
marito seccatore, Che
tormenta a tutte l’ore, Che
nient’altro è buono a
fare. Qualche
donna se m’ascolta E nel
caso mio si trova,
Confessar dovrà per
prova Che
parlai con verità.
FIGARO
Brutta
cosa è aver per moglie Una
donna capricciosa, Che non
pensa ad altra cosa Il
marito a far crepare, Se
qualch’uom ora m’ascolta E nel
caso mio si trova,
Confessar dovrà per
prova Che
parlai con verità. Su via
palesami Tutto
alla buona.
SUSANNA
Lasciami
correre alla padrona.
(liberandosi da lui)
FIGARO
No, non
resistere, su via
palesami.
SUSANNA
Non mi
seccar. Scena
Quinta
(Plagio e
detti)
PLAGIO
(correndo a Figaro)
Lodato
Apolline, Pur v’ho
trovato.
SUSANNA
(Fra sè)
A tempo
ei capita.
FIGARO
(Fra sè)
Sii
scorticato!
PLAGIO
Un
incidente più
sorprendente estro
poetico trovar non sa.
FIGARO
(inquieto)
Basta!
Sì... sì...
PLAGIO
Sentitelo.
FIGARO
Un’altra
volta.
SUSANNA
(per
fuggire)
Presto:
piantamolo.
FIGARO
Ferma!
PLAGIO
Mi
sbrigo subito, badate
qua.
FIGARO
No, no,
ti replico.
PLAGIO
(leggendo e seguitando)
Quell’intrigante...
FIGARO
So
tutto: lasciami.
PLAGIO
Si è
finto amante...
FIGARO
(sbuffando)
Auf...
finiscila
SUSANNA
Ah! ah!
ah! ah!
FIGARO
Eh!
Vanne al diavolo – tu e
l’incidente: Non vo’
commedie – non sento
niente,
(Fra sè)
La bile
affogami – son fuor di
me
SUSANNA
(Fra sè)
Per
quello stolido – la
schivo brutta: Rimani o
Figaro – a bocca
asciutta, Sbuffa
sofistica – fremi fra
te.
PLAGIO
(Fra sè)
Suore,
pieridi – che cosa è
questa? Egli è
frenetico – perde la
testa, Povero Plagio
– stai fresco affé.
(Figaro
e Susanna partono)
Scena
Sesta
(Plagio
solo)
PLAGIO
Or
comincio a capir...
l’usato stile Dei
protettori è questo.
Ebben si segua A
lusingar il nostro
mecenate Con
maggiori incensate: è
tal la sorte Di tanti
e tanti confratelli
miei, Né
sperar posso che per me
si cangi: Non
importa strisciar,
purché si mangi.
(parte)
Scena
Settima
(Anticamera ad uso di
guardaroba che mette
nella
stanza di Susanna. Di
qua e di là sono
due
armadi, in uno dei quali
avvi un di quegli
arnesi di legno, a cui
s’appendono i vestiti,
coperto da un ferrajolo
e da un cappello.
Susanna e Inez entrando
rapidamente, indi
Cherubino)
INEZ
Chiudi
presto la porta.
SUSANNA
Oh! Che
spavento! Non vi
ha veduta alcuno e poi...
Signora, Siete
nelle mie stanze, e non
è questo un luogo
proïbito.
INEZ
Sì... ma
chiuder saria miglior
partito.
SUSANNA
Oh!
bella! Sta a veder che
Cherubino Dovrà
passare per la
serratura.
INEZ
È vero...
Ma...
SUSANNA
Che ma?
Meno paura. Il Conte
e la Contessa Si stan
sul vostro conto a
disputare. Figaro
ha di che fare Per i
preparativi della festa, Né può
venire a romperci la
testa. Intanto
Cherubin...
INEZ
Zitto...
vien gente.
SUSANNA
È desso
appunto.
CHERUBINO
(entrando)
Eccomi.
SUSANNA
Or sì
che importa di chiudere
la porta.
(chiude)
CHERUBINO
Inez!
Che hai?
SUSANNA
Trema la
poverina.
CHERUBINO
E di che
mai?
SUSANNA
D’esser
sorpresa.
INEZ
Ah! Non
è sol per questo: Tremo
perché la sera
s’avvicina, E nulla
abbiamo combinato
ancora.
CHERUBINO
Non ci
siam mai parlati un
quarto d’ora.
SUSANNA
Or
dunque per fortuna
eccoci tutti e tre...
Venite avanti. Parliamo,
combiniam...
(si pone
in mezzo)
CHERUBINO
Sappi
che al fine Don
Alvaro ho veduto: ei di
sicuro Tuo
sposo non sarà, com’è
venuto Dovrà
partir.
SUSANNA
Benone!
INEZ
Altro
non bramo,
(odesi
picchiare alla porta)
Ma...
CHERUBINO
Han
picchiato.
FIGARO
(di
dentro)
Susanna!
INEZ
Ahimè!
SUSANNA
Ci
siamo!
CHERUBINO
Diamine!
Che si fa?
SUSANNA
Celarsi
è d’uopo.
INEZ
Dove?
dove?
SUSANNA
Non so.
FIGARO
(di
nuovo)
Susanna
ehi! Dico!
SUSANNA
Vengo,
vengo.
CHERUBINO
Che
intrico!...
(si
aggirano tutti e tre per
la
scena
con gran confusione)
SUSANNA
(ad Inez
accennando un armadio)
Ah! Voi
là dentro.
(a
Cherubino)
Voi qua...
dietro il mantello.
FIGARO
(con più
furia picchiando e
gridando)
Cospettone! Rompo
l’uscio!
SUSANNA
(dopo
aver chiuso l’armadio, e
collocato Cherubino col
mantello e
cappello indosso)
Son
qua... così...
benone.
(va ad
aprire)
Scena
Ottava
(Figaro
entrando furiosamente e
detti,
indi il Conte e la
Contessa)
FIGARO
Chiusa
qua dentro a chiave... Cos’è
sta novità?
SUSANNA
(con
disinvoltura)
Faccio
di tutto Per
poterti schivar, ma
tutto invano.
FIGARO
Vi vuol
tanto ad aprire?
SUSANNA
Ora è
aperto, che vuoi?
FIGARO
Devo
partire, Dammi
tosto il mantello. Vo a
chiamar il Notaro.
SUSANNA
Il tuo
mantello!... Hai tu
forse paura di
gelare?...
FIGARO
È già
tardi e comincia a
piovicchiare.
(Susanna
è confusa. Dopo un
momento Figaro
si volge, e vedendo
ch’ella non si
muove, s’impazienta)
E così?
Con chi ho parlato?
SUSANNA
Un
momento!
(Fra sè)
Oh!
Quale imbroglio
CONTE
(di
fuori)
Ho
deciso: così voglio!
FIGARO
Il
padron!
SUSANNA
(Fra sè)
Come si
fa?
CONTE
(in
iscena seguito dalla
Contessa)
Abbastanza ho sopportato
Di colei le stravaganze,
Sono chiuse le sue
stanze...
(a
Susanna)
Vanne
tu, che scenda qua.
CONTESSA
Ma
pensate al suo dolore...
CONTE
Vien Don
Alvaro fra poco.
SUSANNA
Ponderate o mio
Signore...
CONTE
Troppo
lungo è questo gioco, Le
ragioni sono vane Vo’
così, così sarà.
FIGARO
(Fra sè)
Sì
crepate o donne insane
Ma il contratto si farà.
SUSANNA
(Fra sè)
Se vo
via qui resta il cane,
Da per tutto ei fiuterà.
CONTESSA
(Fra sè)
Più
rimedio non rimane,
Ubbidir le converrà.
CONTE
(a
Susanna)
Tu non
vai?
SUSANNA
(imbrogliata)
Sì...
vado...
FIGARO
Presto!
(Susanna
va e viene)
CONTE
Ma che
fai?
SUSANNA
(Fra sè)
Che
impiccio è questo!
(Al Conte)
Io son
pronta... ma
Eccellenza... Se
facesse resistenza... Andar
tutti è più sicura.
FIGARO
Eh! Va
là, cos’hai paura? Dal
Notaro intanto io volo.
CONTE
Sì, ti
spiccia...
FIGARO
(per
andare a prendere il
mantello)
Il
ferrajolo...
SUSANNA
(fermandolo)
Andar
puoi senza di quello.
FIGARO
Il
cappello...
SUSANNA
No...
FIGARO
Eh! Va
là.
(la
respinge corre al
cappellinajo, e
discopre Cherubino con
un grido)
Ah!
SUSANNA,
CONTESSA, CHERUBINO
Siam
fritti.
CONTE
Chi mai
vedo?
FIGARO
(Fra sè)
Or
capisco.
(va
spiando di qua e di là)
CONTE
Qui che
fai?
CHERUBINO
Che ho
da dir? Saranno guai...
FIGARO
(apre
l’altro armadio, e
vedesi Inez)
Ah!
Signor... guardate qua!
CONTE
Inez!
SUSANNA,
CONTESSA, CHERUBINO
Cielo!
CONTE
Appena
il credo.
CONTESSA, SUSANNA,
CHERUBINO
(a
Figaro, fra sè)
Maledetto!
FIGARO
(dando
in uno scroscio di riso)
Ah! ah!
ah! Ma bravi
in verità.
CONTE
(Fra sè)
Apro
gli occhi finalmente...
Son tradito ed
infamato... Bel
giojello che ho trovato,
Bella perla in verità.
CHERUBINO
(Fra sè)
Io mi
stillo invan la mente...
Più non giova ingegno ed
arte...
Rivoltate son le carte,
Di sfrattar mi toccherà.
SUSANNA,
INEZ, CONTESSA
(Fra sè)
Come un
piccolo accidente Ha la
macchina distrutta
Son confusa, tremo
tutta... Chi sa mai
come anderà.
FIGARO
(Fra sè)
Mia
scarsella
allegramente... È
battuto l’intrigante... Già
contata, già sonante
Della dote è la metà.
CONTE
Temerario! Chi sei?
Che
pretendi?
Dell’oltraggio ragione
mi rendi.
CHERUBINO
(Fra sè)
Il
coraggio, il cervello ho
perduto.
FIGARO
Parla,
parla... rimasto sei muto?
CHERUBINO
(risolutamente)
Sono un
tal che si è posto
all’impegno Di
sventar del briccone il
disegno,
(accennando Figaro)
Di
sottrarre agli artigli
di un perfido
L’innocente e tradita
beltà.
CONTE
Seduttore!
FIGARO
Impostor!
INEZ,
SUSANNA, CONTESSA
Che
imprudenza!
CONTE
Esci
tosto da questo
castello.
INEZ
Padre!
CONTESSA
Sposo!
SUSANNA
Perdono,
Eccellenza.
CONTE
(a Inez
ed alla Contessa)
A voi
due farò fare cervello.
(a
Susanna)
Tu
civetta fa tosto
bagaglio: Più
vederti in mia casa non
vo’.
