ATTO PRIMO
(La scena si rappresenta a Madrid, parte nel palazzo
reale, parte in una casa particolare di Don Sallustio)
Scena Prima
(Gran sala nel palazzo reale di Madrid. Due porte
laterali delle quali quella a destra conduce agli
appartamenti interni, quella a sinistra alle anticamere.
In fondo una grande galleria, che traversa tutto il
teatro, formata da archi a vetrate coperti da ricchi
tendoni, che cadono dall'alto al basso. Appeso alla
parete un gran ritratto della Regina. Un tavolo con
l'occorrente per scrivere, sedie ecc. Don Sallustio,
vestito di velluto nero secondo il costume dei tempi di
Carlo II col toson d'oro al collo ed un ampio mantello
di velluto chiaro riccamente ricamato, entra dalla
porta a sinistra. Esso è assorto in profondi pensieri
guardando alcuni fiori, che ha in mano)
DON SALLUSTIO
L’avventura è piccante!...
Questi fior d’Alemagna,
più d’ogni fior di Spagna
graditi alla Regina, un uom ponea
là nel parco, dov’ella
a passeggiar si reca ogni mattina.
Io giungo... il muro ei varca e fugge... il viso
vederne io non potea, ma ben mi parve
ravvisar la livrea
d’uno de’ miei famigli...
Ah! Davver che piccante è l’avventura!...
Scena Seconda
(Un Paggio e detto, indi Don Guritano vecchio
militare, ma vestito con esagerata eleganza)
PAGGIO
Signor...
DON SALLUSTIO
(ripone i fiori sotto al giustacuore)
Chi è là?...
PAGGIO
L’ingresso chiede il gran maggiordomo.
DON SALLUSTIO
Entri.
(il paggio s’inchina ed esce)
DON SALLUSTIO
a parte della Regina certo egli a me viene.
(Don Guritano entra preceduto
dal paggio, che esce subito)
A qual buona ventura
ascrivere degg’io, conte d’Onato,
il piacer di vedervi
così presto quest’oggi?...
DON GURITANO
Un delicato
messaggio a compir vengo,
nobil marchese di Finlas, in nome
della nostra sovrana.
DON SALLUSTIO
Devotamente accolto
ogni suo cenno da me fia... v’ascolto.
DON GURITANO
Come protegga la schiera eletta
delle sue ancelle voi lo sapete;
pur la più cara la più diletta...
la vaga Arbella sedotta avete.
DON SALLUSTIO
Io non lo nego; saper sol bramo
che intende e chiede...
DON GURITANO
Chiede ed intende
che ripariate l’errore...
DON SALLUSTIO
Io l’amo...
DON GURITANO
Non basta.
DON SALLUSTIO
(seriamente)
E ch’altro da me pretende?
DON GURITANO
Che il vostro nome la vostra mano
e il vostro grado voi le doniate...
DON SALLUSTIO
(seriamente)
Che!
DON GURITANO
Lo farete?
DON SALLUSTIO
(con sdegno)
Don Guritano!...
DON GURITANO
È la regina che il vuol...
DON SALLUSTIO
(con sdegno)
Cessate!...
Sopra ogni bene in terra,
sopra il real favore
del nome mio l’onore
puro giurari serbar.
DON GURITANO
E ardite porvi in guerra
con sua maestà?...
DON SALLUSTIO
Sì, conte:
alta vogl’io la fronte
fra i pari miei levar;
ed il proposto imene
con un’ancella umile
aria spregiato e vile
il nome dei Bazan.
DON GURITANO
Né ad un Bazan conviene
a un innocente cuore
eterna fede e amore
aver giurato invan.
DON SALLUSTIO
Non più...
DON GURITANO
Deciso siete?...
DON SALLUSTIO
Sì, conte, sì.
DON GURITANO
Dunque il voler sovrano
parteciparvi io deggio...
DON SALLUSTIO
(aggrottando le ciglia)
Ed è?
DON GURITANO
(con solennità, ma urbanamente)
Che pria del tramonto del sol partito siate
da Madrid e per sempre.
DON SALLUSTIO
(con meraviglia e con sdegno)
Il ver voi dite?... Il vero ascolto?...
DON GURITANO
Il vero.
DON SALLUSTIO
(con ira repressa, fra sè)
Che mai sento!... Ah! Ma dunque ella giurava
o del poter privarmi o dell’onore!...
DON GURITANO
Che risolvete?...
DON SALLUSTIO
(con fierezza)
Partirò, signore.
(con rabbia)
Scacciato!... Bandito!... Ah no, più no ‘l dite;
ho in cor l’inferno!
DON GURITANO
(con molta cortesia, avvicinandosi)
Signor, voi soffrite...
DON SALLUSTIO
(dissimulando, tentando ricomporsi)
No, no, conte...
DON GURITANO
In tempo sareste...
DON SALLUSTIO
(interrompendolo e con risoluzione)
Al tramonto
sarò ben lontano da questa città.
(poi assumendo un tono di fiera ironia)
La grave mia colpa confesso... e la sconto...
son servo devoto di sua maestà.
(accompagna alla porta Don Guritano,
che saluta con squisita gentilezza ed esce)
Scena Terza
DON SALLUSTIO
Io scacciato!... Io bandito!... E il fiero insulto
io Don Sallustio di Bazan dovrei
soffrir tacendo e inulto?...
Ah! No, per dio!...
Madrid e questa corte esule io lascio... ma per poco:
(volgendosi al ritratto della Regina
con un gesto di minaccia)
un giorno mi rivedrà costei,
come un genio fatal di morte!...
(passando dall’ira all’abbattimento)
Un giorno!...
Sì, ma palese intanto
a tutti fia lo scorno
di questo colpo, che m’umilia ahi! Quanto!...
Ai miei rivali cedere
dovrò la gloria ambita!...
Trarrò solingo ed esule
lungi da qui la vita!...
Sul mio poter temuto
l’oblio si stenderà,
ed al leon caduto
il volgo insulterà!...
(rianimandosi e riassumendo tutto
il suo orgoglio primiero)
Insulti a me?... No: tremino
i vili!... Io vivo ancor!...
E tu, che tanto ardisti,
paventa il mio furor;
l’onor tu mi rapisti,
io ti torrò l’onor.
Scena Quarta
DON SALLUSTIO
Si pensi alla vendetta!...
Se questo ignoto amante
conoscere potessi... poi che certo
quei fior per lei fur colti
dalla man d’un segreto adoratore...
Se potessi conoscerlo!
RUY BLAS
(vestito in livrea e col capo scoperto
entra per la porta a sinistra recando in
mano una spada e si ferma sulla soglia)
Signore...
DON SALLUSTIO
(sempre raccolto ne’ suoi pensieri)
Ah! Ruy Blas...
RUY BLAS
(si avanza e depone la spada sul tavolo)
Questa spada Gil poc’anzi mandò per voi.
DON SALLUSTIO
(sempre raccolto ne’ suoi pensieri)
Sta bene.
RUY BLAS
Mi ritiro...
DON SALLUSTIO
Attendetemi.
(Ruy Blas s’inchina rispettosamente
e si ritira in fondo alla scena)
DON SALLUSTIO
(riflettendo con molta preoccupazione, fra sè)
Sì quest’occulto affetto gioverebbe
assai bene al mio progetto.
RUY BLAS
(vede il ritratto della Regina e si
ferma quasi estatico a contemplarlo)
Oh! Com’è bella!... Oh quanto
m’arde nel petto amor!...
Rapito in dolce incanto
in sol mirarla è il cor!...
DON SALLUSTIO
(fra sè)
Interroghiam costui: forse dell’uomo,
che fuggire io vidi, darmi potria contezza...
(si volge e lo vede assorto a contemplare il ritratto)
Ma che veggo!...
Della Regina nell’effigie il guardo
estatico egli affissa!...
RUY BLAS
(fra sè)
Oh! Come io l’amo!...
DON SALLUSTIO
(chiamandolo)
Ruy Blas...
RUY BLAS
(fra sè)
Ognor mirarla... altro non bramo!
DON SALLUSTIO
(fra sè)
Non m’ode... non risponde...
a lei fra sé favella!...
Si turba, si confonde,
si perde il mio pensier.
RUY BLAS
(fra sè)
Più maledir non voglio
la sorte mia rubella,
se te felice in soglio
sempre potrò veder!...
DON SALLUSTIO
(tornando a riflettere, fra sè)
E l’uomo di quei fiori appunto avea
questa stessa livrea...
Ah! Se lui fosse!... È infernale il pensiero,
che m’agita la mente!...
Ma pur, se fosse vero!...
Tentiamo un’altra prova...
(trae dal seno i fiori nascosti alla prima scena)
Ruy Blas...
(chiamandolo nuovamente)
Ruy Blas...
RUY BLAS
(si scuote dalla sua estasi e si volge in fretta)
Signore...
DON SALLUSTIO
Io lascio questa sera Madrid: a voi la cura
di tutto preparar per la partenza.
RUY BLAS
Obbedirò, eccellenza...
DON SALLUSTIO
Gran tempo assente io resterò, per cui...
(gioca con molta naturalezza coi
fiori in modo che Ruy Blas li vegga)
RUY BLAS
(vedendo i suoi fiori nelle mani di Don Sallustio)
Cielo!... I miei fior nelle sue mani!...
DON SALLUSTIO
(in aria di trionfo e con impeto di gioia, fra sè)
È lui!...
Ed ora, o donna, a noi...
La mia vendetta è presta;
difenditi, se puoi,
io ti saprò colpir!
RUY BLAS
(fra sè)
Che fia, che nel suo core
tanta delizia or desta?...
quasi mi fa terrore
lo strano suo gioir.
DON SALLUSTIO
(pone i fiori sul tavolo e cangia
tono ed argomento di discorso)
Intesi siamo: adesso ditemi
se alcun per caso qui vi vedea,
sotto le spoglie della livrea...
RUY BLAS
Niun qui, né altrove mi vide ancor.
DON SALLUSTIO
Sta bene: al grado di segretario
oggi v’innalzo.
(accenna a Ruy Blas di sedersi al tavolo
ed egli obbedisce e si dispone a scrivere)
DON SALLUSTIO
Scrivete, io detto:
non è che un dolce gentil biglietto
alla regina di questo cor...
(comincia a dettare e Ruy Blas a scrivere)
«Donna Prassede Una terribile
sventura pende sulla mia testa
io son perduto ma la tempesta
la mia regina disperder può.
Nella mia casa venir vi supplico
quando ben alta la notte è in cielo;
coprite il volto d’un nero velo;
l’uscio segreto schiuder farò.»
DON SALLUSTIO
(avvicinandosi al tavolo e guardando
con compiacenza lo scritto)
Benissimo: firmate.
RUY BLAS
Il nome vostro?
DON SALLUSTIO
No, quello di Don Cesare...
il mio nome d’avventura...
RUY BLAS
(piegando il foglio ed accingendosi
a scrivere l’indirizzo)
A chi devo questo foglio dirigere?...
DON SALLUSTIO
Date a me: di spedirlo al suo destino
sarà mia cura.
(prende il foglio e lo ripone nel taschino del giustacuore)
Fido foste a me sempre, ed io
rimunerarvi degnamente or voglio.
Per servir non nasceste: iniquo fato
vi spinse in basso stato
e di riporvi in alto ho gran desio.
RUY BLAS
Mio signor...
DON SALLUSTIO
Ma fedele
a me serbarvi ognor pria mi giurate.
RUY BLAS
Io lo giuro.
DON SALLUSTIO
Scrivetelo...
RUY BLAS
Dettate...
(si accinge nuovamente a scrivere)
DON SALLUSTIO
(detta come segue)
«Io sottoscritto, di Don Sallustio
Bazan staffiere, prometto e giuro
per il presente per il futuro
ad ogni suo cenno obbedir.»
Il nome vostro ora scrivete...
RUY BLAS
(eseguisce)
È scritto...
DON SALLUSTIO
Bene: a me porgete.
(prende anche questo foglio e lo ripone, come l’altro,
indi assumendo un tono molto più familiare)
Ed or da voi quest’umile
e dispregiata veste
strappar non bramereste?
RUY BLAS
Che dite mai?...
DON SALLUSTIO
Stupor vi prende?... Ebben toglietela.
RUY BLAS
Fia ver?...
DON SALLUSTIO
Su via: credete a me...
(Ruy Blas si toglie la livrea e resta vestito con un
giustacuore di velluto nero a maniche lunghe fino
al polso ed ornato di buffi di seta turchina)
DON SALLUSTIO
Va ben...
(prende la spada che è sul tavolo e gliela porge)
Cingete questo mio brando ancor.
RUY BLAS
(eseguisce quasi macchinalmente, fra sè)
Non so, s’io credo, o dubito...
non so, s’io temo o spero...
vaneggia il mio pensiero,
mi balza in petto il cor.
Non più servire!... Infrangere
il giogo mio funesto!...
Gran dio, se un sogno è questo,
ch’io non mi desti ancor!...
DON SALLUSTIO
A voi, Ruy Blas, sugli omeri
ponete il mio mantello...
(si toglie il mantello e glielo pone sulle spalle)
Così... bene...
(entra un istante a destra e torna recando
un cappello simile al suo, che depone sul tavolo)
DON SALLUSTIO
Il cappello è là...
RUY BLAS
(tentando di cacciare l’incertezza
cagionatagli dallo stupore, fra sè)
Sogno non è!...
DON SALLUSTIO
(guardando verso la porta a sinistra)
La corte vien: mostratevi
degno del vostro aspetto.
(osservandolo da capo a piedi)
Un cavalier perfetto sembrate
per mia fé!...
Scena Quinta
(Don Pedro e Don Fernando, che
entrano favellando insieme e detti)
DON SALLUSTIO
(va incontro con portamento di squisita
cavalleria ai due sopraggiunti e stringe
ad entrambi confidenzialmente la mano)
Conte, buon dì; marchese, vi saluto...
DON PEDRO
(rendendo il saluto)
Gentile sempre...
DON FERNANDO
(rendendo il saluto)
Sempre cortese...
RUY BLAS
(Fra sè)
Che mai sarà di me?...
DON SALLUSTIO
(accennando agli altri due Ruy Blas,
che resta in disparte)
Il mio fratel, cugino
reduce dal Brasile vi presento...
DON PEDRO
(tendendogli la mano)
M’inchino...
DON FERNANDO
(tendendogli la mano)
Ben fortunato...
RUY BLAS
(quasi estatico per meraviglia. Fra sè)
Ohimè!...
DON SALLUSTIO
(a Ruy Blas a parte)
Su via, mio buon Don Cesare,
perché tanto stupore?...
Parlate...
(piano allo stesso)
Secondatemi...
RUY BLAS
(piano e con incertezza)
Ma... io... non so, signore...
DON SALLUSTIO
(agli altri due)
Assente egli è da dodici anni...
DON PEDRO
Lo disser morto, se non erro...
DON SALLUSTIO
(sorridendo)
E mentirono...
(prende a braccetto Don Pedro,
lo trae in disparte e gli dice)
Conte, per mio diporto
lasciar Madrid io voglio
questa sera...
DON PEDRO
(interrompendolo)
Partite?...
DON SALLUSTIO
Ma tornerò prestissimo...
(segue a parlare sotto voce con lui da un lato)
DON FERNANDO
(si unisce a Ruy Blas dal lato opposto e gli dice)
Dunque ne convenite?...
RUY BLAS
Non so che dire...
DON FERNANDO
Origine comune abbiamo; affine
mio siete; le bisavole
nostre eran cugine.
DON SALLUSTIO
(a Don Pedro proseguendo il discorso non mai interrotto)
L’affido a voi...
DON PEDRO
Proteggerlo vi giuro.
DON SALLUSTIO
(si stacca da Don Pedro e si unisce
a Don Fernando chiamandolo)
Don Fernando...
DON FERNANDO
(lascia Ruy Blas e va verso Don Sallustio)
Son qua...
DON SALLUSTIO
Quel buon Don Cesare
anche a voi raccomando:
a corte aver desidera
un decoroso impiego...
DON FERNANDO
E non sarà impossibile...
DON PEDRO
Vedremo...
DON SALLUSTIO
(scherzando)
Io ve ne prego;
poi che vorrei che in patria
ponesse alfin sua sede
e facesse giudizio...
DON FERNANDO
(scherzando)
Per poi farne un erede!...
RUY BLAS
(Fra sè)
Che più sperar, che credere
or la mia mente ignora;
non so, se un sogno m’agita,
o se son desto ancora.
Scena Sesta
(Un Usciere e detti, indi la Regina)
USCIERE
(dal fondo)
Sua maestà s’appressa:
prenda il suo posto ognuno.
(A questo annuncio vari Gentiluomini e Grandi del regno
entrano in scena, si uniscono ai precedenti e si schierano
in una lunga fila dal fondo del teatro fino al proscenio. Don
Pedro e Don Fernando prendono posto presso gli archi della
galleria)
RUY BLAS
(trasalendo e fuggendo sul davanti della scena)
Dio!...
DON SALLUSTIO
(corre vicino a lui e a voce bassa
e in tono concitato gli dice)
Di vostr’alma oppressa
non vegga i moti alcuno.
A che tremar, se tanto
sorride a voi la sorte?...
Coraggio!... Io parto e intanto
voi resterete a corte.
RUY BLAS
A corte io?...
DON SALLUSTIO
Sì, la piccola
mia casa presso il ponte
vi lascio in dono, il titolo
porterete di conte.
USCIERE
La regina...
(La Regina vestita magnificamente e con la testa scoperta
apparisce sotto un baldacchino di velluto rosso portato
da quattro Gentiluomini di camera. Alcune Guardie
la precedono, altre chiudono il corteo. La Duchessa
d’Albuquerque e Casilda sono al suo fianco, ma si tengono
alquanto indietro; altre Dame la seguono. Appresso alle
Dame Don Guritano con vari altri Gentiluomini e
Consiglieri di spada e cappa. Dopo di essi una doppia
fila di Paggi. Tutti i Grandi di Spagna schierati sul suo
passaggio si cuoprono. Il corteggio traversa la galleria
da un capo all’altro)
CORO
Alla vaga e pia donzella,
che di Spagna è vanto e onor;
rida in ciel benigna stella
di speranza e gioia e amor.
Se dall’alto del tuo trono
volgi un guardo al tuo bel piè,
tu vedrai che quivi sono
tutti cor devoti a te.
DON SALLUSTIO
(vedendo Ruy Blas, che nell’ebbrezza di una
visione celeste si scuopre, corre vicino a lui
e gli dice sommessamente)
Cuopritevi...
grande di Spagna siete...
Non vi tradite...
Altri ordini da me riceverete...
RUY BLAS
Ma intanto... io qui...spiegatevi...
che fare?...
DON SALLUSTIO
(accennando la Regina, che è nel mezzo della galleria)
Amar costei...
RUY BLAS
Che ascolto?... Amarla io deggio?...
DON SALLUSTIO
E farvi amar da lei.
(il corteo sparisce; il coro, Don Pedro e
Don Fernando li seguono, mentre cala la tela)
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Una sala attigua alla camera da letto della Regina. A
destra una porta con ricca portiera. A sinistra una finestra
piuttosto grande con vetrata fino a terra, dalla quale si
vede un terrazzino esterno. Dal lato della porta un'effigie
di santa Maria Esclava, dinanzi a cui arde una lampada.
Dal lato della finestra un ritratto del re Carlo II, della
grandezza naturale e in piedi. Sul davanti della scena
dal lato destro un tavolo molto elegante, su cui è un ricco
cassettino d'avorio intarsiato, alcuni libri e l'occorrente
per scrivere. Accanto al tavolo una poltrona, ed un piccolo
scanno. Dal lato sinistro una poltrona più grande e meno
ornata. Innanzi all'immagine della santa un inginocchiatoio
di velluto cremisi. Nel mezzo della scena una giardiniera
piuttosto alta piena di fiori di varie specie. Nel fondo una
porta più grande dell'altra con portiera. La Regina è seduta
sulla poltrona presso il tavolo intenta alla lettura di un libro;
Casilda è seduta sul piccolo scanno occupata ad un ricamo
e la Duchessa è seduta sull'altra poltrona parimente con
un ricamo. Don Guritano è ritto in piedi presso la porta
a destra. Alcune Damigelle di compagnia affollate intorno
alla giardiniera si occupano ad intrecciare ghirlande e
mazzolini di fiori. La Regina è riccamente vestita di
bianco, la Duchessa di velluto nero)
DAMIGELLE
Componiamo, intrecciamo
mazzolini e ghirlande di fior,
ed intanto dolce un canto
levi il labbro ispirato dal cor.
Canto e fiori son tesori,
che dal cielo ne manda il signor.
REGINA
(a Casilda)
Sono ancor là quei poveri?...
CASILDA
(depone il ricamo sul tavolo e va alla finestra a vedere)
Sì.
DUCHESSA
(alzandosi e volgendosi a Don Guritano)
Punir li farete.
REGINA
(in tono imperioso)
No, Duchessa, fermatevi...
(dando a Casilda una borsa)
Da' lor queste monete.
(Duchessa siede nuovamente con visibile malcontento)
CASILDA
(verso la Duchessa, para sí)
Orso!...
(getta la borsa dalla finestra)
REGINA
(torna a leggere, ma getta subito
il libro sul tavolo sclamando)
Non posso leggere...
tento distrarmi invano!...
CASILDA
(alla Regina scherzosamente)
Fate un po' d'elemosina
anche a Don Guritano!...
REGINA
(volgendosi a lui con aria distratta)
Buon giorno, conte...
DON GURITANO
(si avanza dignitosamente, piega un ginocchio a terra
e bacia la mano, che la Regina gli stende, indi torna al
suo posto, ed esalando un sospiro esclama da sé)
È un angelo!...
CASILDA
(contraffacendolo, fra sè)
Il vecchio vagheggino!...
davver che mi fa ridere...
(osservando il cassettino, che è sul tavolo)
Oh! Che bel cassettino!...
REGINA
Reliquie...
CASILDA
(aprendolo ed osservandolo nell'interno minutamente)
Un santuario!...
REGINA
(alle damigelle, che vanno ad offrirle i fiori)
Grazie...
(Fra sè)
Ohimè!...
No, non sono i miei fiori!...
(scuotendosi ed alzandosi)
Desidero uscir...
CASILDA, DAMIGELLE
Sì...sì...
DUCHESSA
(alzandosi e facendo un profondo inchino)
Perdono, ma...
REGINA
(impazientita)
Qualche nuovo ostacolo?...
DUCHESSA
Le leggi della corte
solennemente impongono
che a sua maestà le porte
schiuda il gran ciamberlano...
e non è qui presente.
REGINA
(con profonda mestizia, fra sè)
Né potrò mai lontano
cacciar dalla mia mente
quest'idea fissa?...
(forte a Casilda ed alle damigelle con risoluzione)
Or via... giuochiam...
DUCHESSA
Non è permesso;
poi che a giuocar non fia
con la regina ammesso
che chi è grande di Spagna...
né alcun ve n'ha a quest'ora...
REGINA
(con slancio appassionato, fra sè)
O mia dolce Alemagna,
o mia natal dimora,
o madre mia, dall'intimo
di questo core oppresso
oh! come ti richiamano
i miei sospiri adesso!...
Quando al castel paterno
dal monte alla vallea
liberamente correre
potea sull'erbe e i fior...
Quando sul cor materno
questo mio cor battea...
allor sentia di vivere,
era felice allor!
Ora un sol fior donatomi
da sconosciuta mano
mente m'inebria ed anima
d'un turbamento arcano!...
CASILDA
(Fra sè)
Sempre s'oppone e brontola
questa vecchia megera...
DAMIGELLE
(Fra sè)
Costei con il suo codice
è troppo inver severa...
