OTELO

 

Personajes

OTELO

DESDÉMONA

YAGO

CASSIO

LODOVICO

RODERIGO

EMILIA

MONTANO

               Moro, Gobernador de Chipre          

Esposa de Otelo

Alférez

Capitán

Enviado de Venecia

Caballero Veneciano

Esposa de Yago

Ex-Gobernador

Tenor

Soprano

Barítono

Tenor

Bajo

Tenor

Mezzosoprano

Bajo

 

La acción se desarrolla en la isla de Chipre, a finales del siglo XV.

 

ATTO PRIMO


(Isola di Cipro. L'esterno del Castello. 
Una taverna con pergolato. Gli spaldi 
nel fondo e il mare. É sera. Lampi, 
tuoni, uragano)

CIPRIOTTI 
Una vela! Una vela! 
Un vessillo! Un vessillo!

MONTANO 
È l'alato Leon!

CASSIO
Or la folgor lo svela.

CIPRIOTTI 
Uno squillo! Uno squillo! 

(Colpo di Cannone)

TUTTI 
Ha tuonato il cannon!

CASSIO 
É la nave del Duce.

MONTANO 
Or s'affonda 
or s'inciela...

CASSIO 
Erge il rostro 
dall'onda.

ALCUNI CIPRIOTTI 
(continui Lampi.)
Nelle nubi si cela e nel mar, 
e alla luce dei lampi ne appar.

TUTTI 
(Lampi è tuono)
Lampi! tuoni! gorghi! 
turbi tempestosi e fulmini! 

(un fulmine)

Treman l'onde! treman l'aure! 
treman basi e culmini. 

(entrano dal fondo molte donne del popolo) 

Fende l'etra un torvo e cieco 
spirto di vertigine. 

DONNE
(gridando)
Ah!

TUTTI
Iddio scuote il cielo bieco, 
come un tetro vel. 

DONNE
¡Ah!

TUTTI
Tutto è fumo! tutto è fuoco! 
l'orrida caligine si fa incendio, 
poi si spegne più funesta. 
Spasima l'universo, 
accorre a valchi l'aquilon fantasima, 
i titanici oricalchi squillano nel ciel.!

(Sonno cornetti. Alcuni con gesti dipavento
e di supplicazione e rivolti verso lo spaldo.
Fulmini, lampi, è tuoni continui)

Dio, fulgor della bufera! 
Dio, sorriso della duna! 
Salva l'arca e la bandiera 
della veneta fortuna! 
Tu, che reggi gli astri e il Fato! 
Tu, che imperi al mondo e al ciel! 
Fa che in fondo al mar placato 
posi l'àncora fedel.

JAGO 
(Un lampo.) 
È infranto l'artimon!

RODERIGO 
(Altro lampo.) 
Il rostro piomba su quello scoglio!

CIPRIOTTI
Aita! Aita!

JAGO 
(a Roderigo. Ancora un lampo) 
L'alvo frenetico del mar 
sia la sua tomba!

CIPRIOTTI 
È salvo! è salvo!

VOCI INTERNE 
Gittate i palischermi! 

(Tuono lontano é lampo)

Mano alle funi! Fermi!

CIPRIOTTI 
(Tuono lontano) 
Forza ai remi! Alla riva! 

VOCI INTERNE 
All'approdo! allo sbarco!

CIPRIOTTI 
Evviva! Evviva! Evviva!

(Otello entra, salendo la scala della 
spiaggia sullo spaldo con seguito di 
marinai e soldati)

OTELLO
Esultate! L'orgoglio musulmano 
sepolto è in mar; 
nostra e del ciel è gloria! 
Dopo l'armi 
lo vinse l'uragano.

CIPRIOTTI 
Evviva Otello! Evviva! evviva! evviva! 
Vittoria! Vittoria! 
Vittoria! Stermino, 
dispersi, distrutti, sepolti nell'orrido 
Tumulto piombâr.
Avranno per requie la sferza dei flutti,
la ridda dei turbini,
l'abisso del mar. 
Vittoria! Vittoria! Vittoria! Vittoria! 
Dispersi, distrutti, sepolti nell'orrido
tumulto piombâr. 
Vittoria! Evviva! 

(Tuono lontano. La tempesta 
sta avviandosi)

Si calma la bufera.

JAGO 
(indisparte a Roderigo)
Roderigo, ebben, che pensi?

RODERIGO 
D'affogarmi.

JAGO 
Stolto è chi s'affoga 
per amor di donna.

(Mentre la nave viene scaricata e si
portono armi e bagagli da essa del
castello, dei popolani escono da dietro 
la rocca portando dei rami da ardere
presso lo spaldo; alla luce di fiaccole
tenute dai soldati formano da un lato 
una catasta di legna: la folla s'accalca
intorno turbolenta e curiosa.)

RODERIGO 
Vincer nol so.

JAGO 
Suvvia, fa senno, aspetta 
l'opra del tempo. 
A Desdemona bella, 
che nel segreto de' tuoi sogni adori, 
presto in uggia verranno i foschi baci 
di quel selvaggio 
dalle gonfie labbra. 

(dolce) 

Buon Roderigo, 
amico tuo sincero mi ti professo, 
nè in più forte ambascia soccorrerti potrei.
Se un fragil voto di femmina 
non è tropp'arduo nodo pel genio mio 
nè per l'inferno, 
giuro che quella donna sarà tua. 
M'ascolta:
benchè finga d'amarlo, 
odio quel Moro.
ACTO PRIMERO


(Isla de Chipre; exteriores del
castillo. Una  posada. Al fondo, 
las murallas y el mar. Anochece.
Relámpagos, truenos y tormenta.)

CHIPRIOTAS
¡Una vela! ¡Una vela!
¡Un estandarte! ¡Un estandarte!

MONTANO
¡Es el León Alado!

CASSIO
¡Ahora el relámpago lo revela!

CHIPRIOTAS
¡Clarines! ¡Clarines!

(Cañonazo)

TODOS
¡Ha tronado el cañón!

CASSIO
¡Es la nave del general!

MONTANO
Unas veces se hunde, 
otras toca el cielo...

CASSIO
¡El espolón se yergue 
por encima de las olas!

ALGUNOS CHIPRIOTAS
(continúan los relámpagos)
Entre las nubes se oculta en el mar,
y a la luz del relámpago se deja ver.

TODOS
(relámpagos y truenos)
¡Relámpagos! ¡Truenos! ¡Torbellinos!
¡Tornados tempestuosos y rayos!

(Un rayo)

Tiemblan las olas, tiemblan los aires,
tiemblan los cimientos y las apuras.

(Entran mujeres del pueblo)

Quiebra el éter un ciego y torvo
espíritu vertiginoso.

MUJERES
(gritando)
¡Ah!

TODOS
Dios agita el airado cielo
como un lúgubre velo.

MUJERES
¡Ah!

TODOS
¡Todo es humo! ¡Todo es fuego!
La horrible bruma se incendia.
Se conmueve el universo, 
acude el viento fantasmal.
¡Las titánicas trompetas 
resuenan en el cielo!

(Se oyen trompetas. Las isleñas
gritan con gestos de terror.
continúan los rayos y relámpagos)

¡Dios, freno de la tempestad! 
¡Dios, sonrisa de la duna! 
¡Salva la nave y la bandera 
de la fortuna veneciana! 
Tu que riges los astros y el destino! 
¡Tú que dominas los cielos! 
Haz que en el fondo del mar aplacado 
se deposite el ancla fiel.

YAGO
(un relámpago)
¡Se ha roto el timón!

RODERIGO
(otro relámpago)
¡El espolón arremete contra la roca!

CHIPRIOTAS
¡Auxilio! ¡Auxilio!

YAGO
(A Roderigo. Un nuevo relámpago)
¡Ojalá que el seno frenético del mar
sea su tumba !

CHIPRIOTAS
¡Está a salvo! ¡Está a salvo!

VOCES INTERNAS
¡Echad los botes!

(Trueno lejano y relámpago)

¡Manos a los cabos! ¡Con fuerza!

CHIPRIOTAS
(trueno lejano)
¡Bogad con fuerza! ¡A la orilla!

VOCES INTERNAS
¡Al puesto! ¡Al embarcadero!

CHIPRIOTAS
¡Viva! ¡Viva! ¡Viva!

(Otelo sube a la muralla desde la
orilla, seguido de marineros
venecianos y soldados.)

OTELO
¡Alegraos! ¡El orgullo musulmán está
sepultado en el mar!
¡Nuestra y del cielo es la gloria!
¡Después de las armas 
lo ha vencido el huracán!

CHIPRIOTAS
¡Viva Otelo! ¡Viva, viva, viva!
¡Victoria! ¡Victoria! ¡Exterminio!
Dispersos, destruidos, enterrados,
en un horrendo tumulto sumergidos.
¡Tendrán por réquiem 
los embates de las olas,
el azote de los torbellinos
y el abismo del mar.!
¡Victoria! ¡Victoria! ¡Victoria! 
Dispersos, destruidos, enterrados,
en un horrendo tumulto sumergidos.
¡Victoria! ¡Viva!

(Trueno lejano. La tormenta 
se aleja.)

Se calma ya la tempestad.

YAGO
(a parte a Roderigo)
Y bien, Roderigo, ¿en qué piensas?

RODERIGO
En ahogarme.

YAGO
Es estúpido quien se ahoga 
por el amor de una mujer.

(Se descarga la nave, transportando
armas y equipajes al castillo,
Algunos hombres salen de detrás 
de la fortaleza llevando ramas que
amontonan a los pies de la muralla;
a la luz de antorchas forman un
montón de leña: la gente se apiña
charlatana y curiosa.)