FIGARO
(Fra sè)
Se la
moglie mi leva d’intorno
Ben felice chiamarmi
potrò.
INEZ,
SUSANNA
CONTESSA,
CHERUBINO
(Fra sè)
Ah! La
rabbia il dispetto
m’uccide, D’alzar
gli occhi coraggio non
ho.
CONTE
(a
Cherubino)
Tu
sfacciato ringrazia
fortuna, Se
altrimenti scacciar non
ti fo.
FIGARO,
CONTE, CONTESSA,
CHERUBINO,
INEZ, SUSANNA
Fra
l’incudine e il
martello, È
battuto il suo/mio
cervello Ed un
mantice nel petto, Gli/mi
sta il cor a tormentar Ah la
rabbia ed il dispetto, Già
lo/mi stanno a tormentar
/ fanno delirar.
Scena
Nona
(Il Conte
e Figaro)
CONTE
Figaro!
FIGARO
Mio
Signore!
CONTE
Tutta ti
rendo la primera mia
stima.
FIGARO
Io son
contento, Come se
avessi guadagnato un
terno. Gioco
vedervi e scherno Di cotal
gabbamondo Davvero
io non potea senza
crepare.
CONTE
Va...
saprò la tua fé
ricompensare. Ma
Susanna... Susanna Per
sempre ha da fuggir la
mia presenza.
FIGARO
Voi mi
avete Eccellenza, Un tal
peso levato, Che in
eterno obbligato esservi
deggio, Vada
via, ben le sta: merta
di peggio.
CONTE
Va
dunque, prontamente, E più
presto che puoi guida il
Notaro.
FIGARO
Corro...
(Fra
sè)
Oh! che
sprone al fianco emmi il
danaro.
(parte)
Scena
Decima
(Inez
sola)
INEZ
Oh! Come
in un momento Ogni
speme svanì. Qual
nebbia al vento Perduto
il caro bene, È vana
omai la speme Di
rivederlo ancora, Fatal
destin che mi rapisce,
oh Dio,
All’oggetto che adoro,
all’idol mio. Che più
soffrir mi resta, Or che
il mio ben perdei, Tutto mi
tolse, oh Dei, La
vostra crudeltà. Sospiri
e lagrime, Affanni
e pene, È il
solo bene Che mi
restò. Oh come
rapido Un sol
momento Ogni
contento Se
n’involò.
Scena
Undicesima
(Il
Conte, indi Susanna con
un fardello
sotto il braccio)
CONTE
Vedran
che non mi lascio Più pel
naso guidar; che sono
stanco Di fare
a modo d’altri E che il
padron son io.
SUSANNA
(in
disparte, fra sè)
Eppure
avrai da fare a modo
mio.
CONTE
Per
altro mi rincresce Che
Susanna sen vada.
SUSANNA
(Fra sè)
Oh! Se
l’ho detto!
CONTE
Troppo
dal dispetto trasportar
mi lasciai.
SUSANNA
(Fra sè)
E
indietro tornerai.
CONTE
(volgendosi vede
Susanna, fra sè)
Chi
vedo!
È dessa,
non facciam ragazzate.
SUSANNA
(Avanzandosi lentamente.
Aria
sommessa.Piangendo)
Eccellenza...
CONTE
(brusco)
Che
vuoi? Che pretendi da
me?
SUSANNA
(singhiozzando)
Nulla...
Soltanto... Pria di
partir... Parlar mi
vieta il pianto...
CONTE
Spicciati.
SUSANNA
Abbandonata... Dal mio
caro padrone...
CONTE
(le dà
una borsa)
Ho
inteso, prendi
Quest’oro servirà pei
tuoi bisogni, Finché
tu non ritrovi a
collocarti In
qualch’altra maniera.
SUSANNA
(ricusando la borsa)
Ah! Non
è questo Che mi
affligge, o Signore... Non
vedervi mai più... mi
scoppia il core.
CONTE
Tu lo
volesti, ingrata: Solo te
stessa accusa; Non ha
difesa o scusa Sì nera
infedeltà.
SUSANNA
Sono a
ragion cacciata, Troppo
son rea, lo vedo. Perdono
a voi non chiedo, Imploro
sol pietà.
CONTE
Ma qual
pietà?
SUSANNA
Sol
quella di non odiarmi
almeno
CONTE
Odiarti?... No... Non
t’odio.
SUSANNA
Or son
contenta appieno, Su
quella destra amata
Che imprima un bacio...
CONTE
(volendo
ritirar la mano
ch’essa
gli afferra)
No!
SUSANNA
Ah! Non
vi lascio.
CONTE
(commosso)
Ingrata!
(Fra sè)
Debole cor!... che fo?
SUSANNA
(Fra sè)
Ah che
gli spunta il pianto...
A poco a poco ei cede... Oh!
quando men lo crede
Farà quel ch’io vorrò.
CONTE
(Fra sè)
Ah! Che
a durarla tanto Capace
non mi sento, Che già
l’amai rammento,
Ed essa ancor m’amò.
SUSANNA
(per
partire)
Dunque
io parto...
CONTE
(arrestandola)
Senti...
SUSANNA
Oh Dio! Se più
resto al piè vi moro.
CONTE
No,
rimani, io tutto oblio.
SUSANNA
Come!
Voi!...
(Fra sè)
Che
pasta d’oro.
CONTE
Ti
perdono, ma ricordati...
SUSANNA
Pria
d’offendervi morrò.
CONTE
Sì
rimani, e sia per ora
Condonato il primo
error; Se mi
servi con amore, Io
scordarmelo saprò.
(Fra sè)
Se l’ho
detto che a mio modo
Finché vivo io non farò!
SUSANNA
Me
felice! Io trovo ancora Il mio
caro e buon Signore, Sì
bell’alma, sì bel core, Esser
barbaro non può.
(Fra sè)
Questa
invero me la godo,
Questa poi la conterò!
(partono)
Scena
Dodicesima
(Cherubino e Paesani)
CHERUBINO
Già per
le vie del cielo Stende
la notte il tenebroso
velo; Tutto è
calma d’intorno, altro
non s’ode Che il
mormorar dell’aura in
fra le piante, Solo il
mio core amante Nel
riposo comun, pace non
trova. Ah! Che
più indugio mai? L’ultima
prova si tenti almen, tutto si
sveli al Conte, E se il
destin tiranno M’invola
il caro bene, La morte
fia sollievo a tante
pene. Lungi oh
Dio! Dal ben che adoro Va
perdendo il cor la calma Per la
tema, in sen quest’alma
Già comincia a
palpitar... Deh!
Ritorna amato bene,
Questo core a
consolar...
PAESANI
Poi che
cede al dì la notte, E ne
avverte che i lavori Son
compiti pei cultori,
Quant’è dolce il
riposar... Ma chi
colui sarà, Tutto
mestizia in volto? Ci desta
in ver pietà. Perché
mai scolpito in fronte, Vi
leggiam sospetto e noja? In un dì
di tanta gioja, Vada in
bando ogni penar! Al
castello or via ne
andiamo Liete
nozze a festeggiar, sì!
CHERUBINO
Che mai
sento?... Ah! Non fia
vero, Il mio
bene tenta invano Di
rapirmi, iniqua mano! L’ira
mia dovrà provar.
PAESANI
Cosa
dice l’infelice? Ha
perduto il suo cervello! Queste
nozze nel castello, Sì lo
fanno delirar!
CHERUBINO
Amor
pietoso rendimi
Quell’adorato oggetto, E fido a
quell’affetto
Quest’anima sarà. A così
bella speme, Mi balza
il cor nel seno, Non so
spiegar appien, La mia
felicità!
PAESANI
In
questo dì sereno, Regni
felicità! Al
castello or via ne
andiamo, Liete
nozze a festeggiar! Scena
Tredicesima
(Galleria. Alcuni
servi introducono
Don
Alvaro,
indi il Conte)
CONTE
Don
Alvaro,
scusate se vi
ho fatto aspettar.
DON
ALVARO
Giunge
più caro Un
piacer che aspettato è
lungamente.
Scena
Quattordicesima
(La
Contessa, Inez, Plagio
e detti)
CONTE
(andando
loro incontro con D.
Alvaro)
Io vi
presento: Don Alvaro,
Contessa. Inez, è
questi lo sposo tuo.
(la
Contessa e Inez
salutano senza
parlare)
DON
ALVARO
(Fra sè)
Cospetto! È pur bellina!
INEZ
(piano
alla Contessa)
Che
sinistro aspetto!
PLAGIO
Signore,
delle Muse mecenate, Eccole
un debol servitor: poeta Con
questi scritti che
umilmente umilia,
all’Eccellenza vostra,
onde si degni
Proteggere.
CONTE
Che
dici? Che contiene
Questo scritto?
PLAGIO
Signor,
legga e riceva Una prova
evidente del
rispetto, Stima ed
attaccamento che...
CONTE
(leggendo)
L’argomento è un
intrigo: un
astuto servitore, Che mena
per il naso uno sciocco
padrone, E lo
riduce a maritare la
figlia a un impostore
Onde potersi in due
spartire la dote...
FIGARO
Ecco il
Notaro!
(Fra sè)
Che
occhiate, il tempo
è torbido, Temo che
voglia piovere.
CONTE
(al
Notaro)
Signor,
spero che avrà Con sé
quei documenti
necessari...
DON
ALVARO
Signor...
CHERUBINO
(irrompendo,
indicandoDon Alvaro)
Torribio! Oh
bella!
CONTE
(con
sorpresa)
Qual
altra novità?
CHERUBINO
Son
Cherubino: Il
Colonnello!
È tempo che
si scopra Di
Figaro la trama:
(indicando Don Alvaro)
Ei, con
costui che fu testé
mio servo...
CONTE
Vostro
servo?
Costui? Di sdegno
avvampo...
CHERUBINO
Per
spartirsi la dote,
concertò Che in
sposa vostra figlia
Vi
chiedesse l’indegno, E per
far più compito il suo
disegno Ebbe un
poeta eletto Che di
commedia fecivi
soggetto, Non è
ver?
DON
ALVARO
Eccellenza!...
PLAGIO
Mio
Signor...
FIGARO
(Fra sè)
Ahi! La
commedia
Prendendo va l’aspetto
di tragedia.
CONTE
Birbanti!
Olà! Costui Per
sempre mi si tolga dal
cospetto!
FIGARO
Perdono
a’ vostri piè...
CONTE
Vanne,
furfante!
PLAGIO
Mancava
questa scena, Onde
fosse perfetto il mio
lavoro...
SUSANNA
Che fu?
Pietà, Signor... di pena
io moro.
(a
Figaro)
Che
facesti o scellerato!
In che offendi il tuo
Signore...
(al
Conte)
Deh!
Frenate ogni furore, al mio
pianto, al mio dolor.
(a
Figaro)
Cessa
omai d’ordir inganni, Conti,
trappole, raggiri, Fino
agli ultimi sospiri D’esser
pensi ingannator!