REGINA
(Fra sè)
Si ritorni al continuo fatal mio sogno!...
(va a sedersi nuovamente sulla poltrona,
e prende distrattamente il ricamo di Casilda)
CASILDA
(alla Regina)
Grata vi fora una ballata?...
REGINA
(con indifferenza)
Forse...
CASILDA
Proviam...
DAMIGELLE
Sì... sì...
CASILDA
(ironicamente alla Duchessa inchinandosi)
Permette...
DUCHESSA
(sostenuta)
Accomodatevi...
CASILDA
(Fra sè)
Oh! Finalmente!...
(forte)
Udite: c'era una volta un diavolo...
DUCHESSA
(interrompendola)
Casilda?... Che mai dite?...
CASILDA
Non vi piace l'esordio?...
Lo cangerò così:
C'era una volta una duchessa
vecchia, noiosa brutta, orgogliosa,
che d'una bella gentil donzella
martirizzava il giovin cor.
Ma un giorno un provvido
mago s'appressa,
e a lei facendo mutar natura
le dà d'un topo la vil figura...
Evviva il mago liberator!...
DAMIGELLE
Evviva il mago liberator!...
REGINA
(con un mesto sorriso)
Pazzerella!...
DUCHESSA
(tradendosi)
Insolente!...
CASILDA
(subito e con malizia)
Non è finito qui...
DON GURITANO
(Fra sè)
Mi pare un po' imprudente!...
CASILDA
(alla Regina)
Posso seguir?...
REGINA
(annuisce con un gesto)
Sì... sì...
CASILDA
Il topo irato serbò la stessa
maligna rabbia della duchessa,
e della bella gentil donzella
rose il bel manto trapunto d'or;
ma un dì sul fatto lo colse un gatto...
tra i fieri artigli lo imprigionò
ed in un attimo se lo mangiò...
Evviva il gatto liberator!...
DAMIGELLE
Evviva il gatto - liberator!...
DUCHESSA
Basta... basta così...
CASILDA
(ridendo)
La storia mia finì.
(alla Regina sottovoce)
Del resto, se volete
in barba alla megera
uscire un po' di sera,
ho qui una chiave...
REGINA
(a Casilda piano)
No: se alcun di ciò sospetta...
CASILDA
(alla Regina sottovoce)
Di questo non temete...
REGINA
(a Casilda piano)
E poi... così... soletta...
CASILDA
(alla Regina sottovoce)
Io v'accompagnerò.
VOCI INTERNE
Quando l'augel del bosco
gorgheggia alla mattina,
la voce tua divina,
io riconosco...
Quando nel sol di maggio
la primavera brilla,
io della tua pupilla
ravviso il raggio...
Quando al più vago fiore
dà vita il nuovo aprile
dico a quel fior simile
il tuo bel cuore...
Ma la rosa più bella
e l'astro mattutino
e il garrulo augellino
amor s'appella.
REGINA
(come rapita in estasi da questo canto)
Amor!... Ma questa mia
ansia del cor commosso,
ch'esprimere non posso,
ma ch'io pur sento in me,
forse d'amor saria
la voluttà divina!...
DUCHESSA
Gradito alla regina questo canto non è.
DAMIGELLE
(affollandosi presso la finestra)
Son giovani operaie, che vanno a lavorar.
DUCHESSA
Si scaccino...
CASILDA
(guardando la Duchessa di sott'occhio)
Che vipera!...
REGINA
(alla Duchessa severamente)
Lasciatele cantar...
(alle damigelle)
È gentil la canzone!...
CASILDA
(accennando il parapetto della balaustra)
Vederle io vuò.
DUCHESSA
(alzandosi ed impedendo alla Regina di proseguire
il cammino con una profonda riverenza)
Mostrarsi ad un verone la Regina non può.
REGINA
(con impeto, fra sè)
Dunque tutto m'è tolto!...
Dunque io son prigioniera!...
CASILDA
(avvicinandosi alla Regina le dice sottovoce)
Voi soffrite!...
REGINA
(piano e con accento di dolore)
Sì: molto!...
DUCHESSA
L'ora della preghiera suonò.
CASILDA
(Fra sè)
Maligna e ipocrita!...
DUCHESSA
(alle damigelle)
Ritiriamoci...
(Casilda va a baciare la mano, che la Regina gli porge)
REGINA
(abbracciandola)
Addio.
CASILDA
Non mi date alcun ordine?
REGINA
No: per me prega Iddio.
(tutti escono, meno la Regina)
Scena Seconda
REGINA
Sola co' miei pensieri!...
Sola co' sogni miei!...
Dunque si pensi e sogni!...
(cade in breve atonia, dalla quale
si scuote quasi subito)
Ah! no: le larve
della mia fantasia mi fan paura.
Si preghi...
(va all'inginocchiatoio e resta alcun tempo
in attitudine di preghiera, poi si alza risoluta)
Ohimè!... Non posso... una preghiera
mormora il labbro, ma il mio core è assente!...
(trae dal seno un mazzolino di fiori, simile a
quello recato da Don Sallustio nel primo atto)
Oh! Cari fior!... Misterioso dono
d'amica ignota man!...
Più del mio trono,
più d'ogni gioia e d'ogni bene io v'amo,
o cari fiori!... Ma di sangue tinti
oggi voi siete, e di sangue una traccia
anche sul muro io vidi!...
Alle punte di ferro ei s'è ferito certo,
poi che un brano
della sua veste appeso ivi rinvenni.
Per me ferito!...
(trae dal taschino della cintura una lettera)
E questo foglio... e queste dolci frasi d'amore,
che dolcemente mi scendono al core!...
Rileggerle non vuò... no 'l deggio...
Troppo già mi compiacqui in esse!...
(ripone nel taschino la lettera, ma serba i fiori)
Oh! Chi dai sogni miei chi mi difende?...
Chi la pace dell'anima mi rende?...
Larva dorata del mio pensiero,
dolce mistero di casto amor.
Poi che nessuno più mi soccorre
a te ricorre la mente e il cor!...
Qual che tu sia segreto amico,
ti benedico t'invoco ognor;
a me di gioia più non avanza
che la fragranza di questi fior.
(poi come atterrita da questi pensieri)
Che dissi?... Ahimè!...
Folle son io
vano desio,
lungi da me!...
Della mia sorte
maggior sarò;
fida consorte
esser io vuò.
In questo luogo
colpa è lo sfogo
pur d'una lacrima
e d'un sospir!...
Fuggi dal core,
larva d'amore,
la fé, l'onore
non mi rapir!...
(cadendo in ginocchio, e levando gli
occhi e le mani al cielo)
E tu, gran dio, tu reggimi
nell'inegual battaglia!...
Sento un dolor nell'anima,
cui niun dolore eguaglia!...
Contro quest'ansia indomita
difendimi, o signor,
forza e coraggio infondimi,
salvami dal mio cor!...
Scena Terza
(Un Usciere e detta, indi la Duchessa, Casilda, Don
Guritano, le Damigelle, poi a suo tempo Ruy Blas,
in ricco abito da scudiere)
USCIERE
(spalancando la porta di mezzo)
Un messaggio del re.
REGINA
(scuotendosi a quest'annuncio)
Del re!... Che il cielo
un conforto mi mandi in quest'istante
di supremo sconforto?...
O Carlo, o Carlo, tu salvar mi puoi!...
(volgendosi al ritratto del re)
Che un accento d'amore
il foglio tuo contenga... un solo accento...
e son salva... lo sento!...
(Tutti gli altri entrano in questo punto. La Duchessa
per la prima. Ruy Blas, che resta indietro sulla soglia,
per ultimo. Due Paggi, che portano sopra un guanciale
di seta bianca ricamata in oro, una lettera del re, si
avanzano e piegano un ginocchio avanti la Regina.)
REGINA
Donde vien questa lettera?...
DUCHESSA
D'Aranjuez, ove il re caccia.
(prende la lettera; i paggi si ritirano)
REGINA
(alla Duchessa)
Porgete.
DUCHESSA
L'uso vuol che
per prima io l'apra e legga.
REGINA
(Fra sè)
Un'altra noia ancora!...
(A la Duchessa)
Ebben, leggete.
DUCHESSA
(legge)
«Signora. Un vento orribile
spira da nord, eppure
ieri uccisi sei lupi.
Segnato: Carlo.»
REGINA
(con accento disperato, fra sè)
Ohimè!...
DON GURITANO
(con meraviglia)
Null'altro?...
CASILDA
(con meraviglia)
È tutto?...
DUCHESSA
Non basta forse?
CASILDA
(con malizia)
Oh! È troppo!...
REGINA
Scritta almen da lui stesso?...
DUCHESSA
(osservando nuovamente la lettera)
No: dettata, ma di sua man firmata.
(le dà la lettera)
REGINA
(Fra sè)
Oh! Mio povero cor!...
(gettando un'occhiata sulla carta)
Cielo!... Che veggo!...
Non è sogno!... Il carattere
del foglio, che coi fior rinvenni, è questo!
(A la Duchessa)
Chi portò questa lettera?...
DUCHESSA
Un giovine scudiere,
che sua maestà concede alla Regina.
REGINA
Il suo nome?...
DUCHESSA
Don Cesare di Bazan, conte di Garòfa.
REGINA
Fate ch'io lo vegga.
DUCHESSA
(a Ruy Blas, che si avanza contemplando
la Regina come trasognato)
Inoltrate.
REGINA
Buon dì, conte.
(Ruy Blas s'inchina rispettosamente)
CASILDA, DAMIGELLE
(Fra sè)
Agli atti, al volto
è gentil, leggiadro molto!...
RUY BLAS
(con entusiasmo di gioia, fra sè)
L'odo alfine!... Alfin la veggo!...
A tal gioia ahimè!
Non reggo...
DON GURITANO
(Fra sè)
Questo giovine scudiere al suo fianco!...
REGINA
(a Ruy Blas)
Io vuò sapere a chi mai dettava il re
questa lettera per me.
RUY BLAS
(esitando e tentando dissimulare)
A... ad un de' suoi seguaci...
CASILDA
(piano alla Regina)
Voi tremate?...
REGINA
(piano a Casilda)
Io?... No, no: taci.
(A Ruy Blas)
Ora i nomi di costoro,
conte, ditemi.
RUY BLAS
(esitando)
L'ignoro,
poi che questo è il terzo giorno
che lasciato ho il mio soggiorno di Madrid.
REGINA
(agitatissima, fra sè)
E il dono usato
di quei fior non ho trovato
da tre giorni appunto!...
O dio, qual tempesta nel cor mio
tal notizia sollevò!...
Che pensar... che dir non so!...
L'armonia di quel suo detto...
il suo mite e vago aspetto...
il suo sguardo mi feria!...
RUY BLAS
(Fra sè)
Sposa a un altro!...
Oh! Gelosia!...
CASILDA
(guardando ora la Regina, ora Ruy Blas, fra sé)
Ella trema...
Egli è turbato...
DON GURITANO
(freddamente e sottovoce a Ruy Blas)
Quale ufficio è a voi serbato
forse, o conte, non sapete...
RUY BLAS
(piano a Don Guritano)
No...
DON GURITANO
(sottovoce a Ruy Blas)
Vegliare ognor dovete
di sua stanza all'uscio...
RUY BLAS
(piano a Don Guritano)
E poi?...
DON GURITANO
(sottovoce a Ruy Blas)
Se il re giunge, aprirgli...
RUY BLAS
(come fulminato)
Io?...
DON GURITANO
(sottovoce a Ruy Blas)
Voi.
(indi allontanandosi e scrutandolo attentamente, fra sè)
È commosso!...
RUY BLAS
Aprire al re!...
REGINA
(guardando Ruy Blas, che vacilla e si appoggia
alla poltrona sulla quale era seduta la Duchessa)
Che fia mai?...
(con crescente emozione, fra sè)
Vacilla il piè...
(Casilda accorre presso Ruy Blas, la Regina si
appressa anch'ella dissimulando a stento la sua
premura; le damigelle formano circolo intorno
alla poltrona, su cui è appoggiato Ruy Blas. La
Duchessa si ritrae in disparte presso Don Guritano,
che spia i movimenti di Ruy Blas e della Regina)
CASILDA, DAMIGELLE
Si soccorra...
RUY BLAS
(confuso ed esitante)
Perdonate...
(Fra sè)
Sposa al re!...
REGINA
(con premura)
Deh! Vi calmate.
RUY BLAS
Nulla... forse la lunghezza
del viaggio... la stanchezza...
(si abbandona sulla poltrona, lascia cadere il lembo
del mantello che avea sul braccio, e scopre una mano
fasciata)
CASILDA
Ah!... Ferito egli è!...
REGINA
(con grido involontario)
Fia vero?...
DAMIGELLE
Egli sviene...
DON GURITANO
(alla Duchessa con intenzione maligna,
e con accento di fina ironia)
Lo scudiero desta in lei molta premura!...
DUCHESSA
(a Don Guritano)
Strana in vero è l'avventura!...
CASILDA
Qualche essenza...
REGINA
(trae dal taschino una boccetta di odore, e
contemporaneamente un brandello di merletto)
Prendi...
(vedendo poi il manichino di Ruy Blas uguale al
merletto di cui ella ha in mano il brandello, esclama)
¡Oh! ¡Qué veo!...
(Ruy Blas aspira l'essenza e si ridesta a poco a poco)
CASILDA, DAMIGELLE
Ecco... i sensi già riacquista...
REGINA
(Fra sè)
Il merletto è questo stesso...
RUY BLAS
(vedendo il brandello di merletto nelle
mani della regina, ed alzandosi, fra sè)
In sua mano!.... Oh! Gioia!...
REGINA
(con entusiasmo, fra sè)
È desso!...
È svelato il mister
del mio sogno gentil,
e sul fior del pensier
scende un raggio d'april...
La soave beltà
del mio vergin amor
niuno al mondo potrà
cancellar dal mio cor.
RUY BLAS
(contenendosi, fra sè)
Ah! Potessi d'amor
a' suoi piedi morir!...
Taci... frenati, o cor...
ti potresti tradir!...
DUCHESSA, DON GURITANO
(Fra sè)
Ah! Qui certo è un mister,
ma svelato sarà:
il suo cuore, il pensier
a me noti son già.
CASILDA
(guardando Ruy Blas, fra sè)
Nel suo sguardo mi par
che si legga il pensier;
tenta il cor di lottar
col rispetto e il dover.
DAMIGELLE
(Fra sè)
Il suo mal passeggier,
come un'ombra, svanì;
ma del core il mister
quel deliquio tradì.
REGINA
(a Casilda e alle damigelle)
Mi seguite...
(a Ruy Blas)
Conte, addio...
(Fra sè)
Sul mio core or vegli Iddio!...
(tutti escono meno Ruy Blas)
Scena Quarta
(Ruy Blas, indi Don Guritano)
RUY BLAS
Grazie, mio dio!... Deh! Frena
i tuoi palpiti, o core!...
(raccoglie il brandello di merletto
caduto in terra e lo bacia)
Ella il serbava!...
Oh! Son pazzo di gioia!...
DON GURITANO
(entra a passo grave, si avvicina a
Ruy Blas, ed in tono solenne gli dice)
Signor conte...
RUY BLAS
Signore...
DON GURITANO
(in tono solenne )
In Alicante
il baron di Viserta
osò levar gli sguardi
alla mia bella... ed io
l'uccisi!
RUY BLAS
(sorpreso)
Ebben?...
DON GURITANO
Più tardi
il marchese di Vasquez inviava
un mazzolin di fiori
alla mia vaga amante.
E la mia spada trapassò il suo cuore!...
RUY BLAS
Che vuol dir ciò, signore?...
DON GURITANO
Vuol dir che voi Don Cesare
avete nome, ed io
Don Guritano... il mio
pensier v'è chiaro?
RUY BLAS
(con incertezza sempre crescente)
No.
DON GURITANO
Sappiate allor che al sorgere
del nuovo dì v'aspetto
presso il vicin boschetto
del parco...
RUY BLAS
(meravigliato altamente, ma con fermezza e dignità)
Io là sarò.
CASILDA
(entra dal mezzo inosservata,
ode le ultime parole, fra sè)
Si sfidano!... Lo sappia la regina al momento...
(entra nelle stanze della Regina)
RUY BLAS
Al vostro appuntamento, poi che il giurai verrò;
ma, vi prego, spiegatemi
perché meco volete battervi...
DON GURITANO
No 'l sapete?...
RUY BLAS
In fede mia no 'l so.
DON GURITANO
(sorridendo ironicamente)
Avete molto spirito...
RUY BLAS
Sarà... ma non comprendo...
DON GURITANO
Io però tutto intendo... e tutto veggo!...
RUY BLAS
E allor parlate, ve ne supplico...
DON GURITANO
(serio e a mezza voce)
Se mio rivale, o conte, voi foste...
RUY BLAS
(colpito e confuso)
Che!...
DON GURITANO
(in aria di trionfo)
La fronte chinate...
RUY BLAS
(con fierezza)
Oh! No, signor!
DON GURITANO
Di più non mi chiedete...
RUY BLAS
Assai diceste!... Quando?...
DON GURITANO
Domani... il dissi già.
RUY BLAS
Sta bene.
DON GURITANO
All'alba...
RUY BLAS
Avete la mia parola.
DON GURITANO
Il brando tra noi deciderà!...
(si stringono la mano con forza, ma con calma)
DON GURITANO, RUY BLAS
Domani, appena in cielo
fugga dell'ombre il velo,
sul campo dell'onor
ciascun di noi verrà.
Le spade incroceremo...
da forti pugneremo...
al vostro ed al mio cor
ignota è la viltà.
(Ruy Blas esce)
Scena Quinta
(La Regina, Casilda e Don Guritano)
DON GURITANO
Morrà... ne son certo...
Eppur non tremava!...
Chi giunge?
CASILDA
(piano alla Regina entrando)
Egli è solo...
REGINA
(avanzandosi verso Don Guritano)
Signor vi cercava...
CASILDA
Cioè vi cerchiamo...
DON GURITANO
(inchinandosi con galanteria)
Sì splendido onore che mai mi procura?...
REGINA
Oh! Nulla, signore...
CASILDA
O almeno ben poco...
DON GURITANO
Parlate...
REGINA
Poc'anzi di voi si parlava...
DON GURITANO
Di me?...
REGINA
Sì, ma innanzi
che il resto vi narri vorrei mi diceste,
se pronto a qualunque mio cenno sareste...
DON GURITANO
Lo giuro, o Regina.
REGINA
(accennando Casilda)
Ebbene costei osava negarlo...
DON GURITANO
(a Casilda con un po' di risentimento)
Per essa morrei,
ne do la mia sacra parola d'onore!...
CASILDA
Sì... sì... ma una prova sarebbe migliore.
DON GURITANO
Parlate, o regina...
REGINA
Davvero?...
DON GURITANO
Imponete...
REGINA
Ebbene all'istante partir voi dovete...
DON GURITANO
Partire?...
REGINA
Ed al caro castello natio
recarvi ed al padre offrir questo mio
ricordo...
(prende il cassettino e glielo porge)
DON GURITANO
Regina...
CASILDA
(ridendo ironicamente)
Ah! Ah! Che ne dite?...
DON GURITANO
(risentito)
Casilda!...
CASILDA
(ridendo ironicamente)
Ei morrebbe!...
DON GURITANO
(alla Regina con premura)
Domani...
CASILDA
(alla Regina)
L'udite?...
REGINA
No, subito: è questa la prova, che attendo,
che chieggo, che bramo che alfine pretendo
da voi, caro conte... S'io prego ed invoco,
negar voi vorreste? No 'l credo: tra poco
partito sarete... ne sono sicura...
un cocchio v'attende qui presso le mura
del parco... Gl'indugi troncar vi conviene...
DON GURITANO
Regina, un impegno d'onor mi trattiene...
domani vi giuro partir... ma bisogna
che attenda l'aurora novella...
CASILDA
(piano a Don Guritano)
Vergogna!...
Voi dunque in tal modo le preci appagate
di donna regale di donna che amate?...
Sì... sì, voi l'amate... negarlo non giova...
vedete?... Ella soffre! Su via: questa prova
d'affetto le date... Un buon cavaliere
non deve alla dama del cor dispiacere...
(si stacca da Don Guritano e va presso la Regina)
REGINA
(con angoscia, fra sè)
Ei nega e non parte! All'aspra tenzone
non posso sottrarre quel vago garzone!...
Ohimè!... Qual funesto pensiero!...
A me innante vederlo mi sembra
ferito... spirante...
macchiato di sangue il volto e le chiome...
udirlo mi sembra chiamarmi per nome...
poi... no... no... mio dio!...
DON GURITANO
(Fra sè)
Resister vorrei, ma invano lo tento!...
È un fascino in lei, che doma il pensiero...
che il cor mi sgomenta!...
CASILDA
(piano alla Regina)
Resister vorrebbe... ma invano lo tenta!...
Già piega... già cede... già vince l'amore!...
la fiamma dell'ira dileguasi già...
DON GURITANO
(alla Regina con sforzo, ma con risoluzione)
Io parto.
REGINA
(scuotendosi)
Ah! Fia vero?...
(passando dal dolore alla gioia più viva)
V'è grato il mio cuore!...
DON GURITANO
(Fra sè)
Morrà quando io torno.
(piega un ginocchio a terra, bacia la mano, che la
Regina gli porge sorridendogli graziosamente,
quindi si alza ed esce)
CASILDA
(guardando dietro a Don Guritano
gli dice in tono sardonico)
Buon viaggio!...
REGINA
(con grido di gioia)
Ei vivrà!...
ATTO TERZO
Scena Prima
(La sala del consiglio nel palazzo del re a Madrid. Una
porta grande nel mezzo, alla quale si accede per tre
gradini: altra porta a destra; una finestra a sinistra. In
un angolo della sala una piccola porta segreta nascosta
sotto la tappezzeria, che ricuopre le mura. A destra una
tavola piuttosto grande di forma quadrilunga, con un
tappeto di velluto verde, su cui sono disposte varie
carte, l'occorrente per scrivere e l'urna per lo scrutinio
segreto. Intorno alla tavola vari scanni ed una poltrona
situata all'una delle due estremità di essa. Don Pedro,
Don Fernando e coro di Consiglieri privati del re)
DON PEDRO
(parlando confidenzialmente con una parte del coro)
Primo ministro
e l'ordine di Calatrava!...
CORO I
E or ora duca d'Olmedo ancora...
DON PEDRO
(con una parte del coro)
E forse il toson d'or!...
CORO II
(a Don Fernando, ridendo)
Ah! Ah! Dobbiamo crederlo
veramente, marchese?...
DON FERNANDO
(cercando di correggere una sua imprudenza)
Io dissi che, se ascese ai più sublimi onor...
CORO II
Fu per opra d'un genio protettor...
DON FERNANDO
Non lo nego...
DON PEDRO
(staccandosi dall'altra parte del coro,
e venendo verso Don Fernando)
Via, marchese De Priego,
del genio protettor
il dolce nome diteci...
DON FERNANDO
Lo ignoro...
CORO II
(a Don Pedro a bassa voce, ridendo)
È la Regina!...
DON PEDRO
Ah! Ah! Questa mattina è imprudente il signor!...
CORO I
È un orrore!...
CORO II
Uno scandalo!...
DON FERNANDO
(tentando scusarsi)
Ma niun sospetti: io giuro
che questo amore è puro,
né fu svelato ancor.
DON PEDRO
(piano e scherzosamente a Don Fernando,
traendolo sul davanti della scena)
Del protettore anonimo
e del noto protetto
parlate con rispetto
in queste sale ognor...
DON FERNANDO
(piano a Don Pedro)
Dall'ira, che mi domina,
talor son io tradito...