RODERIGO
No lo puedo remediar.

YAGO
Vamos, sé sensato, espera
a que obre el tiempo. 
A la bella Desdémona,
que en el secreto de tus sueños adoras,
pronto veremos aborrecer 
los oscuros besos
de ese salvaje de labios abultados.

(Con dulzura)

Buen Roderigo, 
me confieso sincero amigo tuyo
y no podría, dejar de socorrerte. 
Si un frágil voto de mujer no es asunto
demasiado complejo ara mi genio 
y para el infierno, 
yo juro que esa mujer será tuya.
Escúchame:
por más que yo finja amarlo, 
odio a ese moro.

(Entra Cassio: poi s'unisce a un crocchio
di soldati. Jago, sempre in disparte a 
Roderigo, indicando Cassio)

E una cagion dell'ira, 
eccola, guarda. 
Quell'azzimato capitano usurpa 

(continua il passaggio della 
bassa ciurma nel fondo)

il grado mio, il grado mio che in cento 
ben pugnate battaglie ho meritato; 
tal fu il voler d'Otello, 
ed io rimango 
di sua Moresca Signoria.... l'alfiere! 

(dalla catasta incominciano ad alzarsi 
dei globi di fumo sempre più)

Ma, come è ver che tu Roderigo sei, 
cosi è pur vero che se il Moro io fossi 
vedermi non vorrei d'attorno un Jago. 
Se tu m'ascolti... 

(Sempre parlando, Jago conduce Roderigo 
più lontano. Il fuoco divampa, i Ciprioti 
s'avvicinano ad esso, cantando. Mentre 
cantano i tavernieri illuminano a festa 
il pergolato. Soldati s'affollano intorno 
alle tavole, parlando e bevendo)

CIPRIOTTI
Fuoco di gioia, l'ilare vampa 
fuga la notte col suo splendor. 
Guizza, sfavilla, crepita, avvampa 
fulgido incendio che invade il cor. 
Dal raggio attratti vaghi sembianti 
movono intorno mutando stuol, 
e son fanciulle dai lieti canti, 
e son farfalle dall'igneo vol. 
Arde la palma col sicomoro, 
canta la sposa col suo fedel; 
sull'aurea fiamma, sul lieto coro 
soffia l'ardente spiro del ciel. 
Fuoco di gioia, rapido brilla! 
Rapido passa, fuoco d'amor! 
Splende, s'oscura, palpita, oscilla, 
l'ultimo guizzo, lampeggio e muor. 
Fuoco di gioia rapido brilla! 
Splende, s'oscura, palpita, ecc.

(il fuoco si spegne a poco a poco: la 
bufera è cessata. Jago, Roderigo, Cassio 
e parecchi altri uomini d'arme intorno 
a un tavolo dove c'è del vino: parte in
piedi, parte seduti.)

JAGO 
Roderigo, beviam! 
Qua la tazza, Capitano....

CASSIO 
Non bevo più.

JAGO 
(avvicinando il boccale
 alla tazza di Cassio)
Ingoia questo sorso.

CASSIO 
(Ritirando il bicchiere)
No.

JAGO 
Guarda! Oggi impazza tutta Cipro! 
É una notte di gioia, dunque...

CASSIO 
Cessa. Già m'arde il cervello 
per un nappo vuotato.

JAGO 
Si, ancora bever devi. 
Alle nozze d'Otello e Desdemona!

CIPRIOTTI 
Evviva!

CASSIO 
(alzando il bicchiere e bevendo un poco)
Essa infiora questo lido.

JAGO 
(sottovoce a Roderigo)
Lo ascolta.

CASSIO 
Col vago suo raggiare chiama 
i cuori a raccolta.

RODERIGO 
Pur modesta essa è tanto.

CASSIO 
Tu, Jago, canterai le sue lodi!

JAGO 
(piano a Roderigo)
Lo ascolta.

(Forte a Cassio)

Io non sono che un critico.

CASSIO 
Ed ella d'ogni lode 
è più bella.

JAGO 
(come sopra, a Roderigo, a parte.)
Ti guarda da quel Cassio.

RODERIGO 
Che temi?

JAGO 
(ancora a piano a Roderigo)
Ei favella già con troppo bollor, 
la gagliarda giovinezza lo sprona, 
è un astuto 
seduttor che t'ingombra il cammino. 
Bada...

RODERIGO 
Ebben?

JAGO 
(ancora a piano a Roderigo)
S'ei inebria è perduto! 
Fallo ber.

(ai tavernieri)

Qua, ragazzi, del vino! 

(Jago riempie tre bicchieri: un per sè, uno
per Roderigo, uno per Cassio. I tavernieri
circolano colle anfore. A Cassio, col
bicchiere in mano: la folla gli si avvicina 
e lo guarda curiosamente.)

Innaffia l'ugola! 
Trinca, tracanna! 
Prima che svampino 
canto e bicchier.

CASSIO 
(a Jago, col bicchiere in mano.)
Questa del pampino 
verace manna 
di vaghe annugola 
nebbie il pensier.

JAGO 
(a tutti)
Chi all'esca ha morso 
del ditirambo 
spavaldo e strambo 
beva con me! beva con me, 
beva, beva, beva con me!

TUTTI 
Chi all'esca ha morso ecc.

JAGO
Beva, beva.

TUTTI 
... beve, beve con te, ecc

JAGO 
(piano a Roderigo 
indicando Cassio)
Un altro sorso è brillo egli è.

RODERIGO 
(a Jago)
Un altro sorso è brillo egli è.
(Llega Cassio que se une a un grupo
de soldados. Yago, habla a Roderigo,
señalando a Cassio.)

Y hay una razón para mi ira, 
ahí la tienes, mira. 
Ese acicalado capitán usurpa

(Continua pasando 
gente por el fondo)

mi grado, el grado que en cien 
disputadas batallas he merecido; 
¡pero esa fue la voluntad de Otelo 
y continúo siendo el alférez 
de su morisca señoría! 

(Del montón de leña comienza
a elevarse humo)

Tan verdad como que eres Roderigo, 
es verdad que si yo fuera el moro 
no querría tener a un Yago cerca. 
Si tú me escuchas...

(Siempre hablando. Yago se va 
con Roderigo. El fuego cada vez 
más vivo. Los chipriotas empiezan 
a cantar, mientras los taberneros 
van colgando de la pérgola unos
farolillos. Los soldados beben.)

CHIPRIOTAS
Fuego de alegría, tu brillante júbilo
pone en fuga a la noche.
Centellea, relumbra, crepita, flamea,
incendio que invade el corazón.
Atraídos por su luz, rostros hermosos
se agitan a su alrededor,
ora son muchachas de felices cantos,
ora mariposas de ígneo vuelo.
Arde la palma con el sicómoro,
canta la esposa con su fiel marido,
sobre el áurea llama, sobre los coros
sopla el ardiente respiro del cielo.
¡El fuego de la dicha rápido brilla!
¡Más veloz pasa el fuego del amor!
Resplandece, palpita, vacila, y en un
último destello relampaguea y muere.
¡El fuego de la dicha rápido brilla!
¡Más veloz pasa el fuego del amor!

(El fuego se apaga. La tempestad 
cesa. Yago, Roderigo, Cassio y varios
compañeros se sientan alrededor de
una mesa en la que hay vino: unos en
pie y otros sentados.)

YAGO
¡Roderigo, bebamos! 
¡Dame tu vaso, capitán!

CASSIO
Ya no bebo más.

YAGO
(acercando la jarra 
al vaso de Cassio)
¡Toma este trago!

CASSIO
(retirando el vaso)
No.

YAGO
¡Hoy ha enloquecido toda Chipre!
Es una noche de alegría, así pues...

CASSIO
Deja, ya me arde la cabeza
con el vaso que he tomado.

YAGO
Sí, pero todavía debes brindar
¡por la boda de Otelo con Desdémona!

CHIPRIOTAS
¡Viva!

CASSIO
(levantando su vaso)
¡Su presencia engalana esta isla!

YAGO
(en voz baja a Roderigo)
¡Escúchale!

CASSIO
Con su radiante encanto ella atrae 
a todos los corazones.

RODERIGO
Y, sin embargo... ¡es tan modesta!

CASSIO
¡Tú, Yago, cantarás sus alabanzas!

YAGO
(En voz baja a Roderigo)
¡Escúchale!

(En voz alta a Cassio)

Yo soy demasiado torpe.

CASSIO
Y ella es más bella 
que cualquier elogio.

YAGO
(como antes, a Roderigo, a parte)
¡Ten cuidado de Cassio!

RODERIGO
¿Qué es lo que temes?

YAGO
(aún en voz baja a Roderigo)
Habla ya con demasiado ardor;
la gallarda juventud lo espolea; 
es un astuto seductor 
que te obstruye el camino.
Ten cuidado...

RODERIGO
¿Por qué?

YAGO
(sigue en voz baja a Roderigo)
¡Si se emborracha está perdido!
¡Hazle beber!

(a los taberneros)

¡Aquí, muchachos, vino!

(Yago llena tres vasos: uno para él,
otro para Roderigo y otro para
Cassio. Los taberneros circulan con
sus jarras. A Cassio, con el vaso en
la mano: La multitud se aproxima)

¡Remoja el gaznate!
¡Toma un trago!
¡Antes de que se esfumen
los cantos y los vasos!

CASSIO
(A Yago, con el vaso en la mano)
El pámpano,
este verdadero maná
en deleitosa bruma,
sumerge el pensamiento.