CONTE
La sua
sorte è pronunciata, Non si
cangia il mio voler.
TUTTI
Signor,
al suo dover Non
sarà/ò più mancator! No!
SUSANNA
Signor,
lo sposo rendimi, Consola
il pianto mio, O fa che
segua anch’io Suo
barbaro destin.
CONTE
Ebben...
restate!
CORO
Evviva!
Evviva!
CHERUBINO E INEZ
Tutti
son lieti ed anche noi,
Aspettiamo da voi tratti
d’egual bontà.
CONTE
Per far
dispetto a Figaro, Siate
anche voi contenti.
TUTTI
Son
questi i bei momenti, Di dolce
voluttà! Giorno
sì amabile/lieto Rammenti
ogn’alma, La dolce
calma Ritorna
già. E i nodi
teneri Stretto
ogni core, Di
dolce amore
Giubilerà.

|
ACTO PRIMERO
(La acción se desarrolla
en el castillo del Conde
de Almaviva, a una
milla de distancia de
Sevilla)
Escena Primera
(Parque del castillo del
Conde de Almaviva, en
perspectiva. A un lado,
una puerta con
el
escudo del Conde; al
otro lado, un
arco que
da a una
calle, y del cual
cuelgan festones y
guirnaldas.
Algunos aldeanos
terminan de
adornar el
lugar,
mientras sale un coro de
criados
del Conde,
acompañado de un grupo
de aldeanas, vestidas de
fiesta, cantando y
bailando)
CORO
Compañeros,
al son de
los pífanos
y
tocando el tamboril
cantemos a la linda
mañana de un
día tan feliz. ¡Por
fin regresa la gentil
patrona con su hija!
Amor volvió a unir a esta
noble familia. Con
guirnaldas y flores
nos presentaremos
alegres
ante ellas.
Escena Segunda
(don Álvaro, Plagio y los
anteriores) DON
ÁLVARO
(Para sí) He
aquí el día en el que se ha
de llevar a cabo el plan
de Fígaro. ¡Tú, Suerte,
aliada de Osadía, no
traiciones mis
esperanzas!
PLAGIO
(Para sí) Éste
es el lugar,
y aquí Fígaro
me dio cita. Él
debe concertar conmigo
el argumento de mi
drama. DON
ÁLVARO
(Para sí) Si
logra hacer que me case, si el
astuto Fígaro me hace
enriquecer...
PLAGIO
(Para sí) Si
este gran hombre me
sugiere un argumento
gracioso... DON
ÁLVARO, PLAGIO
(Cada uno para sí) Me
contentaría con dejarle la
mitad de la dote.... No
temo la censura ni la
maldad de otros...
Coro, don Álvaro y
Plagio
CORO Pero
ya se abren las puertas y aquí
sale Fígaro. ¡Viva
por siempre el
confidente del patrón! El
hombre más diestro y
alegre que se
encuentra en todo el
mundo. Que
todo lo soluciona, que
todo lo ve y todo lo
sabe.
Escena Tercera
(Fígaro sale del
castillo.
Todos van a su
encuentro. Él observa la
disposición del
lugar y luego va de uno
a otro)
FÍGARO
(a los campesinos)
¡Bravo
amigos, todo va muy bien
y estoy contento con el
trabajo!
(a
don Álvaro )
Todo
está listo... ¡coraje,
bribón!
(a
Plagio )
¡Encontré
el argumento!
(a
don Álvaro)
¡Ya
tenemos la dote en el
bolsillo!
(a
Plagio )
Quiero
que surja un hermoso
enredo. De un
cerebro imaginativo una
gran obra se verá nacer. DON
ÁLVARO (en
voz baja, a Fígaro) Tengo
confianza en ti....
PLAGIO
(A
Fígaro) Me fío
de ti.
CORO ¡Tu espíritu
no tiene igual!
FÍGARO ¡Oh,
fantasía de Fígaro,
inspiración primera,
despierta! La más
sublime y postrera de mis
glorias es ésta. Con
ella daré un ilustre
final a mi
carrera. Al
Conde daré por yerno a un
hombre de mi clase.
Compartiré con ese
pícaro la
dote de su hija;
embaucaré y haré callar a tres
mujeres charlatanas; y
pondré la historia
en una comedia
cuya trama yo mismo
crearé. ¡Oh,
no hará falta más que
Fígaro! ¡Me
superaré a mí mismo!
CORO El
regreso de las patronas nos
traerá mucha dicha.
FÍGARO
(Al Coro)
¡Vamos amigos, pasaremos
este día con gran
fiesta!
(A don Álvaro)
Repartiremos el dinero.
(A Plagio)
Tengo toda la comedía en
mi cabeza.
DON ÁLVARO
(Para sí) La
confianza de este bribón, me
reconforta y me da
valor.
PLAGIO
(Para sí)
Sí me facilita el
argumento,
será una gran obra.
FÍGARO
(A don Álvaro,
ceremoniosamente)
Excelencia, el
Conde, mí señor, os
saluda y os
hace saber que
os hará avisar
cuando
podréis presentaros
ante la Condesa.
(en voz baja
confidencialmente)
¡Vete,
si él viene que no
te vea conmigo!
Mi plan
es que
yo parezca
ser
contrario a
esta boda.
DON ÁLVARO
(En
voz baja) ¡Cómo!...
¿Por qué?
FÍGARO
(a don Álvaro, aparte)
Tonto... ya lo sabrás...
¡Vete!
(don Álvaro se
marcha)
Escena Cuarta
(Fígaro y Plagio)
FÍGARO
Y ahora, querido alumno,
vayamos a la comedia...
He
pensado en los
personajes y la trama,
fácilmente podrás
comprenderla.
PLAGIO Te
escucho atentamente y
sin parpadear... estoy
dispuesto a
someterme a tus
propósitos.
FÍGARO Un
argumento enredado,
conductas caprichosas y
lenguaje conveniente
para la trama...
PLAGIO
Serían los medíos...
FÍGARO
(interrumpiéndolo) De
dormir al público.
Escucha:: un señor muy
rico
quiere casar a su única
hija; lo
guía y aconseja un
sirviente astuto que
lo convencerá para
desposarla con un bribón
como él mismo.
Luego, se repartirán
entre
ambos el dinero.
Habrá engaños y trampas,
astucia y por ende
fraude... El padre
quedará atrapado en
la red.
Habrá boda; los dos
farsantes serán felices
y caerá
el telón.
PLAGIO
Pero ¿nadie se opone? ¿No ocurre
algún accidente
imprevisto que
ponga a los intrigantes
en un aprieto?
FÍGARO
¿Quién lo sabe? Por
ahora, no quiero decirte
nada más. Ve,
estudia y luego regresa a
mostrarme tu libreto...
Si sigues mis
consejos, serás famoso.
PLAGIO
¡Adiós, supremo
intelecto!
(Se va)
FÍGARO
(Se ubica en un lugar
apartado) ¡El
Conde! ¡Alerta!
Escena Quinta
(Sale el Conde del
castillo. Tiene en
la
mano
algunas cartas que lee
atentamente.
Fígaro, aparte, escucha)
CONDE He
resuelto finalmente...
Será de don Álvaro...
Todo lo que he
investigado, familia
y
costumbres, todo habla
en su favor... Un
verdadero
caballero.
FÍGARO (Para
sí)
Para mí es un honor.
CONDE Él
hará plenamente feliz a
Inés.
Fígaro trata en vano de
desacreditarlo...
Pero ¿y si mi hija no lo
encuentra de su agrado y
yo la obligo a una unión
dolorosa?...
¡Ah, qué ideas asaltan
mi mente! El
tiempo lo arregla todo.
FÍGARO (Para
sí)
¡Óptimamente!
CONDE ¿De
qué le sirve al
corazón
casarse por amor?
Tarde o temprano Himeneo
extingue la primera
pasión.
¡Cuánto amé a Rosina!
¡Y cuánto también ella me amó!
Finalmente me casé con
ella... ¿La
amo todavía? No lo sé. ¡Oh,
los dulces y tiernos
afectos
pasan muy rápido!
Feliz es el alma que
nunca los probó.
FÍGARO (Para
sí) ¡Parece un
filósofo!
CONDE Sí,
eso creo, eso espero,
qué sabio es mi
pensamiento, feliz y
dichosa haré a mi hija.
FÍGARO
(Avanza)
Excelencia, dentro de
poco
llegará la Condesa.
Entonces ¿es
queréis casar irrevocablemente a Inés
con don Álvaro?
CONDE
Ciertamente, esa es mi
intención.
FÍGARO No
lo haréis.
CONDE
¿Quién me lo prohíbe?
FÍGARO La
prudencia. Es
verdad que don Álvaro es
joven,
encantador, de nobles
modales, y
bastante rico.
Pero por lo que he oído,
todas esas cualidades
ocultan cierto vicio, que
no debo ocultaros
por más tiempo.
CONDE ¿Un
vicio? ¿Cuál?
FÍGARO Es
demasiado generoso,
excesivamente pródigo, a
todos regala, a
todos hace caridad. Llena las
bolas de viudas, ciegos
y huérfanos.
¡Tomad hermanos!... ¡Vístanse hermanas!...
Gasta y
despilfarra...Pero, al
fin y al cabo, ¡su casa no
es un Perú!
CONDE
¡Ah, bufón, ahora lo
estimo aún más!
Esta noche se lo
presentaré a la Condesa
y
suscribiremos el contrato.
Ahora mismo voy
visitarlo; y
para concretar el
acuerdo, voy
a empeñar mi palabra.
(Se marcha)
Escena Sexta
(Susana sola)
SUSANA No,
no cambio mi suerte
ni con
las damas más notables. Más
de mil candidatos
hacen cola para
cortejarme.
Dirijo a éste una
miradita;
lanzo un suspirito para
aquél otro... El
que se cree el
preferido, ¡oh! se
engaña en verdad. Soy
maestra de
mil cábalas. Más
astuta y diestra que
yo, no hay otra.
Llevo al patrón por
la nariz. Y a
ese viejo zorro de
mi marido
esta carita le
demostrará ¡oh!
si caramba, que
es un tonto.
¡Vengan a mí,
queridas mías,
y aprenderán
cómo se hacen las cosas!
Pero, si no me engaño, me
parece ver a mis
patroncitas que
se dirigen hacia aquí.
Vayamos a su encuentro. Y
si ellas tuvieran el
coraje de
seguir todos mis
consejos,
pronto harían ver a
sus enamorados que
oponerse a las mujeres
es mal negocio.
Escena Séptima
(Salen acompañadas y
festejadas
por el coro,
la Condesa, Inés y
Susana)
CORO
¡Bienvenidas patronas!
Volvéis al amor de
vuestros vasallos.
Recibid en estas coronas el
más tierno homenaje del
corazón.
INÉS
¡Gracias, gracias. buena
gente!
SUSANA
¡Basta, basta, amigas
mías!
CONDESA (Para
sí)
¡Qué buena acogida!