DON PEDRO
(piano a Don Fernando)
Baciate il favorito e poi mordete il re,
dice un vecchio proverbio...
DON FERNANDO
Scherzar come voi fate, non so...
DON PEDRO
(piano a Don Fernando)
Prudente siate, e v'affidate a me.
CORO
(Para sí)
Certo non è possibile
che un giovine scudiero
possa a sì gran potere
senz'opra altrui salir:
ma del genio benefico
che premia i merti suoi,
non deve alcun di noi
il nome proferir.
DON PEDRO
(volgendosi al coro)
Degli affari di stato
occupiamoci omai, poi che più d'uno
osa tacciar d'inerzia
il consiglio supremo.
Prenda il suo posto ognuno.
(tutti siedono sugli scanni disposti intorno
alla tavola, lasciando vuota la poltrona)
DON FERNANDO
Pria di tutto, signori,
decretar non vi spiaccia
che il mio diritto antico
sull’imposte dell’isole e sui negri
rivendicare io possa...
DON PEDRO
(con lieve ironia)
Aveste, parmi,
largo compenso in cambio
di tal diritto!...
DON FERNANDO
(riscaldandosi)
Il quinto
sull’oro e l’ambra assai meno mi rende
di quel, che a voi rendono, o conte, i porti
del mare e i boschi...
DON PEDRO
(riscaldandosi anche più)
Oh! Sì... gran cosa invero!...
Alla metà non basta
dell’ingenti mie spese;
ond’io chieggo che a me siano concessi
quei dritti, che per sé chiede il marchese.
DON FERNANDO
No mai!...
(tutti si alzano)
CORO
Calmatevi...
DON FERNANDO
Egli m’offese...
CORO
Recarvi ingiuria ei non pretese...
DON PEDRO
Inappellabile sentenza adesso
questo consesso dee proferir.
CORO
I vostri meriti noi conosciamo;
su via sediamo, cessi il garrir.
Scena Seconda
(Ruy Blas vestito di velluto nero, con ricco mantello e
piuma bianca al cappello, e con la croce di Calatrava,
apparisce sulla porta di mezzo e si ferma alquanto ad
ascoltare la questione sorta fra Don Pedro e Don
Fernando, indi discende lentamente i gradini e si
avanza con nobile e severo contegno in mezzo alla
scena. Don Pedro, Don Fernando e il Coro
ammutoliscono in sua presenza)
RUY BLAS
Bene, o signori!...
CORO
(Fra sè)
Il conte!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(Fra sè)
Egli ci udiva!...
RUY BLAS
E a voi le sorti, a voi
la gloria, la salute
della patria è commessa...
a voi, pastori dell’ovil predatori,
che del pubblico benemai non aveste cura,
intenti solo al privato interesse!...
Ma, giuro al ciel, signori,
finché di vita un alito mi resti,
finché il sovrano
a questa mano confiderà le redini
del trono e dello stato...
io vietarvi saprò l’empio mercato!...
DON PEDRO
(con risentimento)
Conte!...
DON FERNANDO
(con risentimento)
È troppo!...
RUY BLAS
(con forza crescente)
Olà tacete,
e uno sguardo rivolgete
ai destini della Spagna:
già l’Olanda e le Bretagna
i confini hanno varcato...
già fur tolti al nostro stato
il dominio lusitano
e il Brasile... Già la mano
su di noi la Francia stende...
e la sorte, che ci attende
quale speme ne consente?...
Niuna omai!... Dall’oriente
all’occaso Europa tutta
della Spagna ahimè distrutta
ride... e voi potete intanto
della patria il regio manto
lacerar mentr’ella muore?...
Oh! Vergogna!... Oh! Disonore!
ALCUNI DEL CORO
(sottovoce agli altri)
Su noi tutti ei vuole impero...
GLI ALTRI
(sottovoce agli altri)
Ma pur troppo ei parla il vero!...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
Sopportar sì fiero insulto noi potremo?...
DON FERNANDO
(a Don Pedro)
No per dio!...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
Non fia dunque
a lungo inulto?...
DON FERNANDO
(a Don Pedro)
No, lo giuro...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
E il giuro anch’io!...
(seguono entrambi a parlare tra loro, indi si
appressano alla tavola, e scrivono alcune
parole sopra due fogli differenti)
RUY BLAS
(animandosi gradatamente)
O Carlo quinto genio immortale,
dal sepolcrale marmo ti leva,
il capo augusto la man solleva,
lo scettro e il brando impugna ancor...
La Spagna muor!... Volgi a costoro il fulmine
de’ tuoi severi accenti;
conta del mesto popolo
le lacrime, i lamenti;
balza in arcione e scendi
guerrier novello in campo;
gloria e poter tu rendi
al già tuo regno e al re;
unica via di scampo noi ritroviamo in te.
Lo scettro e il brando impugna ancor...
salvaci, o Carlo la Spagna muor!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(avanzandosi e presentando a Ruy Blas i due fogli)
Con questi fogli entrambi
la nostra dimissione al re chiediamo...
RUY BLAS
(freddamente)
Ed io per lui l’accetto;
(prende i due fogli, indi
con severo contegno soggiunge)
doman, marchese, piacciavi ritrarvi
con la vostra famiglia
in Andalusia... e voi, conte, in Castiglia.
(Don Pedro e Don Fernando escono,
Ruy Blas si volge al coro e in tono risoluto dice)
RUY BLAS
Chi di voi nutre in petto
fiamma di patria carità qui resti,
chi porre il piè sul mio cammin
non vuole può seguir quei signori...
(va a sedersi sulla poltrona e si pone
tranquillamente ad esaminare alcune carte)
ALCUNI DEL CORO
(piano agli altri in disparte)
È l’astro che sorge...
GLI ALTRI
(piano)
Resister non vale...
I PRIMI
(piano)
È forza obbedirgli...
GLI ALTRI
(piano)
È forza restar...
TUTTI
Del re Carlo quinto la gloria immortale
al popolo ispano ei può ridonar.
(entra un paggio e si avvicina a Ruy Blas, attendendo
rispettosamente, che gli sia concesso di parlare)
RUY BLAS
(al paggio continuando a leggere
ed a firmare varii fogli)
Parla...
PAGGIO
Il conte d’Onato è da Neubourg tornato...
RUY BLAS
(deponendo i fogli ed alzandosi)
Ah! Bene... bene... digli che domani
nel mio privato alloggio
presso il ponte l’attendo.
PAGGIO
Obbedisco, eccellenza...
(s’inchina e s’avvia per uscire dal mezzo)
RUY BLAS
(richiamandolo con un gesto)
Oggi ad alcuno io non concedo udienza.
(il paggio esce)
CORO
(avanzandosi e circondando Ruy Blas)
Noi tutti restiamo.
RUY BLAS
Sta ben: ma pensate
ch’io prove vi chieggo di fede e valor.
CORO
Siam pronti a mostrarlo col fatto...
RUY BLAS
Giurate seguirmi dovunque
ci chiami l’onor...
Dovunque un periglio sovrasti al sovrano
dovunque baleni un brando stranier...
CORO
Noi tutti il giuriamo...
RUY BLAS, CORO
Sul popolo ispano
vegliar, come padri sia nostro pensier.
RUY BLAS
Le destre stringiamo...
(stringe a tutti la mano, indi li
congeda graziosamente, dicendo loro)
Fra un’ora v’aspetto...
CORO
E prove daremo di fede e d’affetto.
(tutti escono dal mezzo: Ruy Blas resta immobile in
mezzo alla scena, guardandoli in aria di trionfo)
Scena Terza
REGINA
(alza la tappezzeria, che cuopre l’uscio segreto, e si
avvicina a Ruy Blas senza che esso se ne accorga)
Grazie, signor...
RUY BLAS
(volgendosi)
Voi!...
(Fra sè)
Frenati, o mio cor!...
REGINA
Sì, son io...
io, che tentai, ma invano, resistere al desio
di stringer questa mano...
che il vostro ardir magnanimo
ammiro e benedico...
io che vi grido: Amico
salvate il soglio ispano,
salvate il nostro onor!...
RUY BLAS
(Fra sè)
Oh! Ciel!... Fuggirla ognor...
e rivedere a un tratto a me dinante
il suo divin sembiante!...
E dover nel mio cor
soffocare la voce dell’amor!...
REGINA
Dalle mie stanze udii l’accento
del vostro nobile sdegno...
RUY BLAS
(Fra sè)
Che sento!...
REGINA
E vidi il fulmine dei vostri sguardi,
l’onta ed il tremito di quei codardi...
RUY BLAS
(Fra sè)
Ella m’udiva!...
REGINA
Ed or vogliate
il plauso accogliere del cor...
RUY BLAS
Cessate...
REGINA
Di là sovente re Carlo io vidi
seder tra questi suoi parricidi
mesto e pensoso...
RUY BLAS
E che dicea?...
REGINA
Nulla...
RUY BLAS
Pur...
REGINA
Nulla... Egli tacea!...
Ma voi... voi, conte!... Tanto valore
donde traeste?... La mente e il core
chi di tal fiamma v’accese?
RUY BLAS
(con slancio di entusiasmo)
Chi? Voi!...
REGINA
Che mai dite?... Io stessa?...
RUY BLAS
Sì.
Quando dei vili ipocriti,
cui fida il re lo stato,
il rio fatal proposito
apparve a me svelato...
Quando dovei convincermi
che all’infernal disegno
voi pur, voi pure i perfidi
avean già fatto segno...
Allor di fiamma insolita
m’arse la mente e il cor,
sprezzai perigli e insidie
giurai salvarvi allor.
REGINA
(altamente commossa)
Per me sì prode?...
RUY BLAS
Sì, per voi sola...
(esitante)
perché... perch’io v’amo!...
REGINA
(con grido di gioia)
Gran dio!...
L’ho udita alfine questa parola,
soave balsamo al dolor mio!...
felice or sono!...
RUY BLAS
Che dite mai?...
REGINA
Io t’amo!...
io t’amo di pari amore!...
RUY BLAS
Cielo!...
REGINA
Finora non lo svelai,
perché resistere volli al mio core...
ma t’amai sempre!... Tu mi fuggivi
ed in segreto io ti seguia...
gli arditi accenti che proferivi
qui tra costoro non vista udia...
Io sempre, io sola l’aspro cammino
dei primi onori schiusi al tuo piè,
io fra le lotte del tuo destino
angiol custode vegliai su te.
RUY BLAS
(quasi rapito in estasi dal fascino
d’amore, che lo circonda)
O dolce voluttà!...
Desio d’amor gentil!
Un gaudio il ciel non ha
al gaudio mio simil!...
Parla deh! Parla ancor...
Un dio favella in te!...
Ripeti a questo cor
che un sogno il suo non è!...
REGINA
Tu rivelasti a me
la vita dell’amor;
la mano io stendo a te,
a te dischiudo il cor!...
(Ruy Blas cade in ginocchio ai piedi della Regina, che
quasi fuori di sé per la gioia, abbandona le sue mani ai
baci ardenti di lui)
REGINA
(scuotendosi e tentando di rompere
il fascino, che l’avea soggiogata)
Che dissi?... Sorgi... Perdon, mio dio!...
RUY BLAS
Quel caro accento ripeti ancor!...
REGINA
Sì... lo ripeto... ma l’onor mio
affido all’angelo del vostro onor!...
(fugge e sparisce per l’uscio segreto)
Scena Quarta
(Ruy Blas, indi Don Sallustio, indi l’Usciere)
RUY BLAS
Amarla!... Amarla!... Ed essere
riamato da lei di pari amore!...
Oh! Mia gioia ineffabile!...
Ho il paradiso in core!...
(si avvia verso la porta di mezzo per uscire, ma nel
tempo stesso apparisce sulla porta a destra Don
Sallustio tutto ravvolto nel suo mantello nero.
Ruy Blas si ferma ad osservarlo, e non potendo
riconoscerlo gli grida)
RUY BLAS
Chi è là?...
DON SALLUSTIO
(scuoprendosi)
Buon dì...
RUY BLAS
(con accento di sorpresa e disperazione, fra sè)
Ciel!... Desso!...
Nell’Averno io ripiombo!...
DON SALLUSTIO
(sorridendo)
A quanto sembra
non pensavate a me...
RUY BLAS
Questo improvviso
ritorno infatti mi sorprende...
(Fra sè)
Oh! Addio!...
Addio per sempre, o mio
bel sogno d’oro!...
DON SALLUSTIO
Come va?...
RUY BLAS
(confuso ed incerto)
Signore...
in Madrid... a quest’ora...
qui nelle sale del real palazzo...
DON SALLUSTIO
(con orgoglio ed ironia insieme)
Ebben?...
RUY BLAS
Tremo per voi...
DON SALLUSTIO
Tremar per me?... Ve ne dispenso...
RUY BLAS
Pure...
DON SALLUSTIO
Ben pochi entrar mi videro...
RUY BLAS
Né alcuno vi ravvisò?...
DON SALLUSTIO
Nessuno.
(siede sulla poltrona presso la tavola, conservando
sempre il suo ghigno beffardo. Ruy Blas resta in
piedi dinanzi a lui, forzandosi ad assumere un
contegno umile e rispettoso)
DON SALLUSTIO
Dunque voi, se la voce non mente,
a Don Pedro e al marchese De Priego
il poter voi toglieste?...
RUY BLAS
No ‘l nego...
DON SALLUSTIO
(sorridendo)
Ma l’un d’essi è pur vostro parente...
non avreste dovuto obliarlo...
RUY BLAS
Né obliar lo volea, ma costoro...
DON SALLUSTIO
(serio)
Li bandiste con poco decoro...
RUY BLAS
(con enfasi)
Il dovere m’impose di farlo
quei signori il sovrano e lo stato
avrian tratto fra poco in ruina;
sol per essi la Spagna è vicina
all’orror dell’estremo suo fato.
Sol per essi al suo prence imprecando
muor di fame la plebe indigente;
il soldato, che oppresso si sente,
in pugnale converte il suo brando...
DON SALLUSTIO
(con feroce malizia e freddamente)
Questo vento è importuno... chiudete
quell’imposte...
RUY BLAS
(con impeto)
Che!...
DON SALLUSTIO
(accennando a Ruy Blas la finestra, e fingendo
non accorgersi del vero motivo della sua esitanza)
Quelle... sì... appunto...
RUY BLAS
(Fra sè)
La sua preda l’infame ha raggiunto...
ed è forza obbedir!...
(va a chiudere la finestra, poi torna verso Don
Sallustio, che sta ad ascoltarlo distrattamente,
giuocherellando con un guanto, che poi lascia
cadere)
Voi vedete che alla patria infelice, fra tanto
minacciar d’imminente tempesta,
una speme di scampo sol resta...
la virtù!...
DON SALLUSTIO
Raccogliete quel guanto...
RUY BLAS
(esplodendo)
Oh! Ma è troppo!...
DON SALLUSTIO
(con forza e superiorità)
Ruy Blas!...
RUY BLAS
(frenandosi e ricomponendosi)
Mio signore...
DON SALLUSTIO
A ripetere due volte un comando
non son uso...
RUY BLAS
(Fra sè)
Il suo scherno esecrando
è pugnal, che trafigge il mio cuore.
(fa un terribile sforzo, si abbassa a raccogliere il
guanto e pallido di rabbia, lo rende a Don Sallustio)
DON SALLUSTIO
(in tono secco e imperioso,
prende il guanto con alterigia)
Doman, dall’alba in poi, là nella casa
ch’io vi donai, m’attenderete... un cocchio
sia pronto nel giardino...
I servi congedate,
ma i due muti serbate:
l’opra che impresi, al termine è vicina;
obbeditemi in tutto... il vuò!...
RUY BLAS
Sì; tutto farò, ma pria giurate
che insidie alla regina non fian qui tese...
DON SALLUSTIO
A questo non pensate.
RUY BLAS
Ma... io... l’amo!...
DON SALLUSTIO
(con aria di noncuranza)
Il sapea.
RUY BLAS
(come colpito da un fulmine)
Lo sapevate!...
Ah! Tutto intendo alfine!... Iniqua trama
voi preparate a lei;
ma sventarla saprò.
DON SALLUSTIO
(freddamente)
Davvero?... Or come?...
RUY BLAS
Rammentate, o signor, che del supremo
poter l’arbitro io sono...
DON SALLUSTIO
(a voce bassa, ma concitata,
mostrandogli un foglio)
E tu non obliare
che in questo foglio di tua man vergato
essere un de’ miei servi hai dichiarato.
RUY BLAS
(avvilito e confuso piega il capo sul petto
e con voce semispenta esclama)
È vero!... È ver!...
DON SALLUSTIO
(ripone il foglio e con aria di trionfo gli soggiunge)
Resistere a me vorrete ancora?...
RUY BLAS
No...
DON SALLUSTIO
Fedeltà, silenzio,
e prudenza per ora...
poi, se fedel sarete,
larga mercede avrete...
RUY BLAS
Per lei, per lei vi supplico...
nulla per me vi chieggo...
DON SALLUSTIO
(non curandosi delle sue smanie)
Dunque domani...
RUY BLAS
(Fra sè)
Oh! Rabbia!...
DON SALLUSTIO
All’alba...
RUY BLAS
(prorompendo)
Io più non reggo!...
DON SALLUSTIO
(con uno sguardo imperioso e severissimo)
Qual ira?...
RUY BLAS
(ricomponendosi subito)
Ohimè!... Perdono...
Un folle, il veggo, io sono!...
(passando alla preghiera la più fervida)
O mio signore, se leggere
dentro il mio cor poteste
forse voi pure avreste
di me, di lei pietà!...
Ditemi, oh! Dio!...deh! Ditemi
ch’ella fia salva e poi
e sangue e vita a voi
il servo umil darà.
Ecco... vedete... è infranto
lo stolto orgoglio mio...
in disperato pianto
si stempra il mio dolor!...
(gettandosi in ginocchio)
Al vostro piè son io...
grazia per lei, signor!...
DON SALLUSTIO
Chiedere a me chi ardisce
dell’opre mie ragione?...
Or qui per voi svanisce
gloria, potere, onor:
sacro dover v’impone
a me servire ognor.
(s’apre la porta di mezzo ed entra l’Usciere)
DON SALLUSTIO
S’appressa alcun... sorgete...
USCIERE
(dirigendosi a Ruy Blas, ed
inchinandosi rispettosamente)
Signore...
DON SALLUSTIO
(si avvolge nel suo mantello, e volgendo le
spalle all’Usciere, dice piano a Ruy Blas)
Rispondete...
RUY BLAS
(all’Usciere)
Che c’è?...
USCIERE
Dal re donato è a voi, conte,
il ducato d’Olmedo...
RUY BLAS
(Fra sè)
In tal momento!...
USCIERE
E il toson d’or...
RUY BLAS
(piegando il capo sul petto, fra sè)
Che sento!...
DON SALLUSTIO
(piano a Ruy Blas)
Mi congratulo...
RUY BLAS
(Fra sè)
Ahi! Fiera sorte!...
USCIERE
La corte intera
vostra eccellenza attende...
(s’inchina di nuovo, ed esce per la
porta di mezzo, che si richiude)
RUY BLAS
(Fra sè)
Pazzo il dolor mi rende!...
DON SALLUSTIO
Andiamo: sotto l’egida del nome vostro
anch’io, duca, verrò...
RUY BLAS
Deh! Al mio crudel destino aggiungere
lo scherno non vogliate!...
Di lei, di lei parlate...
DON SALLUSTIO
(con impazienza)
Or via, non più...
RUY BLAS
(pregando sempre)
Signore...
DON SALLUSTIO
Andiamo...
RUY BLAS
(quasi delirante)
Oh! Mio furore!...
Deh! Tu, tu assistimi
in tal momento, o dio!...
invano estinguere
io tento il furor mio...
Fan guerra alla mia mente
ira ed amor;
sete di sangue ardente
ho qui nel cor!...
DON SALLUSTIO
(Fra sè)
Invan resistere ei vuole al poter mio;
irremovibile nel mio voler son io.
Cadrà con lei
s’ei tenta opporsi a me...
Ogni speranza è spenta;
perduta ell’è!...
(escono entrambi per la porta a destra,
e si cambia la scena)
Scena Quinta
(La sala del trono nel palazzo del re a Madrid
sontuosissimamente addobbata. A destra è il trono
alzato su cinque gradini con due ricche poltrone
dorate e baldacchino di velluto cremisi. A sinistra
delle nicchie molto alte, entro a cui sono le statue dei
re di Spagna, e fra queste quella di Carlo V. In mezzo
alle nicchie una vasta finestra a vetrate fino a terra.
Nel fondo tre grandi archi, che danno accesso ad una
vasta sala d’armi. Nei pilastri, che sono fra gli archi,
altre nicchie ed altre statue. Sui gradini del trono,
a lato delle poltrone destinate al re ed alla regina
alcuni scanni dorati e coperti di velluto. Don Pedro
e Don Fernando entrano discorrendo tra loro, mentre
la scena si va popolando di altri Grandi di Spagna e
di Dame tutti riccamente vestiti. Poco dopo entra la
Regina preceduta da Guardie, che si schierano in
fondo; contornata dalle sue Damigelle, fra le quali
è Casilda e la Duchessa; e seguìta da vari Ciamberlani,
in mezzo a cui è Don Guritano, da Dignitari della
corona, da Paggi e da Araldi. Entra a suo tempo
Don Manuel con due Paggi, che recano sopra un
ricco cuscino di velluto cremisi ricamate l’insegne
del toson d’oro, ed una ricca spada. Ruy Blas e Don
Sallustio appariscono infine)
DON PEDRO
Finch’è a noi restar concesso,
non si lasci il nostro posto...
DON FERNANDO
Il blason vilmente oppresso
sostener vuò ad ogni costo.
DON PEDRO
Al tramonto partiremo,
ma costui ci rivedrà...
DON FERNANDO
Sì, da re domani andremo
e giustizia ci farà.
CORO
Alla vaga e pia donzella,
che di Spagna è vanto e onor;
rida in ciel benigna stella
di speranza e gioia e amor.
Se dall’alto del tuo trono
volgi un guardo al tuo bel piè,
tu vedrai che quivi sono
tutti cor devoti a te.
(La Regina entra, sale sul trono, e siede sopra una
delle due poltrone. Casilda e la Duchessa siedono
accanto a lei sugli scanni dorati, e siedono pure i
principali Dignitari, che la seguono. Don Guritano
si stacca dal seguito della Regina e si avvicina a
Don Pedro e a Don Fernando)
DON PEDRO, DON FERNANDO
(salutandolo festosamente)
Conte!...
DON GURITANO
(stringendo loro la mano)
Amici...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(facendo il simile)
Ben tornato...
DON GURITANO
Dite... è ver
che dalla corte voi partite?...
DON PEDRO, DON FERNANDO
È vero!...
DON GURITANO
E osato egli ha?...
DON FERNANDO
Scherzi della sorte!...
DON GURITANO
Ma cader da tanta altezza ei dovrà...
(da sé terminando la frase cominciata)
per mano mia!...
DON FERNANDO
Io lo spero!...
DON GURITANO
Io n’ho certezza...
REGINA
(ad uno degli uscieri)
Entri il messo...
DON MANUEL
(si avanza fino avanti ai gradini del trono,
va a baciar la mano alla Regina, poi dice)
Il re m’invia a recar del suo favore
un novel più chiaro pegno
di Garòfa al conte...
REGINA
(guardando con intenzione Don Pedro
e Don Fernando dice)
Onore meritato!...
CORO
Inver n’è degno...
DON MANUEL
(accennando Ruy Blas, che
entra seguito da Don Sallustio)
Egli vien...
REGINA
S’inoltri...