YAGO
(a sus compañeros)
¡Quien haya mordido 
el cebo del ditirambo
desvergonzado y extraño,
beba conmigo,
beba, beba, beba conmigo!

TODOS
¡Quien haya mordido el cebo...

YAGO
¡Beba! ¡Beba!

TODOS
...bebe, bebe contigo, etc.

YAGO
(bajo, a Roderigo, indicando
a Cassio)
Otro trago y estará borracho.

RODERIGO
(a Yago)
Otro trago y estará borracho.

JAGO 
(Forte, a tutti)
Il mondo palpita 
quand'io son brillo! 
Sfido l'ironico Nume 
e il destin!

CASSIO 
(bevendo ancora)
Come un armonico liuto oscillo; 
La gioia scalpita sul mio cammin!

JAGO 
Chi all'esca ha morso, ecc...

TUTTI 
Chi all'esca ha morso, ecc...

JAGO 
(a Roderigo)
Un altro sorso e brillo egli è!

RODERIGO 
(a Jago)
Un altro sorso e brillo egli è!

JAGO 
(Forte a tutti) 
Fuggan dal vivido nappo 
i codardi. . .

CASSIO 
(interrompendo)
In fondo all'anima ciascun 
mi guardi! 

(beve)

JAGO 
(Interrompendo)
... che in cor 
nascondono frodi.

CASSIO 
(Barcollando)
Non temo, non temo il ver....

JAGO 
Chi all'esca ha...
... morso del ditirambo...

CASSIO 
(barcollando) 
non temo il ver... 
... non temo il ver. 

JAGO 
... bevi con me...

CASSIO 
non temo il ver... 

JAGO 
bevi, bevi con me.

CASSIO 
e bevo e bevo e bevo...

CIPRIOTTI 
(La metà del Coro. Ridendo)
Ah! Ah ah! Ah ah! Ah ah!. . .
. . .Ah ah! Ah ah! Ah ah!

CASSIO 
Del calice. . .

JAGO 
(a Roderigo) 
Ègli è briaco fradicio.

CASSIO 
(Con voce sempre più soffocata)
del calice...
... gli orli...

JAGO 
(A Roderigo)
Ti scuoti. 
Lo trascina a contesa. 
È pronto all'ira,

CIPRIOTTI 
(gli altri ridono di Cassio)
Ah ah! Ah ah!

JAGO 
(A Roderigo)
...t'offenderà...
ne seguirà tumulto!

CASSIO 
(ripiglia, ma con voce soffocata)
del calice. . .gli orli. . .

JAGO 
(A Roderigo)
Pensa che puoi cosi del lieto Otello
turbar la prima vigilia d'amor!

RODERIGO 
(risoluto, risponde, a parte, a Jago) 
Ed è ciò che mi spinge.

CASSIO 
... s'impor... s'impor... s'imporporino.

CIPRIOTTI 
Ah! Ah ah! Ah ah!

RODERIGO, JAGO, CASSIO, CIPRIOTTI 
Bevi, bevi con me, bevi con me. 

(Tutti bevono)

MONTANO 
(venendo dal Castello, 
si rivolge a Cassio.)
Capitano, 
v'attende la fazione ai baluardi.

CASSIO 
(barcollando) 
Andiamo.

MONTANO 
Che vedo?

JAGO 
(a Montano)
Ogni notte in tal guisa Cassio 
preludia al sonno.

MONTANO 
(a Jago)
Otello il sappia.

CASSIO 
Andiamo ai baluardi.

RODERIGO, CIPRIOTTI 
Ah, ah! Ah, ah!

CASSIO 
Chi ride?

RODERIGO 
(provocandolo)
Rido d'un ebro...

CASSIO 
(scagliandosi contro Roderigo)
Bada alle tue spalle! Furfante!

RODERIGO 
(difendendosi)
Briaco ribaldo!

CASSIO 
Marrano! Nessun più ti salva!

MONTANO 
(separandoli a forza e 
dirigendosi a Cassio)
Frenate la mano, Signor, ve ne prego.

CASSIO 
(a Montano) 
Ti spacco il cerebro se qui t'interponi.

MONTANO 
Parole d'un ebro...

CASSIO 
D'un ebro?!

(sguainando la spada. Montano s'arma 
anch'esso. Assalto furibondo. La folla 
si ritrae)
YAGO
(en voz alta)
¡El mundo palpita cuando 
yo estoy borracho!
¡Desafío a la irónica divinidad 
y al destino!

CASSIO
(bebiendo de nuevo)
Como un armonioso laúd oscilo;
¡la alegría piafa en mi camino!

YAGO
Quien ha mordido el cebo...

TODOS
Quien ha mordido el cebo...

YAGO
(a Roderigo)
¡Otro trago y estará borracho!

RODERIGO
(a Yago)
¡Otro trago y estará borracho!

YAGO
(en voz alta)
¡Huyan de la vívida copa 
los cobardes...

CASSIO
(interrumpiendo)
¡Que todo el mundo vea 
el fondo de mi alma!

(bebe)

YAGO
(interrumpiendo)
... que en el corazón 
esconden falsedades...

CASSIO
(tambaleándose)
¡No temo, no temo la verdad!

YAGO
Quien haya mordido...
... el cebo del ditirambo.

CASSIO
(tambaleándose)
¡no temo la verdad!...
... ¡no temo la verdad!...

YAGO
... bebe conmigo...

CASSIO
no temo la verdad...

YAGO
¡Bebe, bebe conmigo!

CASSIO
y bebo y bebo y bebo...

CHIPRIOTAS
(La mitad del coro. Riendo)
¡Ja, ja, ja, ja, ja!...
...¡Ja, ja, ja, ja, ja!!

CASSIO
De la copa....

YAGO
(A Roderigo)
Está borracho como una cuba.

CASSIO
(con voz cada vez más ahogada)
de la copa...
... los bordes...

YAGO
(A Roderigo)
¡Muévete!
¡Fuérzalo a una pelea!
Tiene la ira fácil...

CHIPRIOTAS
(Los otros riéndose de Cassio)
¡Ja, ja, ja, ja!

YAGO
(A Roderigo)
... te ofenderá... 
y se producirá una riña.

CASSIO
(con voz ahogada)
... de la copa... los bordes

YAGO
(A Roderigo)
¡Piensa que así puedes, del feliz Otelo
turbar la primera noche de amor!

RODERIGO
(Con resolución, a Yago)
¡Eso es lo que me empuja!

CASSIO
... enro... enro... enrojezcan.

CHIPRIOTAS
¡Ja, ja, ja, ja!!

RODERIGO, YAGO, CASSIO, CHIPRIOTAS
¡Bebe, bebe conmigo, bebe conmigo!

(Todos beben)

MONTANO
(Viniendo del castillo, 
se dirige a Cassio)
Capitán:
os espera la guardia en el bastión.

CASSIO
(tambaleándose)
¡Vamos!

MONTANO
¿Qué veo?

YAGO
(a Montano)
Cada noche, de esta manera, Cassio
se prepara para dormir.

MONTANO
(A Yago)
Otelo debería saberlo.

CASSIO
¡Vayamos al bastión!...

RODERIGO, CHIPRIOTAS
¡Ja, ja, ja, ja!

CASSIO
¿Quién se ríe?

RODERIGO
(provocándole)
¡Me río de un borracho!...

CASSIO
(abalanzándose contra Roderigo)
¡Guárdate las espaldas! ¡Bellaco!

RODERIGO
(defendiéndose)
¡Bribón, borracho!

CASSIO
¡Renegado! ¡Nadie te salvará!

MONTANO
(separándolos y dirigiéndose
a Cassio)
¡Frenad la mano, señor, os lo ruego!

CASSIO
(A Montano)
¡Te parto los sesos si te interpones!

MONTANO
Palabras de un borracho...

CASSIO
¿De un borracho?

(Cassio saca su espada. Montano
empuña la suya. Lucha furiosa. La
multitud se retira.)

JAGO 
(a parte a Roderigo)
Va al porto, con quanta più possa 
ti resta, gridando: sommossa! sommossa! 
Va! spargi il tumulto, l'orror. Le campane 
risuonino a stormo.

(Roderigo esce correndo. Jago si rivolge 
rapidamente ai due combattenti)

Fratelli! l'immane conflitto cessate!

DONNE CIPRIOTTI 
(fuggendo)
Fuggiam!

JAGO 
Ciel! già gronda di sangue Montano! 
Tenzon furibonda!

DONNE 
Fuggiam, fuggiam!

JAGO 
Tregua!

UOMINI 
Tregua!

DONNE 
S'uccidono!

UOMINI 
Pace!

JAGO 
(agli astanti)
Nessun più raffrena quel nembo pugnace! 
Si gridi l'allarme! 
Satana gl'invade! 

CIPRIOTTI 
All'armi!! All'armi!! Soccorso!! Soccorso!

(Intanto, squillano campane a stormo.
Continua il combattimento. Donne
fuggendo ed altre entro le scene. 
Entra Otello seguito da genti con 
fiaccole. Cessano le campane)

OTELLO
Abbasso le spade! 

(I Combattenti s'arrestano. Le nubi 
si diradano a poco a poco)

Olà! Che avvien? 
Son io fra i Saraceni? 
O la turchesca rabbia 
è in voi trasfusa 
da sbranarvi l'un l'altro? 
Onesto Jago, 
per quell'amor che tu mi porti, parla.

JAGO 
Non so... qui tutti eran cortesi amici, 
dianzi, e giocondi... 
ma ad un tratto, 
come se un pianeta maligno 
avesse a quelli smagato il senno, 
sguainando l'arme 
s'avventano furenti... 
avessi io prima stroncati i pie' 
che qui m'addusser!