SUSANA (Para
sí) Me da
rabia...
INÉS (Para sí)
Me dan ganas de llorar.
TRÍO Ser
traída al castillo,
como oveja al matadero, y
sentir murmurar elogios es el mayor de
los tormentos que se
puedan soportar.
¡Querida madre!
CONDESA
Consuélate.
INÉS
¡Ah, Susana!
SUSANA Ten
valor.
INÉS
Todas mis esperanzas se
esfuman.
SUSANA ¡El
amor repara todo!
Querubín ya está
informado y
correrá a defenderte.
INÉS
Pero mi prometido ¿ya ha
llegado?
SUSANA ¡Si ha
llegado, se irá!
INÉS
Te veo tan segura en este
asunto...
¡Dime lo que tengo que
hacer!
SUSANA
Tres mujeres... ¿y
tenemos miedo? ¡Oh,
vergüenza en verdad!
Caricias, lágrimas
y unos desmayos
son
excelentes armas
para vencer a los
hombres. Y por
último,
mucha osadía y
un lindo no.
TRÍO
Debemos pensar
alguna astucia.
Finalmente somos mujeres
y
tenemos inteligencia.
¿Quién ha de triunfar?
Ya
lo veremos.
Escena Octava
(Fígaro y las anteriores,
luego el Conde)
FÍGARO
Humildemente me inclino
ante sus excelencias.
(ellas le vuelven la
espalda)
A
ti Susana, mi querida
media naranja, que
un abrazo te diga...
(Trata de abrazarla)
...
cuánta alegría
siento al verte.
SUSANA
¡Pillo, fuera de aquí!
FÍGARO
¡Lindo cumplido! ¡Oh,
dulces palabritas de
mi amabilísima esposa,
otra vez
halagáis mis oídos!
SUSANA
Escucha.
Apostaría que
este matrimonio fue
sugerido por ti.
FÍGARO
¡Seguro!
Incluso me
atrevo
a enojarme con el propio
Conde.
CONDESA.
Entonces,
¿el Conde
está firme en su
propósito?
FÍGARO Es
una roca.
INÉS
¡Vamos, ayúdanos!...
FÍGARO
Haré todo lo posible.
(Entra el Conde y se
detiene a escuchar)
INÉS
Antes que casarme con un
hombre que jamás he
visto y al que no amo,
prefiero morir.
CONDESA ¡No
permitiré que él
provoque tu desdicha!
SUSANA Es
un loco de atar.
(Sale el Conde)
CONDE
¡Audaces!
SUSANA ¡El
Conde!
INÉS ¡Oh,
cielos!
FÍGARO
(Para sí)
¡Qué escena tan linda!
CONDE
Sabed, y que eso os
baste, que
sólo yo soy el que manda
aquí. Y
que mis órdenes
serán obedecidas a
cualquier precio.
¡Fígaro, ve al notario
y que venga de
inmediato!
INÉS
¡Ah, padre!
CONDESA
¡Ah, esposo!
FÍGARO
(Instigado por Susana)
Excelencia, yo no sé... No
quiero arruinar a una
hija tan buena...
CONDE
¡Arrogante!
FÍGARO
(a Susana, en voz baja)
¿Va todo bien?
SUSANA
(A Fígaro, en voz
baja)
¡De maravilla!
Escena Novena
(Un sirviente, luego Querubín)
SIRVIENTE
¡Excelencia!
CONDE
¿Qué sucede?
SIRVIENTE En
la entrada se
ha presentado un
forastero que solicita
veros.
CONDE Que
entre.
(El servidor se marcha)
Dentro de poco os
demostraré que no se
abusa en vano de
mi sufrimiento.
FÍGARO El
forastero.
INÉS Y CONDESA
(Para sí) ¡Es Querubín!
SUSANA
(Para sí)
¡Prudencia!
(Entra Querubín vestido
a la manera de
Fígaro, se muestra
desenvuelto pero
respetuoso, se inclina
ante el Conde)
QUERUBÍN Un
amable coronel que
me tiene en mucha estima, me
envía desde Sevilla
ante el más noble señor.
(Le entrega una carta)
INÉS (Para sí)
¡Qué Hermoso es!
FÍGARO (Para
sí) Y bastante
desenvuelto.
CONDE
(abriendo la carta) ¡Me
escribe Querubín!
INÉS, CONDESA, SUSANA
(Para sí)
Mi corazón late con
frenesí.
QUERUBÍN
¡Vamos!
(Mientras el Conde lee)
¡Amor, secúndenme un sólo
instante con tu
fresca cara de pícaro!
¡Ayúdame en mi proyecto
y afina mi ingenio!
CONDE
(Devolviendo la carta) Me
solicita en esta carta que
te tome a mi servicio.
QUERUBÍN Eso
será muy provechoso.
CONDESA, INÉS
(Para sí)
¡Ah, ojalá!
FÍGARO (Para
sí)
Caramba... eso no lo
quiero.
CONDE ¿Tu
nombre?
QUERUBÍN ¿Mi
nombre? ¡Fígaro!
FÍGARO
(Indignado) ¡Mi
nombre!
QUERUBÍN
(Sorprendido)
¿El vuestro? ¿Cómo?
El caprichoso destino
también me lo
ofreció a mí.
(Lo abraza)
Adornado por el famoso
nombre del
más diestro y fiel
servidor, voy
por la vida soberbio y
magnífico llevando fortuna y honor.
(al Conde)
Seré feliz si, a Su
Excelencia no le
disgusta, y
le resultan agradables
mis servicios.
CONDE Sí,
quédate.
CONDESA, INÉS, SUSANA
(Para sí) ¡Oh,
qué alegría!
FIGARO (Para
sí) ¡Oh, qué
rabia!
QUERUBÍN ¡Oh,
qué favor! ¡Oh, qué
sublime bondad!
¡Ordenad, gentiles
señores!...
Descansa tú, hermano
mayor, el
cadete estará siempre
dispuesto y
atento de día y de
noche.
(Para
sí)
Gracias, Amor, obtuve
lo que buscaba, el
resto lo hará mi
astucia.
CONDESA, INÉS
SUSANA,
CONDE
(Para sí) ¡Qué
simpático, qué amoroso!
FÍGARO (Para
sí)
¡Qué vulgar, qué
molesto!
CONDESA, INÉS
SUSANA,
CONDE (Para
sí)
¡Estoy contenta/o de
verdad!
FÍGARO (Para
sí)
¡Ah, éste si que es un
pícaro de verdad!
QUERUBÍNO
(Para sí)
¡Qué alivio!
CONDE (Para
sí)
Estoy contento con él.
FÍGARO (Para
sí) Es un pícaro,
me despierta sospechas.
CONDE
(a Querubín) Ven
conmigo.
(a Fígaro)
Y
tú que tuviste la
audacia de
erigirte en censor de tu
patrón,
agradece a mi buen
corazón si
en este mismo momento no
te echo de aquí.
(a las mujeres)
Espero verlas dóciles y
preparadas.
(Sale. Querubín lo
sigue.
La Condesa, Inés y
Susana
lo siguen
taciturnas)
Escena Décima
(Fígaro solo)
FÍGARO
(Con una gran carcajada)
¡Pobre Conde! No
ve más allá de su propia
nariz...
Cree que está haciendo
su voluntad y
no hace otra cosa más que la
mía.
Escena Undécima
(Salón en el castillo.
Querubín solo, luego
Inés)
QUERUBÍN Al
fin estamos en casa para ver,
espiar y saberlo todo.
El diablo no es tan malo
como lo pintan...
Fígaro, ese bribón, ese
zorro sin igual, ni
siquiera él me
reconoció.
(Entra Inés furtivamente
y viéndolo solo
se le acerca,)
INÉS ¡Querubín!
QUERUBÍN
(Volviéndose)
¿Querida?
INÉS
¡Silencio, por favor!
QUERUBÍN
(Mirando alrededor) No
hay nadie,
dulce amiga, un abrazo...
INÉS ¿Y
bien, a qué esperas?
¿Qué planes has hecho?
QUERUBÍN ¡Oh,
mi amada!
Hasta ahora, ninguno.
Escena Duodécima
(Entra Fígaro, sin hacer
ruido, y se
coloca
aparte en actitud de
escuchar)
INÉS El
tiempo apremia. Hay un
enemigo muy
astuto al que debemos
temer: Fígaro. Por
cierto, va a poner de
parte de mi padre.
QUERUBÍN ¡Oh,
conozco las mañas de ese
intrigante!
Será derrotado con sus
propias armas. El
pobre hombre cada día
está más torpe, en
vano intentará hacernos
daño.
FIGARO
(marchándose
rápidamente) No
le hablan a un sordo.
INÉS
(Advirtiendo a Fígaro
que sale) ¡Oh,
cielos!
QUERUBÍN
¿Qué pasa?
INÉS
¡Estamos perdidos!
Fígaro estaba allí...
nos ha escuchado.
Seguro que ha ido a
advertir a mi padre.
QUERUBÍN
Mientras que mi nombre
no se te haya escapado, lo
podremos remediar.
¡Silencio... alguien
viene! Tú
secúndame y no temas
nada.
Escena Decimotercera
(Querubín se muestra
como un hombre irritado.
Inés, como alguien que
escucha mortificada.
Mientras, entran el Conde y Fígaro)
QUERUBÍN
(elevando la voz)
¡No,
señora, se lo digo bien
claro! Y se
lo repito con la frente
bien alta. Por
nada del mundo podría
engañar, ni
traicionar al Conde. Es
su padre, y la ama
mucho. y
sabe muy bien lo que
hace.
INÉS
(llorando) Sí,
pero me
obliga a casarme con
un hombre al que no
puedo amar. Si te
niegas a ayudarme...
¡Ah!... Me convendrá
obedecer.
QUERUBÍN Es
la única opción.
INÉS
Pero, ¡créeme,
escúchame!
QUERUBÍN No puedo
entrometerme..
CONDE
(a Fígaro)
¡Impostor! ¿Escuchaste?
¡Vete, no quiero oír más
estupideces tuyas!
FÍGARO
Excelencia... ¡Oh, qué desastre!
(Para sí)
¡Oh, qué fastidioso
problema!
QUERUBÍN, INÉS
(Para sí) Si
superamos semejante
problema,
somos buenos en verdad.
CONDE
(Avanzando hacia
Querubín)
¡Bravo, Fígaro!
QUERUBÍN, INÉS
(Fingiendo temor y
sorpresa)
¡Ah!
QUERUBÍN
¡Excelencia! ¿Qué sucede?
CONDE
(palmeándolo en los
hombros) Lo
sé todo... muy bien. Tu
fidelidad y tu prudencia
premiaré como
corresponde.
(a Inés)
Aprende de este
servidor, tonta, a
respetar mis órdenes.
(a Fígaro)
Y
tú,
mentiroso, no vuelvas
a calumniarlo.
QUERUBÍN
¡Calumniarme!
FÍGARO
¡Pero, señor!...
Escuchad una palabra.