DON SALLUSTIO
(piano a Ruy Blas)
Ad essa presentatemi...
RUY BLAS
(avanzandosi)
Maestà... al marchese sia concessa
di restare facoltà...
Dell’onor del suo congiunto
a godere io l’invitai...
REGINA
(con senso di ribrezzo, fra sè)
Egli qui!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(piano tra loro)
Giunge in buon punto...
REGINA
Resti...
DON SALLUSTIO
Grazie...
(s’inchina profondamente e si ritrae in disparte)
CASILDA
(piano alla Regina)
È fosco assai!...
(Ruy Blas sale i gradini del trono e s’inginocchia
davanti alla Regina, mentre due paggi presentano
ad essa la spada e il toson d’oro)
REGINA
(prendendo la spada e toccando
con questa la spalla di Ruy Blas, dice)
Signor conte, duca siete.
(ripone la spada sul cuscino, prende il gran
cordone del toson d’oro, e glielo cinge al collo)
Dell’affetto e della fede,
che serbata ognor ne avete,
quest’insegna sia mercede.
(poi piano a Ruy Blas)
Perché mai così commosso?...
RUY BLAS
(confuso ed incerto)
Tanto onor!...
REGINA
(piano a Ruy Blas)
Su via: coraggio!...
RUY BLAS
(discendendo dai gradini del trono, dopo
aver baciato la mano alla Regina, dice da sé)
Ah! Resister più non posso!...
DON SALLUSTIO
(porgendo la mano a Ruy Blas)
A voi, duca, io rendo omaggio.
(si unisce a Don Pedro e a Don Fernando)
REGINA
(da sé, dopo essere discesa dal trono)
Quanto, oh! Quanto io son felice!...
Di qual gioia ho pieno il cor!...
Desiar, sperar non lice
un più splendido favor!...
Ogni affanno è cancellato
del mio sen, dal mio pensier;
trono e vita avrei donato
per quest’ora di piacer!...
RUY BLAS
(Fra sè)
Gioie, onori, amor, speranza...
breve sogno menzogner!...
Sol di voi la rimembranza
resta ancora al mio pensier...
(guardando Don Sallustio)
Egli è là!...
Su me lo sguardo
sorridendo ei figge ognor...
sembra un demone beffardo,
che schernisce il mio dolor!...
DON SALLUSTIO
(piano a Don Pedro e a Don Fernando,
accennando Ruy Blas)
Quanto voi l’aborro anch’io,
più di voi lo sprezzo ancor;
ei cadrà per mezzo mio...
ve lo giuro sull’onor.
DON PEDRO, DON FERNANDO
(tra loro)
Non lontana è la vendetta,
se il suo labbro non mentì;
impaziente il cor ne affretta
co’ suoi voti il fausto dì.
CASILDA
(guardando la regina, fra sè)
Più non vede, più non cura
che colui, cui rende onor;
la sua gioia immensa e pura
si riflette nel mio cor.
DON MANUEL, CORO
Al più prode onor si renda,
al più fido e onesto più;
e da lui ciascuno apprenda
il sentier della virtù.
DON GURITANO, DUCHESSA
(tra loro, osservando ora la regina, ora Ruy Blas)
Ne’ suoi sguardi ella si pasce,
egli a lei si volge ognor...
ben più grande omai rinasce
il sospetto nel mio cor.
REGINA
Or si vada...
(volgendosi con premura a Ruy Blas)
Duca, addio.
(a tutti gli altri)
Questa sera un ballo io do; tutti invito...
(si avvia per uscire, tutti fanno seguito a lei, meno Ruy
Blas, che resta in mezzo alla scena, oppresso dai suoi
pensieri)
DON SALLUSTIO
(avviandosi, si avvicina a Ruy Blas e gli dice sottovoce)
Il cenno mio rammentate...
RUY BLAS
(nel massimo abbattimento)
Obbedirò!...
(esce a passo lento, mentre cala la tela)
ATTO QUARTO
Scena Prima
(Un piccolo gabinetto nella sala privata di Don
Sallustio arredato sontuosamente, ma con stile
grave e severo. Una porta nel mezzo e due laterali.
Un tavolo con l'occorrente per scrivere, qualche
libro ed un campanello. Una poltrona piuttosto
grande e splendidamente dorata è presso il tavolo.
Ruy Blas seduto presso il tavolo)
RUY BLAS
Svanirò i sogni!... Sparve
la dolce illusione,
che di dorate larve
mi carezzò il pensier!... Tutto è perduto!...
O donna, o amata tanto,
gentil sorriso di paradiso
angelo di virtù, raggio d'amore,
io t'ingannai... ma fu delirio il mio,
non fu malvagia ipocrisia del core!...
Pur di scolparmi teco io no, non tento;
un empio, il sento, un vile io sono...
e non merto, o divina, il tuo perdono!...
Ma che dico?... E poss'io
or qui pensar, più che al tuo fato, al mio?...
Ahi! Nelle man di lui, che ad ogni costo
perder ti vuole, è il tuo destin riposto!...
Ed ei non viene ancor!...
Ove sarà?...
Che dir, che far vorrà?...
Ah! Forse il nostro amor ei svelerà!
Forse svelato è già!
Forse il mio stato abbietto le palesò,
e al nostro santo affetto ella imprecò!...
Mortale affanno il core
mi strazia a tal pensiero;
non v'è, non v'è dolore
del mio dolor più fiero!...
Io, che l'ho amata tanto,
che sempre l'amerò,
di disonor, di pianto
cagione a lei sarò!...
(è commosso sino alle lagrime)
Piangi, infelice?... Ah! No...
tempo per te di pianger non è:
come... come potrò la rete infame
spezzar delle sue trame?...
Ah! Quale idea!... Da dio mi viene!...
Non son io dell'odio suo mortal
lo strumento fatal?...
Sì!... Dunque posso ancor
le sue trame sventar, e a lei serbar
e trono, e vita, e onor...
(cade in uno stato di profondo abbattimento, ma
mostra sempre fermezza nella sua risoluzione)
Morrò... ma il nostro amore
meco per lei fia morto;
la carità d'un fiore negata a me sarà!...
Morrò... ma d'una lacrima io non avrò il conforto;
sull'incompianto cenere
l'oblio discenderà!...
Scena Seconda
(Don Guritano recando due spade e detti)
DON GURITANO
(fermandosi sulla soglia)
Signor duca...
RUY BLAS
(volgendosi subito)
Voi!...
DON GURITANO
(avanzandosi e presentandogli le spade)
Scegliete...
RUY BLAS
(con meraviglia)
Oggi?...
DON GURITANO
(con serietà)
Adesso.
RUY BLAS
No, vi prego... a domani...
DON GURITANO
Che?... Volete farvi giuoco ancor di me?...
RUY BLAS
Un sol giorno io vi domando...
DON GURITANO
Un istante pur vi nego...
Orsù via... scegliete un brando...
RUY BLAS
(fra sè)
Se morir vogl'io, perché non seguirlo?...
DON GURITANO
(presentandogli di nuovo le spade)
Decidetevi...
RUY BLAS
(risoluto)
Ho deciso...
(prende la spada)
A me. Scendiamo
nel giardino...
DON GURITANO
Oh! Alfin!...
RUY BLAS
Seguitemi...
DON GURITANO
Precedetemi...
RUY BLAS
Sì: andiamo.
(escono rapidamente per la porta a sinistra)
Scena Terza
(Casilda che entra dal mezzo introdotta da un Paggio)
CASILDA
(al paggio che resta sulla porta)
È in casa il signor vostro?...
(dopo breve pausa, fra sè)
Non risponde...
(forte al paggio, che non si muove)
Io bramerei saper, se a lui parlar si può...
(dopo una nuova pausa, fra sè)
È muto per mia fé!...
Ah! Ah! Bella davver!...
(come sopra dopo una nuova pausa)
Ditegli che l'attende
una dama d'onor della Regina.
(il paggio fa un profondo inchino ed esce)
Non parla, ma comprende:
ottimo paggio!... Quel che vede e sente!
Ridir non può... Che qualità eccellente!
Il duca or qui verrà...
dunque pensiamo che dir dobbiamo
all'eccellenza sua per sua maestà.
Saper dal duca io voglio,
ella mi disse, s'è ver ch'ei scrisse
questa mattina a me diretto un foglio.
Se muto anch'ei non è.
Ei stesso me 'l dirà:
ed ella qui con me
dall'idol suo verrà.
(pensa alquanto poi sorridendo soggiunge)
Curioso incarico è questo inver!...
Molto onorifico e lusinghier!...
Se alcun mi vedesse...
se alcun leggesse nel mio pensier...
bel giudizio per mia fé,
che farebbe allor di me!...
Ma per lei che non farei!...
Bando agli scrupoli, ridere io vuò;
lingue malediche temer non so.
Se una pinzochera, se un collo torto
del grave scandalo si fosse accorto,
mandarli al diavolo ben io saprò!...
Scena Quarta
CASILDA
Né viene ancor!... Cortese
io vi credea di più, duca garbato.
(Siede sulla poltrona vicino al tavolo,
prende un libro e lo sfoglia distrattamente.
Don Sallustio, il Paggio e detta)
DON SALLUSTIO
(al paggio, fermandosi sulla porta di
mezzo accennandogli la porta a destra)
Dietro quell'uscio attendi
se questa donna uscir di là vedrai,
nel mio castel vicino a rinserrarla vola;
bada che non le sfugga una parola,
e il duca mio cugino
non s'accorga di nulla:
ove la forza usar sia d'uopo,
sii prudente; va'.
(il paggio s'inchina ed esce per la porta a destra)
CASILDA
(posando il libro)
Oh! Che pazienza!... Chiamerò...
(suona il campanello)
DON SALLUSTIO
(avanzandosi verso di lei con cortesia)
Son qua.
CASILDA
(con dispetto, alzandosi, fra sè)
Ah! Maledetto!... In trappola caduta io son!
DON SALLUSTIO
Cercate il duca?...
CASILDA
(con circospezione)
Forse...
DON SALLUSTIO
Attenderlo è vano...
CASILDA
È uscito?...
DON SALLUSTIO
Sì.
CASILDA
Ma tornerà?...
DON SALLUSTIO
Ne dubito...
CASILDA
Davver?...
DON SALLUSTIO
Certa ne siate.
CASILDA
(fra sè)
Dunque il biglietto è apocrifo...
va ben; meglio così!...
DON SALLUSTIO
Se in vece sua concedere voleste a me l'onore
di servirvi, lietissimo io ne sarei...
CASILDA
(con malizia)
Voi?... No.
DON SALLUSTIO
Cospetto!... Ah! Dunque trattasi...
CASILDA
(subito e con malizia)
Non già di voi, signore...
DON SALLUSTIO
D'un segreto?...
CASILDA
(con malizia)
Può essere...
DON SALLUSTIO
Galante?...
CASILDA
(con malizia)
Non lo so!...
Meco vorreste mio buon signor,
fare la parte d'inquisitor;
ma il mio silenzio punir saprà
la vostra indocile curiosità.
Sedurmi è vano... timor non ho...
io posso ridere... ma parlar... no.
DON SALLUSTIO
(fra sè)
Dal suo labbro, benché muto,
a bastanza ho già saputo
e l'effetto ne vedrà.
Di partir l'incauta spera,
e non sa che prigioniera
qui cadere or or dovrà!...
CASILDA
(fra sè)
Ei da me saper vorria
perché vengo e chi m'invia,
ma deluso rimarrà.
Freme d'ira, in cor si rode...
e il mio core se la gode...
caro, a me nessun la fa!...
(a Don Sallustio tendendogli la mano)
Marchese, addio.
DON SALLUSTIO
Partite?...
CASILDA
Sì.
DON SALLUSTIO
Che dire al duca per voi dovrò?...
CASILDA
Nulla...
DON SALLUSTIO
Ma pure?...
CASILDA
Basta così...
DON SALLUSTIO
Un detto solo...
CASILDA
(ridendo maliziosamente)
Non parlo... no
DON SALLUSTIO
Se più sollecita partir volete,
ecco la porta.
(accenna la porta a destra)
CASILDA
(avviandosi)
Grazie...
DON SALLUSTIO
In giardino.
Per questa scala discenderete, e poi...
CASILDA
Ben noto m'è già il cammino.
(s'inchina, saluta ed esce: la porta
si richiude dietro di lei)
DON SALLUSTIO
(s'avvicina alla porta e si pone a origliare con molta
premura, finché udendo un piccolo grido represso al di
fuori dà in uno scoppio di riso e si avanza con la gioia
del trionfo sul volto.)
Deludermi sperava... povera pazza!...
Ed or l'ultimo colpo
si dia... Rumor di passi mi sembra udir...
(origliando verso la porta a sinistra)
Sì... forse lui!...
Ch'io per or mi celi...
tempo non è che ad esso mi riveli.
(esce dal mezzo)
Scena Quinta
(Ruy Blas, che entra dalla porta a sinistra
completamente disarmato, indi la Regina)
RUY BLAS
Ferito a morte!...
Sul mio brando ei stesso
mal cauto si gittò!...
Fatale a tutti dunque son io!...
Si rompa questo maligno incanto...
(cava un'ampolla)
RUY BLAS
Ma qual di passi rumor?...
(depone sul tavolo l'ampolla
e va verso la porta di mezzo)
REGINA
(vestita di velluto nero con un velo
parimente nero sul capo entra nel mezzo)
Don Cesare...
RUY BLAS
(con grido disperato)
Ciel!... D’essa!...
REGINA
Donde così agitato?...
RUY BLAS
Perché venisti?...
REGINA
Tu m'hai chiamato...
RUY BLAS
Io?...
REGINA
Mi scrivesti...
RUY BLAS
Che dici?... Io?... no.
REGINA
(traendo un foglio e porgendolo a Ruy Blas)
Ma leggi dunque...
RUY BLAS
(legge)
«Una terribile sventura pende
sulla mia testa...»
(fra sè)
Gran dio!... Che veggo!...
REGINA
(proseguendo a leggere il biglietto)
«Ma la tempesta
la mia regina disperder può...
nella mia casa venir vi supplico...»
RUY BLAS
(fra sè)
Ah! Che obliato l'avea!...
REGINA
Venuta io son...
RUY BLAS
(con disperazione)
Deh!... Parti... Tu sei perduta!...
REGINA
(trasalendo)
Perduta?...
RUY BLAS
(con disperazione)
Fuggi...
REGINA
(con premura)
Casilda ov'è?...
RUY BLAS
Io non la vidi...
REGINA
(con massima sorpresa)
Che fia possibile?...
A te poc'anzi io l'inviai,
ma, non vedendola tornar, volai
qui per proteggerti... vegliar su te.
RUY BLAS
(con sempre crescente insistenza)
Deh! Parti... fuggi...
lasciami... salvati!...
Scena Sesta
(Don Sallustio e detti)
DON SALLUSTIO
(apparisce sulla porta di mezzo)
È tardi!...
RUY BLAS, REGINA
(tra loro)
Lui!
REGINA
(a Don Sallustio con alterezza)
Qui che volete?...
DON SALLUSTIO
(freddamente ed avanzandosi)
Dirvi che trono più non avete...
che vendicato son io...
REGINA
Non più!...
Io non v'intendo...
DON SALLUSTIO
(freddamente ed avanzandosi)
Mi spiego: uditemi...
se questa tresca
da me svelata or fosse...
RUY BLAS, REGINA
(Fra sè)
Il vile!...
DON SALLUSTIO
Disonorata sareste...
REGINA
(con terrore, fra sè)
Dio! Salvami tu!...
DON SALLUSTIO
E poi, reietta dal re, ricovero
vi fora un chiostro...
REGINA
(Fra sè)
Perduta io sono!...
DON SALLUSTIO
Ma ciò non bramo:
togliervi il trono
voglio e lasciarvi la libertà.
REGINA
Come?
DON SALLUSTIO
Un divorzio vi salva e agevole
cosa ottenerlo per voi sarà.
(cava una lettera e gliela mostra)
Al re diretta è questa lettera
con il consenso vostro... firmate...
quindi Madrid con lui lasciate...
e pronto un cocchio...
RUY BLAS
(come colpito da un'idea, fra sè)
Ohimè!...
REGINA
(titubante, fra sè)
Che far?...
DON SALUSTIO
O l'onta e il chiostro o con Don Cesare
sposa felice vivere... e amar...
È ricco, è bello, è nobile,
v'ama d'ardente amore,
vale più assai d'un soglio
del mio congiunto il core!
Con lui la gioia e l'estasi
d'un corrisposto affetto
lungi da qui v'attendono
sotto individo tetto.
REGINA
(titubante, fra sé)
Che far?...
DON SALLUSTIO
(a Ruy Blas sottovoce)
Per voi m'adopero,
farvi felice io voglio.
RUY BLAS
Tutto ora intendo!... Ah Satana
più fiero esser non può!...
DON SALLUSTIO
(alla Regina)
Firmate questo foglio e poi partite...
RUY BLAS
(con slancio vedendo la Regina, che
s'avvia al tavolo per firmare)
Ah! No!...
Ruy Blas e non Don Cesare
è il vero nome mio...
uno staffier son io...
conte non sono...
REGINA
(fulminata)
Orror!...
RUY BLAS
(a Don Sallustio con fierezza)
Ah! Troppo vile ed empio,
signor, voi mi credeste!...
Io d'un servo ho la veste,
ma voi ne avete il cor.
DON SALLUSTIO
(alla Regina con fredda ironia)
Nulla volea nascondervi
avrei parlato poi:
la vostra ancella in moglie
darmi voleste voi,
e per amante in cambio
un servo mio vi do.
(Ruy Blas afferra l'elsa della spada di Don Sallustio,
la trae rapidamente dal fodero, si slancia verso la
porta di mezzo, la chiude e ne toglie la chiave)
DON SALLUSTIO
(con urlo di rabbia)
Olà!...
RUY BLAS
Tacete: il fulmine dell'ira mia scoppiò!...
Angeli o demoni in vostra aita
chiamate... è vano... pietà non sento.
Fu lungo e orribile troppo il tormento,
che il cor finora mi lacerò!...
Morir dovete...
REGINA
Per la sua vita io vi scongiuro... a lui perdono...
perdere io voglio l'onore e il trono,
ma il sangue suo versar non vuò.
RUY BLAS
Per lui pregate che a vostro danno
così vilmente finor tramò?...
Pregate invano: dell'empio inganno
punir io deggio... punir lo vuò!...
DON SALLUSTIO
Schiudi quell'uscio... deponi il brando...
strano è l'orgoglio
d'un servo in cor!...
Del tuo padrone trema al comando...
paventa, o stolto, del mio furor!...
REGINA
Sì, per lui prego: la trama abbietta
sopra il mio core poter non ha:
è nel perdono la mia vendetta,
col mio disprezzo punito è già.
RUY BLAS
(a Don Sallustio investendolo)
Muori...
DON SALLUSTIO
Che tenti?...
RUY BLAS
(levando la punta della spada contro il petto di
Don Sallustio e spingendolo verso la porta a destra)
Là... là...
REGINA
Per dio vi prego...
RUY BLAS
È tardi!...
DON SALLUSTIO
(con urlo di disperazione)
Oh! Mio furor!... Un brando!...
RUY BLAS
(con amarissimo scherno e incalzandolo sempre)
Un vile staffier son io...
non potrei battermi con voi, signor!...
(Don Sallustio rinculando sino alla porta, esce
inseguito da Ruy Blas, che già puntava al suo
petto la spada)
Scena Ultima
(La Regina indi Ruy Blas)
REGINA
(cadendo in ginocchio e levando gli occhi al cielo)
Signor, sulle mie colpe
discenda il tuo perdono!...
Prostrata nella polvere
la tua bontà divina
io per l'ucciso e l'uccisore imploro!...
RUY BLAS
(esce dalla porta a destra senza spada, si ferma
sulla soglia e volgendosi alla Regina, che aspetta
da lui ansiosamente una parola, le dice)
Salva voi siete;
(poi dopo una pausa)
or libero mi sia parlar concesso...
REGINA
(con alterezza)
Signor...
RUY BLAS
(in tono umilissimo)
Di me non prendavi
timore... Io non m'appresso...
ma dirvi vuò che un raggio
splende in me pur d'onore...
che un vil non sono, e nobile,
se non il nome, ho il cuore.
Amor, che mente ed anima
inebriò, mi vinse...
amor nel suo delirio
la mia ragione estinse.
REGINA
Uscire io voglio...
RUY BLAS
Un ultimo accento...
REGINA
E ancor?...
RUY BLAS
Poss'io sperar perdono?...
REGINA
A dio chiedetelo, signor.
RUY BLAS
Né l'avrò mai dall'angelo,
che tanto offesi e amai?...
REGINA
(risoluta)
No...
RUY BLAS
(con accento di profondo dolore)
Giuratelo...
REGINA
Mai!...
RUY BLAS
Spegniti dunque, o cor!...
(prende l'ampolla che è sul tavolo, e beve)
REGINA
(atterrita)
Che feste?...
RUY BLAS
(con mestissima calma)
Un balsamo versai nel seno...
REGINA
Cielo!... Un veleno!... La morte!...
RUY BLAS
No.
Morte era il vivere da voi sprezzato...
REGINA
Se perdonato v'avessi...
RUY BLAS
Termine ai giorni miei
benedicendovi pur dato avrei.
Deh! Rivolgetemi un guardo, un detto...
pietà del misero,
del maledetto!...
Se fui colpevole, scontai l'error
col più terribile d'ogni dolor!...
REGINA
Deh! M'odi... Guardami...
Rispondi... io sono,
che imploro, o misero, il tuo perdono!...
Svanì l'orgoglio,
ti parla il cor;
ti parla il gemito del mio dolor!...
RUY BLAS
(vacilla)
Ohimè!...
REGINA
(accorrendo a lui piena di spavento)
Don Cesare!...
RUY BLAS
Ruy Blas mi chiamo...
REGINA
(con supremo trasporto d'amore)
Ruy Blas, io t'amo!...
RUY BLAS
(raggiante di gioia)
Dio!... M'ama ancor!...
(cade)
REGINA
Soccorso...
RUY BLAS
È inutile...
(le dà una chiave)
Quell'uscio aprite...
qui tutto ignorasi...
signora uscite...
REGINA
Ohimè!... Qual tremito!...
RUY BLAS
(con voce semispenta)
Io muoio amato e perdonato
dal tuo bel cor...
Muoio in un'estasi
di gioia... addio...
(muore)
REGINA
(scuotendolo)
Ruy Blas, rispondimi...
Ruy Blas... gran dio!...
(si getta sul suo corpo oppressa dal dolore,
ed intanto cala la tela)
|
ACTO PRIMERO
(La trama se sitúa en Madrid, parte en el palacio
real, parte en la residencia de Don Salustio)
Escena Primera
(Gran sala en el palacio real de Madrid.
Dos puertas laterales, la de la derecha
conduce a las habitaciones interiores, la
de la izquierda a las antecámaras. Al fondo
una gran galería, que cruza toda la escena.
Colgado de la pared un gran retrato de la
Reina. Una mesa con el elementos de escritura,
sillas y otros muebles. Don Salustio, vestido
de terciopelo negro según la moda de la época
de Carlos II, con el toisón de oro al cuello y a
una amplia capa de terciopelo claro ricamente
bordado, entra pensativo mirando unas flores,
que tiene en mano)
DON SALUSTIO
¡Qué picante es esta aventura!...
Estas flores de Alemania
son las que le gustan a la Reina
más que cualquier otra flor de España;
un hombre las pone ahí, cada mañana,
en el parque por donde ella pasea.
Yo llegué... él saltó el muro y huyó...
su cara no pude ver...
pero bien me pareció reconocer la librea
de uno de mis criados...