OTELLO 
Cassio, 
come obliasti te stesso a tal segno?

CASSIO 
Grazia... perdon... parlar non so...

OTELLO 
Montano...

MONTANO 
(sostenuto da un soldato)
Son ferito...

OTELLO 
Ferito!... pel cielo !
Già il sangue mio ribolle. Ah! 
L'ira volge l'angelo nostro tutelare in fuga! 

(Entra Desdemona. 
Otello le accorre)

Che? La mia dolce Desdemona anch'essa 
per voi distolta da' suoi sogni? 
Cassio, non sei più capitano. 

(Cassio lascia cadere la spada che 
è raccolta da Jago, pergendo la 
spada di Cassio ad un soldato)

JAGO 
(a stesso) 
Oh, mio trionfo!

OTELLO 
Jago, tu va nella città sgomenta 
con quella squadra a ricompor la pace. 

(Jago esce)

Si soccorra Montano. 

(Montano è accompagnato nel Castello)

Al proprio tetto Ritorni ognun.

(a tutti con gesto imperioso)

Io da qui non mi parto 
se pria non vedo deserti gli spaldi.

(La gente parte. Otello fa cenno 
agli uomini colle fiaccole che lo
accompagnavano di rientrare il
castello. Restano soli Otello e Desdemona)

OTELLO 
Già nella notte densa 
s'estingue ogni clamor. 
Già il mio cor fremebondo 
s'ammansa in quest'amplesso e si rinsensa. 
Tuoni la guerra 
e s'inabissi il mondo 
[dolce] se dopo l'ira immensa 
vien quest'immenso amor!

DESDEMONA 
(dolce) 
Mio superbo guerrier! Quanti tormenti, 
quanti mesti sospiri e quanta speme 
ci condusse ai soavi abbracciamenti! 
Oh! com'è dolce il mormorare insieme: 

(come una voce lontano)

te ne rammenti! 
Quando narravi l'esule tua vita 
e i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor, 
ed io t'udia coll'anima rapita 
in quei spaventi e coll'estasi in cor.

OTELLO 
Pingea dell'armi il fremito, la pugna 
e il vol gagliardo alla breccia mortal, 
l'assalto, orribil edera, coll'ugna 
al baluardo e il sibilante stral.

DESDEMONA 
Poi mi guidavi ai fulgidi deserti, 
all'arse arene, al tuo materno suol; 
narravi allor gli spasimi sofferti 

(dolce)

e le catene e dello schiavo il duol.

OTELLO 
Ingentilia di lagrime la storia 
il tuo bel viso e il labbro di sospir; 
scendean sulle mie tenebre la gloria, 
il paradiso e gli astri a benedir.

DESDEMONA 
Ed io vedea fra le tue tempie oscure 
splender del genio l'eterea beltà.

OTELLO 
E tu m'amavi per le mie sventure 
ed io t'amavo per la tua pietà.

DESDEMONA 
(dolce)
Ed io t'amavo per le tue sventure 
e tu m'amavi per la mia pietà.

OTELLO 
(dolce)
E tu m'amavi...

DESDEMONA 
(dolce)
E tu m'amavi...
YAGO
(aparte, a Roderigo)
Ve al puerto con todas los hombres
gritando: ¡Sedición! ¡Sedición!
¡Vete! ¡Siembra el tumulto, el horror,
que las campanas toquen a rebato!

(Roderigo sale corriendo. Yago se
vuelve hacia ambos contendientes)

¡Hermanos, cesad esta horrible pelea!

MUJERES CHIPRIOTAS
(huyendo)
¡Huyamos!

YAGO
¡Cielos! ¡Ya sangra Montano!
¡Furibunda pelea!

MUJERES
¡Huyamos! ¡Huyamos!

YAGO
¡Tregua!

HOMBRES
¡Tregua!

MUJERES
¡Se matan!

HOMBRES
¡Haya paz!

YAGO
(al resto de la gente)
¡Nadie puede parar este combate!
¡Que se dé la alarma! 
¡Satán los posee!

CHIPRIOTAS
¡A las armas! ¡A las armas! ¡Socorro!

(Mientras tanto, las campanas tocan
a rebato. Continúa el combate.
Mujeres huyendo y otras entran en
escena. Entra Otelo seguido de gente
con antorchas. Cesan las campanas)

OTELO
¡Bajad las espadas!

(Cesa la pelea. Las nubes se van
aclarando poco a poco )

¿Qué sucede? 
¿Estoy entre sarracenos? 
¡O es que la rabia turca 
os ha contagiado, 
para que os despedacéis uno al otro?... 
Honesto Yago, 
por el amor que me tienes, habla.

YAGO
No sé... aquí no hace mucho,
todos eran amigos, alegres... 
pero de pronto,
como si un planeta maligno 
les hubiera trastornado el sentido, 
desenvainando las espadas,
se han arrojado furiosos... 
¡ojalá me hubieran roto los pies 
antes que venir hasta aquí!

OTELO
Cassio, ¿cómo te olvidaste 
de ti mismo hasta tal punto?...

CASSIO
Gracia.... perdón.... no puedo hablar...

OTELO
Montano...

MONTANO
(Sostenido por un soldado)
Estoy herido...

OTELO
¡Herido!... ¡cielos!
Me hierve la sangre. ¡Ah! 
La ira hace huir a nuestro ángel tutelar

(Desdémona entra. 
Otelo se dirige hacia ella.)

¿Qué?... ¿De mi dulce Desdémona
también ha sido alterado el sueño? 
Cassio, ya no eres capitán.

(Cassio deja caer la espada, que
Yago recoge y la entrega a un
soldado.)

YAGO
(para sí)
¡Oh, qué triunfo el mío!

OTELO
¡Yago, ve a la ciudad atemorizada
con este escuadrón y restablece la paz!

(Yago sale)

¡Que se auxilie a Montano!

(Montano es llevado al castillo)

¡Marchaos cada cual a su casa! 

(A todos con gesto imperioso)

Yo no me voy de aquí
si antes no veo desierta la explanada.

(Se van todos. Otelo hace señas a 
los hombres que llevan antorchas 
que regresen al castillo, Otelo y
Desdémona quedan solos. )

OTELO
Ya en la noche densa
se extingue todo clamor.
Ya mi corazón estremecido
se amansa en este abrazo y se serena.
¡Que truene la guerra 
y se abra el mundo
si después de la ira inmensa
viene este inmenso amor!

DESDÉMONA
(Con dulzura)
¡Mi soberbio guerrero! 
¡Cuántos tormentos y esperanzas
nos han llevado a este suave abrazo!
¡Oh! ¡Qué dulce es murmurar juntos:

(Con voz soñadora)

¿recuerdas?
Cuando me contabas tu vida de exilio,
y tus largos dolores...
yo te escuchaba arrebatada
y con el corazón extasiado.

OTELO
Yo te pintaba el fragor de la pelea 
y el gallardo arrojo en el asalto,
agarrado como una horrible hiedra, 
a las murallas, entre sibilantes dardos.

DESDÉMONA
Me guiabas hacia las ardientes arenas, 
a tu tierra materna;
y narrabas los sufrimientos padecidos

(Con dulzura)

y las cadenas y el dolor del esclavo.

OTELO
Bañaban mi narración tus suspiros 
y las lágrimas de tu bello rostro;
descendían sobre mis tinieblas 
la gloria y el paraíso para bendecirme.

DESDÉMONA
Y yo veía entre tus sienes oscuras
resplandecer la belleza del genio.

OTELO
Y tú me amabas por mis desventuras
y yo te amaba por tu piedad.

DESDÉMONA
(con dulzura)
Y yo te amaba por tus desventuras
y tu me amabas por mi piedad.

OTELO
(con dulzura)
Y tu me amabas....

DESDÉMONA
(con dulzura)
Y tu me amabas...
OTELLO 
Ed io t'amavo...

OTELLO, DESDEMONA 
... per la tua/mia pietà.

OTELLO 
(sempre dolce)
Venga la morte! 
E mi colga nell'estasi 
di quest'amplesso il momento supremo!

(Il cielo si sarà tutto rasserenato: si 
vedranno alcune stelle e sul lembo 
dell'orizzonte il riflesso ceruleo 
della nascente luna.)

Tale è il gaudio dell'anima che temo, 
temo che più non mi sarà concesso 
quest'attimo divino 
nell'ignoto avvenir del mio destino.

DESDEMONA 
Disperda il ciel gli affanni 
e amor non muti 
col mutar degli anni.

OTELLO 
A questa tua preghiera 
"Amen" risponda la celeste schiera.

DESDEMONA 
"Amen" risponda.

OTELLO 
(appoggiandosi ad un rialzo degli spaldi)
Ah! la gioia m'inonda si fieramente... 
che ansante mi giacio...
Un bacio...

DESDEMONA 
Otello!

OTELLO 
Un bacio... ancora un bacio, 

(alzandosi e mirando il cielo)

Già la pleiade ardente al mar discende.

DESDEMONA 
Tarda è la notte.

OTELLO 
Vien... Venere splende.

DESDEMONA 
Otello!

(s'avviano abbracciati verso il castello)



ATTO SECONDO


(Una sala terrena nel Castello. 
Una invetriata la divide da un 
grande giardino. Un verone)

JAGO 
(al di qua del verone, a Cassio) 
Non ti crucciare. Se credi a me, tra poco 
farai ritorno ai folleggianti amori 
di Monna Bianca, altiero capitano, 
coll'elsa d'oro e col balteo fregiato.

CASSIO 
(al di là del verone) 
Non lusingarmi...