CONDE
¡Calla, impostor!
FÍGARO
¡Pero, señor!... Una
cosa nada más.
CONDE
¡Calla indigno!...
QUERUBÍN
(a Fígaro)
¡Eh, vamos hermano!...
Obedece, sé inteligente.
(al Conde)
Excelencia... Yo soy el
ofendido y
os ruego que lo
perdonéis.
CONDE (Para
sí) ¡Oh,
qué perla, qué joya me
ha mandado Querubín!
Estoy muy complacido
y no lo dejaré escapar.
INÉS (Para sí)
El ardid estuvo muy
bien, si
se lo traga, si se lo
cree,
cuando el juego haya
terminado,
¡cómo nos vamos a reír!
QUERUBÍN (Para
sí)
¡No sabría entre éste o
aquél,
quién es más necio o más
tonto!
Cuando el juego haya
terminado,
¡cómo nos vamos a reír!
FÍGARO (Para
sí)
¡Yo, ridiculizado; yo,
burlado por él! Me
quedo tieso, parezco de
piedra...
Debo aguantar, quiero
actuar con vileza
para así poderme vengar.
CONDE
(a Fígaro) Si
retomas el vicio de
armar intrigas, te
despediré de inmediato
de mi servicio.
FÍGARO
Señor...
QUERUBÍN
(interrumpiéndolo)
¡Mirad qué descorazonado
está! Se
ha equivocado... entendió
mal.
FÍGARO,
Señor, le reitero...
QUERUBÍN
(nuevamente)
Está convencido, no
hables más.
¡Ya te
ha perdonado!
FÍGARO
(Para sí)
¡Maldito sea! No puedo
con él... ¡Su
locuacidad es superior a
la mía!
CONDE Que
desde hoy sepan, mi esposa,
mi hija,
Susana, Fígaro y los
demás sirvientes que
tú eres el único
servidor estimado, de
quien me fío y en quien
reposo.
¡Vete, y sirve con
fidelidad!
QUERUBÍN
¡Gracias, Excelencia!
FÍGARO
(Para sí)
¡Qué cara más dura!
QUERUBÍN
Pero ¿y el viejo Fígaro?...
CONDE Que
diga lo que quiera.
¡Tendrá que obedecer o
marcharse!
(Para sí)
Conozco las astucias
de ese bribón,
pero esta vez ha urdido una
trama inútil, que
fracasó, y si
continúa así se
arrepentirá.
QUERUBÍN, INÉS
(Para sí)
Aprende, tonto, de este
caso lo poco que logran los
charlatanes.
Vete furioso, pon mala
cara, te conocemos,
estamos preparadas para
todo y te conviene
tragarte la píldora.
FÍGARO
(Para sí) ¡Ojalá
que le suceda una
desagracia, por
reírse en mi propia cara!
Estoy paralizado, me
siento confundido.
Prudencia, Fígaro,
cálmate,
deja que ría cuánto
quiera,
pues veremos quién ríe
el último.
(El Conde, Inés y
Querubín se van)
Escena Decimocuarta
(Fígaro solo, luego
Plagio)
FÍGARO
¡Fígaro!...
¡Despierta!... ¿De
dónde ha salido ese
caradura!
Realmente estoy
muy confundido...
Sin
duda es
el emisario de alguien,
pero ¿de quién?
¿Quién le sostiene la
mano?
Inés, con seguridad que
no,
es todavía joven y
honesta.
La Condesa, es
demasiado
tímida e indecisa.
Pero
Susana, mi
digna consorte, es una zorra
vieja.
Ella es la palanca que
las moviliza a ambas... ¡Fígaro,
ten cuidado, mantente
firme!
PLAGIO
Aquí estoy nuevamente.
A
la intriga le
falta la última escena y
como me has aconsejado el
Notario ha llegado.
FÍGARO Es
demasiado pronto. Hay
otros incidentes, en
este momento estoy a
punto de descubrir un
nuevo intrigante.
PLAGIO ¡Oh, qué suerte!
FÍGARO Y
está de acuerdo con la
hija y la madre
para engañar al padre.
PLAGIO ¿Y
el otro bribón
permanecerá inactivo?
FÍGARO
(Para sí)
¡Maldito sea!
(A Plagio)
El otro bribón se corroe
de rabia. ¡No
sé quién diablos es
este peligroso
adversario!
PLAGIO Si actúa
de acuerdo con la hija,
podría ser...
¡Algún amante!...
FÍGARO
(Como impactado por la
idea)
¡Ah!
PLAGIO
(Espantado)
¡Misericordia!
FÍGARO
(Con entusiasmo, sin
prestarle atención
a Plagio)
¡Ah! ¡Qué
descubrimiento!
Un
amante
disfrazado... si...
seguro...
¡Y no
me había dado cuenta!
¿Acaso no lo descubre su
aspecto,
sus ojos, la manera de
andar y cada
palabra?...
¡Estás descubierto!...
PLAGIO
(Escribiendo sobre sus
rodillas)
¡Atrapemos tan buena
idea!
FÍGARO
(Siempre caminando y
hablando
acaloradamente)
¡Él está en mi poder!
¡El
complot ha sido
frustrado!... ¡Oh,
mujeres audaces!
¡Conjuran!...
¡Temblad, pues sólo yo
controlo la situación! Se
hará lo que yo quiera...
Os volveréis a
arrastrar como antes.
¡Oh, viles insectos!
PLAGIO
(Para sí)
¡Qué estilo! ¡Qué
conceptos!
¡Apolo habla por su
boca!
FÍGARO
Vayamos y hagámosle
abrir los
ojos a su padre...
Y que
al impostor,
cuando menos se lo
piense, ¡lo despida!
(Se va apresuradamente)
PLAGIO
¡Qué fuego!
(Levantándose)
¡Esta escena también es
mía!
(Se marcha)
Escena Decimoquinta
(La
Condesa sola)
CONDESA
Quién hubiese creído que
mi señor marido,
quería
disponer de Inés a
su antojo,
sin antes
consultarnos ni
a ella ni a mí.
¡Pero se equivocó de
verdad! Le
haré ver que no me
ofendió en vano, que
mi hija no dará su mano
a otra persona que
no sea por la que siente en
su corazón un dulce
afecto.
¿Tomar cualquier marido
sólo por conveniencia? Si
reina la indiferencia, no
hay ni amor ni
confianza.
Pero si dos corazones
amantes son
estrechados por las
cadenas del
amor, en la fe de
Himeneo, no
hay nada más fuerte.
Seductora y dulce
esperanza no
me traiciones en este
momento,
protege a un fiel amante
y
déjame al fin respirar. ¡Si
se cumplen nuestros
deseos ay, cuánta
felicidad tendré! Ya
siento en mi corazón
la
esperanza que
me viene a consolar. Escena
Decimosexta
(Jardín del Castillo del
Conde, con grutas
entre
el follaje. Inés sola
observa
furtivamente
aquí y allá, luego
Susana)
INÉS Ni
Susana... Ni mi bien
amado...
¡Sin embargo tenían que
encontrarse aquí!
Nuevos problemas y
nuevas circunstancias se
suceden, empiezo a tener
miedo.
(llega Susana)
¡Ah!... ¡Susana!
SUSANA
¡Señora mía!
INÉS
¡Vienes sola!
¿Qué ha sucedido?
SUSANA
Nada, nada, es demasiado
pronto. Él
está ocupado con el
patrón.
INÉS ¿Le
hablaste?
SUSANA Un
momento solamente.
INÉS
¿Qué piensa hacer?
SUSANA
Está indeciso.
INÉS ¿Tu
marido?
SUSANA
Como un perro de caza
husmea,
espía aquí y allá. No
es bueno, señora mía, que
nos encuentre a ambas
acá.
Dúo
Silencio, silencio, poco
a poco,
retirémonos por ahora
Descubrir el terreno tu
/ mí marido intentará /
procurará. Le
haremos comprobar
palpablemente que
de nosotras no se puede
burlar.
(Se retiran)
Escena
Decimoséptima
(El Conde y Fígaro
llegan desde la parte
opuesta
a la que se fueron Inés
y Susana)
CONDE Si
me engañas otra vez, si
sigues haciéndote el
intrigante, te
voy a hacer dar
cien golpes de bastón.
FÍGARO Si
os engaño otra vez, si
quedáis decepcionado,
quiero que me hagáis
colgar de
este árbol.
CONDE
Entonces ¿insinúas que
me traicionan?
¿Es él el que
me engaña?
FÍGARO Un
amante disfrazado
introducido por Susana.
CONDE
Quiero contentarte. Está
bien probemos.
FÍGARO
Menos mal.
CONDE
¿Qué hacemos?
FÍGARO
Retirémonos acá adentro,
estemos atentos y
observemos.
(Señalando una gruta
entre
el follaje,
se esconden allí)
Escena Decimoctava
(Llegan
Querubín y Susana)
QUERUBÍN
(Observando)
¿Estamos solos?
SUSANA El
lugar está solitario.
QUERUBÍN
¡Ah, Susana, qué risa!
SUSANA
Realmente el juego es
divertido.
QUERUBÍN ¡Que
venga Fígaro, lo
desafío!
(El Conde y Fígaro de
tanto en
tanto
se dejan ver escuchando)
DÚO No
comprende esa bestia que
es inútil tratar de
poner barreras, que
el amor nos ayudará
¡y
nos dará la victoria! ¡Oh!
Verá, el muy tonto,
verá que nos traerá la
luz.
QUERUBÍN
¡Cuántas cosas tengo
que decirte!
SUSANA
(mirando s su alrededor)
Pero podría venir
alguien...
Espera... sí... mira...
Escondámonos allá.
(Van a entrar en la
gruta, de la que sale
rápidamente Fígaro y
luego el Conde)
FÍGARO
¡Alto ahí!
QUERUBÍN
(retrocediendo, para sí) ¡Que te agarre una
gangrena!
CONDE
¡Infames!
SUSANA
¡Otra vez el Conde!
QUERUBÍN (Para
sí)
¡Ahora sí que estamos
fritos!
(se apresta a huir)
CONDE
¡No! ¡Detente!
FÍGARO
(Aferrando a Querubín)
¡No te me escapas!
QUERUBÍN
¡Eh, vete en mala hora!
CONDE
(Gritando)
¡Sirvientes! ¡Gente!
¡Aquí, pronto!
FÍGARO
(También gritando)
¡Rápido, rápido, corred
aquí!
¡Gente, venid
aquí!
Escena final
(La Condesa e Inés entran
por un lado
con
sirvientes. Los aldeanos
los hacen
del
otro. Todos
precipitadamente)
INES, LA CONDESA
¡Cielos’ ¡Qué veo!...
¡Fue sorprendido!
CORO, PLAGIO
¡Excelencia acá estamos!
CONDE
¡Arrestad a este indigno!
¡Es un amante
disfrazado!