¡Ah, realmente, qué picante es esta aventura!...
Escena Segunda
(Un paje y el antedicho; luego Don Guritano, un
viejo militar vestido con exagerada elegancia)
PAJE
Señor....
DON SALUSTIO
(esconde las flores bajo la pechera)
¿Quién viene?...
PAJE
El Mayordomo Mayor pide permiso para entrar.
DON SALUSTIO
Que entre.
(el paje se inclina y sale)
DON SALUSTIO
Seguro que viene de parte de la Reina.
(Don Guritano entra precedido por
el paje, que sale enseguida)
¿A qué buenaventura debo adjudicar,
conde de Onato,
el placer de veros hoy
tan temprano?...
DON GURITANO
Un delicado mensaje
vengo a traer,
noble marqués de Finlas,
en nombre de nuestra soberana.
DON SALUSTIO
Devotamente recibo cada orden
que ella me envía... os escucho.
DON GURITANO
A la preferida de sus doncellas,
bien lo sabéis;
a la más querida, a la más amada...
a la graciosa Arbella, habéis seducido.
DON SALUSTIO
No lo niego; sólo deseo saber
qué quiere y qué pretende...
DON GURITANO
Quiere y pretende
que reparéis el error...
DON SALUSTIO
Yo la amo...
DON GURITANO
Eso no basta.
DON SALUSTIO
(con seriedad)
¿Y qué otra cosa de mí pretende?
DON GURITANO
Qué vuestro nombre, vuestra mano
y vuestro rango le deis...
DON SALUSTIO
(seriamente)
¡Cómo!
DON GURITANO
¿Lo haréis?
DON SALUSTIO
(con desdén)
¡Don Guritano!...
DON GURITANO
Es la reina, la que lo desea...
DON SALUSTIO
(con desdén)
¡Basta ya!...
Más que cualquier bien en tierra,
más que el favor real;
juro, juro mantener,
el honor de mi nombre.
DON GURITANO
¿Y os atrevéis a enfrentaros
con su majestad?...
DON SALUSTIO
Sí, conde.
Deseo llevar la frente bien alta
entre mis pares;
y la propuesta de casamiento
con una humilde doncella
convertiría en despreciable y vil
el apellido de los Bazán.
DON GURITANO
Ni siquiera a un Bazán
le conviene haber jurado en vano,
a un inocente corazón,
eterna fe y amor.
DON SALUSTIO
Basta ya...
DON GURITANO
¿Estáis decidido?...
DON SALUSTIO
Sí, conde, sí.
DON GURITANO
Entonces, la voluntad de la soberana debo,
en consecuencia, haceros saber...
DON SALUSTIO
(frunciendo el entrecejo)
¿Y es?
DON GURITANO
(con solemnidad, pero cortésmente)
Qué antes del ocaso hayáis dejado Madrid
y para siempre.
DON SALUSTIO
(con admiración y desdén)
¿Decís la verdad?... ¿La verdad escucho?...
DON GURITANO
La verdad.
DON SALUSTIO
(con cólera reprimida, para sí)
¡Que oigo!... ¡Ah!
¡Ha decidido privarme o del poder, o del honor!...
DON GURITANO
¿Qué resolvéis?...
DON SALUSTIO
(con orgullo)
Partiré, señor.
(con rabia)
¡Expulsado!... ¡Exiliado!...
¡Ah, no digáis más; tengo el infierno en mi pecho!
DON GURITANO
(con mucha cortesía, acercándose)
Señor, vos sufrís...
DON SALUSTIO
(disimulando, intentando reponerse)
No, no, conde...
DON GURITANO
A tiempo estaríais de...
DON SALUSTIO
(interrumpiéndolo y con resolución)
Al ocaso
estaré muy lejos de esta ciudad.
(con tono de orgullosa ironía)
Mi gran culpa confieso... y la pago...
soy el siervo devoto de su majestad.
(acompaña a la puerta a Don Guritano,
que saluda con exquisita amabilidad y sale)
Escena Tercera
DON SALUSTIO
¡Expulsado!... ¡Exiliado!...
¿Y, yo, Don Salustio de Bazán, deberé sufrir
este feroz agravio en silencio y sin venganza?...
¡Ah, no, por Dios!... Desterrado abandono
Madrid y la corte... mas por poco tiempo:
(volviéndose hacia el retrato de la Reina
con un gesto amenazante)
¡Un día, ella, me volverá a ver
como un genio fatal de la muerte!...
(pasando de la ira al abatimiento)
¡Un día!...
Sí, pero mientras tanto es evidente para todos
la vergüenza de este golpe que me humilla
¡Ay! ¡Y cuánto!...
¡A mis rivales deberé ceder
la gloria que ambiciono!...
¡Pasaré mi vida en soledad,
desterrado y lejos de aquí!...
¡Sobre mi temido poder
el olvido caerá,
y al león caído
el vulgo insultará!...
(animándose y con todo
su orgullo inicial)
¿Insultarme a mí?... ¡No, que tiemblen los viles!...
¡Todavía estoy vivo!...
Y vos, que a tanto os atrevisteis,
temed mi furor;
pues si mi honor me arrebatáis,
yo el vuestro derribaré.
Escena Cuarta
DON SALUSTIO
¡Pensemos en cómo vengarnos!...
Si a ese desconocido amante pudiera conocer...
Seguro que esas flores
fueron recogidas para ella
por la mano de un secreto amante...
¡Si pudiera saber quién es!
RUY BLAS
(vestido con librea y con la cabeza descubierta
entra por la izquierda llevando en la mano una
espada. Se detiene sobre el umbral)
Señor...
DON SALUSTIO
(siempre pensativo)
¡Ah! Ruy Blas...
RUY BLAS
(avanza y pone la espada sobre la mesa)
Esta espada Gil mandó hace poco para vos.
DON SALUSTIO
(siempre sumido en sus pensamientos)
Está bien.
RUY BLAS
Me retiro...
DON SALUSTIO
Espera...
(Ruy Blas se inclina respetuosamente
y se sitúa al fondo de la escena)
DON SALUSTIO
(reflejando mucha preocupación, para sí)
Sí, ese amor oculto favorecería
en gran medida mis proyectos.
RUY BLAS
(al ver el retrato de la Reina se para
casi extático a contemplarlo)
¡Ay, qué hermosa es!...
¡Oh, cuánto arde en mi pecho el amor por ella!...
¡Mi corazón, arrebatado,
es presa de un dulce hechizo de sólo mirarla!...
DON SALUSTIO
(para sí)
Interroguémoslo, quizá él pueda informarme
acerca del hombre que vi huir en el jardín...
(se vuelve y ve a Ruy Blas absorto en el retrato)
¡Que veo!...
¡Contempla extasiado
el retrato de la Reina!...
RUY BLAS
(para sí)
¡Oh, cómo la amo!...
DON SALUSTIO
(llamándolo)
¡Ruy Blas!...
RUY BLAS
(para sí)
Poder verla siempre... ¡otra cosa no deseo!
DON SALUSTIO
(para sí)
¡No me oye... no contesta...
le habla al retrato!...
Se turba, se confunde,
perdido está en sus pensamientos.
RUY BLAS
(para sí)
Y no quiero maldecir
mi funesta suerte,
si a ti feliz en el trono
siempre te puedo ver...
DON SALUSTIO
(volviendo a sus reflexiones, para sí)
El hombre que dejó las flores
tenía precisamente esa misma librea...
¡Ah! ¡Si fuera él!...
¡Es infernal la idea que se agita en mi mente!...
Pero aún así, ¿y si fuera verdad?...
Hagamos otra prueba...
(saca las flores escondidas en la escena primera)
Ruy Blas...
(llamándolo de nuevo)
¡Ruy Blas!...
RUY BLAS
(sale de su ensimismamiento y se vuelve de prisa)
¡Señor!...
DON SALUSTIO
Debo dejar esta tarde Madrid:
encárgate de preparar todo para mi partida.
RUY BLAS
Como ordenéis, excelencia...
DON SALUSTIO
Estaré ausente mucho tiempo, por lo cual...
(juega con mucha naturalidad con las flores
de modo que Ruy Blas las vea)
RUY BLAS
(viendo sus flores, para sí)
¡Cielos!... ¡Mis flores en sus manos!...
DON SALUSTIO
(triunfante y con alegría, para sí)
¡Es él!...
Y ahora ¡oh, mujer!...
Mi venganza está próxima.
¡Pefiéndete, si puedes,
pues yo sabré como golpearte!
RUY BLAS
(para sí)
¿Que será lo que en su corazón
despierta tanta dicha?...
Casi me causa terror
su extraña alegría.
DON SALUSTIO
(pone las flores sobre la mesa y cambia
el tono y el argumento de su discurso)
Estamos de acuerdo. Y ahora dime,
si por casualidad, alguno te ha visto aquí,
o en otro lugar con la librea...
RUY BLAS
Nadie, ni aquí, ni en otro lugar.
DON SALUSTIO
¡Muy bien!
Pues quedas ascendido al rango de secretario
(le indica a Ruy Blas que se siente en la
mesa; él obedece y se dispone a escribir)
DON SALUSTIO
Escribe, que yo te dictaré.
No es más que una dulce y gentil nota
a la reina de mi corazón...
(empieza a dictar y Ruy Blas a escribir)
"Señora Práxedes: Una terrible
desdicha pende sobre mi cabeza,
estoy perdido, pero esta tempestad,
reina mía, podéis dispersar.
Os suplico venir a mi casa
cuando bien avanzada esté la noche;
cubríos el rostro con un negro velo;
la puerta secreta haré abrir."
DON SALUSTIO
(acercándose a la mesa y mirando
con complacencia el escrito)
Muy bien: fírmalo.
RUY BLAS
¿Con vuestro nombre?
DON SALUSTIO
No, con el de Don Cesare...
mi nombre de aventuras...
RUY BLAS
(doblando la hoja, se dispone a
escribir la dirección)
¿A quién debo dirigir esta nota?...
DON SALUSTIO
Dámela, yo me ocuparé
de enviarla a su destinataria.
(toma la hoja y la guarda en su levita)
Siempre me has sido fiel
y yo ahora quiero recompensarte dignamente.
Para servir no has nacido.
Un destino inicuo te puso en tan bajo estrato
y yo deseo elevarte a una alta posición.
RUY BLAS
Mi Señor...
DON SALUSTIO
Pero primero debes jurarme
que siempre me serás fiel.
RUY BLAS
Lo juro.
DON SALUSTIO
Escríbelo...
RUY BLAS
Dictadme...
(se dispone de nuevo a escribir)
DON SALUSTIO
(le dicta lo que sigue)
"El que suscribe,
lacayo de Don Salustio Bazán,
promete y jura por la presente,
obedecer en el futuro todas sus órdenes".
Ahora escribe tu nombre...
RUY BLAS
(firma el escrito)
Esta listo...
DON SALUSTIO
Bien: dámelo.
(toma esta nota y la pone junto a la otra, luego,
asumiendo un tono mucho más familiar, dice:)
¿Y ahora no quisieras
despojarte de estas humildes
y despreciables ropas?
RUY BLAS
¿Qué decís?...
DON SALUSTIO
¿Te sorprendes?... Pues bien, ¡quítatelas!
RUY BLAS
¿De veras?...
DON SALUSTIO
¡Vamos, adelante! Confía en mí...
(Ruy Blas se quita la librea y queda vestido con
un jubón de terciopelo negro con mangas largas
hasta las muñecas ornado de festones de seda)
DON SALUSTIO
Muy bien...
(toma la espada que está sobre la mesa y se la da)
Cíñete ahora mi espada.
RUY BLAS
(obedece casi automáticamente, para sí)
No sé, si lo creo, o dudo...
No sé, si temo o tengo esperanzas...
Delira mi mente
y el corazón se agita en mi pecho.
¡No más servir!...
¡Quebrantar mi funesto yugo!...
¡Gran Dios, si éste es un sueño,
que no despierte!...
DON SALUSTIO
Y tú, Ruy Blas,
sobre los hombros ponte mi capa...
(se quita la capa y se la pone)
Así... muy bien...
(entra un instante a la habitación de la derecha y
vuelve con un sombrero que pone sobre la mesa)
DON SALUSTIO
El sombrero...
RUY BLAS
(intentando salir de la incertidumbre
y vencer su estupor, para sí)
¡No es un sueño!...
DON SALUSTIO
(mirando hacia la puerta)
Por ahí llegan unos cortesanos,
muéstrate digno de tu aspecto.
(observándolo de los pies a la cabeza)
¡Pareces un perfecto caballero!
A mi modo de ver...
Escena Quinta
(Don Pedro y Don Fernando, entran
hablando afablemente)
DON SALUSTIO
(Va al encuentro de los recién llegados con
actitud de noble caballero y les estrecha
a ambos familiarmente las manos)
¡Conde, buenos días; marqués, os saludo!...
DON PEDRO
(devolviendo el saludo)
Siempre tan gentil...
DON FERNANDO
(devolviendo el saludo)
Siempre tan cortés...
RUY BLAS
(Para sí)
¿Qué será de mí?...
DON SALUSTIO
(señalando a los otros dos a Ruy Blas,
que permanece aparte)
Os presento a mi primo hermano,
recién llegado del Brasil
DON PEDRO
(tendiéndole la mano)
Os saludo...
DON FERNANDO
(tendiéndole también la mano)
Mucho gusto...
RUY BLAS
(inmovilizado y asombrado. Para sí)
¡Ay de mí!...
DON SALUSTIO
(a Ruy Blas)
¡Ea, vamos, mi buen Don Cesare!
¿A qué tanto estupor?...
¡Hablad!...
(en voz baja)
Secúndame...
RUY BLAS
(en voz baja y dubitativo)
Pero... yo... no sé, señor...
DON SALUSTIO
(a los otros dos)
Es que lleva doce años ausente...
DON PEDRO
Se le creía muerto... ¡Y era un error!...
DON SALUSTIO
(sonriendo)
¡Los maledicentes!...
(toma del brazo a Don Pedro,
lo lleva aparte y le dice)
Conde, por propio gusto
quiero dejar Madrid
esta tarde...
DON PEDRO
(interrumpiéndolo)
¿Partís?...
DON SALUSTIO
¡Pero volveré muy pronto!...
(sigue hablando en voz baja con él a un lado)
DON FERNANDO
(acercándose a Ruy Blas)
Entonces ¿convenís?...
RUY BLAS
No sé qué decir...
DON FERNANDO
Tenemos un origen común.
Sois un par mío,
pues nuestras bisabuelas eran primas.
DON SALUSTIO
(a Don Pedro continuando la conversación)
Os lo confío...
DON PEDRO
Os juro que lo protegeré.
DON SALUSTIO
(se aparta de Don Pedro y se acerca a
Don Fernando llamándolo)
¡Don Fernando!...
DON FERNANDO
(deja a Ruy Blas y va hacia Don Salustio)
Aquí me tenéis...
DON SALUSTIO
Al bueno de Don Cesare
también a vos os lo encomiendo.
Desea obtener en la corte
un decoroso empleo...
DON FERNANDO
Y no será imposible...
DON PEDRO
Veremos...
DON SALUSTIO
(bromeando)
Yo se lo ruego...
Querría que en nuestra patria
él fijara definitivamente su domicilio
y sentara cabeza...
DON FERNANDO
(bromeando)
¡Para que luego sea su heredero!...
RUY BLAS
(Para sí)
¿Qué más puedo esperar? ¿Qué pensar?
Mi mente está cofusa;
no sé si es un sueño,
o si estoy despierto.
Escena Sexta
(Un ujier antecede a la Reina)
UJIER
(desde el fondo)
¡Su majestad se acerca!
¡Ocupen cada uno su sitio!
(Ante este anuncio varios gentilhombres y
nobles del reino entran en escena, se unen a los
precedentes y se alinean en una larga fila. Don
Pedro y Don Fernando se ubican cerca de los
arcos de la galería)
RUY BLAS
(sobresaltado y yendo hacia el frente)
¡Dios!...
DON SALUSTIO
(corre hacia él y le dice en voz baja
con tono imperativo)
Que de tu alma oprimida
no surja ninguna palabra.
¿Por qué temblar,
si tanto te sonríe la suerte?...
¡Ánimo!... Yo parto y mientras tanto
tú te quedás en la corte.
RUY BLAS
¿Yo en la corte?...
DON SALUSTIO
Sí, mi pequeña casa,
junto al puente,
te dejo de regalo.
Llevarás el título de conde.
UJIER
La reina...
(La Reina ricamente vestida y con la cabeza
descubierta aparece bajo un dosel de terciopelo
rojo llevado por cuatro pajes. Algunos guardias
la preceden. La Duquesa de Albuquerque y
Casilda marchan detrás; otras damas las siguen.
Cercano a las damas está Don Guritano con
varios gentilhombres. Después de ellos una
doble fila de pajes. Todos los Grandes de España
alineados al paso de la reina permanecen con la
cabeza cubierta. El cortejo cruza la galería de
una punta a la otra.)
CORO
A la graciosa y piadosa doncella,
que de España es orgullo y honor,
sonría benigna desde el cielo
la estrella de la esperanza, la alegría y el amor.
Si de lo alto de tu trono
diriges hacia abajo tu mirada,
verás que aquí todos
somos tus siervos devotos.
DON SALUSTIO
(viendo a Ruy Blas, que embelesado por la visión
celestial de la reina se descubre, corre junto a él
y le habla en voz baja)
¡Cúbrete!...
Eres un Grande de España...
No te traiciones...
Otras órdenes de mí recibirás...
RUY BLAS
Pero es que... yo aquí ...
Explicadme... ¿qué debo hacer?...
DON SALUSTIO
(señalando a la Reina)
Amarla...
RUY BLAS
¿Qué?... ¿Debo amarla?...
DON SALUSTIO
Y hacerte amar por ella.
(el cortejo desaparece; Don Pedro, Don
Fernando y el resto de los nobles los siguen )
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Sala contigua al dormitorio de la Reina.
A la derecha una puerta, a la izquierda
una ventana bastante grande con cristales
hasta el suelo, desde la que puede ver una
amplia terraza externa. Una imagen
de Santa María Esclava, delante de la
cual arde una lámpara. Un retrato del
rey Carlos II, de tamaño natural y de pie.
Una mesa sobre la que hay un lujoso cofre
taraceado con marfil, algunos libros y útiles
para escribir. Un sillón con un pequeño
escabel. Delante de la imagen de la santa
un reclinatorio de terciopelo carmesí. Un
macetero algo elevado con flores variadas.
La Reina está sentada e intenta leer un libro;
Casilda se ha sentado sobre el escabel y borda;
la Duquesa, sentada, también con un bordado
en sus manos. Don Guritano está de pie a
la derecha cerca de la puerta. Algunas damas
de compañía reunidas junto al macetero se
ocupan de entrelazar guirnaldas y ramilletes
de flores. La Reina está vestida elegantemente
de blanco; la Duquesa de terciopelo negro)
DAMAS DE COMPAÑÍA
Compongamos y entrelacemos
ramilletes y guirnaldas de flores,
y que mientras tanto nuestros labios expresen
un dulce canto inspirado por el corazón.
Canto y flores son tesoros
que manda desde el cielo nuestro Señor.
REINA
(a Casilda)
¿Todavía están allí esos pobres?...
CASILDA
(dejando el bordado va a la ventana)
Sí.
DUQUESA
(se levanta y se dirige a Don Guritano)
¿Los haréis castigar?
REINA
(en tono imperioso)
¡No, Duquesa, deteneos!...
(dándole a Casilda un bolso)
Dadles estas monedas.
(La Duquesa se sienta con visible descontento)
CASILDA
(Mirando a la Duquesa, para sí)
¡Cruel!...
(arroja el bolso por la ventana)
REINA
(vuelve a leer, pero deja enseguida
el libro sobre la mesa exclamando)
No puedo leer...
¡Intento distraerme en vano!...
CASILDA
(a la Reina, burlonamente)
¡Dadle un poco de limosna
también a Don Guritano!...
REINA
(volviéndose a él con aire distraído)
¡Buenos días, conde!...
DON GURITANO
(se adelanta, y poniendo una rodilla en tierra,
besa la mano de la Reina. Luego vuelve a su
sitio y suspirando exclama para sí)
¡Es un ángel!...
CASILDA
(imitándolo, para sí)
¡Vaya con el viejo!...
Verdaderamente me hace reír...
(observando la cajita, que está sobre la mesa)
¡Ay! ¡Qué hermosa cajita!...
REINA
Reliquias...
CASILDA
(abriéndola y observando el interior)
¡Un relicario!...
REINA
(a las damas que le ofrecen flores)
Gracias...
(Para sí)
¡Ay de mí!...
¡No, no son mis flores predilectas!...
(levantándose)
Deseo salir...
CASILDA, DAMAS
¡Sí!... ¡Sí!...
DUQUESA
(se levanta y hace una profunda reverencia)
Perdón, pero...
REINA
(impaciente)
¿Algún nuevo obstáculo?...
DUQUESA
Las leyes de la corte imponen
que a su majestad
solamente le abra las puertas
el gran chambelán...
y él no está presente.
REINA
(con profunda tristeza, para sí)
¿Es que acaso no podré
alejar de mi mente
esta idea fija?...
(en voz alta, con decisión, a Casilda y las damas )
¡Ahora, vamos!... ¡Juguemos!...
DUQUESA
No está permitido tampoco
que alguien juegue con la reina,
a menos que sea
un Grande de España...
y ninguno de ellos está presente...
REINA
(con apasionado ímpetu, para sí)
¡Oh, mi dulce Alemania!
¡Oh, mi tierra natal!
¡Oh, madre, desde lo profundo
de mi corazón oprimido
cómo te reclaman
mis suspiros!...
En el castillo paterno
podía correr libremente
desde el monte al valle,
sobre hierbas y flores...
Y cuando sobre el pecho materno
mi corazón latía...
¡cómo sentía que la vida
es una felicidad!
Ahora, una sola flor me ha llegado
de una mano desconocida,
mientras me embriaga y me anima
una misteriosa turbación...
CASILDA
(Para sí)
¡Siempre gruñendo
esta vieja bruja!...
DAMAS
(Para sí)
Esta mujer con sus códigos,
realmente es demasiado severa...
REINA
(Para sí)
¡Volvamos a mi eterno sueño fatal!...
(va a sentarse de nuevo sobre el sillón, y
toma distraídamente el bordado de Casilda)
CASILDA
(a la Reina)
¿Os gustaría oír una balada?...
REINA
(con indiferencia)
Quizás...
CASILDA
Probemos...
DAMAS
¡Sí!... ¡Sí!...
CASILDA
(con ironía, a la Duquesa)
Nos permite...
DUQUESA
(con seriedad)
Haced lo que deseáis...
CASILDA
(Para sí)
¡Oh, por fin!...
(en voz alta)
¡Oíd!... Había una vez un diablo...
DUQUESA
(interrumpiéndola)
¡Casilda!... ¿Qué decís?...
CASILDA
¿No os gusta el exordio?...
Pues entonces lo cambiaré por este:
Había una vez una duquesa
vieja, aburrida, fea y orgullosa,
que martirizaba el joven corazón
de una hermosa y gentil doncella.
Pero un día un llegó
un próvido mago que a la vieja
le hizo cambiar su naturaleza
¡transformándola en un ratón!...
¡Viva el brujo liberador!...
DAMAS
¡Viva el brujo liberador!...
REINA
(con una triste sonrisa)
¡Loquilla!...
DUQUESA
(perdiendo la compostura)
¡Insolente!...
CASILDA
(de inmediato y con malicia)
No he terminado aún...
DON GURITANO
(Para sí)
¡Qué imprudente!...
CASILDA
(a la Reina)
¿Puedo continuar?...