JAGO 
Attendi a ciò ch'io dico. 
Tu dêi saper che Desdemona è il Duce 
del nostro Duce, sol per essa ei vive. 
Pregala tu, quell'anima cortese 
per te interceda e il tuo perdono è certo.

CASSIO 
Ma come favellarle?

JAGO 
È suo costume girsene a meriggiar 
fra quelle fronde colla consorte mia. 
Quivi l'aspetta. 
Or t'è aperta la via di salvazione. 
Vanne. 

(Cassio s'allontana. Seguendo 
coll'occhio Cassio)

Vanne! la tua meta già vedo. 
Ti spinge il tuo dimone, 
e il tuo dimon son io. 
E me trascina il mio, nel quale io credo, 
inesorato Iddio.

(allontanandosi dal verone senza più 
guardar Cassio che sarà scomparso 
fra gli alberi.)

Credo in un Dio crudel che m'ha creato 
simile a sè e che nell'ira io nomo. 
Dalla viltà d'un germe o d'un atomo 
vile son nato. 
Son scellerato 
perchè son uomo; 
e sento il fango originario in me. 
Si! questa è la mia fè! 
Credo con fermo cuor, siccome crede 
la vedovella al tempio, 
che il mal ch'io penso e che da me procede, 
per il mio destino adempio. 
Credo che il giusto è un istrion beffardo, 
e nel viso e nel cuor, 
che tutto è in lui bugiardo: 
lagrima, bacio, sguardo, 
sacrificio ed onor. 
E credo l'uom gioco d'iniqua sorte 
dal germe della culla 
al verme dell'avel. 
Vien dopo tanta irrision la Morte. 
E poi? E poi? La Morte è' il Nulla. 
È vecchia fola il Ciel.

(Si vede passare nel giardino Desdemona 
con Emilia. Jago si slaccia al verone, 
al di là del quale è appostato.)

(a Cassio)

Eccola... Cassio.... a te... 
Questo è il momento. 
Ti scuoti.... vien Desdemona.

(Cassio va verso Desdemona, 
la saluta, le s'accosta.)

S'è mosso; la saluta e s'avvicina. 
Or qui si tragga Otello!... aiuta, aiuta 
Sàtana il mio cimento! 
Già conversano insieme... ed essa inclina, 
sorridendo, il bel viso.

(si vedono ripassare nel giardino 
Cassio e Desdemona)

Mi basta un lampo sol di quel sorriso 
per trascinare Otello alla ruina.

(fa per avviarsi rapido all'uscio del lato 
destro, ma s'arresta subitamente.)

Andiam... 
Ma il caso in mio favor s'adopra. 
Eccolo... al posto, all'opra.

(Si colloca immoto al verone, guardando 
fissamente verso il giardino, dove stanno 
Cassio e Desdemona, simulando di non aver 
visto Otello e fingendo di parlare fra sè.)

Ciò m'accora.

OTELLO 
(Avvicinandosi a Jago)
Che parli?

JAGO 
Nulla... voi qui? una vana 
voce m'uscì dal labbro...

(E l'uno e l'altro si staccano dal verone)

OTELLO 
Colui che s'allontana 
dalla mia sposa, è Cassio?

JAGO 
Cassio? No... quei si scosse 
come un reo nel vedervi.

OTELLO 
Credo che Cassio ei fosse.
OTELO
Y yo te amaba...

OTELO, DESDÉMONA
por tu/mi piedad.

OTELO
(continúa con dulzura)
¡Que venga la muerte!
¡Que me alcance el momento supremo
en el éxtasis de este abrazo!

(El cielo está raso. Se ven algunas 
estrellas y sobre la línea del
horizonte el reflejo azulado de la 
luna naciente.)

Tal es el júbilo de mi alma, que temo, 
no me vuelva a ser concedido 
este instante divino 
en mi desconocido destino.

DESDÉMONA
Disperse el cielo las angustias
y que el amor no cambie 
con el paso de los años.

OTELO
A esta plegaria tuya
que la celeste tropa responda "Amén".

DESDÉMONA
Responda "Amén"

OTELO
(apoyándose en la muralla)
¡La alegría me inunda tan hondamente..
que jadeante me tiendo....
¡Un beso!...

DESDÉMONA
¡Otelo!

OTELO
¡Un beso!.... ¡un beso más!...

(Levantándose y mirando al cielo)

Ya las Pléyades en el mar descienden.

DESDÉMONA
Avanzada está la noche.

OTELO
Ven... Venus resplandece.

DESDÉMONA
¡Otelo!

(Lentamente, se dirigen al castillo.)



ACTO SEGUNDO


(Sala de la planta baja del castillo. 
Una cristalera la separa del 
gran jardín. Un balcón)

YAGO
(desde el balcón, a Cassio)
No te atormentes. Créeme,
pronto volverás a tus locos amoríos
con Monna Bianca, altivo capitán
de empuñadura y bálteo dorados.

CASSIO
(a lo lejos)
No me adules...

YAGO
Escucha bien lo que te digo.
Debes saber que Desdémona es el jefe
de nuestro jefe, y él vive sólo por ella.
Ruégale que interceda por ti, 
y tu perdón estará asegurado.

CASSIO
Pero, ¿cómo podré hablarle?

YAGO
Tiene por costumbre ir a sestear, 
entre esas frondas, con mi mujer.
Espérala allí.
Tienes abierto 
el camino de tu salvación. Ve.

(Cassio se aleja. Yago sigue con 
la mirada a Cassio.)

¡Ve; ya veo tu meta!
Te empuja tu demonio,
y tu demonio soy yo.
Y a mi me arrastra el mío 
al que creo un inexorable Dios.

(Alejándose del balcón y ya sin 
fijarse en Cassio que ha
desaparecido entre los árboles)

Creo en un Dios cruel que me creó
a su semejanza, y que nombro con ira.
De la vileza de un germen 
que me engendró vil.
Soy malvado porque soy hombre;
y siento el barro originario en mí.
¡Sí! ¡Ésta es mi fe!
Creo con firme corazón, como cree
la viudita en el templo,
que el mal que de mí procede,
por mi destino lo cumplo.
Creo que el justo es un histrión burlón,
tanto su rostro como su corazón,
son falsos:
lágrimas, besos, miradas,
sacrificios y honor.
Y creo al hombre juguete 
de una inicua suerte
desde el germen de la cuna
hasta el gusano de la tumba.
Llega luego la Muerte. 
¿Y luego? La Muerte es la Nada. 
¡Eso del cielo es una vieja fábula!

(Desdémona y Emilia pasan por el
jardín. Yago se asoma al balcón bajo
el cual se halla apostado Cassio)

(a Cassio) 

¡Ahí está!.... ¡Cassio!... ¡vamos!... 
¡Éste es el momento!
¡Anímate... llega Desdémona!

(Cassio se dirige hacia Desdémona; 
le saluda y habla con ella.)

Avanza, la saluda y se aproxima. 
¡Ojalá venga Otelo!... 
¡Ayuda, Satanás, mi intento! 
Ya hablan juntos... ella se inclina, 
Sonriendo, con su bello rostro. 

(Cassio y Desdémona se pasean 
por el jardín.)

Un sólo destello de esa sonrisa 
arrastraría a Otelo a la ruina. 

(Va a salir por la puerta del lado
derecho, pero se para de repente)

Vamos... 
Pero... ¡La suerte me es favorable! 
Aquí está... vamos, manos a la obra. 

(Se queda inmóvil en el balcón, 
mirando a Cassio y Desdémona.
Finge hablar para sí, simulando no
haber visto que Otelo se aproxima.)

Esto me aflige...

OTELO
(acercándose a Yago)
¿Qué estás diciendo?

YAGO
Nada... ¿vos aquí? Una vana palabra
se me escapó de los labios.

(Yago y Otelo se apartan del balcón)

OTELO
Aquel que se aleja de mi esposa...
¿es Cassio?

YAGO
¿Cassio? No... ése se retiró 
como un culpable nada más veros...

OTELO
Pues yo creo que era Cassio.

JAGO 
Mio signore...

OTELLO 
Che brami?

JAGO 
Cassio, 
nei primi dì del vostro amor, 
Desdemona non conosceva?

OTELLO 
Sì. 
Perchè fai tale inchiesta?

JAGO 
Il mio pensiero è vago d'ubbie, 
non di malizia.

OTELLO 
Di' il tuo pensiero, Jago.

JAGO 
Vi confidaste a Cassio?

OTELLO 
Spesso un mio dono o un cenno 
portava alla mia sposa.

JAGO 
Dassenno?

OTELLO 
Si, dassenno. 

(Calmo)

Nol credi onesto?

JAGO 
(imitando Otello)
Onesto?

OTELLO 
Che ascondi nel tuo core?

JAGO 
Che ascondo in cor, signore?

OTELLO 
"Che ascondo in cor, signore?" 
Pel cielo, 
tu sei l'eco dei detti miei, 
nel chiostro dell'anima ricetti qualche 
terribil mostro. 
Sì, 

(declamato)

ben t'udii poc'anzi mormorar: 
"Ciò m'accora." 
Ma di che t'accoravi? 
Nomini Cassio e allora tu corrughi la fronte.
Suvvia, parla, se m'ami.

JAGO 
Voi sapete ch'io v'amo.

OTELLO 
Dunque senza velami 
t'esprimi, e senza ambagi. 
T'esca fuor dalla gola 
il tuo più rio pensiero 
colla più ria parola.

JAGO 
S'anco teneste in mano 
tutta l'anima mia nol sapreste.

OTELLO 
Ah!