INÉS (Para sí)
¡Ah!, el plan fue
descubierto
QUERUBÍN
(Pensando, para sí)
Es necesario tomar una
decisión urgente
CONDE
¿Con qué
atrevimiento
viniste aquí a
ultrajarme?
QUERUBÍN
(Confundido)
Yo... señor...
CONDE
¿Quién eres? ¡Habla!
QUERUBÍN
(feliz, para sí)
¡Oh,
qué suerte! ¡Lo
ignora todo!
CONDE ¡Habla!
¿Quién eres?
QUERUBÍN (Para
sí)
¡La excusa es buena!
FÍGARO Si, ¿quién
eres? ¡Bribón, dilo!
QUERUBÍN Ah, señor...
no os enfurezcáis..
Querido Fígaro...
perdona...
FÍGARO
¿Perdón?
¡Bastonazos!,
QUERUBÍN Sí,
soy reo... soy culpable...
Pero Susana es demasiado
dulce
para verla y no
enamorarse de ella.
FÍGARO
(Sorprendido)
¿Cómo? ¿Qué?
CONDE
¡Susana!
SUSANA
(Comprende lo que intenta Querubín se
y muestra
algo confundida. Para
sí) ¡Oh, Bravo!
¡Esto no me lo esperaba!
CONDE, FÍGARO
¿Tú? ¡Susana!
SUSANA
(Fingiendo
desesperación,) ¡Oh,
cielos! ¡Qué angustia! No
me atrevo a levantar la
mirada...
(Fígaro en el centro de
la escena se
muestra confundido. El
Conde a su lado,
lo observa. Querubín y
Susana miran
hacia el suelo como
avergonzados.
Inés y la Condesa del
lado opuesto
miran
indecisas ora a uno ora
a otro)
INÉS, SUSANA, CONDESA
QUERUBÍN,
CONDE, PLAGIO, CORO
(Para sí) Como por un rayo
este hombre ha sido
fulminado. Me
dan ganas de reír... No
puedo hablar el
mismo se la buscó.
FÍGARO (Para
sí)
Este hombre
es un diablo... y yo
un estúpido. No tengo
nada más que
decir, ni en qué creer.
¡No comprendo nada!
QUERUBÍN
(Como reponiéndose y
corriendo
hacia Susana)
¡Ah, ve y arrodíllate a
sus pies! Con
tus lágrimas podrás
aplacarlo. Si no es
cruel,
perdonará.
SUSANA
(a los pies de Fígaro) ¡Mi
dulce Fígaro! ¡Ay,
cálmate!
QUERUBÍN
Hermano mayor, perdona.
SUSANA, QUERUBÍN
¡Vamos, olvida nuestro
error, te
juramos que no volverá a
suceder!
FÍGARO
(Furioso, levantándolos)
¡Levántate, demonio; y
tú casquivana! ¡Mi
venganza será terrible ni
el diablo os salvará!
CONDE
(a Fígaro)
Refrena tu ira, debes
perdonarla.
Actúa como un filósofo,
ya que lo eres.
CONDESA, INÉS Es
mujer, es joven, merece
piedad.
FÍGARO ¡No, no
déjenme, estoy
desesperado!
QUERUBÍN,
¡Vamos, escucha a Susana!
CONDE, CONDESA,
INÉS
Aplácate
FÍGARO
¡Estoy frenético!
SUSANA Mi
dulce Fígaro,
escúchame...
FÍGARO
Márchate de aquí...
CONDE
Perdónala, necio,
conoces al sexo
femenino. No
te hagas el celoso...
Eso
ya está pasado de moda.
CORO
(Riendo)
¿Fígaro celoso? ¡Ja! ¡ja!
¡ja! ¡ja!
FÍGARO
¡Malditos! ¡Estoy fuera de mí! Quiero decir...
quiero...
CORO
¿Qué?
FÍGARO
Ceder... y perdonar...
TODOS
¡Bravo! ¡Oh, noble
corazón! ¡Así se hace!
CONDE, CONDESA, INÉS
PLAGIO, CORO, SUSANA Que
asunto sea enterrado... Que
esta escena sea ocultada
y que
nadie se entere... No
demos pábulo a las
murmuraciones de la
envidia.
TODOS Una
conversación, una sola
palabra, es
como hilo de agua en una
llanura, que
poco a poco cala en el
suelo,
y
lenta, lentamente avanza
lejos,
hasta que crece, se
dilata, se hace más
grande, se
transforma en arroyo,
luego en torrente,
después en río que
furibundo de
espuma se desborda inundando campos y ciudades.
Que esta escena sea
ocultada... No
la divulguemos.
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Parque como en el primer
acto. Un grupo
de aldeanos
salen del castillo
y conversan entre ellos)
ALDEANAS La
aventura es rara,
graciosa en verdad.
ALDEANOS No
se debe hablar más del
asunto, o
el patrón nos echará.
ALDEANAS
Pero entre nosotras...
ALDEANOS
Entre vosotras tampoco.
ALDEANAS
¿Por qué no?
ALDEANOS
Porque no.
ALDEANAS El
castillo ya está lleno.
PAISANOS No
es cierto.
ALDEANAS ¡Si
es cierto!
(Discuten entre si y no
en voz alta)
Escena Segunda
(Plagio y los anteriores)
PLAGIO
(Aparte)
Aquí se grita... aquí se
alborota...
Plagio, aguza tus oídos
y tu mente.
Puedes encontrar algún
argumento...
Bueno o malo... da igual con
tal que llegue
inesperadamente,
producirá un buen
efecto.
(Se aproxima poco a
poco)
ALDEANAS
(Para fastidiar a los
aldeanos) En
el amante disfrazado, hay
quien ve un gran
misterio.
ALDEANOS
¿Queréis terminar?
¡Lenguas largas,
callaos!
ALDEANAS Se
sospecha que el asunto
tomará otro cariz.
PLAGIO
(Colocándose en el
medio)
Muchachas... ¡Decid,
decid!
¡Contad, continuad!
¿Qué ha pasado?
ALDEANOS
(Haciendo señas a las
mujeres)
¡Nada!
TODOS
¡Nada!
PLAGIO
Solamente informadme.
TODOS.
¿Informar qué?
PLAGIO
¿Qué pasó?
¿Quién pudo adivinar la
comedia?
TODOS
¿Qué comedia? ¡Usted
está loco!
PLAGIO
¿Loco yo?
TODOS De
atar.
PLAGIO
(Corriendo de unos a
otros) Por favor,
sed amables... No
os neguéis a informarme. Os
los implora mi musa. No
os hagáis de rogar. ¿No
sabéis que de ese modo
arruinaréis mi drama?
TODOS
Pero señor, se engaña... No
sabemos de qué está
hablando... No
se trata de ninguna
manera de
un problema, ni de una
intriga...
Usted está realmente
loco.
Debería hacerse tratar.
(Para sí)
¡Ah, de este
fastidioso sólo nos
libraremos escapándonos!
(Todos se marchan en
desorden,
Plagio los sigue suplicando)
Escena Tercera
(Susana, desde el
castillo)
SUSANA
Todos me miran sonriendo y
murmuran de mi... Pobres
tontos.
Poco me importan las
risas y las burlas.
Será lindo cuando
termine el juego. Por
otra parte, me gustaría
más si
este asunto no recayera
sobre mis hombros.
Estoy convencida de
que mi señor marido no
se olvidará de este
asunto.
Sospecha de mí y espera
el momento de
poder encontrarme sola,
aparte.
Aquí está, enfrentémoslo
cara a cara.
Escena Cuarta
(Fígaro y Susana)
FÍGARO (Para
sí)
Está sola, manos a la
obra.
(Se acerca y, mirándola de arriba
a abajo, gira a su
alrededor,
luego con un ataque de
risa,)
¡Ja!
¡ja! ¡ja!
SUSANA ¿De
qué te ríes?
FÍGARO ¿De
qué me río? ¡Ja! ¡ja! ¡ja! Me
río al pensar en la
escena
sucedida hace poco.
¡Bravo por mi media
naranja!
SUSANA
(Fingiendo) ¡Ah
Fígaro!... Sabes bien... Que
te conozco a fondo... En
vano finges estar
tranquilo, la
cólera se te ve en la
cara.
FÍGARO ¿La
cólera? ¡ja! ¡ja! ¡ja!
Te engañas. Yo
te conozco mejor a ti y
veo en tus ojos otra
cosa.
SUSANA
Explícate.
FÍGARO
Escucha...
SUSANA (Para
sí) ¡Oh, esto sí
que tiene gracia!
FÍGARO
(Tomándola de la mano y
tratándola atentamente) En
esos ojos, bribonzuela, veo
un duende que
me dice clara y
rotundamente: ten
cuidado que te va a
engañar.
SUSANA Lo
que dices de mis ojos
es sólo un juego de tu
fantasía. Ese
duende son los celos que
todavía te atormentan.
FÍGARO
Vamos, quitémonos las
máscaras, tú
me entiendes.
SUSANA Yo
no, en verdad que no.
FÍGARO
(Decidido) Ese
amigo no es Fígaro.
SUSANA
(Sorprendida)
¡No! ¿Y quién si no?
(Para sí)
¿Sabrá la verdad?
FÍGARO
Vamos, confiesa
francamente.
SUSANA
¿Qué debo decir?
FÍGARO
¿Quién es él'?
SUSANA De
verdad que deliras.
(intenta marcharse)
¡Adiós!
FÍGARO
(Deteniéndola)
Detente.
SUAANA
¡Déjame!
FÍGARO No.
SUSANA
Pero, ¡déjame!
FÍGARO No,
quédate aquí conmigo.
SUSANA Qué
feo es ser la esposa de
un marido fastidioso que
no sabe hacer otra cosa que
atormentarla a toda
hora.
Cualquier mujer que me
escuche y
se encuentre en la misma
situación,
tendrá que reconocer que
estoy diciendo la
verdad.
FÍGARO Que
feo es tener por esposa a
una mujer caprichosa que
no piensa en otra cosa que
hacer que el marido
reviente. Si
algún hombre me
escucha y
se encuentra en mi lugar,
deberá reconocer que
estoy diciendo la
verdad.
Vamos, por las buenas, confiésamelo
todo.
SUSANA
Tengo que ir a ver a la
patrona.
(Liberándose de él)
FÍGARO No te resistas, vamos
confiesa.
SUSANA No
me fastidies.
Escena Quinta
(Plagio y los anteriores)
PLAGIO
(Corriendo hacia Fígaro)
¡Loado Apolo!
Oportunamente lo
encuentro.
SUSANA (Para
sí)
Llega justo a tiempo.
FÍGARO (Para
sí) ¡Ojalá sea
despellejado!
PLAGIO La
inspiración poética no
podría encontrar un
incidente más
sorprendente.
FÍGARO
(Inquieto)
¡Basta! Sí... sí...
PLAGIO
¡Escúchelo!
FÍGARO En
otra oportunidad.
SUSANA
(Huyendo) Ya
mismo lo dejo plantado.
FÍGARO
¡Detente!
PLAGIO Iré rápido, preste
atención.