REINA
(asiente con un gesto)
¡Sí!... ¡Sí!...
CASILDA
El ratón airado conservó la misma
maliciosa rabia de la duquesa,
y de la hermosa y gentil doncella
royó la bonita capa bordada en oro.
Pero un día lo atrapó un gato...
Entre sus afiladas garras lo aprisionó
y en un instante se lo comió...
¡Viva el gato liberador!...
DAMAS
¡Viva el gato liberador!...
DUQUESA
¡Basta ya... es suficiente!...
CASILDA
(riendo)
Mi historia acabó.
(a la Reina en voz baja)
Y después, si queréis
escapar esta tarde
de las barbas de la bruja,
tengo aquí una llave...
REINA
(a Casilda en voz baja)
No, puede que alguien llegara a sospechar...
CASILDA
(a la Reina en voz baja)
De eso no temáis...
REINA
(a Casilda siempre en voz baja)
¿Y cómo?... ¿Así?.. ¿Sola?...
CASILDA
(a la Reina, en voz baja)
Yo os acompañaré.
VOCES INTERNAS
Cuando el pajarillo del bosque
gorjea por la mañana,
tu divina voz,
yo reconozco...
Cuando con el sol de mayo
la primavera reluce,
yo en tus pupilas
reconozco su luz...
Cuando la más bella flor
da vida a la nueva primavera
yo digo que esa flor
es igual a tu hermoso corazón...
La rosa más hermosa
y el astro matutino
y el pájaro cantor
se llaman amor.
REINA
(como en éxtasis al oír este canto)
¡Amor!... Pero la ansiedad
de mi conmovido corazón,
que describir no puedo
y que sin embargo siento en mí,
quizás sea
¡la divina voluptuosidad del amor!...
DUQUESA
Ese canto no es adecuado para una reina.
DAMAS
(agolpándose cerca de la ventana)
¡Son jóvenes campesinas que van a trabajar!
DUQUESA
¡Que las echen!...
CASILDA
(mirando de reojo a la Duquesa)
¡Qué víbora!...
REINA
(a la Duquesa severamente)
¡Dejadlas cantar!...
(a las damas)
¡Es agradable esa canción!...
CASILDA
(señalando el pretil de la balaustrada)
¿Queréis verlas?
DUQUESA
(levantándose e impidiendo, con una profunda
reverencia, que la Reina vaya a la ventana)
La Reina no puede mostrarse en la ventana.
REINA
(con ímpetu, para sí)
¡Todo me está prohibido!...
¡Soy una prisionera!...
CASILDA
(acercándose a la Reina le dice en voz baja)
¡Vos sufrís!...
REINA
(también en voz baja y con dolor)
¡Sí, mucho!...
DUQUESA
La hora de la oración ha sonado.
CASILDA
(Para sí)
¡Qué malvada e hipócrita!...
DUQUESA
(a las damas)
Retirémonos...
(Casilda besa la mano, que la Reina le ofrece)
REINA
(abrazándola)
¡Adiós!
CASILDA
¿No me dais ninguna orden?
REINA
No. Ruega por mí a Dios.
(todos salen, menos la Reina)
Escena Segunda
REINA
¡Sola, con mis pensamientos!...
¡Sola, con mis sueños!...
Entonces... ¡Pensemos y soñemos!...
(cae en una breve atonía de la que
se repone de inmediato)
¡Ah, no, las imágenes de mi fantasía
me provocan miedo!
Recemos...
(va al reclinatorio donde permanece en actitud
de oración, luego se levanta con resolución)
¡Ay de mí!... ¡No puedo!... ¡Mis labios murmuran
una plegaria, pero mi corazón está ausente!...
(saca de su seno un ramillete de flores, similar
al que tenía Don Salustio en el primer acto)
¡Oh, queridas flores!... ¡Misterioso regalo
de una desconocida mano amiga!...
¡Más que a mi trono, más que a toda alegría
y a todos los bienes, yo os amo,
oh, queridas flores!...
Pero hoy estáis teñidas de sangre.
Una huella de sangre también vi sobre el muro...
Con las puntas de hierro de la reja él,
seguramente, se ha herido.
¡Hallé un jirón ensangrentado de su ropa!
¡Se ha herido por mí!...
(saca del bolsillo del cinturón una carta)
Y esta nota... estas dulces frases de amor,
que me llegan dulcemente al corazón...
¡Releerlas no quiero... no debo hacerlo...
ya demasiado me deleité con ellas!...
(guarda la carta, pero conserva las flores)
¡Ay! ¿Quién me defiende de mis sueños?...
¿Quién le devuelve la paz a mi alma?...
¡Imagen dorada de mi pensamiento,
dulce misterio de un casto amor!
Dado que nadie me socorre
¡a ti recurre mi mente y mi corazón!...
Quienquiera que tú seas, secreto amigo,
yo te bendigo y te invoco siempre;
hasta mí no llega otra alegría
que la fragancia de estas flores.
(luego, como arrepentida por sus pensamientos)
¿Qué dije?... ¡Ay de mí!...
¡Estoy loca!
Vanos deseos,
¡alejaos de mí!...
Mi mayor fortuna
ha de ser siempre,
tan como lo quiero,
ser una fiel esposa.
Además, en este sitio
es pecaminoso tener un desahogo
aún con una lágrima
o con un suspiro...
¡Huye de mi corazón,
fantasma de amor!
No me arrebates
ni mi fe ni mi honor...
(cayendo de rodillas y elevando
los ojos y las manos al cielo)
¡Y Tú, gran Dios, Tú,
guíame en esta desigual batalla!...
¡Siento un dolor en el alma,
que ningún otro dolor iguala!...
¡Contra esta ansiedad indómita
defiéndeme, oh Señor,
dame fuerzas y coraje
para salvarme de mi propio corazón!...
Escena Tercera
(Un lacayo y la Reina; luego la Duquesa,
Casilda, Don Guritano y las damas. Después,
Ruy Blas, con lujoso ropaje de noble español)
UJIER
(abriendo la puerta)
¡Un mensaje del rey!
REINA
(estremeciéndose ante este anuncio)
¡Del rey!... ¿Es que el cielo
me envía un consuelo
en este instante de supremo desaliento?...
¡Oh, Carlos! ¡Oh, Carlos! ¡Tú puedes salvarme!...
(volviéndose hacia el retrato del Rey)
¡Que una palabra de amor
contenga tu carta... una sola palabra...
y estaré salvada... así lo espero!...
(Todo los demás entran en este instante. La
Duquesa en primer término. Ruy Blas, queda
detrás de todos en el umbral. Avanzan dos
pajes, que llevan sobre un cojín de seda, la
carta del Rey y se arrodillan ante la Reina)
REINA
¿De dónde viene esta carta?...
DUQUESA
De Aranjuez, donde el Rey está de cacería.
(toma la carta; los pajes se apartan)
REINA
(a la Duquesa)
Dádmela.
DUQUESA
La costumbre obliga
a que yo la abra primero y la lea.
REINA
(Para sí)
¡Otro fastidio más!...
(A la Duquesa)
Pues bien, leedla.
DUQUESA
(lee)
"Señora. Un viento horrible
sopla desde el norte;
sin embargo, ayer matamos seis lobos.
firmado: Carlos"
REINA
(con tono desesperado, para sí)
¡Ay de mí!...
DON GURITANO
(asombrado)
¿Nada más?...
CASILDA
(admirada)
¿Eso es todo?...
DUQUESA
¿Acaso no basta?
CASILDA
(con malicia)
¡Oh, es demasiado!...
REINA
¿Al menos está escrita por su mano?...
DUQUESA
(observando de nuevo la carta)
No. Dictada, pero firmada por su mano.
(le da la carta)
REINA
(Para sí)
¡Ay, pobre corazón!...
(echando un vistazo sobre el papel)
¡Cielos!... ¿Qué veo?... ¡No es un sueño!...
¡Este papel es del mismo tipo
que el que hallé con las flores!
(A la Duquesa)
¿Quién trajo esta carta?...
DUQUESA
Un joven escudero,
que su majestad le asigna a la Reina.
REINA
¿Su nombre?...
DUQUESA
Don César de Bazán, conde de Garofa.
REINA
Hacedlo pasar para que yo lo vea.
DUQUESA
(a Ruy Blas, que avanza contemplando
con arrobamiento a la Reina)
¡Avanzad!...
REINA
¡Buen días, Conde!
(Ruy Blas se inclina respetuosamente)
CASILDA, DAMAS
(Para sí)
¡Por sus maneras y por su aspecto
es muy gentil y gallardo!...
RUY BLAS
(con alegre entusiasmo, para sí)
¡Por fin la oigo!... ¡Al fin la veo!...
Tanta alegría ¡ay de mí!
no puedo contener...
DON GURITANO
(Para sí)
¡El joven escudero a su lado!...
REINA
(a Ruy Blas)
Quiero saber a quién
el Rey dictó esta carta para mí.
RUY BLAS
(titubeando e intentando disimular)
A... a uno de sus ayudantes...
CASILDA
(en voz baja, a la Reina)
¿Estáis temblando?...
REINA
(por lo bajo, a Casilda)
¿Yo?... ¡No, no: calla!
(A Ruy Blas)
Conde, decidme
el nombre de ese ayudante,
RUY BLAS
(titubeando)
Lo ignoro,
dado que éste es el tercer día
de mi llegada a Madrid.
REINA
(agitada, para sí)
Y el repetido regalo de las flores
lo he encontrado justamente
desde hace tres días...
¡Oh Dios, cómo esta situación
aumenta la conmoción de mi corazón!...
¡No sé qué pensar... no sé qué decir!...
¡La melodía de sus palabras...
su aspecto dulce y gracioso...
y su mirada, me impresionan!...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Está casada!...
¡Oh, celos!...
CASILDA
(mirando ora a la Reina ora a Ruy Blas, para sí)
Ella tiembla...
Él está turbado...
DON GURITANO
(fríamente y en voz baja a Ruy Blas)
Quizás no sabéis ¡oh, conde!
qué tareas deberéis realizar...
RUY BLAS
(por lo bajo a Don Guritano)
No...
DON GURITANO
(en voz baja a Ruy Blas)
Velar siempre deberéis
la puerta de su habitación...
RUY BLAS
(por lo bajo a Don Guritano)
¿Y luego?...
DON GURITANO
(en voz baja a Ruy Blas)
Si el Rey llega, abrirle...
RUY BLAS
(como fulminado)
¿Yo?...
DON GURITANO
(en voz baja a Ruy Blas)
Vos.
(alejándose y mirándolo atentamente, para sí)
¡Está conmovido!...
RUY BLAS
¡Abrirle yo al rey!...
REINA
(mirando a Ruy Blas, que vacila y se apoya en
el sillón en el que estaba sentada la Duquesa)
¿Qué le sucede?...
(con creciente emoción, para sí)
Le tiemblan las piernas...
(Casilda acude junto a Ruy Blas; la Reina se
acerca también apenas disimulando su alarma;
las damas forman un círculo alrededor del sillón,
sobre el que Ruy Blas está apoyado. La Duquesa
va junto a Don Guritano, que observa
atentamente a Ruy Blas y la Reina)
CASILDA, DAMAS
¡Ayudadlo!...
RUY BLAS
(confuso y titubeante)
Perdonadme...
(Para sí)
¡Es la esposa del Rey!...
REINA
(con premura)
¡Vamos, calmaos!
RUY BLAS
No es nada... quizás el largo viaje...
el cansancio...
(se abandona sobre el sillón, deja caer la capa
que lleva sobre el brazo, y descubre una mano
vendada)
CASILDA
¡Ay!... ¡Está herido!...
REINA
(con un grito involuntario)
¿Es posible?...
DAMAS
¡Se desmaya!...
DON GURITANO
(A la Duquesa, con malévola intención
y fina ironía)
¡El escudero despierta en ella mucha inquietud!...
DUQUESA
(a Don Guritano)
¡Extraña es en verdad la situación!...
CASILDA
¡Traed las sales!...
REINA
(saca de su bolsillo un frasquito de perfume
y a la vez arranca un jirón de su encaje)
¡Toma!...
(Observa que el puño de la camisa de Ruy Blas es
igual al jirón de encaje que ella tiene en la mano)
¡Oh, qué veo!...
(Ruy Blas aspira el perfume y se reanima)
CASILDA, DAMAS
¡Ya está!... ¡Ya recobra el sentido!...
REINA
(Para sí)
¡El encaje, es el mismo!...
RUY BLAS
(viendo el jirón de encaje en las manos
de la Reina y levantándose. Para sí)
¡En su mano!.... ¡Oh, qué alegría!...
REINA
(con entusiasmo, para sí)
¡Es él!...
He revelado el misterio
de mi bello sueño
y sobre mi mente
desciende un tibio rayo de luz...
La dulce belleza
de mi virginal amor
nadie en el mundo
podrá arrancar de mi corazón.
RUY BLAS
(conteniéndose, para sí)
¡Ah, si pudiera morir
de amor a sus pies!...
¡Calla... refrénate, oh corazón,...
podrías traicionarte!...
DUQUESA, DON GURITANO
(Para sí)
¡Ah, aquí realmente hay un secreto
que a su debido tiempo será revelado!
Su corazón y su mente
me serán conocidos.
CASILDA
(mirando a Ruy Blas, para sí)
Me parece que en su mirada
se lee su pensamiento;
su corazón intenta luchar
contra el respeto y el deber.
DAMAS
(Para sí)
Su mal pasajero
se desvaneció como una sombra;
pero el desmayo traicionó
el secreto de su corazón.
REINA
(a Casilda y a las damas)
¡Seguidme!...
(a Ruy Blas)
¡Conde, adiós!...
(Para sí)
¡Dios mío, ahora vela sobre mi corazón!...
(todos salen menos Ruy Blas)
Escena Cuarta
(Ruy Blas, luego Don Guritano)
RUY BLAS
¡Gracias, Dios mío!...
¡Frena tus latidos, oh corazón!...
(recoge el jirón de encaje caído
al suelo y lo besa)
¡Ella lo guardó!...
¡Oh, estoy loco de alegría!...
DON GURITANO
(entra con actitud ceremoniosa, se acerca
a Ruy Blas y en tono solemne le dice)
Señor conde...
RUY BLAS
Señor...
DON GURITANO
(siempre en tono solemne)
En Alicante
el barón de Viserta
osó mirar
a mi bella enamorada...
¡y yo lo maté!
RUY BLAS
(sorprendido)
¿Y bien?...
DON GURITANO
Más tarde,
el marqués de Vázquez
envió un ramillete de flores
a mi amante preferida
¡y mi espada le traspasó el corazón!...
RUY BLAS
¿Qué queréis decir con eso, señor?...
DON GURITANO
Quiere decir que vos, Don César,
tenéis un nombre honoorable;
y que yo, soy Don Guritano...
¿Está claro lo que pienso?
RUY BLAS
(con incertidumbre siempre creciente)
No.
DON GURITANO
Sabed entonces
que al surgir el nuevo día
os espero cerca del bosquecillo
que hay junto al parque...
RUY BLAS
(sumamente sorprendido, pero con dignidad)
Allí estaré.
CASILDA
(entra sin ser vista
y oye las últimas palabras)
¡Se desafían!... La Reina debe saberlo ya mismo...
(entra en las habitaciones de la Reina)
RUY BLAS
A vuestra cita, puesto que lo juré, iré;
pero os lo ruego,
¿explicadme por qué queréis batiros conmigo?...
DON GURITANO
¿No lo sabéis?...
RUY BLAS
Os juro que no lo sé.
DON GURITANO
(sonriendo irónicamente)
Tenéis mucho talento...
RUY BLAS
Es posible... pero sigo sin comprender...
DON GURITANO
Yo en cambio todo lo entiendo... ¡y todo lo veo!
RUY BLAS
Entonces, hablad, os lo suplico...
DON GURITANO
(serio y a media voz)
Si mi rival ¡oh, Conde! vos fuerais...
RUY BLAS
(sorprendido y confuso)
¿Qué?...
DON GURITANO
(con aire de triunfo)
¡La frente bajáis!...
RUY BLAS
(con orgullo)
¡Ah! ¡No, Señor!
DON GURITANO
Más, no me preguntéis...
RUY BLAS
¡Mucho habéis dicho ya!... ¿Cuándo?...
DON GURITANO
Mañana... ya os lo dije.
RUY BLAS
¡Está bien!
DON GURITANO
Al alba...
RUY BLAS
Tenéis mi palabra.
DON GURITANO
¡La espada entre nosotros decidirá!...
(se dan la mano con fuerza, pero serenos)
DON GURITANO, RUY BLAS
Mañana, en cuanto desaparezca
del cielo el velo de sombras,
al campo del honor
cada uno de nosotros irá.
Las espadas cruzaremos...
Lucharemos valientemente...
nuestros corazones
no conocen la vileza.
(Ruy Blas sale)
Escena Quinta
(Llegan la Reina y Casilda)
DON GURITANO
¡Morirá!... De eso estoy seguro...
Sin embargo ¡no tembló!...
¿Quién llega?
CASILDA
(en voz baja a la Reina)
Está solo...
REINA
(avanzando hacia Don Guritano)
Señor, os buscaba...
CASILDA
Os estábamos buscando...
DON GURITANO
(inclinándose con galantería)
Es un gran honor ¿qué necesitáis de mí?...
REINA
¡Ah, nada, señor!...
CASILDA
O al menos... bien poco.
DON GURITANO
Hablad...
REINA
Hace un instante hablábamos de vos...
DON GURITANO
¿De mí?...
REINA
Sí, pero antes de que os diga el resto
querría que me dijerais si estáis dispuesto
a cumplir cualquier mandato de mi parte...
DON GURITANO
¡Lo juro, oh mi Reina!
REINA
(señalando a Casilda)
Y sin embargo... ¡ella osó dudarlo!
DON GURITANO
(a Casilda con un poco de resentimiento)
¡Por ella moriría,
os doy mi sagrada palabra de honor!...
CASILDA
Sí... sí... pero una prueba sería mejor.
DON GURITANO
¡Habla, oh reina mía!...
REINA
¿Estáis decidido?...
DON GURITANO
¡Ordenad!...
REINA
Pues bien, al instante deberéis partir...
DON GURITANO
¿Partir?...
REINA
A mi amado castillo natal
y entregar a mi padre
este recuerdo mío...
(toma el cofrecito y se lo entrega)
DON GURITANO
Majestad...
CASILDA
(riendo irónicamente)
¡Ja! ¡Ja! ¿Qué decís?...
DON GURITANO
(resentido)
¡Casilda!...
CASILDA
(riendo irónicamente)
¡Él moriría por...
DON GURITANO
(a la Reina, nervioso)
Mañana...
CASILDA
(a la Reina)
¿Lo oís?...
REINA
No, de inmediato: esta es la prueba que espero,
que requiero, que deseo, que pretendo de vos,
querido conde... Si yo os lo ruego,
os lo pido, ¿podréis negaros? No lo creo.
Partiréis de inmediato... Estoy segura de ello...
Una carroza os espera junto al muro del parque...
¡No os demoréis, no os conviene!...
DON GURITANO
Majestad, un compromiso de honor me retiene...
Os juro que mañana partiré...
Pero necesito esperar hasta la próxima aurora...
CASILDA
(por lo bajo, a Don Guritano)
¡Qué vergüenza!... ¿Así satisfacéis
los ruegos de una dama real, a la que amáis?...
Sí, sí, vos la amáis... de nada os vale negarlo...
¿Veis?... ¡Ella sufre!
¡Vamos, dadle esta prueba de afecto!...
Un caballero no debe disgustar
el corazón de su dama...
(se aleja de Don Guritano y se acerca a la Reina)
REINA
(con angustia, para sí)
¡Se niega y no parte! Del duro combate
¿no podré sustraer a aquel apuesto joven?...
¡Ay de mí!... ¡Qué pensamiento funesto!...
Me parece verlo ante de mí...
¡Herido!... ¡Moribundo!...
¡Cubiertos de sangre su rostro y sus cabellos!...
Me parece oírlo llamarme por mi nombre...
y luego... ¡No!... ¡No!... ¡Dios mío!...
DON GURITANO
(Para sí)
Negarme quisiera... ¡pero en vano lo intento!...
Hay un encanto en ella que domina mi mente...
¡y mi corazón consterna!...
CASILDA
(por lo bajo, a la Reina)
Quisiera rehusar... ¡pero en vano lo intenta!...
Ya se somete... ya cede... ¡ya lo vence el amor!...
La llama de la ira ya se apaga en él...
DON GURITANO
(a la Reina, con esfuerzo, pero con resolución)
Saldré en este instante.
REINA
(recuperándose)
¡Ah! ¿Será cierto?...
(pasando del dolor a la alegría más viva)
¡Mi corazón os está infinitamente agradecido!...
DON GURITANO
(Para sí)
Lo mataré a mi regreso.
(dobla una rodilla en tierra, besa la mano que
la Reina le ofrece sonriéndole graciosamente y
luego, levantándose, sale)
CASILDA
(mirando desde atrás a Don Guritano
le dice en tono sarcástico)
¡Buen viaje!...
REINA
(con una exclamación de alegría)
¡Él vivirá!...
ACTO TERCERO
Escena Primera
(Sala del Consejo del palacio real de Madrid.
Una puerta grande en el medio; otra a la
derecha; una ventana a mano izquierda. En un
rincón una puerta secreta oculta por tapices. A
derecha una mesa bastante grande con un tapete
de terciopelo verde sobre el cual están dispuestos
varios papeles, elementos de escritura y la urna
de las elecciones. Alrededor de la mesa varios
bancos y un sillón situado en uno de los extremos
de la misma. Están presentes Don Pedro, Don
Fernando y los consejeros privados del rey)
DON PEDRO
(hablando con una parte de los consejeros)
¡Designado Primer Ministro
y con la orden de Calatrava!...
CORO I
¡Y nombrado de inmediato duque de Olmedo!
DON PEDRO
(con una parte de los consejeros)
¡Y quizás el Toisón de Oro!...
CORO II
(a Don Fernando, riendo)
¡Ja! ¡ja! ¿Verdaderamente
tenemos que creer eso, marqués?...
DON FERNANDO
(tratando de corregirlos por su imprudencia)
Yo dije que, si asciende al más alto honor...
CORO II
Fue por obra de un genio protector...
DON FERNANDO
No lo niego...
DON PEDRO
(apartándose de un grupo de consejeros
y cercándose a Don Fernando)
¡Vamos, marqués De Priego,
decid el dulce nombre
del genio protector!...
DON FERNANDO
Lo ignoro...
CORO II
(a Don Pedro, en voz baja voz y riendo)
¡Es la Reina!...
DON PEDRO
¡Ja! ¡ja! ¡Esta es una mañana de imprudencias!...
CORO I
¡Es un horror!...
CORO II
¡Un escándalo!...
DON FERNANDO
(intentando disculparse)
Pero que nadie piense mal:
juro que ese amor es puro
y que aún no fue revelado.
DON PEDRO
(por lo bajo y jocosamente a Don Fernando,
llevándolo hacia el frente de la escena)
Del protector anónimo
y del conocido protegido,
se habla con respeto
siempre en estos salones...
DON FERNANDO
(en voz baja, a Don Pedro)
La ira que me domina
a veces me traiciona...
DON PEDRO
(por lo bajo, a Don Fernando)
¡Besad al favorito y luego morded al rey!
Así dice el viejo refrán...
DON FERNANDO
Yo no sé bromear como vos lo hacéis...
DON PEDRO
(en voz baja, a Don Fernando)
Sed prudente y confiad en mí.
CORO
(Para sí)
Ciertamente no es posible
que un joven escudero
pueda ascender sin méritos
a tan gran poder,
pero del genio benéfico
que premia sus merecimientos,
no debe ninguno de nosotros
mencionar el nombre.