JAGO 
(avvicinandosi molto ad 
Otello e sottovoce)
Temete, signor, la gelosia! 
È un'idra fosca, livida, cieca, 
col suo veleno 
sè stessa attosca, 
vivida piaga le squarcia il seno.

OTELLO 
Miseria mia! No! 
Il vano sospettar nulla giova. 
Pria del dubbio l'indagine, 
dopo il dubbio la prova, 
dopo la prova 
Otello ha sue leggi supreme,
amore e gelosia vadan dispersi insieme!

JAGO 
(con piglio più ardito.)
Un tal proposto spezza 
di mie labbra il suggello. 
Non parlo ancor di prova, pur, 
generoso Otello, 
vigilate... soventi le oneste e ben create 
coscienze non vedono la frode: 

(come prima sottovoce)

vigilate. 
Scrutate le parole di Desdemona, 
un detto può ricondur la fede, 
può affermare il sospetto.

VOCI LONTANO 
Dove guardi splendono 
raggi, avvampan cuori, 
dove passi scendono 
nuvole di fiori. 
Qui fra gigli e rose, 
come a un casto altare, 
padri, bimbi, spose 
vengono a cantar.

(Si vede ricomparire Desdemona nel
giardino, dalla vasta apertura del fondo:
esse è circondata da donne dell'isola, da
fanciulla, da marinai cipriotti e albanesi
che si avanzano e le offrono fiori e 
rami fioritti ed altri doni. Alcuni
s'accompagnano, cantando, sulla guzla,
una specie di Mandòla, altri hanno 
delle piccole arpe ad armascollo.)

JAGO 
Eccola. . .vigilate. 

(Una parte del Coro in scena; uniti 
a questa vi saranno dei figuranti con
Mandolini, Chitarre e Cornamuse. 
L'altra parte resterà dietro la tela,
unitamente ai suonatori di Mandolini,
Chitarre e Cornamuse.)

VOCI LONTANO
Dove guardi splendono 
raggi, avvampan cuori, 
dove passi scendono 
nuvole di fiori. 
Qui fra gigli e rose, 
come a un casto altare, 
padri, bimbi, spose 
vengono a cantar. 

FANCIULLI 
(spargendo al suolo fiori di giglio)
T'offriamo il giglio soave stel 
che in man degl' angeli fu assunto in ciel, 
che abbella il fulgido manto 
e la gonna della Madonna 
e il santo vel.

DONNE, MARINAI 
Mentre all'aura vola 
lieta la canzon, 
l'agile mandòla 
ne accompagna il suon.

MARINAI 
(offrendo a Desdemona dei 
monili di corallo e di perle)
A te le porpore, le perle e gli ostri, 
nella voragine colti del mar. 
Vogliam Desdemona coi doni nostri 
come un'immagine sacra adornar.

DONNE, FANCIULLI 
Mentre all'aura vola 
lieta la canzon, 
l'agile mandòla 
ne accompagna il suon.

LE DONNE 
(spargendo fronde e fiori)
A te la florida messe dai grembi 
spargiam al suolo, a nembi, a nembi. 
L'april circonda la sposa bionda 
d'un etra rorida che vibra al sol.

FANCIULLI, MARINAI 
Mentre all'aura vola ecc...
YAGO
Señor...

OTELO
¿Qué deseas?...

YAGO
Cassio, en los primeros tiempos 
de vuestro amor...
¿no conocía a Desdémona?

OTELO
Sí.
¿Por qué me haces esa pregunta?

YAGO
Mi pensamiento está lleno de recelos,
no de malicia.

OTELO
Di lo que piensas. Yago.

YAGO
¿Confiáis en Cassio?

OTELO
A menudo llevaba a mi esposa 
algún presente mío o alguna noticia.

YAGO
¿De verdad?

OTELO
Sí es cierto.

(Con calma)

¿No lo crees honrado?

YAGO
(en el mismo tono que Otelo)
¿Honrado?

OTELO
¿Qué escondes en tu corazón?

YAGO
¿Qué escondo en mi corazón, señor?

OTELO
"¿Qué escondo en mi corazón, señor?"
¡Por los cielos! 
Eres como el eco de mis palabras;
en el claustro de tu alma 
encierras algún terrible monstruo.
Sí. 

(Declamando)

Bien te oí hace poco murmurar
"esto me aflige".
Pero, ¿de que te afligías? 
Nombras a Cassio y frunces el ceño.
Venga, habla, si me quieres.

YAGO
Vos sabéis que os quiero.

OTELO
Pues habla de una vez
sin velos y sin ambages
¡Que te salga de la garganta
tu más perverso pensamiento,
con las más perversas palabras!

YAGO
Aunque tuvierais en vuestra mano 
toda mi alma no lo sabríais.

OTELO
¡Ah!

YAGO
(Acercándose mucho a Otelo 
y en voz baja)
¡Temed, señor, los celos!
Es una hidra hosca, lívida y ciega, 
con su veneno 
ella misma se emponzoña, 
una llaga viva le desgarra el seno.

OTELO
¡Mísero de mí! 
No, el vano sospechar de nada sirve.
Antes de la duda: la indagación.
Después de la duda: la prueba.
Después de la prueba...
¡Otelo tiene sus propias leyes!
¡Que amor y celos se hundan juntos!

YAGO
(con gesto más audaz)
Semejante propuesta 
rompe el sello de mis labios.
No hablo todavía de pruebas: 
sin embargo, generoso Otelo, vigilad...
a menudo las honestas y bien nacidas 
conciencias no sospechan la mentira: 

(Igualmente en voz baja)

Vigilad. 
Escrutad las palabras de Desdémona,
una palabra puede traer de nuevo 
la confianza o reafirmar la sospecha.

VOCES LEJANAS
Allí donde miras resplandecen 
los rayos, se inflaman los corazones;
por donde pasas descienden
nubes de flores.
Aquí entre lirios y rosas,
como ante un casto altar,
padres, niños y esposas
vienen a cantar.

(Se ve reaparecer a Desdémona en 
el jardín: está rodeada de mujeres de
la isla, de muchachos, de marineros
que se aproximan y le ofrecen flores
y ramas florecidas y otros  presentes.
Algunos acompañan su canto con 
una guzla, una especie de mandolina,
otros tocan pequeñas arpas que
llevan en bandolera)

YAGO
Hela aquí... vigilad.

(Una parte del coro se encuentra en
escena junto a campesinos figurantes
con mandolina, guitarras y gaitas. 
La otra parte quedará detrás del
decorado junto a los que tocan las
mandolinas, guitarras y gaitas)

VOCES LEJANAS
Allí donde miras resplandecen
rayos, se inflaman los corazones;
por donde pasas descienden
nubes de flores.
Aquí entre lirios y rosas,
como ante un casto altar,
padres, niños y esposas
vienen a cantar.

MUCHACHOS
(esparciendo por el suelo flores)
Te ofrecemos el lirio, suave tallo
que en mano de los ángeles
fue llevado al cielo, que embellece
el manto y el vestido de la Virgen
y su santo velo.

MUJERES, MARINEROS
Mientras por encima de la brisa 
vuela feliz la canción,
la ágil mandolina
acompaña su sonido.

MARINEROS
(Ofreciendo a Desdémona 
collares de coral y perlas)
A ti las púrpuras, las perlas y el coral,
recogidos en la profundidad del mar. 
A Desdémona, con nuestros regalos,
ornaremos como una imagen sagrada.

MUCHACHOS, MUJERES 
Mientras por encima de la brisa 
vuela feliz la canción, 
la ágil mandolina 
acompaña su sonido.

MUJERES
(esparciendo ramas y flores)
A ti la florida cosecha del regazo,
a montones esparcemos por el suelo.
Abril circunda a la rubia esposa 
de un húmedo aire que vibra al sol.

MUCHACHOS, MARINEROS
Mientras por encima de la brisa, etc.

TUTTI 
Dove guardi splendono raggi, ecc

DESDEMONA 
(dolcissimo)
Splende il cielo, danza 
l'aura, olezza il fior.

OTELLO 
(fra sè, Soavemente commosso)
Quel canto mi conquide. 
S'ella m'inganna, 
il ciel se stesso irride!

JAGO 
(a parte)
Beltà ed amor 
in dolce inno concordi! 
I vostri infrangerò soavi accordi.

DESDEMONA 
Gioia, amor, speranza 
cantan nel mio cor.

CIPRIOTTI 
Vivi felice! vivi felice! 
Addio. Qui regna Amor.

OTELLO 
Quel canto mi conquide. 

(Finito il Coro, Desdemona bacia la testa 
d'alcuni tra i fanciulli, e alcune donne le 
baciano il lembo della veste, ed essa porge 
una borsa ai marinai. Il Coro s'allontana. 
Desdemona, séguita poi da Emilia, entra 
nella sala e s'avanza verso Otello.)

DESDEMONA 
(a Otello)
D'un uom che geme sotto il tuo disdegno 
la preghiera ti porto.

OTELLO 
Chi è costui?

DESDEMONA 
Cassio.

OTELLO 
Era lui 
che ti parlava sotto quelle fronde?

DESDEMONA 
Lui stesso, e il suo dolor 
che in me s'infonde
tanto è verace che di grazia è degno. 
Intercedo per lui, per lui ti prego. 
Tu gli perdona.

OTELLO 
(con asprezza)
Non ora.

DESDEMONA 
Non oppormi il tuo diniego. 
Gli perdona.

OTELLO 
Non ora.

DESDEMONA 
Perchè torbida suona la voce tua? 
Qual pena t'addolora?

OTELLO 
M'ardon le tempie.