FÍGARO No,
no, te lo repito.
PLAGIO
(Leyendo y continuando) Ese
intrigante...
FÍGARO Lo sé
todo. ¡Déjame!
PLAGIO Si
es un amante simulado...
FÍGARO
(Resoplando) ¡Uf,
acaba ya!
SUSANA ¡Ja!
¡ja! ¡ja! ¡ja!
FÍGARO
¡Eh! Vete al diablo tú y
la trama teatral. No
quiero comedias. no
escucho nada.
(Para sí)
¡Me
ahoga la bilis, estoy
fuera de mí!
SUSANA
(Para sí)
Gracias a ese estúpido
he podio escapar.
Fígaro se ha quedado con la
boca seca,
resopla, finge y
tiembla.
PLAGIO (Para
sí)
Musas protectoras, ¿qué
es esto?
Está frenético. Ha perdido
la cabeza.
¡Pobre Plagio, estás
fresco de verdad!
(Fígaro y Susana se
marchan)
Escena Sexta
(Plagio solo)
PLAGIO
Ahora empiezo a
entender... se trata
del caprichoso carácter
del genio. Pues seguiré
elogiando a
mi protector, si
cabe, con
más adulación que antes.
Es la
suerte de tantos y
tantos colegas, y yo
no puedo esperar que sea
distinta para mí. No
importa que me arrastre, con
tal de comer.
(Se marcha)
Escena Séptima
(Antecámara usada como
guardarropa
que da
a la habitación de
Susana.
Hay dos
armarios, uno a
cada lado. En uno de
ellos
hay un perchero
donde están colgados
vestidos y una capa
y un sombrero.
Susana e Inés entran
rápidamente.
Luego
Querubín)
INÉS
¡Cierra la puerta,
rápido!
SUSANA ¡Oh, qué espanto!
Señora, no os ha visto
nadie, y
además estáis en mí
habitación; no es un lugar
prohibido.
INÉS
Sí... pero sería mejor
cerrar.
SUSANA
¡Oh, está bien! Pero
entonces,
¡Querubín deberá entrar por la
cerradura!
INÉS Es
cierto... pero...
SUSANA
¿Pero qué? No tengáis
miedo. El
Conde y la Condesa
están discutiendo sobre
vos.
Fígaro está ocupado en
los preparativos de la
fiesta, y
no podrá venir a
rompernos la cabeza.
Mientras Querubín...
INÉS
¡Silencio!... Viene
alguien...
SUSANA
Justamente será él.
QUERUBÍN
(Entrando)
¡Aquí estoy!
SUSANA
Ahora si debemos cerrar la
puerta.
(Cierra)
QUERUBÍN
¡Inés! ¿Qué tienes?
SUSANA ¡Mucho
miedo!
QUERUBÍN ¿Y
de qué?
SUSANA De
ser sorprendida.
INÉS
¡Ah! No es sólo por eso,
tiemblo porque se acerca
la noche y
no hemos planeamos
nada.
QUERUBÍN
Nunca hemos podido
hablar más
que unos minutos.
SUSANA
Ahora, por suerte, estamos
los tres...
¡Vamos, hablemos,
planifiquemos!
(Se pone en medio de
ambos)
QUERUBÍN
Debes saber que al fin he
visto a don Álvaro,
y
con seguridad
no va a ser tu esposo.
Como vino, se va a tener
que ir.
SUSANA
¡Muy bien!
INÉS
Otra cosa no deseo...
(Se oye golpear a la
puerta)
Pero...
QUERUBÍN Han
golpeado.
FÍGARO
(Desde afuera)
¡Susana!
INÉS ¡Ay
de mí!
SUSANA
¡Aquí estoy!
QUERUBÍN
¡Demonios! ¿Qué haremos?
SUSANA Hay
que esconderse.
INÉS
¿Dónde? ¿Dónde?
SUSANA No
lo sé.
FÍGARO
(insistente)
¡Susana! ¡Eh, abre!
SUSANA
¡Voy, voy!...
QUERUBÍN
¡Qué problema!
(Los tres revolotean por
la escena
en gran confusión)
SUSANA
(A Inés, señalando un
armario)
¡Ah! Vos señora, allí
adentro.
(A Querubín, señalando
el otro armario)
Vos
aquí... detrás de la
capa.
FÍGARO
(Más furioso golpeando y
gritando)
¡Diablos! ¡Romperé la
puerta!
SUSANA
(Después de haber
cerrado el armario y
puesto a Querubín en el
otro con la capa
y el sombrero encima)
¡Voy!
Aquí estoy....
(abre)
Escena Octava
(Entra Fígaro furioso.
Luego el Conde y la
Condesa)
FÍGARO
¡Encerrada con llave!
¿Qué significa esta novedad?
SUSANA
(Con desenvoltura)
Hago de todo lo posible
por esquivarte,
pero no lo
consigo.
FÍGARO
¿Tanto te cuesta abrir?
SUSANA
Ya está abierto... ¿Qué
quieres?
FÍGARO
Tengo que salir.
Dame enseguida la capa. Voy
a llamar al Notario.
SUSANA ¿Tu
capa?
¿Tienes miedo de
congelarte?
FÍGARO Es tarde y
comienza a refrescar.
(Susana está confusa.
Tras un
momento, Fígaro se da
la vuelta y viendo
que ella no se mueve, se
impacienta)
¿Sabes con quién estuve
hablando?
SUSANA ¡Un
momento!
(Para sí)
¡Oh, qué problema!
CONDE
(Desde afuera) Me
he decidido. ¡Eso quiero!
FÍGARO ¡El
patrón!
SUSANA
(Para sí)
¿Qué haré?
CONDE
(Entra, seguido por
la Condesa)
¡Bastante
he soportado
sus caprichos! Su
habitación estaba cerrada...
(a Susana)
¡Ve, y dile a Inés que
venga!
CONDESA.
Piensa en su dolor...
CONDE
Dentro de poco vendrá
don Álvaro.
SUSANA
Considerad, mi señor...
CONDE
El juego ha durado
demasiado. Los
argumentos son inútiles.
¡Yo lo quiero así y así
se hará!
FÍGARO
(Para sí)
¡Reventad mujeres
infames,
pero la boda se
celebrará!
SUSANA
(Para sí) Si
me marcho de aquí.
el sabueso olfateará por
doquier.
CONDESA (Para
sí)
No
hay más remedio.
Conviene obedecer.
CONDE
(a Susana) ¿No
vas a ir?
SUSANA
(aturdida)
Si... voy.
FÍGARO
¡Rápido!
(Susana va de un lado a
otro)
CONDE
Pero, ¿qué haces?
SUSANA
(Para sí)
¡Que problema!
(Al Conde)
Estoy lista... pero
Excelencia... por si
ella se resistiese...
¡es mejor que vayamos
todos!
FÍGARO
Pero, ¿qué
temes?
Mientras, yo corro
a la notaría.
CONDE ¡Sí,
acelera!...
FÍGARO
(se dispone a tomar su
capa) La
capa...
SUSANA
(Deteniéndolo)
Puedes ir sin ella.
FÍGARO El
sombrero...
SUSANA
No...
FÍGARO
¿Eh? ¡Aparta de ahí!.
(La empuja, toma el
sombrero y
descubre a Querubín,
con un grito)
¡Ah!
SUSANA, CONDESA,
QUERUBÍN
¡Estamos perdidos!
CONDE ¿A
quién veo aquí?
FÍGARO
(Para sí)
Ahora entiendo.
(Empieza a espiar por
todas partes)
CONDE
¿Qué haces aquí?
QUERUBÍN
¿Qué podría decir?
Cualquier cosa sería
igual...
FÍGARO
(Abre el otro armario y
descubre a Inés)
¡Ah, señor, mire acá!
CONDE
¡Inés!
SUSANA, CONDESA,
QUERUBÍN
¡Cielos!
CONDE
Apenas puedo creerlo...
CONDESA, SUSANA,
QUERUBÍN
(a Fígaro, para sí)
¡Maldito!
FÍGARO
(Con un ataque de risa)
¡Ja! ¡ja! ¡ja!
¡Hemos hecho pleno!
CONDE
(Para sí)
Abro al fin los ojos.
Fui
traicionado y
ultrajado... Qué
joyita he
encontrado... ¡una
auténtica perla!
QUERUBÍN
(Para sí) En
vano me exprimo la
mente...
Aquí no sirve ingenio ni
arte... Las
cartas están a la vista,
con seguridad me
expulsarán.
SUSANA, INÉS, CONDESA
(Para sí)
Por un pequeño
accidente, se
ha destruido toda la
maquinación.
Estoy confundida,
tiemblo toda...
¡Quién sabe qué pasará!
FÍGARO
(Para sí) Mi
billetera se alegra
pues he
derrotado al
intrigante... Ya
contante, ya sonante,
tengo la mitad de la
dote.
CONDE
¡Temerario! ¿Quién eres?
¿Qué pretendes?
¡Explícame las
razones de este ultraje!
QUERUBÍN
(Para sí) He
perdido el coraje y la
inteligencia.
FÍGARO
¡Habla, habla!... ¿Te
quedaste mudo?
QUERUBÍN
(Resueltamente) Soy
alguien que se empeñó
en
desbaratar los
planes de este bribón
(Señalando a Fígaro)
y
en sustraer de las
garras de un pérfido a
la inocente y
traicionada beldad.
CONDE
¡Seductor!
FÍGARO
¡Impostor!
INÉS, SUSANA, CONDESA
¡Qué imprudencia!
CONDE
¡Márchate inmediatamente
del castillo!
INÉS
¡Padre!
CONDESA
¡Esposo!
SUSANA
¡Perdón, Excelencia!
CONDE
(a Inés y a la Condesa) A
vosotras dos os haré
entrar en razones
(a Susana)
Tú,
coqueta, haz la valija de
inmediato. No
quiero verte más en mi
casa.
FÍGARO
(Para sí) Si
me saca a mi mujer de
encima
podré llamarme feliz.
INÉS, SUSANA
CONDESA,
QUERUBÍN
(Para sí)
¡Ah! La rabia y el
despecho me matan, no
tengo coraje para alzar
la mirada.
CONDE
(a Querubín) Tú,
descarado, agradece a la
suerte si
no te hago expulsar de
otra forma.
FÍGARO, CONDE, CONDESA
QUERUBÍN,
INÉS, SUSANA
Entre el martilloy el
yunque
está golpeado mi / su
cerebro y
un fuelle en el pecho me
/ le está atormentando
el corazón.
¡Ah, la rabia y el
despecho ya
lo / me están
haciendo delirar!
Escena Novena
(El Conde y Fígaro)
CONDE
¡Fígaro!
FÍGARO
¡Señor mío!
CONDE Te
devuelvo toda mí estima.
FÍGARO
Estoy feliz,
como sí hubiese ganado
la lotería. Fue
un juego despreciable y
burlón el de
ese farsante.
Verdaderamente ha sido
muy burdo.