DON PEDRO
(volviéndose al coro)
Ocupémonos de los asuntos de Estado,
dado que más de uno
osa acusar de inercia
al Consejo Supremo.
¡Que cada uno ocupe su lugar!
(Todos se sientan en los bancos dispuestos
alrededor de la mesa, dejando vacío el sillón)
DON FERNANDO
Antes que nada, señores,
no os opongáis a que yo pueda
reivindicar mi antiguo derecho
sobre los impuestos de las islas
y sobre los negros...
DON PEDRO
(con leve ironía)
¡Tuvisteis, me parece,
una prolongada compensación
a cambio de tales derechos!...
DON FERNANDO
(acalorándose)
Medio diezmo sobre el oro y el ámbar
me rinden mucho menos, ¡oh, conde!
que lo que a vos os otorga el impuesto
sobre los puertos y los bosques...
DON PEDRO
(también acalorado)
¡Oh, sí, gran cosa es eso!...
Ellos no alcanzan a cubrir
ni la mitad de mis ingentes gastos;
por lo que yo pido que me sean concedidos
los derechos reclamados por el señor marqués.
DON FERNANDO
¡No, jamás!...
(todos se levantan)
CORO
¡Calmaos!...
DON FERNANDO
¡Él me ofende!...
CORO
Él no pretendió injuriaros...
DON PEDRO
Esta Junta debe dictar inmediatamente
una inapelable sentencia.
CORO
Vuestros méritos de todos son conocidos...
¡Vamos, sentémonos, que cesen las disputas!
Escena Segunda
(Ruy Blas vestido de terciopelo negro,
con rica capa y pluma blanca en el
sombrero, y con la cruz de Calatrava,
entra y se detiene a escuchar la cuestión
surgida entre Don Pedro y Don Fernando,
luego avanza lenta y noble actitud hacia
ellos. Don Pedro, Don Fernando y los
consejeros enmudecen ante su presencia)
RUY BLAS
¡Muy buenas, señores!...
CORO
(Para sí)
¡El Conde!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(para sí)
¡Nos ha oído!...
RUY BLAS
A vosotros el destino,
a vosotros la gloria y la salud de la patria
os ha sido encomendada...
A vosotros, pastores depredadores del redil,
que del bien público nunca os ocupasteis,
buscando sólo vuestro interés particular...
¡Pero, juro al cielo, señores,
que hasta que me quede un aliento de vida,
mientras que el Soberano
a esta mano confíe las riendas
del trono y del estado...
¡Prohibiros sabré el impío comercio!...
DON PEDRO
(con resentimiento)
¡Conde!...
DON FERNANDO
(con resentimiento)
¡Esto es demasiado!...
RUY BLAS
(con creciente ardor)
¡Vamos, callad,
y dirigid una mirada
al destino de España!
Tanto Holanda como Bretaña
han traspasado nuestras fronteras...
Ya le fue arrebatado a nuestra patria
el dominio lusitano y el Brasil...
Ya su mano sobre de nosotros
extiende Francia...
Y el futuro que nos aguarda
¿qué esperanza nos deja?... ¡Hoy, ninguna!...
Del oriente al occidente
toda Europa de España se aprovecha ¡ay de mí!
y se ríe de ella...
¿Y sois capaces
de lacerar el regio manto de la patria
mientras ella muere?...
¡Ah, qué Vergüenza!... ¡Ah, qué Deshonra!
ALGUNOS DEL CORO
(en voz baja a los otros)
Él quiere gobernar sobre todos nosotros...
LOS OTROS
(en voz baja, a los otros)
¡Pero dice la verdad!...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
¿Podemos soportar un insulto tan grave?...
DON FERNANDO
(a Don Pedro)
¡No, por Dios!...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
¿No quedará entonces
mucho tiempo sin castigo?...
DON FERNANDO
(a Don Pedro)
¡No, lo juro!...
DON PEDRO
(a Don Fernando)
¡Y yo también lo juro!...
(siguen ambos hablando entre ellos, luego
se acercan a la mesa y escriben sobre dos
folios diferentes)
RUY BLAS
(cada vez más exaltado)
¡Oh Carlos V, genio inmortal,
levanta del sepulcral mármol tu augusta cabeza,
que tu mano levante el cetro
y vuelva a empuñar la espada!...
¡España se muere!...
Lanza sobre ellos el rayo de tus palabras;
cuenta las lágrimas y los quejidos
del pueblo entristecido;
salta del ataúd y vuelve a combatir
en el campo de batalla;
la gloria y el poder reintégrales
al reino y al rey;
tú eres la única vía de salvación!
¡El cetro y la espada vuelve a empuñar!...
¡Sálvanos, oh Carlos, España se muere!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(le presentan a Ruy Blas los dos folios)
En estos escritos
ambos presentamos nuestra dimisión al rey...
RUY BLAS
(fríamente)
Y yo, en su nombre, las acepto.
(toma los dos folios y luego, con severa
actitud, añade)
Mañana, marqués, os complaceréis en
marcharos con vuestra familia a Andalucía...
y vos, conde, a Castilla.
(Don Pedro y Don Fernando salen, Ruy Blas
se vuelve al coro y en tono resuelto dice)
RUY BLAS
Quienes de vosotros alimenten en sus pechos
el amor por la patria, por favor, que se queden
aquí, quiénes no quieran seguir mis designios
pueden seguir los pasos de esos señores...
(se sienta en el sillón y se pone
a examinar algunos papeles)
ALGUNOS DEL CORO
(en voz baja, a los otros, aparte)
Es el astro que surge...
LOS OTROS
(por lo bajo)
No es posible resistir...
LOS PRIMEROS
(en voz baja)
No queda más remedio que obedecerle...
LOS OTROS
(por lo bajo)
Es forzoso aceptarlo...
TODOS
¡La gloria inmortal del rey Carlos V,
al pueblo hispano puede regresar!
(un paje entra y se acerca a Ruy Blas, esperando
respetuosamente que le sea concedido hablar)
RUY BLAS
(al paje continuando la lectura
y firmando varios papales)
Habla...
PAJE
El conde de Onato y de Neubourg regresó...
RUY BLAS
(dejando los folios y levantándose)
¡Ah! Bien... bien... dile que mañana,
en mi residencia privada, cerca del puente,
lo aguardo.
PAJE
Obedezco, excelencia…
(se inclina y se encamina hacia la puerta)
RUY BLAS
(volviéndolo a llamar con un gesto)
Hoy no concederé audiencias.
(el paje sale)
CORO
(avanzando y rodeando a Ruy Blas)
Todo nosotros nos quedamos junto a vos.
RUY BLAS
Está bien; pero pensad que yo os exijiré
pruebas de fidelidad y valor.
CORO
Estamos listos a demostrarlas con hechos...
RUY BLAS
Jurad seguirme dondequiera
nos llame el honor...
Dondequiera un peligro amenace al soberano,
dondequiera una espada extranjera...
CORO
¡Todo lo juramos!...
RUY BLAS, CORO
Que velar, como padres, sobre el pueblo hispano
sea nuestro único pensamiento.
RUY BLAS
¡Estrechémonos las manos!...
(les estrecha a todos la mano, luego los
despide galantemente, diciéndoles)
Dentro de una hora os espero...
CORO
Y pruebas os daremos de fidelidad y de afecto.
(todos salen. Ruy Blas queda inmóvil en medio
de la escena, mirándolos con aire de triunfo)
Escena Tercera
REINA
(levanta el tapiz que cubre la puerta secreta
y se acerca a Ruy Blas sin que éste lo perciba)
¡Gracias, señor!...
RUY BLAS
(volviéndose)
¡Vos!...
(Para sí)
¡Refrénate, oh corazón mío!...
REINA
Sí, soy yo...
Yo, que intenté, pero en vano,
resistir al deseo de estrechar esta mano...
Yo, que vuestro magnánimo valor
admiro y bendigo...
Yo, que os grito:
¡amigo, salva al trono hispano,
salva nuestro honor!...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Oh, cielos!... Rehuirla siempre...
y volverla a ver de repente ante mí
¡con su divino semblante!...
¡Tener que sofocar
en mi corazón la voz del amor!...
REINA
Desde mis habitaciones, oí las palabras
surgidas de vuestra noble indignación...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Qué oigo!...
REINA
Y vi como el rayo de vuestra mirada
hacía temblar de vergüenza a esos cobardes...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Ella me oyó!...
REINA
Y ahora, dignaos recibir
el aplauso de mi corazón...
RUY BLAS
Callad...
REINA
Desde ahí, a menudo, he visto al rey Carlos,
sentado entre esos parricidas,
triste y pensativo...
RUY BLAS
¿Y qué les decía?...
REINA
Nada...
RUY BLAS
Sin embargo...
REINA
Nada... ¡Él se callaba!... Pero vos... vos, conde...
¿Dónde guardabais tanto coraje?...
¡Quién con tal pasión os encendió
la mente y el corazón?
RUY BLAS
(con un arrebato de entusiasmo)
¿Quién?... ¡Vos!...
REINA
¿Qué decís?... ¿Yo?...
RUY BLAS
¡Sí!
Cuando me fue revelado
el malvado propósito
de esos viles hipócritas,
a quienes confía al rey el estado...
Cuando pude convencerme
que en sus infernales planes
a vos, a vos también,
esos pérfidos os habían incluido...
Entontes una llama vigorosa
iluminó mi cabeza y mi corazón,
y desdeñando los peligros y las insidias
juré salvaros a cualquier precio.
REINA
(sumamente conmovida)
¿Por mí fuisteis tan valiente?...
RUY BLAS
¡Sí, solamente por vos!...
(titubeante)
Porque... porque yo... ¡os amo!...
REINA
(con una exclamación de alegría)
¡Gran Dios!...
¡Al fin he oído esa palabra,
suave bálsamo para mi dolor!...
¡Ahora, soy feliz!...
RUY BLAS
¿Qué decís?...
REINA
¡Que yo también te amo!...
¡Te amo con un amor similar!...
RUY BLAS
¡Cielos!...
REINA
Hasta ahora no lo revelé,
porque quise resistirme a mi corazón...
¡Pero siempre te he amado!...
Tú me rehuías y en secreto yo te seguía...
Esas valientes palabras que les has dicho
a esos canallas, sin ser vista ni oída...
Siempre he sido yo la que
en el camino de los máximos honores
que se abría a tus pies,
he velado como un ángel custodio sobre ti.
RUY BLAS
(casi en éxtasis por el fascinante
amor que lo envuelve)
¡Oh, dulce voluptuosidad!...
¡Noble deseo de amor!
¡No hay en el cielo un gozo
similar al mío!...
¡Vamos, habla! ¡Habla!...
¡Dios habla en ti!...
¡Repítele a mi corazón
que no es un sueño!...
REINA
Tú me revelaste
la vida del amor.
Mi mano te tiendo
¡y te abro mi corazón!...
(Ruy Blas cae de rodillas a los pies de la Reina,
que casi fuera de sí por la alegría, entrega sus
manos a sus apasionados besos)
REINA
(reponiéndose e intentando romper el
hechizo en que se halla envuelta)
¿Qué he dicho? Levántate… ¡Perdón, Dios mío!...
RUY BLAS
Esas adorables palabras... ¡repítelas otra vez!
REINA
¡Sí... las repito... pero mi honor
lo confío al ángel de vuestro honor!...
(huye por la puerta secreta)
Escena Cuarta
(Ruy Blas, luego Don Salustio, luego un lacayo)
RUY BLAS
¡Amarla!... ¡Amarla!...
¡Y ser amado con un amor recíproco!...
¡Oh, qué alegría inefable!...
¡Tengo el paraíso en mi corazón!...
(se encamina hacia la salida pero, cuando
está para salir, aparece por la puerta de la
derecha Don Salustio envuelto en su capa
negra. Ruy Blas se detiene pero no consigue
reconocerlo)
RUY BLAS
¿Quién está ahí?...
DON SALUSTIO
(descubriéndose)
Buen día...
RUY BLAS
(con sorpresa y desesperación, para sí)
¡Cielos!... ¡Él!...
¡Caigo en el infierno!...
DON SALUSTIO
(sonriendo)
Según parece
no pensabais en mí...
RUY BLAS
Este regreso imprevisto,
en efecto me sorprende...
(Para sí)
¡Oh! ¡Adiós!...
¡Adiós para siempre,
mi hermoso sueño dorado!...
DON SALUSTIO
¿Cómo estáis?...
RUY BLAS
(confuso e incierto)
Señor...
en Madrid... ¿a esta hora?...
¿Y aquí, en las salas del palacio real?...
DON SALUSTIO
(con orgullo e ironía)
¿Y bien?...
RUY BLAS
Temo por vos...
DON SALUSTIO
¿Teméis por mí?... No lo hagáis...
RUY BLAS
Pero...
DON SALUSTIO
Muy pocos me vieron entrar...
RUY BLAS
¿Alguien os reconoció?...
DON SALUSTIO
Nadie.
(se sienta en el sillón junto a la mesa, siempre
conservando su risa sarcástica. Ruy Blas queda
de pie ante él, esforzándose por asumir un
comportamiento humilde y respetuoso)
DON SALUSTIO
Entonces vos, si los rumores no mienten,
a Don Pedro y al marqués De Priego
¿les arrebatasteis el poder?...
RUY BLAS
No lo niego...
DON SALUSTIO
(sonriendo)
Sin embargo, uno de ellos es vuestro pariente...
no deberíais haberlo olvidado...
RUY BLAS
Ni olvidarlo quisiera, pero ellos...
DON SALUSTIO
(serio)
Los exiliasteis con poco decoro...
RUY BLAS
(con énfasis)
El deber me obligó a ello.
Esos señores, al Rey y al Estado
en poco tiempo habrían llevado a la ruina.
Sólo por su causa España está próxima
al horror de su destino final.
Sólo por ellos muere de hambre la plebe
clamando a su monarca.
Y el soldado, que se siente abandonado,
en puñal convierte su espada...
DON SALUSTIO
(con feroz malicia)
Este viento es molesto...
¡Mirad por esos postigos!...
RUY BLAS
(con ímpetu)
¿Qué?...
DON SALUSTIO
(señalándole a Ruy Blas la ventana
y fingiendo su excitación)
Esos... sí... exactamente...
RUY BLAS
(Para sí)
¡El infame ha alcanzado a su presa...
y es necesario obedecer!...
(cierra la ventana y luego va hacia Don
Salustio, que se dispone a escucharlo
distraídamente, jugueteando con un
guante que deja luego caer)
Vos veis que a la patria infeliz,
entre tantas amenazas de inminente tempestad,
sólo le queda una esperanza de salvación...
¡la virtud!...
DON SALUSTIO
Recoged ese guante...
RUY BLAS
(estallando de indignación)
¡Oh, esto es demasiado!...
DON SALUSTIO
(con fuerza y autoridad)
¡Ruy Blas!...
RUY BLAS
(conteniéndose y reponiéndose)
Mi señor...
DON SALUSTIO
No estoy acostumbrado
a repetir dos veces una orden...
RUY BLAS
(Para sí)
Su escarnio execrable es un puñal
que traspasa mi corazón.
(con un terrible esfuerzo, se humilla y recoge
el guante y, pálido de rabia, lo da a Don Salustio)
DON SALUSTIO
(en tono seco e imperativo,
tomando el guante con altanería)
Mañana, después del amanecer,
me esperaréis en la casa que os doné...
Una carroza deberá estar lista en el jardín...
Todos los sirvientes deberán estar ausentes,
menos los dos mudos que permanecerán allí.
¡La obra que comencé, se acerca a su fin!
Es preciso que me obedezcáis en todo...
RUY BLAS
Sí, todo eso haré, pero primero jurad
que no habrá insidias contra la reina...
DON SALUSTIO
No penséis en ello.
RUY BLAS
Pero... es que yo... ¡la amo!
DON SALUSTIO
(con aire de despreocupación)
Ya lo sabía.
RUY BLAS
(como golpeado por un rayo)
¡Lo sabíais!...
¡Ah, todo lo entiendo por fin!...
Inicua trama le preparáis;
pero yo sabré desbaratarla.
DON SALUSTIO
(fríamente)
¿De veras?... ¿Cómo?...
RUY BLAS
Recordáis, ¡oh, señor!
que soy el dueño del poder supremo…
DON SALUSTIO
(en voz baja, pero concitada,
enseñándole un folio)
Y tú no olvides
que en este folio redactado por tu mano
has declarado ser uno de mis siervos.
RUY BLAS
(abatido y confuso baja la cabeza y con
voz semiapagada exclama)
¡Es verdad!... ¡es verdad!...
DON SALUSTIO
(guarda el folio y con aire de triunfo añade)
¿Todavía quieres resistirte?...
RUY BLAS
No…
DON SALUSTIO
Fidelidad, silencio
y prudencia por ahora…
luego, si me eres fiel,
tendrás una muy buena recompensa…
RUY BLAS
Por ella, por ella os ruego…
nada para mi os pido…
DON SALUSTIO
(no atendiendo los ruegos de Ruy)
Entonces mañana...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Oh, qué rabia!...
DON SALUSTIO
Al alba...
RUY BLAS
(fuera de sí)
¡No soporto más!...
DON SALUSTIO
(con una mirada imperativa y severa)
¿Qué significa esa actitud colérica?...
RUY BLAS
(reponiéndose rápidamente)
¡Ay de mí!... ¡Perdón!...
¡Ya lo sé, estoy loco!...
(pasando al ruego más ferviente)
¡Oh, mi señor, si leyerais
dentro de mi corazón
quizás vos pudierais
tener piedad de mí y de ella!...
¡Decidme, por Dios!...¡Ah!
Decidme que ella estará a salvo
y luego a vos la sangre y la vida
este humilde siervo os dará.
¡He aquí... mirad!...
Humillado está mi necio orgullo...
mi dolor se manifiesta
con un llanto desesperado...
(poniéndose de rodillas)
A vuestros pies estoy...
¡Gracia para ella os pido, señor!...
DON SALUSTIO
¿Quién se atreve a preguntar
por las razones de mis actos?...
Y ahora que gracias a ti
se desvanece la gloria, el poder y el honor
un sagrado deber
te impone servirme fielmente.
(se abre la puerta y entra el Ujier)
DON SALUSTIO
Alguien se acerca... ¡Levántate!...
UJIER
(dirigiéndose a Ruy Blas e
inclinándose respetuosamente)
Señor...
DON SALUSTIO
(se envuelve en su capa y dándole la espalda
al Ujier, le dice a Ruy Blas en voz baja)
Responde...
RUY BLAS
(al Ujier)
¿Qué ocurre?...
UJIER
El Rey os ha concedido, conde,
el ducado de Olmedo...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Justo en este momento!...
UJIER
Y el Toisón de Oro...
RUY BLAS
(bajando la cabeza y para sí)
¡Qué oigo!...
DON SALUSTIO
(por lo bajo a Ruy Blas)
¡Cuánto me alegro!...
RUY BLAS
(Para sí)
¡Ah, qué destino atroz!...
UJIER
La Corte en pleno
espera a vuestra excelencia...
(se inclina de nuevo y sale por la puerta
del medio, que cierra tras de sí)
RUY BLAS
(Para sí)
¡Un terrible dolor me acosa!...
DON SALUSTIO
Marchemos... Bajo la égida de tu nombre
también yo llegaré a ser duque...
RUY BLAS
¡Ah, no agreguéis el escarnio
a mi cruel destino!...
De ella, de ella hablad...
DON SALUSTIO
(con impaciencia)
¡Cállate, basta ya!...
RUY BLAS
(siempre rogando)
Señor...
DON SALUSTIO
¡Marchemos!...
RUY BLAS
(casi delirante)
¡Oh, qué furia!...
¡Ah, asísteme
en este momento, oh Dios!...
En vano intento
extinguir mi furor…
Compiten en mi cerebro
la cólera y el amor...
¡Mi corazón rebosa
de sangre ardiente!...
DON SALUSTIO
(Para sí)
En vano quiere resistirse a mi voluntad;
soy inamovible en mis propósitos.
Él caerá con ella
si intenta oponerse a mis planes...
Ha perdido toda esperanza:
¡ella está derrotada!...
(salen ambos por la puerta de la
derecha y se cambia de escena)
Escena Quinta
(Sala del Trono en el Palacio Real de Madrid
lujosamente adornada. A la derecha, sobre
cinco peldaños, dos ricos sillones dorados y
un dosel de terciopelo carmesí. A la izquierda
las estatuas de los reyes de España, entre las
que destaca la de Carlos V. Tras las estatuas
un gran ventanal. Al fondo tres arcos que dan
acceso a la Sala de Armas. Sobre los peldaños
del trono, junto a los sillones del rey y la reina,
algunos escaños dorados cubiertos de terciopelo.
Don Pedro y Don Fernando entran conversando
entre ellos mientras que la escena se va poblando
poco a poco con otros nobles y damas, todos
ricamente vestidos. Poco después entra la
Reina precedida por guardias, que se alinean
al fondo; la acompañan sus doncellas, entre
las que están Casilda y la Duquesa; va seguida
de varios chambelanes, entre los cuales está Don
Guritano, dignatarios, pajes y heraldos. Entra a
su vez Don Manuel con dos pajes que llevan sobre
una rica almohada de terciopelo carmesí la
insignia de la orden del Toisón de Oro y una
rica espada. Ruy Blas y Don Salustio llegan
finalmente)
DON PEDRO
Mientras se nos permita permanecer aquí
no abandonaremos el sitio que nos corresponde...
DON FERNANDO
Mi blasón, tan vilmente vejado,
quiero limpiar a toda costa.
DON PEDRO
Al ocaso partiremos,
pero él nos seguirá...
DON FERNANDO
Sí, ante el Rey mañana iremos
y justicia nos hará.
CORO
A la graciosa y piadosa doncella,
que es orgullo y honor de España,
sonría en el cielo una estrella de esperanza,
de alegría y de amor.
Si desde lo alto del trono
vuelves tu mirada hacia abajo,
verás que aquí están
todos tus devotos siervos.
(La Reina entra, sube al trono y se sienta sobre
uno de los dos sillones. Casilda y la Duquesa
se sientan junto a ella en los escaños dorados,
también se sientan los principales dignatarios.
Don Guritano se aparta del séquito de la Reina
y se acerca a Don Pedro y a Don Fernando)
DON PEDRO, DON FERNANDO
(saludándolo alegremente)
¡Conde!...
DON GURITANO
(tendiéndoles la mano)
¡Amigos!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(haciendo lo mismo)
¡Bienvenido!...
DON GURITANO
Decidme...
¿es verdad que de la corte os marcháis?...
DON PEDRO, DON FERNANDO
¡Es verdad!...
DON GURITANO
¿Y él ha sido tan osado como para...
DON FERNANDO
¡Bromas del destino!...
DON GURITANO
Él deberá caer...
(para sí, acabando la frase empezada)
¡por mi mano!...
DON FERNANDO
¡Eso espero!...
DON GURITANO
Yo tengo la certeza...
REINA
(a uno de los ujieres)
Que entre el emisario...
DON MANUEL
(se adelanta hasta los peldaños del trono,
besa la mano a la Reina y luego dice)
El rey me ha enviado para que traiga
una nueva prenda de su más preciado favor
a Don César de Bazán, conde de Garofa...
REINA
(mirando intencionadamente
a Don Pedro y a Don Fernando)
¡Honor totalmente merecido!...
CORO
Realmente es digno...
DON MANUEL
(señalando a Ruy Blas que entra
seguido por Don Salustio)
¡Aquí llega!...
REINA
¡Que entre!...
DON SALUSTIO
(por lo bajo a Ruy Blas)
Preséntame a ella...