DESDEMONA 
(spiegando il suo fazzoletto come 
per fasciare la fronte d'Otello)
Quell'ardor molesto 
svanirà, se con questo 
morbido lino la mia man ti fascia.

OTELLO 
(getta il fazzoletto a terra)
Non ho d'uopo di ciò.

(Emilia raccoglie il fazzoletto dal suolo)

DESDEMONA 
Tu sei crucciato, signor.

OTELLO 
(aspramente)
Mi lascia! mi lascia! 

DESDEMONA 
(dolcissimo) 
Se inconscia, contro te, sposo, ho peccato, 
dammi la dolce e lieta parola 
del perdono.

OTELLO 
(a parte)
Forse perchè gl'inganni 
d'arguto amor non tendo...

DESDEMONA 
(A Otello)
La tua fanciulla io sono 
umile e mansueta; 
ma il labbro tuo sospira, 
hai l'occhio fiso al suol. 
Guardami in volto e mira 
come favella amor. 
Vien ch'io t'allieti il core, 
ch'io ti lenisca il duol. 
Guardami in volto e mira, ecc

OTELLO 
... forse perchè discendo 
nella valle degli anni, 
forse perchè ho sul viso 
quest'atro tenebror...
forse perchè gl'inganni d'arguto 
amor non tendo, ecc 
Ella è perduta è irriso 
io sono e il core m'infrango 
e ruinar nel fango 
vedo il mio sogno d'or. 
Ella è perduta e irriso, ecc

JAGO 
(a Emilia sottovoce)
Quel vel mi porgi 
ch'or hai raccolto.

EMILIA 
(sottovoce a Jago)
Qual frode scorgi? 
Ti leggo in volto.

JAGO 
T'opponi a vôto 
quand'io commando.

EMILIA 
Il tuo nefando 
livor m'è noto.

JAGO 
Sospetto insano!

EMILIA 
Guardia fedel 
è questa mano.

JAGO 
Dammi quel vel!

(afferra violentemente il braccio di Emilia)

Su te l'irosa mia man s'aggrava!

EMILIA 
Son la tua sposa, 
non la tua schiava.

JAGO 
La schiava impura 
tu sei di Jago.

EMILIA 
Ho il cor presago 
d'una sventura.

JAGO 
Nè mi paventi?

EMILIA 
Uomo crudel!

JAGO 
A me.

EMILIA 
Che tenti?

JAGO 
A me quel vel!
TODOS
Allá donde miran resplandecen, etc.

DESDÉMONA
(muy dulce)
Resplandece el cielo, danza la brisa,
exhalan fragancia las flores.

OTELO
(para sí, dulcemente conmovido)
Ese canto me conquista.
¡Si ella me engaña, 
es que el cielo se burla de sí mismo!

YAGO
(aparte)
¡Belleza y amor 
en dulce himno concuerdan!
Yo destruiré vuestros suaves acordes.

DESDÉMONA
Alegría, amor, esperanza
cantan en mi corazón.

CHIPRIOTAS
¡Sé feliz! ¡Sé feliz!
Adiós. Aquí reina el amor.

OTELO
Ese canto me conquista.

(Terminados los cánticos, Desdémona
besa la cabeza de algunos niños; 
ella da una bolsa a los marineros.
Cuando todos se alejan, Desdémona,
seguida de Emilia, entra en la sala y
se acerca a Otelo.)

DESDÉMONA
(a Otelo)
De un hombre que gime,
desdeñado por ti, la súplica te traigo.

OTELO
¿De quién se trata?

DESDÉMONA
De Cassio.

OTELO
¿Era él
quien te hablaba en aquellos árboles?

DESDÉMONA
Él mismo, y su dolor, 
que me aflige,
es tan veraz, que es digno de gracia. 
Intercedo por él, por él te ruego. 
Perdónale.

OTELO
(con aspereza)
Ahora no

DESDÉMONA
No te opongas a mi petición.
Perdónale.

OTELO
¡Ahora no!

DESDÉMONA
¿Por que suena turbada tu voz?
¿Qué pena te hace sufrir?

OTELO
Me arden las sienes.

DESDÉMONA
(saca su pañuelo, como para 
cubrir la frente de Otelo )
Ese ardor molesto 
se disipará si con este suave lino 
mi mano te venda.

OTELO
(tira el pañuelo al suelo)
¡No lo necesito!

(Emilia lo recoge.)

DESDÉMONA
Te estás atormentando.

OTELO
(con aspereza)
¡Déjame! ¡Déjame!

DESDÉMONA
(muy dulce)
Si sin saberlo. contra ti esposo, pequé,
concédeme la dulce y alegre palabra
del perdón.

OTELO
(aparte)
Quizás porque los engaños
de un sagaz amor no entiendo...

DESDÉMONA
(a Otelo)
Soy tu niñita
humilde y dócil;
pero tus labios suspiran
y tu mirada está fija en el suelo.
Mírame la cara y observa
como habla el amor.
Ven, que te alegre el corazón,
que yo te calme el dolor.
Mírame la cara y observa, etc.

OTELO
... quizá porque yo declino
hacia el valle de los años,
quizá porque tengo en el rostro
esta sombría oscuridad...
quizá porque los engaños
de un sagaz amor no entiendo, etc. 
Ella está perdida y yo escarnecido, 
me rompo el corazón
y veo mi sueño de oro
arruinado en el barro .
Ella está perdida y yo escarnecido, etc

YAGO
(en voz baja, a Emilia)
¡Dame ese pañuelo
que acabas de recoger!

EMILIA
{en voz baja, a Yago)
¿Qué engaño preparas?
Te lo leo en la cara.

YAGO
¡Vano es que te opongas
cuando yo ordeno!

EMILIA
Tu nefasto odio
me es conocido.

YAGO
¡Insensata sospecha!

EMILIA
Guardián fiel
es mi mano.

YAGO
¡Dame ese pañuelo!

(Coge violento el brazo de Emilia)

¡Sobre ti, mi colérica mano se cierne!

EMILIA
¡Soy tu esposa,
no tu sierva!

YAGO
¡La esclava impura
eres de Yago!

EMILIA
Tengo en el corazón el presagio
de una desgracia.

YAGO
¿Y no me temes?

EMILIA
¡Hombre cruel!

YAGO
¡Dámelo!

EMILIA
¿Qué intentas?

YAGO
¡Dame ese pañuelo!

(con un colpo di mano Jago ha 
carpito il fazzoletto ad Emilia)

EMILIA 
Uomo crudel!

JAGO 
(Fra sè)
Già la mia brama 
conquido, ed ora 
su questa trama 
Jago lavora!

EMILIA 
(A parte)
Vinser gli artigli 
truci e codardi. 
Dio dai perigli 
sempre ci guardi.

DESDEMONA 
Dammi la dolce e lieta parola 
del perdon.

OTELLO 
Escite! Solo vo' restar.

JAGO 
(sottovoce ad Emilia che sta per escire.)
Ti giova tacer. Intendi?

(Desdemona ed Emilia escono. Jago finge 
d'escire dalla porta del fondo, ma giuntovi 
s'arresta.)

OTELLO 
(accasciato, su d'un sedile)
Desdemona rea!

JAGO 
(nel fondo guardando di nascosto il
fazzoletto, poi riponendolo con cura 
nel giustacuore)
Con questi fili tramerò la prova 
del peccato d'amor. 
Nella dimora di Cassio 
ciò s'asconda.

OTELLO 
(Fra sè)
Atroce idea!

JAGO 
(fissando Otello)
Il mio velen lavora.

OTELLO 
Rea contro me! contro me!

JAGO
Soffri e ruggi!

OTELLO 
Atroce! atroce!

JAGO 
(dopo esseri portato accanto ad 
Otello, bonariamente)
Non pensateci più.

OTELLO 
(balzando)
Tu? Indietro! fuggi! 
M'hai legato alla croce! Ahimè! 
Più orrendo d'ogni orrenda ingiuria 
dell'ingiuria è il sospetto. 
Nell'ore arcane della sua lussuria 
(e a me furate!) 
m'agitava il petto forse un presagio?
Ero baldo, giulivo. 
Nulla sapevo ancora; io non sentivo 
sul suo corpo divin che m'innamora 
e sui labbri mendaci 
gli ardenti baci di Cassio! 
Ed ora! ed ora.... 
Ora e per sempre addio sante memorie, 
addio, sublimi incanti del pensier! 
Addio schiere fulgenti, addio vittorie, 
dardi volanti e volanti corsier! 
Addio, vessillo trionfale e pio, 
e diane squillanti in sul mattin! 
Clamori e canti di battaglia, addio! 
Della gloria d'Otello è questo il fin.

JAGO 
Pace, signor.

OTELLO 
Sciagurato! mi trova una prova secura 
che Desdemona è impura... 
Non sfuggir! nulla ti giova! 
Vo' una secura, una visibil prova! 
O sulla tua testa 
s'accenda e precipiti il fulmine 
del mio spaventoso furor che si desta!

(Afferra Jago alla 
gola e lo atterra)

JAGO 
Divina grazia difendimi!

(alzandosi)

Il cielo vi protegga. 
Non son più vostro alfiere. 
Voglio che il mondo testimon mi sia 
che l'onestà è periglio.

(fa per andarsene)

OTELLO 
No... rimani. 
Forse onesto tu sei.

JAGO 
(sulla soglia fingendo d'andarsene)
Meglio varrebbe ch'io 
fossi un ciurmador.

OTELLO 
Per l'universo! 
Credo leale Desdemona 
e credo che non lo sia. 
Te credo onesto e credo disleale... 
La prova io voglio! 
Voglio la certezza!