CONDE
Ve... sabré recompensar
tu lealtad.
Pero Susana... Susana,
no quiero que esté en mí presencia.
FÍGARO
Excelencia, si me
queréis quitar tal
peso de encima, os
quedaré eternamente
agradecido. ¡Que se vaya, se
lo merece, y aún algo
peor!
CONDE ¡Ve
lo más rápido que puedas
y trae al Notario!
FÍGARO
¡Corro!...
(Para sí)
¡Oh, el dinero me da
alas!
(Se marcha)
Escena Décima
(Inés sola)
INÉS
¡Oh, cómo en un momento se
desvanecieron todas mis
esperanzas!
Como niebla al viento
perdí a
mi bien amado
y
ahora toda esperanza de
volver a verlo, es
vana...
Fatal destino que me
robas, ¡oh, Dios! al
hombre que adoro, a mi
ídolo. ¿Qué
más puedo sufrir
ahora que perdí a mi
bien amado?
Todo me arrebatasteis,
¡oh, dioses! con
vuestra crueldad.
Suspiros y lágrimas
afanes y penas, son
los únicos bienes que
me quedaron.
¡Oh, qué rápido fue
todo! En
un solo instante
toda felicidad me
fue arrebatada.
Escena Decimoprimera
(El Conde, luego Susana
con un fardo
bajo el brazo)
CONDE
Verán que ya no me
dejaré llevar
por las narices, como un
buey.
Estoy cansado de hacer
lo que dictan otros; En
definitiva, el patrón soy
yo.
SUSANA
(apartada y para si)
Tendrá que hacerse a mi
manera.
CONDE Por
otra parte siento mucho que
Susana se vaya.
SUSANA (Para
sí)
¡Oh, lo ha dicho!
CONDE
Me dejé llevar
por mi enfado.
SUSANA (Para
sí) Y volverás
atrás.
CONDE
(Volviéndose ve a
Susana. Para sí)
¡Qué veo! Es ella,
no hagamos
chiquilladas...
SUSANA
(Avanzando lentamente,
con
cara compungida, llorando)
Excelencia...
CONDE
(con brusquedad)
¿Qué quieres? ¿Qué
pretendes de mí?
SUSANA
(Sollozando)
Nada... solamente...
antes de partir... El
llanto me impide
hablar...
CONDE
¡Explícate de una vez!
SUSANA
Abandonada... por mi
querido patrón...
CONDE
(Le da una bolsa de
dinero) Te
entiendo, toma...
Este oro servirá para
tus necesidades,
hasta que encuentres
cómo colocarte en alguna
otra casa.
SUSANA
(Rechazando la bolsa de
dinero)
¡Ah! No es esto lo que
me preocupa, señor; el no verlo más, me
destroza el corazón.
CONDE Tú
lo quisiste, ingrata.
Sólo cúlpate a ti misma.
No
hay defensa o excusa
para tan negra
infidelidad.
SUSANA
Estoy despedida con
razón soy
demasiado culpable, lo
veo. No
le pido perdón,
solo le imploro piedad.
CONDE
Pero ¿qué piedad?
SUSANA
Que al menos no me
odie...
CONDE
¿Odiarte?... No... No te
odio.
SUSANA
¡Ahora soy totalmente
feliz!
Permitidme estampar un
beso
sobre vuestra amada mano...
CONDE
(Quiere retirar la
mano, que ella aferra)
¡No!
SUSANA
¡Ah, no os dejaré!
CONDE
(Conmovido)
¡Ingrata!
(Para sí)
¡Qué débil corazón
tengo¡ ¿Qué hago?
SUSANA (Para
sí)
¡Ah, ya le afloran las
lágrimas!...
Poco a poco va
cediendo...
¡Oh! Cuando menos se lo
espere
hará lo que yo quiera.
CONDE (Para
sí)
¡Ah! No me siento capaz
de soportar tanto.
Recuerdo que la amé,
y que ella también me
amó.
SUSANA
(Marchándose)
Entonces me marcho...
CONDE
(Deteniéndola)
Escucha...
SUSANA
¡Oh, Dios! Si
me quedo,
moriré a vuestros pies.
CONDE No,
quédate. ¡Todo lo olvidé!
SUSANA
¡Cómo! ¡Vos!
(Para sí)
¡Qué carácter tan
sublime!
CONDE Te
perdono, pero
recuerda...
SUSANA
Antes de ofenderos,
moriré.
CONDE Si,
quédate y por ahora que
te sea perdonado el
primer error. Si
me sirves con amor,
sabré olvidarlo.
(Para sí)
¡Se lo dije que a mi
manera.
mientras viva no lo
haré!
SUSANA
¡Soy feliz, pues he
reencontrado a mi
querido y buen señor!
Tan
bella alma, tan hermoso
corazón, no
puede ser malvado.
(Para sí)
Esto verdaderamente lo
disfruto
y después lo contaré.
(Se marchan)
Escena Decimosegunda
(Querubín y aldeanos)
QUERUBÍN Ya
por los caminos del
cielo
extiende la noche su
tenebroso manto.
Todo alrededor está en
calma, sólo se oye el
murmullo de la brisa.
Sólo mi corazón amante no
encuentra paz ni reposo.
¡Ah! ¿Por cuánto tiempo
aún? Intentaré una
última prueba:
revelar la verdad al
Conde y
si el destino tirano me
arrebata a mi querido
bien, la
muerte será el alivio a
mis penas.
Lejos, ¡oh, Dios! del
bien que adoro va
perdiendo la calma mi
corazón. Mi alma
temerosa en
el pecho comienza a
palpitar...
¡Ay, regresa amado bien, a
consolar a mi
corazón!...
ALDEANOS
Cuando el día da paso
a la noche y
nos advierte que los
trabajos han
finalizado, ¡qué
dulce es descansar!...
Pero ¿quién será aquél
con tanta tristeza en el
rostro?
Despierta
piedad.
¿Por qué lleva grabadas
en su frente la
sospecha y la pena? ¡En
un día de tanta alegría que
se aleje todo penar!
Ahora, vayamos al
castillo a
festejar las alegres
bodas, sí!
QUERUBÍN
¿Qué oigo? ¡Ah, no es
verdad!
¡Una inicua mano trata
en vano de
arrebatarme a mi bien
amada!
Ella tendrá que probar
mi ira.
ALDEANOS
¿Qué dice el desdichado? ¡Ha
perdido la razón!
¡Estas bodas en el
castillo lo
hacen delirar!
QUERUBÍN
Amor piadoso, devuélveme a
mi adorada prenda, y
mi alma
corresponderá a su afecto. Ante tan hermosa
esperanza
salta mi corazón en el
pecho. ¡No
sé explicar mi
felicidad!
ALDEANOS ¡En
este día sereno
reine la felicidad!
¡Vayamos al
castillo a
festejar las alegres
bodas!
Escena Decimotercera
(Galería.
Algunos siervos
introducen
a don Álvaro,
luego el Conde)
CONDE Don Álvaro, perdonadme si os
he hecho esperar.
DON ÁLVARO
Llega más apreciado un
placer que ha sido
largamente esperado.
Escena Decimocuarta
(La Condesa, Inés, Plagio
y los anteriores)
CONDE
(Yendo al encuentro de
don Álvaro) Os
presento, don Álvaro,
Condesa.
Inés, este es tu esposo.
(La Condesa e Inés
saludan
sin hablar)
DON ÁIVARO
(Para sí)
¡Diablos! ¡Es hermosa!
INÉS
(En voz baja, a la
Condesa)
¡Qué aspecto tan
siniestro!
PLAGIO
Señor, mecenas de las
musas, he
aquí un pobre
poeta, que
se inclina humildemente
ante su Excelencia con
estos escritos
para que os dignéis
protegerlo.
CONDE
¿Qué dice? ¿Qué contiene
ese escrito?
PLAGIO
Señor, leed y recibid
una prueba evidente del
respeto, estima y
devoción que...
CONDE
(Leyendo) El
argumento trata de un
astuto servidor que
lleva de las narices a
su patrón tonto y lo
obliga a desposar a su
hija con
un impostor para
repartirse
entre ambos la dote...
FÍGARO
¡Aquí está el Notario!
(Para sí)
¡Qué mirada! El
tiempo está tormentoso.
Me temo que va a llover.
CONDE
(al notario)
Señor, espero que tendrá los documentos
necesarios...
DON ÁLVARO
Señor...
QUERUBÍN
(Irrumpiendo y señalando
a Don Álvaro)
¡Toribio!
¡Qué sorpresa!
CONDE
(Con sorpresa)
¿Otra novedad?
QUERUBÍN
¡Soy Querubín, el
coronel! Es
tiempo de que se
descubra la
intriga de Fígaro.
(señalando a Don Álvaro)
Él,
con éste hombre, que
antes fue mi sirviente...
CONDE ¿Tu
sirviente? ¿Él? Me
consume la ira...
QUERUBÍN
Para repartirse la dote,
acordó que
el indigno le pidiese a
su hija por esposa. Y
para completar el plan, eligió
a un poeta para que
escribiera el
argumento de la comedia. ¿No
es cierto?
DON ÁLVARO
¡Excelencia!
PLAGIO
Señor mío...
FÍGARO (Para
sí)
¡Ay. la comedia va
adquiriendo
forma de tragedia!
CONDE
¡Sinvergüenzas! ¡Eh!
¡Nunca más quiero
ver a este indigno en
mi presencia!
FÍGARO
Pido perdón a sus
pies...
CONDE
¡Vete, bribón!
PLAGIO
Faltaba esta escena
para completar mí trabajo...
SUSANA
¿Qué pasó? Piedad,
Señor, me muero de pena.
(a Fígaro)
¿Qué hiciste
desgraciado? ¡En
qué ofendiste a tu
señor!...
(al Conde)
¡Ay! Refrenad todo furor
ante mi llanto y
dolor.
(a Fígaro)
Deja ya de urdir
engaños,
cuentos, trampas y
trucos.
Hasta el día en que te
mueras
¿piensas seguir siendo
un embaucador?
CONDE Tu
destino está resuelto no
he de cambiar mi
voluntad.
TODOS
Señor, a su / mi deber no
faltará / faltaré más.
¡No!
SUSANA
Señor, devolvedme a mi
esposo,
consolad mi llanto o
haced que yo también
siga su terrible
destino.
CONDE
Está bien... ¡quédate!
CORO
¡Viva! ¡Viva!
QUERUBÍN, INÉS
Todos están felices y
también nosotros
esperamos de vos un
rasgo de bondad.
CONDE A
despecho de Fígaro,
vosotros también seréis
satisfechos.
TODOS.
¡Estos son los hermosos
momentos de
dulce voluptuosidad! Que
este día tan amable /
feliz
recuerde siempre el
alma, la
dulce calma que ya ha
regresado.
Todos los corazones,
estrechados con tiernos
lazos del dulce amor, se
regocijarán.
Digitalizado y traducido
por:
José Luís Roviaro 2020
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