RUY BLAS
(avanzando)
¡Majestad!... Al Marqués le sea concedida
la autorización de permanecer aquí...
Para disfrutar del honor de su compañía,
yo lo he invitado...
REINA
(demostrando su repugnancia, para sí)
¡Él aquí!...
DON PEDRO, DON FERNANDO
(en voz baja entre ellos)
Llega en buen momento...
REINA
¡Que permanezca!...
DON SALUSTIO
¡Gracias!...
(hace una gran reverencia y se sitúa a un lado)
CASILDA
(por lo bajo a la Reina, señalando a Ruy Blas)
¡Está muy triste!...
(Ruy Blas sube los peldaños del trono y se
arrodilla. Dos pajes le presentan a la Reina
una espada y el collar del Toisón de Oro)
REINA
(tomando la espada y tocando
con ella el hombro de Ruy Blas)
Señor Conde, duque sois.
(repone la espada sobre el almohadón, toma el
collar del Toisón de Oro y se lo ciñe al cuello)
Por el afecto y la fidelidad,
que siempre nos habéis demostrado,
esta insignia sea vuestro premio.
(luego, en voz baja, a Ruy Blas)
¿Por qué estáis tan conmovido?...
RUY BLAS
(confuso y dubitativo)
¡Tanto honor!...
REINA
(En voz baja a Ruy Blas)
¡Vamos, ánimo!...
RUY BLAS
(desciende después de haber besado
la mano a la Reina, para sí)
¡Ah, no puedo resistir más!...
DON SALUSTIO
(extendiendo la mano a Ruy Blas)
A vos, Duque, os rindo homenaje.
(se reúne con Don Pedro y Don Fernando)
REINA
(para sí, después de descender del trono)
¡Cuánto, oh, cuán feliz soy!...
¡Rebosa de alegría mi corazón!...
¡No sería lícito esperar ni desear
un favor más espléndido!...
¡Toda preocupación ha sido borrada
de mi pecho y de mi pensamiento!
¡Trono y vida habría donado
por esta hora de placer!...
RUY BLAS
(Para sí)
Alegría, honor, amor, esperanza...
¡breve sueño mentiroso!...
De vosotros quedará el recuerdo
en mi mente...
(mirando a Don Salustio)
¡Él está allí!...
Mirándome y sonriendo,
siempre fingiendo...
¡Parece un demonio socarrón,
que se escarnece de mi dolor!...
DON SALUSTIO
(por lo bajo a Don Pedro y a Don
Fernando, señalando a Ruy Blas)
Yo lo aborrezco tanto como vosotros,
más que vosotros lo desprecio aún.
Él caerá por mi mano...
¡os lo juro por mi honor!
DON PEDRO, DON FERNANDO
(entre ellos)
Si su boca no miente,
no está lejos la venganza.
Impaciente se acelera el corazón esperando
el fausto día en el que se cumpla su promesa.
CASILDA
(mirando a la Reina, para sí)
Ella no ve ni se preocupa por otro
que no sea aquél a quien se le rinde honor.
Su alegría inmensa y pura
se refleja en mi corazón.
DON MANUEL, CORO
Al más valiente se rinda honor,
al más fiel y al más honesto;
y que todos aprendan de él
el valor de la virtud.
DON PURITANO, LA DUQUESA
(entre ellos, observando ora a la reina ora a Ruy)
Ella se solaza con sus miradas,
él siempre se las otorga...
Cada vez se acrecientan más
las sospechas en mi corazón.
REINA
Y ahora partamos...
(volviéndose, con prisa, a Ruy Blas)
Duque, ¡adiós!
(a todo el resto)
Esta tarde daré un baile; a todos os invito...
(se encamina a la salida, todos la siguen, menos
Ruy Blas, que queda en escena, oprimido por sus
pensamientos)
DON SALUSTIO
(se acerca a Ruy Blas y le dice en voz baja)
Recuerda mis instrucciones...
RUY BLAS
(sumamente abatido)
¡Obedeceré!...
(sale a paso lento, mientras baja el telón)
ACTO CUARTO
Escena Primera
(Un pequeño gabinete en la sala privada de Don
Salustio decorado suntuosamente, pero con estilo
grave y austero. Una puerta en el medio y dos
laterales. Una mesa con elementos de escritura,
algún libro y una campanilla. Un sillón bastante
grande y espléndidamente decorado está junto a
la mesa. Ruy Blas sentado cerca de la mesa)
RUY BLAS
¡Se desvanecen mis sueños!...
¡Desaparece la dulce ilusión
que acarició mi mente con doradas imágenes!...
¡Todo está perdido!...
¡Oh, mujer! ¡Oh, mi muy amada!
Gentil sonrisa del paraíso,
ángel de virtud, rayo de amor,
yo te engañé... pero fue una locura de amor,
no fue una malvada hipocresía del corazón...
Y sin embargo, no intento disculparme;
sé que soy un impío, un vil...
y que no merezco ¡oh, divina mujer! tu perdón...
Pero ¿qué digo?... ¿Puedo yo ahora aquí,
pensar más en mi destino que en el tuyo?...
¡Ay, en las manos de él, que a cualquier precio
quiere perderte, está tu destino!...
¡Y él aún no llega!...
¿Dónde estará?...
¿Qué dirá? ¿Qué hará?...
¡Ay, quizás él descubrirá nuestro amor!
¡Quizás ya haya sido hecho público!
¡Quizás él le hizo conocer mi humilde condición,
y ella repudió nuestro santo afecto!...
Una mortal ansiedad destroza
mi corazón con esas ideas.
¡No hay, no hay un dolor más feroz
que el que yo siento!...
Yo, que la he amado tanto,
que siempre la amaré,
¡seré la causa de su deshonor
y de su llanto!...
(conmovido hasta las lágrimas)
¿Lloras, infeliz?... ¡Ah, no!...
No es el momento de llorar.
¿Cómo?... ¿Cómo podré desatar
los lazos de esta infame intriga?...
¡Ah, qué idea!... ¡Dios me ilumina!...
¿No soy yo el instrumento fatal
de su odio mortal?... ¡Sí!
Pues aún puedo sus insidias desbaratar
y a ella salvarla:
¡salvar su trono, su vida y su honor!...
(cae en un estado de profundo abatimiento, pero
mostrando siempre firmeza en su resolución)
Moriré... ¡pero por ella!
Nuestro amor deberá morir conmigo.
¿La caridad de una flor me será negada?... Moriré,
mas no tendré siquiera el consuelo de una lágrima.
Sin duelo alguno sobre mis cenizas,
descenderá el olvido...
Escena Segunda
(Llega Don Guritano con dos espadas)
DON GURITANO
(deteniéndose en el umbral de la puerta)
Señor duque...
RUY BLAS
(volviéndose de inmediato)
¡Vos!...
DON GURITANO
(avanzando y presentándole las espadas)
Elegid...
RUY BLAS
(con sorpresa)
¿Hoy?...
DON GURITANO
(con seriedad)
Ahora mismo.
RUY BLAS
No, os lo ruego... esperar hasta mañana...
DON GURITANO
¿Qué?... ¿Queréis burlaros de mí?...
RUY BLAS
Os pido un solo día...
DON GURITANO
Un instante os niego incluso...
¡Vamos... elegid una espada!
RUY BLAS
(para sí)
¿Si quiero morir, por qué no seguirlo?...
DON GURITANO
(presentándole de nuevo las espadas)
Decidid...
RUY BLAS
(resuelto)
He decidido...
(toma una espada)
¡Dadme!
¡Bajemos al jardín!...
DON GURITANO
¡Oh! ¡Por fin!...
RUY BLAS
Seguidme...
DON GURITANO
Precededme...
RUY BLAS
¡Sí, vamos!
(salen rápidamente por la puerta de la izquierda)
Escena Tercera
(Casilda entra guiada por un paje)
CASILDA
(al paje que se queda en la puerta)
¿Está en casa vuestro señor?...
(después de una breve pausa, para sí)
No contesta...
(al paje, que no se mueve)
Desearía saber, si se puede hablar con él...
(después de una nueva pausa, para sí
¡A fe mía que es mudo!...
¡Ja! ¡ja! ¡Realmente es gracioso!...
(tras una nueva pausa, al paje)
Decidle que lo aguarda
una de las damas de honor de la Reina.
(el paje hace una profunda reverencia y sale)
No habla, pero comprende.
¡Magnífico paje!... ¡Lo que ve y oye!
No puede repetirlo... ¡Qué virtud tan excelente!
El duque aquí vendrá...
Pensemos pues que deberemos
decir a su excelencia de parte de su majestad.
Ella me dijo: Quiero saber del duque,
si es verdad que él escribió esta mañana
una nota dirigida a mí.
Si no es mudo también,
él mismo me lo dirá.
Luego, ella aquí vendrá
para ver a su amor idolatrado.
(piensa unos momentos y luego sonriendo añade)
¡Curioso encargo!...
¡Muy honorífico y halagador!...
Si alguien me viera...
si alguien leyera mis pensamientos...
¡qué hermoso juicio, a fe mía,
se haría sobre mí!...
Pero por ella ¡qué no haría yo!...
Desechando los escrúpulos, quiero reírme.
No temo a las lenguas maledicientes.
Si alguna santurrona, si alguna hipócrita,
del grave escándalo se hubiera percatado,
¡mandarlos al diablo bien sabría yo!...
Escena Cuarta
CASILDA
¡Todavía no viene!...
Más cortés creía yo que era el duque.
(Se sienta en el sillón junto a la mesa,
toma un libro y lo ojea distraídamente.
Entra Don Salustio acompañado por el paje)
DON SALUSTIO
(al paje, deteniéndose en la puerta de medio
y señalándole la puerta de la derecha)
Tras esa puerta te quedarás
y si a esa mujer ves salir, ¡atrápala!
A mi castillo corre a encerrarla
y cuida que no se le escape una sola palabra.
Que mi primo, el duque,
no se dé cuenta de nada.
Hasta donde sea necesario usa la fuerza...
Sé prudente; ¡ve!
(el paje se inclina y sale por la puerta señalada)
CASILDA
(dejando el libro)
¡Oh, qué paciencia!... Llamaré...
(Hace sonar la campanilla)
DON SALUSTIO
(acercándose a ella con cortesía)
Aquí estoy.
CASILDA
(con despecho, levantándose y hablando para sí)
¡Ah! ¡Maldito!... ¡Caí en una trampa!
DON SALUSTIO
¿Buscáis al duque?...
CASILDA
(con circunspección)
Quizás...
DON SALUSTIO
Es en vano esperarlo...
CASILDA
¿Ha salido?...
DON SALUSTIO
Sí.
CASILDA
Pero ¿volverá?...
DON SALUSTIO
Lo dudo...
CASILDA
¿De verdad?...
DON SALUSTIO
Estad segura de ello.
CASILDA
(Para sí)
Entonces, la nota es apócrifa...
¡Está bien, mejor así!...
DON SALUSTIO
Si me hicierais el honor de poder serviros,
encantado estaría de hacerlo...
CASILDA
(con malicia)
¿Vos?... No.
DON SALUSTIO
¡Caramba!... ¡Ah! ¿Entonces se trata...
CASILDA
(enseguida y con malicia)
¡No de vos, señor!...
DON SALUSTIO
... de un secreto?...
CASILDA
(con malicia)
Puede ser...
DON SALUSTIO
¿Galante?...
CASILDA
(con malicia)
¡No lo sé!...
Conmigo querríais, mi buen señor,
hacer el papel de inquisidor;
pero mi silencio sabrá castigar
vuestra indócil curiosidad.
Seducirme es vano... no tengo temor...
Puedo reír... pero hablar... no.
DON SALUSTIO
(para sí)
De sus labios, aunque mudos,
ya he sabido lo suficiente
y pronto el efecto verá de ello.
La incauta espera poder irse,
y no sabe que aquí
quedará prisionera...
CASILDA
(para sí)
Éste quisiera saber
por qué vengo y quién me manda,
pero decepcionado quedará.
Brama de ira, lo consume el enojo
y mi corazón disfruta...
¡Querido, a mí ninguno me la pega!...
(a Don Salustio tendiéndole la mano)
Marqués ¡adiós!
DON SALUSTIO
¿Partís?...
CASILDA
Sí.
DON SALUSTIO
¿Qué debo decirle al duque de parte vuestra?...
CASILDA
Nada...
DON SALUSTIO
¿Pero quizás?...
CASILDA
Está bien así...
DON SALUSTIO
Una sola palabra...
CASILDA
(riendo maliciosamente)
¡No hablo... no!
DON SALUSTIO
Si queréis partir de inmediato
he aquí la puerta.
(señala la puerta de la derecha)
CASILDA
(encaminándose hacia ella)
Gracias...
DON SALUSTIO
Al jardín.
Por esta escalera descenderéis y luego...
CASILDA
Bien conocido me es el camino.
(se inclina, saluda y sale: La puerta
se cierra detrás de ella)
DON SALUSTIO
(se acerca a la puerta y se pone a escuchar con
mucha atención, hasta que afuera oye un pequeño
grito reprimido. Lanza una carcajada y avanza
alegre hacia el centro de la escena)
Esperaba poder engañarme... ¡pobre loca!...
Y ahora demos el último golpe...
Rumor de pasos me parece oír...
(escuchando hacia la puerta izquierda)
¡Sí... quizás es él!...
Me ocultaré por ahora...
Aún no es el momento de presentarme ante ellos.
(sale por la puerta central)
Escena Quinta
(Ruy Blas, que entra por la puerta
izquierda completamente desarmado)
RUY BLAS
¡Herido de muerte!...
¡Sobre mi espada
él mismo se arrojó!...
¡Resulto ser fatal para todos!...
¡Ojalá se rompiera este malvado hechizo!...
(Toma un frasquito)
RUY BLAS
Pero ¿qué es ese rumor de pasos?...
(pone sobre la mesa el frasquito
y va hacia la puerta del medio)
REINA
(vestida de terciopelo negro y oculta tras un
velo del mismo color, entra por la puerta central)
Don Cesare...
RUY BLAS
(con un grito desesperado)
¡Cielos!... ¡Ella!...
REINA
¿Por qué tan agitado?...
RUY BLAS
¿Por qué viniste?...
REINA
Tú me citaste...
RUY BLAS
¿Yo?...
REINA
Me escribiste...
RUY BLAS
¿Qué dices?... ¿Yo?... ¡No!
REINA
(saca una nota y se la entrega a Ruy Blas)
Lee...
RUY BLAS
(lee)
"Una terrible desventura pende
sobre mi cabeza..."
(Para sí)
¡Gran dios!... ¡Qué veo!...
REINA
(continúa leyendo la nota)
"Pero la tormenta, reina mía,
vos podéis amainar...
a mi casa, os suplico venir..."
RUY BLAS
(para sí)
¡Ah, la había olvidado!...
REINA
Aquí he venido...
RUY BLAS
(con desesperación)
¡Ah!... ¡Márchate!... ¡Estás perdida!...
REINA
(sobresaltándose)
¿Perdida?...
RUY BLAS
(con desesperación)
¡Huye!...
REINA
(con premura)
¿Y Casilda, dónde está?...
RUY BLAS
Yo no la vi...
REINA
(con gran sorpresa)
¿Será posible?...
Hace unos momentos la envié hacia aquí,
pero, al ver que no regresaba,
vine para protegerte... para velar por ti.
RUY BLAS
(siempre con creciente insistencia)
¡Ah, vete... huye...
déjame... sálvate!...
Escena Sexta
(Entra Don Salustio)
DON SALUSTIO
(aparece por la puerta central)
¡Es tarde!...
RUY BLAS, REINA
(entre sí)
¡Él!
REINA
(a Don Salustio con altivez)
¿Qué queréis?...
DON SALUSTIO
(fríamente)
Deciros que ya no tenéis un trono...
Que vengado estoy...
REINA
¡Basta ya!...
No os entiendo...
DON SALUSTIO
(sigue avanzando)
Me explicaré: oídme...
Si este enredo
ahora fuera difundido por mí...
RUY BLAS, REINA
(Para sí)
¡El muy vil!...
DON SALUSTIO
Deshonorada seríais...
REINA
(con terror)
¡Dios mío, sálvame!...
DON SALUSTIO
... y luego, rechazada por el rey,
internada por la fuerza en un convento...
REINA
(para sí)
¡Estoy perdida!...
DON SALUSTIO
Pero no deseo eso:
quiero que perdáis el trono
pero no la libertad.
REINA
¿Cómo?
DON SALUSTIO
Un divorcio os salva y será
fácil de conseguir para vos.
(saca una carta y se la muestra)
Dirigida al Rey, esta carta,
con el consentimiento vuestro... firmadla...
y luego abandonad Madrid con él...
una carroza ya está preparada...
RUY BLAS
(como golpeado por una idea, para sí)
¡Ay de mí!...
REINA
(titubeante, para sí)
¿Que hacer?...
DON SALUSTIO
O la injuria y el claustro, o desposada
con Don César vivir feliz... y amar...
Él es rico, esbelto y noble,
os ama con ardiente amor,
¡vale mucho más que un trono
el corazón de mi pariente!
Con él lejos de aquí os esperan,
bajo un mismo techo,
la alegría y el éxtasis
de un correspondido afecto.
REINA
(titubeante, para sí)
¿Que hacer?...
DON SALUSTIO
(a Ruy Blas en voz baja)
Por vos hago todo esto,
quiero haceros feliz.
RUY BLAS
¡Ahora lo entiendo todo!...
¡Ah, Satanás no puede ser más perverso!...
DON SALUSTIO
(a la Reina)
Firmad este folio y luego partid...
RUY BLAS
(con ímpetu viendo que la Reina se
encamina a la mesa para firmar)
¡Ah, no!...
Ruy Blas y no Don César
es mi verdadero nombre...
Soy un lacayo...
No soy conde...
REINA
(fulminada)
¡Horror!...
RUY BLAS
(a Don Salustio con ferocidad)
¡Ah, demasiado vil e impío,
señor, vos me creísteis!...
Yo tengo las ropas de un sirviente,
pero vos las tenéis en el corazón.
DON SALUSTIO
(a la Reina, con fría ironía)
Nada iba a esconderos,
os lo habría dicho luego.
Vos quisisteis imponerme como esposa
a una criada vuestra,
y a cambio, como amante
un siervo mío yo os he dado.
(Ruy Blas toma por la empuñadura la espada de
Don Salustio, rápidamente la desenvaina, y se
lanza hacia la puerta central que cierra con llave)
DON SALUSTIO
(con grito de rabia)
¡Ah!...
RUY BLAS
¡Callad! Ya el rayo de mi cólera estalló...
A ángeles o demonios, en vuestra ayuda llamáis...
es en vano... no siento piedad.
¡Fue demasiado largo y horrible el tormento
que hasta ahora laceró mi corazón!...
¡Debéis morir!..
REINA
Por su vida yo os pido... ¡perdonadlo!...
Prefiero perder el honor y el trono,
pero su sangre no quiero que sea derramada.
RUY BLAS
¿Por él rogáis, que tramó tan vilmente
vuestra destrucción?... Rogáis en vano.
¡Por su felonía debo castigarlo!...
¡Quiero castigarlo!...
DON SALUSTIO
¡Abre esa puerta!... ¡Depón la espada!...
¡El orgullo es una cosa extraña
en el corazón de un siervo!...
¡Teme ante la autoridad de tu amo...
teme, necio, mi furor!...
REINA
Sí, por él te ruego. La vil insidia
sobre mi corazón no tiene poder.
Con mi perdón le demuestro
mi desprecio. Esa es mi venganza.
RUY BLAS
(a Don Salustio embistiéndolo)
¡Morirás!...
DON SALUSTIO
¿Qué intentas?...
RUY BLAS
(lleva la punta de la espada al pecho de Don
Salustio y lo empuja hacia la puerta derecha)
Por allí... allí...
REINA
¡Por Dios os lo ruego!...
RUY BLAS
¡Es tarde!...
DON SALUSTIO
(con grito de desesperación)
¡Ay! ¡Qué furia!... ¡Una espada!...
RUY BLAS
(con amargo desprecio y siempre persiguiéndolo)
Yo soy un vil lacayo...
y no podría batirme en duelo con vos, señor...
(Don Salustio retrocede hasta a la puerta y sale
seguido por Ruy Blas que no deja de apuntar con
su espada contra su pecho)
Escena Última
(La Reina queda sola)
REINA
(cayendo de rodillas y elevando los ojos al cielo)
¡Señor, que sobre mis culpas
descienda tu perdón!...
Postrada en el polvo
imploro tu bondad divina
para el homicida y para la víctima...
RUY BLAS
(entra por la puerta derecha sin la espada, se detiene
en el umbral y dirigiéndose a la Reina, que lo mira
ansiosamente,
le dice)
¡Estáis salvada!
(tras una pausa)
Y ahora, que me sea permitido hablar...
REINA
(con altivez)
Señor...
RUY BLAS
(humilde)
De mí no tengáis temor...
No me acercaré a vos...
Pero quiero deciros que un rayo de honor
resplandece también en mí...
Que no soy un vil,
y que si no es noble mi condición,
lo es mi corazón.
El Amor, que embriagó mi mente y mi alma,
me ha vencido...
El amor en su delirio, mi razón ofuscó.
REINA
Quiero salir...
RUY BLAS
Una última palabra...
REINA
¿Qué más?...
RUY BLAS
¿Puedo esperar perdón?...
REINA
A Dios pedídselo, señor.
RUY BLAS
¿No lo obtendré del ángel,
a quien tanto ofendí y amé?...
REINA
(resuelta)
No...
RUY BLAS
(con profundo dolor)
Juradlo...
REINA
¡Jamás!...
RUY BLAS
¡Detente entonces, oh corazón mío!...
(bebe del frasquito que está sobre la mesa)
REINA
(aterrorizada)
¿Qué hiciste?...
RUY BLAS
(con triste calma)
Un bálsamo vertí en mi pecho...
REINA
¡Cielos!... ¡Un veneno!... ¡La muerte!...
RUY BLAS
No.
La muerte sería vivir desdeñado por vos...
REINA
Si te hubiese perdonado...
RUY BLAS
Sin embargo que me sea dado
terminar mis días bendiciéndoos.
¡Vamos! Dirigidme una mirada, una palabra...
piedad para este miserable,
para este maldecido!...
¡Si fui culpable, pagaré el error
con la más terrible de todas las penas!...
REINA
¡Ah! Óyeme... Mírame...
Respóndeme... soy yo, que suplico,
oh miserable, tu perdón!...
¡Se desvaneció mi orgullo,
te habla mi corazón;
te habla el llanto de mi dolor!...
RUY BLAS
(vacila)
¡Ay de mí!...
REINA
(acudiendo hacia él llena de espanto)
¡Don César!...
RUY BLAS
Me llamo Ruy Blas...
REINA
(con un supremo arrebato de amor)
¡Ruy Blas, te amo!...
RUY BLAS
(radiante de alegría)
¡Dios!... ¡Todavía me ama!...
(cae)
REINA
¡Socorro!...
RUY BLAS
¡Es inútil...
(le da la llave de la puerta)
Abrid esa puerta señora,
así todo será ignorado...
¡Huid!...
REINA
¡Ay de mí!... ¡Qué escalofrío!...
RUY BLAS
(con un hilo de voz)
Muero amado y perdonado
por tu hermoso corazón...
Muero en un éxtasis
de alegría... adiós...
(muere)
REINA
(sacudiéndolo)
¡Ruy Blas, contéstame!...
¡Ruy Blas... gran Dios!...
(se arroja sobre el cuerpo de Ruy Blas oprimida
por el dolor, mientras baja el telón)
Digitalizado y traducido por:
José Luís Roviaro
2012
|