JAGO 
(ritornando verso Otello) 
Signor, frenate l'ansie. 
E qual certezza v'abbisogna? 
Avvinti vederli forse?

OTELLO 
Ah, morte e dannazione!

JAGO 
Ardua impresa sarebbe; 
e qual certezza sognate voi 
se quell'immondo fatto 
sempre vi sfuggirà?
Ma pur se guida è la ragione al vero, 
una si forte congettura riserbo 
che per poco alla certezza vi conduce.
Udite.

(avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce)

Era la notte, Cassio dormia, 
gli stavo accanto. 
Con interrotte voci tradia 
l'intimo incanto. 
Le labbra lente, lente movea, 
nell'abbandono del sogno ardente, 
e allor dicea, con flebil suono:

(sottovoce parlate)

"Desdemona soave! 
Il nostro amor s'asconda. 
Cauti vegliamo! L'estasi del ciel 
tutto m'inonda." 

Seguia più vago l'incubo blando; 
con molle angoscia 
l'interna imago quasi baciando, 
ei disse poscia:

(sempre sottovoce)

"Il rio destino impreco 
che al Moro ti donò". 

E allora il sogno in cieco 
letargo si mutò.

OTELLO 
Oh! mostruosa colpa!

JAGO 
Io non narrai che un sogno.
(De un manotazo, le quita el 
pañuelo a Emilia.)

EMILIA
¡Hombre cruel!

YAGO
(para sí)
Ya mi deseo consigo 
y ahora
sobre esta trama
¡Yago trabaja!

EMILIA
(aparte)
Ganaron las garras
feroces y viles.
Dios nos guarde
siempre del peligro.

DESDÉMONA
Concédeme la dulce y alegre palabra
del perdón.

OTELO
¡Salid! Quiero quedarme solo.

YAGO
(en voz baja, a Emilia, que sale)
Te conviene callar. ¿comprendes?

(Desdémona y Emilia salen. Yago
finge que se va pero se detiene junto
a la puerta del fondo.)

OTELO
(dejándose caer sobre un asiento)
¡Desdémona culpable!

YAGO
(oculto en el fondo, mira a el 
pañuelo de Desdémona, lo 
guarda cuidadosamente.)
Con estos hilos urdiré la prueba
del pecado de amor. 
En la alcoba de Cassio 
lo esconderé.

OTELO
(para sí)
¡Atroz idea!

YAGO
(observando a Otelo)
Mi veneno trabaja.

OTELO
¡Culpable contra mí! ¡Contra mí!

YAGO
¡Sufre y ruge!

OTELO
¡Atroz! ¡Atroz!

YAGO
(dirigiéndose a Otelo 
cordialmente)
No penséis más en ello.

OTELO
(con un salto)
¿Tú? ¡Atrás! ¡Vete!
¡Me has atado a la cruz! ¡Ay de mi!
La más horrenda que las injurias
es la sospecha.
En los momentos arcanos de su lujuria
¡que me han sido robados!
¿No me agitaba el pecho, un presagio? 
Yo era valiente y dichoso; nada sabía.
No notaba sobre su cuerpo divino 
que me enamora
ni sobre sus labios engañosos
los ardientes besos de Cassio,
¡y ahora!... ¡y ahora!...
Para siempre adiós, santos recuerdos.
¡Adiós, sublimes pensamientos!
¡Adiós, resplandecientes victorias, 
dardos veloces y alados corceles! 
¡Adiós, estandarte sacro y triunfal 
y cornetas resonantes en la mañana! 
¡Clamores y cantos de batalla, adiós! 
¡Este es el fin de la gloria de Otelo!

YAGO
Calma, señor.

OTELO
¡Desgraciado! Dame una prueba 
de que Desdémona es impura...
¡No intentes huir! ¡De nada te servirá!
¡Quiero una prueba segura, visible!
¡O si no, que sobre tu cabeza 
se precipite el rayo del furor 
que en mí despiertas!

(Coge a Yago por la 
garganta y lo tira al suelo. )

YAGO
¡Divina gracia, protégeme! 

(Levantándose)

El cielo os proteja. 
Ya no soy vuestro alférez.
Quiero que el mundo me sea testigo
de que la honradez es un peligro.

(Va a salir)

OTELO
¡No!... ¡deténte!. 
Puede que seas honrado.

YAGO
(en el umbral, fingiendo salir)
Más me valiera 
que fuera un embaucador.

OTELO
¡Por el universo!
Creo leal a Desdémona 
y creo que no lo es; 
te creo honesto y te creo desleal...
¡Quiero una prueba!
¡Quiero una certeza!

YAGO
(volviendo hacia Otelo)
Señor, frenad esas ansias.
¿De qué certeza tenéis necesidad?
¿De verlos abrazados... quizá?

OTELO
¡Ah, muerte y condenación!

YAGO
Ardua empresa será, ¿Qué certeza
esperáis si aquel inmundo hecho,
siempre se os escapará?... 
Sin embargo, si la razón guía 
hasta la verdad, 
una fuerte conjetura reservo que, 
os conducirá poco menos que 
a la certeza. Escuchad.

(Acercándose a Otelo y en voz baja)

Era de noche, Cassio dormía,
y yo estaba a su lado.
Con voz entrecortada traicionaba
su intimo placer.
Movía lentamente los labios,
en el abandono del sueño ardiente
y decía con débil sonido: 

(Hablando en voz baja)

"¡Dulce Desdémona! 
Que nuestro amor se oculte. 
¡Seamos cautos! 
El éxtasis del cielo me inunda."

Proseguía más vaga la dulce pesadilla; 
luego con tierna angustia y 
casi besando su imagen interior 
añadió: 

(Siempre en voz baja)

"Maldigo el cruel destino 
que al moro te entregó". 

Y entonces el sueño se convirtió 
en un mudo letargo.

OTELO
¡Oh! ¡Monstruosa culpa!

YAGO
No he narrado más que un sueño.

OTELLO 
Un sogno che rivela un fatto.

JAGO 
Un sogno che può dar forma di prova 
ad altro indizio.

OTELLO 
E qual?

JAGO 
Talor vedeste 
in mano di Desdemona 
un tessuto trapunto 
a fior e più sottil d'un velo?

OTELLO 
È il fazzoletto ch'io le diedi, 
pegno primo d'amor.

JAGO 
Quel fazzoletto ieri 
(certo ne son) lo vidi in man di Cassio.

OTELLO 
Ah! Mille vite gli donasse Iddio! 
Una è povera preda al furor mio! 
Jago, ho il cor di gelo. 
Lungi da me le pietose larve! 
Tutto il mio vano amor esalo al cielo, 
guardami, ei sparve. 
Nelle sue spire d'angue 
l'idra m'avvince! 
Ah! sangue! Sangue! Sangue!

(s'inginocchia, solenne) 

Si, pel ciel marmoreo giuro! 
Per le attorte folgori! 
Per la Morte e per l'oscuro mar sterminator! 
D'ira e d'impeto tremendo presto fia 
che sfolgori questa man 

(levando le mani al cielo)

ch'io levo e stendo!

(fa per alzarsi Jago lo 
trattiene inginocchiato
s'inginocchia anch'esso)

JAGO 
Non v'alzate ancor! 
Testimon è il Sol ch'io miro, 
che m'irradia e inanima 
l'ampia terra e il vasto spiro 
del Creato inter, 
che ad Otello io sacro ardenti, 
core, braccio ed anima 
s'anco ad opere cruenti 
s'armi il suo voler!

JAGO, OTELLO 
(alzando le mani al cielo come chi giura)
Si, pel ciel marmoreo giuro! 
Per le attorte folgori! 
Per la Morte e per l'oscuro mar sterminator! 
D'ira e d'impeto tremendo presto fia 
che sfolgori questa man ch'io 
levo e stendo! 
Dio vendicator!
OTELO
Un sueño que revela un hecho.

YAGO
Un sueño que puede
probar otro indicio.

OTELO
¿Cual?

YAGO
¿Visteis alguna vez en 
manos de Desdémona 
una tela con flores bordadas,
más sutil que un velo?

OTELO
Es el pañuelo que le di
como primera prenda de mi amor.

YAGO
Ese pañuelo lo vi ayer,
estoy seguro, en manos de Cassio.

OTELO
¡Mil vidas le dé Dios pues una sola
es pobre presa para mi furor!
Yago, tengo el corazón helado.
¡Arrancaré lejos de mí toda piedad!
¡Mírame: Todo mi vano amor 
ha desaparecido!
¡En sus espirales de serpiente 
la hidra me atrapa!
¡Ah! ¡Sangre! ¡Sangre! ¡Sangre!

(arrodillándose, solemne)

¡Sí, por el cielo marmóreo juro!
¡Por los tortuosos rayos!
¡Por la muerte y por el oscuro mar!
¡Llena de ira y de furor tremendo,
pronto despedirá relámpagos mi mano

(Levanta la mano al cielo)

que levanto y extiendo!

(y está a punto de alzarse cuando
Yago se lo impide arrodillándose 
a su lado.)

YAGO
¡No os levantéis aún!
¡Testigo es el sol que miro,
que me irradia y anima,
la amplia tierra y la vasta obra 
de la Creación entera,
de que a Otelo consagro ardiente,
mi corazón, mi brazo y mi alma,
aunque para una acción cruenta
se alzara su voluntad!

YAGO, OTELO
(alzan las manos al cielo, jurando.)
¡Sí, por el cielo marmóreo juro!
¡Por los tortuosos rayos!
¡Por la muerte y por el oscuro mar!
¡Llena de ira y de furor tremendo,
pronto despedirá relámpagos mi mano
que levanto y extiendo!
¡Dios vengador!

Acto III